giovedì 24 gennaio 2019

Da “IL MONTAGGIO”, 13 punti tratti da Sun-tzu [Sunzi] –













Nell’agosto del 1887, Lenin s’iscrisse all’università di Kazan che,
per quanto sotto severo controllo, era un fervido centro d’idee
che attirava i giovani. Anche Gorkij era stato a Kazan; il suo libro
Moi Universitéti comincia appunto: ‘dunque, io vado a studiare all’
Università di Kazan, nientemeno’ […]. Ma, più che all’università,
Gorkij se ne andava, spinto dalla fame, sulle rive del
Volga, negli imbarcaderi dov’era facile guadagnare quindici
o venti copeki. ‘Là, fra i caricatori, i vagabondi, i marioli, mi sentivo
come un pezzo di ferro cacciato a forza tra carboni accesi;
ogni giorno m’impregnavo di una quantità d’impressioni acute e roventi.
Là, davanti a me, come in un vortice, passavano […]
uomini d’istinti grossolani; il loro rancore contro la vita, il loro modo ironico e ostile di considerare le cose del mondo e la loro spensieratezza
per quanto li riguardava, mi piacevano. Tutto ciò che avevo sopportato
e veduto mi spingeva verso quegli uomini, suscitando in me il desiderio
di sprofondarmi in quel loro ambiente corrosivo’. Lenin non ha mai
raccontato di se stesso, di queste cose; poiché la nota soggettiva ‘non
trova mai posto nei suoi scritti e nei suoi pensieri’; ma, in quell’ambiente,
fra quegli uomini rudi e amari, c’era anche lui, e le sue idee furono forgiate
su quegli stessi carboni accesi. Fu lì, a Kazan, ch’egli s’identificò col
lavoratore russo, e il popolo russo s’identificò con lui. In quelle terre,
un secolo prima, la grande rivolta popolare del cosacco Emeljan
Pugacev (1773-1775) aveva trovato forti sostenitori.
L’immenso Volga è il fiume simbolo della Russia; i suoi battellieri,
i suoi canti, la sua storia, il suo immenso fluire:
i veri pensieri di un uomo son quelli che sono parte di un destino
comune di tutto un popolo, di una vita comune
che è un immenso fluire senza fine[1].







Ecco un passo tratto da un libro vecchiotto, ormai, ma che forse potrebbe venire molto a proposito nell’atmosfera in cui si sta:
“Ottenuto il permesso di entrare, Pitman si fermò in una posizione d’attenti abbastanza goffa sulla soglia di un ufficio banale, nudo, in cui era evidente che nessuno lavorava molto; si aspettava ruggiti soldateschi o gelidi sussurri, ma tutto quello che udì fu una voce amabile che salmodiava: ‘Ancor prima che io insanguini la mia spada, il nemico si è arreso, Ancor prima che io insanguini la mia spada, il nemico si è arreso’. Davanti alla testa da pan di zucchero si ergeva un indice ben poco minaccioso ma pedagogico.
‘Entri dunque, Iakov Moïsseič del mio cuore, entri, e posi su una sedia il suo Sedere. Lei conosce Sun Tzu?’.
Il terrificante compagno Abdulrakmanov non parlava come un funzionario del KGB. Non parlava neppure come un comune cittadino sovietico. Aveva una voce musicale da basso che piegava e dispiegava secondo le regole della più raffinata dizione. Se ne serviva come un attore, ma la sua pronuncia corretta ricordava piuttosto quella di un professore da Antico Regime. D’altronde le parole ‘Vecchio Regime’ si presentavano spontanee alla mente non appena si vedeva da vicino quell’uomo cortese, bonario, quasi untuoso, la cui presenza tuttavia sprigionava una grande impressione di potenza. Iakov Pitman sarebbe stato colpito da quello stile così poco rivoluzionario se altre emozioni non si fossero impadronite di lui […].
‘No, compagno generale. Io non sono al sesto dipartimento, compagno generale […]’.
‘Ma si sieda, Iakov Moïsseič. Faremo conoscenza tutti e tre’. Pitman si guardò attorno, ma non vide alcuna terza persona […].
‘Mi dica prima di tutto che cosa ne pensa di quest’idea, nello stesso tempo magnanima e, come dire?, surrettizia’. Una volta di più l’infelice tenente doveva deludere quel superiore […]. ‘Quale idea, compagno generale?’. Diceva ‘generale’ perché è il grado più elevato, ma non aveva ancora mai visto un generale così cortese.
‘Quella che ho appena enunciata: Ancor prima che io insanguini la mia spada, il nemico si è arreso. Che ne pensa?’. La domanda era spinosa, anche per coloro che si preoccupavano di pensare sempre come si doveva. […]
‘[…] Ebbene, mio Iakov Moïsseič tutto di smeraldo, quello che Einstein è come fisico, io e qualcun altro, – giacché formiamo un concistoro, un areopago, di cui, se Dio vuole, lei farà parte un giorno – noi lo siamo come strateghi. Noi abbiamo scoperto la relatività dell’arte della guerra. Sun Tzu dice: Nell’arte della guerra la suprema raffinatezza è combattere i piani del nemico. Soltanto che Sun Tzu non aveva i mezzi adeguati al suo genio’.
Pitman si azzardò a domandare: ‘Perché?’.
‘Perché, mio Iakov Moïsseič tutto d’argento, il compagno Sun Tzu affumicò il cielo circa duemilacinquecento anni or sono. Ebbene … (Per dire ‘ebbene’, Abdulrakmanov usava il nnu-ss contemplativo del Vecchio Regime, espressione proscritta sotto il nuovo a causa della particella di cortesia s) … questi mezzi, noi, noi li abbiamo, e non soltanto per combattere i piani dello Stato maggiore, ciò che sarebbe irrisorio, ma tutti i piani del nemico, quali essi siano, dalla natalità alla letteratura, dalla sessualità alla religione. Dio voglia soltanto che, di questi mezzi fantastici, noi sappiamo fare buon uso’.
All’improvviso Abdulrakmanov si alzò, o meglio si eresse. Non era un uomo, era una torre […]. Ripeté con il tono con cui si canta in chiesa: ‘Ancor prima che io insanguini la mia spada, il nemico si è arreso. Conosce nulla di più elegante o di più efficace? Ah! Mettiamo in chiaro un particolare. Io so tutto quel che c’è da sapere su di lei. […] Io sono un sergente arruolatore; ho visto le sue note caratteristiche ed ho messo gli occhi su di lei’.
C’era qualcosa di spaventosamente avido nell’espressione ‘messo gli occhi’. […]
‘Sono molto onorato, Matvei Matveič’.
‘Lei si sbaglia. Ritiene un onore avere i capelli bruni ed essere un po’ miope? Lei ha le capacità di cui avrò bisogno nella nuova spezieria che sto mettendo in piedi. Altre le mancano: tanto meglio nella misura in cui si escludono. Ragioni un po’, mio Iakov Moïsseič tutto di diamante: vi sono molte probabilità che io trovi in questo servizio uomini dotati di una virtù che mi è indispensabile, la simpatia? Il coraggio, sì, la devozione, l’astuzia, la crudeltà: tutte queste qualità si trovano fra i nostri compagni, ma la facoltà di mettersi al posto dell’altro, di balzare nella coscienza e persino nell’inconscio dell’altro, come si balzerebbe sui comandi di un veicolo? … Venga a vedere’.
Abdulrakmanov girò attorno alla scrivania, prese Pitman per la spalla, come se fosse un bambino, e lo condusse davanti a una tavola di legno attaccata alla parete. Vi era stato inciso con un temperino, in caratteri fantasiosi che ricordavano l’Estremo Oriente, questo testo:
1 – discredita il bene
2 – comprometti i capi
3 – fa’ vacillare la loro fede, abbandonali al disprezzo
4 – serviti di uomini vili
5 – disorganizza le autorità
6 – semina la discordia fra i cittadini
7 – sobilla i giovani contro i vecchi
8 – ridicolizza le tradizioni
9 – sconvolgi i rifornimenti
10 – fa’ ascoltare musiche lascive
11 – diffondi la lussuria
12 – sborsa                        
13 – sii infoRmato
Questi sono – disse Abdulrakmanov con compiacimento – i tredici comandamenti che ho tratto da Sun Tzu. Mi son divertito ad inciderli in quest’ulivo dalla dura grana per meglio inciderli nello stesso tempo nella mia memoria’.
Pitman alzò gli occhi su quell’uomo che sembrava promulgare egli stesso le leggi in base alle quali viveva […] Abdulrakmanov gli appariva come un compendio dell’Unione Sovietica, o meglio – giacché chi dice unione con ciò stesso disunisce – di quello che, un tempo, si chiamava l’Impero russo.
Coloro che son esperti nell’arte della guerra sottomettono l’esercito nemico senza combattere, proseguì il compendio. Prendono le città senza dare l’assalto e rovesciano uno Stato senza operazioni prolungate. Che finezza! Che grazia! Evidentemente non può esser questo l’ideale di quei fanfaroni dei nostri militari di professione che vogliono dare l’assalto e prolungare le operazioni, ora per mietere gradi e medaglie, ora per semplice piacere. Ma noi, mio caro Iakov Moïsseič tutto d’oro, noi non siamo qui per il piacere. Noi siamo qui per impadronirci del mondo[2]. Ecco, come diceva Shakespeare, l’ hic o, come diciamo noi, ecco dov’è sepolto il cane[3]. Allora, questo l’interessa?’.
Non aspettò la risposta, e riattaccò: ‘Io sto creando, nell’ambito della Prima Direzione principale, il dipartimento D. Mi occorre un responsabile per la Francia. Le nostre tecniche sono sufficientemente esoteriche, ma lei le imparerà sul posto. Non appena sarà possibile, le cospargeremo le spalle di stelle, per impressionare gli stupidi. Lei è giovane, e in principio ciò farà impressione anche a lei: non si lasci ingannare. Le stelle sono un mezzo, non un fine: ecco quello che i nostri guerraioli non capiscono. E per conquistare delle stelle vogliono assolutamente insanguinare la loro spada. Ma Sun Tzu dice e ripete: In guerra il metodo migliore è prendere intatto lo Stato nemico; annientarlo non è altro che un ripiego. E’ quello che noi faremo alla Francia, mio Iakov tutto di rubino: la coglieremo intatta”[4].


Ebbene dunque: vi è uno, dico uno solo, dei 13 punti di cui sopra, estratti da Sun Tzu, che non sia stato usato – e continui ad esserlo – nel e sull’Occidente di oggi?
A quando la resa? E senza usare “spade”, per quanto tecnologiche o “tecnologizzate” queste possano essere?
A quando la resa … ?
Se uno fa 2+2 di tutto ciò, e poi moltiplica il risultato con in più l’iter della situazione mondiale negli ultimi 20 (venti) anni, / (cioè diviso [/]) gli ultimi sviluppi, vede che i 13 punti sono stati – e continuano ad esser – applicati in modo evidente; allora, non può giungere che a chiedersi la domanda qui sopra posta …
Una fortezza vuota la può prendere un pugno di tartari.
Ed anche nelle guerre di Tamerlano si narra dell’uso dell’astuzia, una volta che il conquistatore di Samarcanda era in possesso di un esercito troppo ridotto per conquistare una città.
Ed allora, cosa fece: montò dietro ai cavalli tanti sterpi e lanciò l’assalto fin quasi sotto le mura della città: i cavalli avevano sollevato tanto un polverone da sembrar ch’avesse chissà qual enorme esercito. Allora, il comandante della difesa, timoroso, si arrese.
Questo si narra. Ma il punto vero è che la guerra è l’inganno. La natura più profonda, più vera, più reale della guerra non è intingere la propria spada, o qualsiasi altra possibile arma, nel sangue altrui, ma invece far arrendere il nemico.
La natura più profonda della guerra è l’inganno.
La guerra è Inganno.







Andrea A. Ianniello

















[1] V. Tonini, Che cosa ha veramente detto Lenin, Astrolabio Ubaldini Editore, Roma 1967, pp. 6-7, corsivi in originale. Queste sono idee, fra cui questo senso di essere parte di un fiume, difficili da pensare in Europa, non dico difficili da “accettare” in quanto è normale che un europeo trovi tutto ciò poco “palatabile”, ma nemmeno concepirlo è un grosso errore. Eppure quanti, in Europa, son sempre caduti sulla Russia … dovrebbero rifletterci … Ma la stupida vittoria trasformatasi in sonora sconfitta glielo impedisce. In ogni caso, a distanza di cento due anni, la Rivoluzione russa appare sempre di più come una gigantesca jacquerie, davvero Lenin è parente prima del cosacco Emel’jan Ivànovič Pugačëv e solo dopo di Marx. Tra l’altro, Pugačëv era figlio di un piccolo proprietario terriero, della piccola nobiltà, la stessa classe di provenienza di Lenin, e il cui (di Pugačëv) padre sposò una cosacca.
Da noi, in Europa, non esiste un “popolo”, esiste solo un pubblico. Manca, del tutto, ed in Italia in modo particolare, nell’Italia del Sud ancor più, il senso di “far parte” di una cosa grande, un fiume che ti spinga. Del tutto assente. Ecco perché gli europei non riescono a capire la Russia: manca loro questo senso. Eppure, però, nessuno gli chiede di condividerlo, ma solo di capirlo. E c’hanno lasciato le penne tante volte, sarebbe stato giusto aspettarsi: beh, stavolta forse un po’ avran capito, dopo tanti errori, e pagati ad alto prezzo. Invece non è così, ahi noi. E, non a caso, il “fluire senza fine” – cioè l’ assenza di limiti – è una caratteristica tipicamente russa, mentre l’Europa è il senso della forma, quindi dei limiti. Anche nel potere, cioè avere un potere “senza limiti”, appunto: Stalin è più parente di Ivàn il Terribile che di altri, cosa peraltro detta implicitamente da Eizenstein. Questo tratto specifico viene loro dalla lunga lotta contro i Mongoli, lotta che però portò i russi ad apprenderne degli aspetti. E la zona della Russia dove questa relazione, seppur conflittuale, divenne più stretta è la Moscovia, cioè quella Russia (le Russie sono tre) che poi avrebbe predominato su tutte le altre. “Gratta un russo e troverai un tartaro. Proverbio russo”, P. Hopkirk, Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale, Adelphi editore, Milano 2004 (“Gli Adelphi” 2016, edizione orig, 1990), p. 33, in calce, maiuscoletto in originale. Tra l’altro, si sa, da ricerche varie, che una buona parte della nobiltà, soprattutto piccola, russa sia d’origine mongola o comunque in qualche modo imparentata con essa, mentre un’altra parte significativa della nobiltà, spesso la più alta (per esempio i Romanòv), è d’origine scandinava, in qualche modo imparentata con i “Ros”, i conquistatori originari della, appunto, Russia, donde viene il nome “Russia”, tra l’altro.
Comunque il senso di questo fluire lo si può intravedere in un vecchio romanzo, Il placido Don, dal quale han tratto una musica, cf. (Тихий Дон 2015)
https://www.youtube.com/watch?v=i_9OqIiHZ-Q.
[2] Di seguito chiarisce: non per meramente far espandere la Russia, piuttosto usando la Russia …
[3] Stessa espressione – letteralmente la stessa – usata da Gurdjieff …
[4] V. Volkoff, Il montaggio, Guida editori, Napoli 1992, pp. 36-40, corsivi in originale. L’aspetto di Abdulrakmànov ricordo quello di Gurdjieff. Di seguito il romanzo appena citato allude ad un “cerchio interno” all’allora KGB, del quale Abdulrakmànov era parte: una considerazione piuttosto interessante, alla luce degli sviluppi futuri, futuri per quel tempo, non è vero? … Si allude ad un “Chitano” – “il più grande” orchestratore di campagne di “disinformazione” – che altri non è la grafia francese (Volkoff sta in Francia e scrive in francese) di Shaitàn/Sheitàn/Shitàn, cioè l’ Avversario, “il” Satana …












79 commenti:

  1. E qual, di questi 13 punti “quivi suso”, non solo non han mancato di usare in generale, ma non hanno usato nella pandemia?
    E continuano ad usar?
    Nessuno.
    Nessuno.
    Nessuno.



    Domanda retorica, dunque . . .






    RispondiElimina
  2. Questo link https://www.youtube.com/watch?v=i_9OqIiHZ-Q non ci sta più, va dunque sostituito con:
    https://www.youtube.com/watch?v=-RwFYjV-uBE
    (Sempre stesso titolo eh), cioè “Placido Don”.






    RispondiElimina
  3. L’ “A.” **non vuol** “conquistare il mondo”, no. Vuole impadronirsene, però, **senza** conquista . . . ecco una grossa chiave . . .
    Pochi la vedono, tuttavia.






    RispondiElimina
  4. In W. GERSON, “Le Nazisme, société secrète”, Editions “J’ai lu”, 1969, p. 152, si parla della “Confraternita della ‘Verità russa’” e cioè si usa la **stessa espressione** usata da Volkoff nel libro citato nel post qui sopra, e cioè: “La Verità ‘russa’” – “russa” nel senso di Russia, ovvio, e *non* di russare … – e la si ricollega (intendo la “Confraternita della ‘Verità russa’”) con il misterioso “swastika” che fu scritto alla morte della famiglia reale russa in seguito alle conseguenze della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, evento del quale si accenna pure ne “Il mattino dei maghi”, senza peraltro – in quest’ultimo testo – fornire spiegazioni. Per Gerson – un evidente pseudonimo – sarebbe stato un “messaggio” di detta “Confraternita” … Peraltro, questo stesso testo – ed ora intendo quello di Gerson – fornisce fra i **pochi** dettagli biografici al riguardo di Trebitch Lincoln, talvolta chiamato anche “il lama dai guanti verdi”. Tra le altre cose, W. Gerson è stato fra le fonti di Robin ed è citato pure da S. Hutin, sul quale cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/dietro-le-quinte-della-storia-una-breve.html





    RispondiElimina
    Risposte
    1. Peraltro di questo tema, – la presenza d’una “fraternità” all’ “interno” di **una parte** del circolo dei “decisori” russi – ne parlò anche J. Robin in “René Guénon. La dernière chance de l’Occident”, della prima metà degli anni **Ottanta** del secolo scorso, accennando a J. Bergier, a sua volta sua fonte (di Robin). La chiamava: la “Fraternità di Vii” …

      Elimina
  5. Proprio in relazione alla Francia, vediamo cosa comporteranno le prossime elezioni (dell’anno prossimo) in Francia.






    RispondiElimina
  6. Ed dunque, così, si è verificato … la Francia è “caduta” … nel senso che sta in un’ “impasse” (parola francese!), non era certo un mero cambio di governo che avevano in mente! “La prenderemo intatta …” dicean …





    RispondiElimina
  7. Altra cosettina, la Franza . . . ah ah, un altro anellino? mah, vedremo … vedremo, vedrem … basta(va) unire i puntini … stop …

    RispondiElimina
  8. E così, come da previsioni, passa il disegno microniano. Ma la cosa non placa la forza in atto.

    RispondiElimina
  9. Non si placa proprio niente, anzi, come si è detto altrove, ogni intervento ACCRESCE la CRISI, tutto nell’ambito di una sedicente “leadership” (!) americana pessima, mai vista così pessima (pessimissima, con i loro rappresentanti europei, gente senza la minima autonomia mentale), cose che Kissinger – dico il più gran guerrafondaio americano – avrebbe evitato come la peste: far unire Cina e Russia, quando tutta l’opera di Kissinger, pur con metodi altamente discutibili!, si è basata sul dividerli! Che poi è interesse vitale, strategico e vitale, occidentale quello di tenerle divise. Tenere divise le due dive, usando il fatto che sono diove, quindi ci sono ambizioni confliggenti fra loro. Ma questo è buon senso, quindi oggi vale zero. Poi su tutto il resto è da cassarsi, una direzione proprio negativa. Intanto alcuni dicono che P., essendo stato “riammesso” – per dire due cose ” tra i cosiddetti “grandi”, ciò sarebbe un successo per la Nato: non so dove si veda il “successo” tuttavia, quando invece quella era tutta una trappola nella quale non entrare, ma ci son entrati: certe forze comandano, c’è poco da fare, non certo il buon senso, men che meno il ragionamento! D’altra parte, “il cambiamento” deve pur avvenire … piaccia o non. “Personalmente”, non mi piace, ma la mia opinione, come sempre in democrazia, vale zero …
    La “situazione” (Pasolini) rimarrà fluida finché non “si” otterrà quello che certi gruppi han preparato, progettato, ed è in via di attuazione.




    RispondiElimina
  10. In realtà, l’Ucraina era una trappola, è stato detto, più che ovviamente inutile dirlo, **se** si voleva fermare la cosa – impossibile –, però ha un senso come fatto storico, in una visuale più grande. Alcuni si accorgono – sin troppo tardivamente – che la “politica” è solo un simulacro: ne parliamo qui da degli anni! Il Nwo era in evidente crisi dal 2018 e in crisi meno evidente da molto prima: ma su ciò cf. “Impolitiche Considerazioni”. Il punto – quello vero – si è che **non è certo finita**! Si è trattato di un periodo e di una fase molto importanti, però **in vista** di “altro” per cui nulla è concluso. Non ancora. Ci si prepari: vi saranno ancora grossi cambiamenti e rovesciamenti di fronti. **Niente** sarà stabile. Niente!


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo scopo non era soltanto “statuire” che il Nwo non era più reale, bensì anche preparare la via per “altro” - un “altro” che, ormai, è sempre più in vista - di fronte.


      Elimina
  11. Quel che si diceva qui su della Francia: sta succedendo, chiaramente con le modifiche del caso? Allora cominciano “i giochi” in Francia (come si diceva qui su) … (e NON mi riferisco a quelli olimpici!)? si vedrà … Di certo, un cambiamento in quel paese può essere pivotale.

    “E’ quello che noi faremo alla Francia, [ …] la coglieremo intatta” (si dice qui su) …











    RispondiElimina
  12. Lo scopo è spingere verso il cambiamento in Francia, non per caso, ma perché la Francia è legata con la “sinarchia” eccetera - e con l’ “affaire” di Rennes le chateau -






    RispondiElimina
  13. Appunto la France ... come si diceva qui su ... Ma vediamo come va.


    RispondiElimina
  14. E così un altro piccolo anello cade . . .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La G. P. **è** frutto dell’unione “contra naturam” fra i due ambienti – finanziario e anglosassone “rosa”, diciamo così per capirci … –, il secondo sta prendendo calci nel didietro a ripetizione, come nel caso di B. … Che oggi tutti vedono la cosa com’è davvero.
      Ma gli ambienti anglosassoni dietro la G. P. son furiosi, e son pericolosissimi proprio per questo.
      Quanto alla Francia: divisa IN TRE parti, NOTEVOLE DAVVERO!





      Elimina
  15. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2014/03/la-sinistra-divina-baudrillard-ed-il.html






    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che qualcuno ha ricevuto uno sfratto non esecutivo, ha fatto ricorso e vinto il tempo necessario. Intanto, dopo il colpo dato dai vari gruppi - diffusi in varie fazioni eh, non corrispondenti **mai** ad una sola fazione, attenzione! -, dai vari gruppi pro escalation e la risposta dei contro escalation, la palla sta ritornando ai pro escalation di nuovo. Chiaro che fra i due gruppi vi è una sproporzione notevole.


      Elimina
    2. Un avviso anche per B. dopo M.? Chissà … Di certo hanno ancora tempo, non sono cose di tipo esecutivo, et tuttavia tal tempo non è senza un termine … Il loro problema è chi metterci al posto suo. Se già l’avessero, avrebbero già fatto.






      Elimina
  16. Le pressioni per sostituitre B. nascono dal timore di esser sconfitti e non da senso delle istituzioni, poiché, in tal caso, la cosa migliore sarebbe stato fare un impeachment per ragioni di salute.

    RispondiElimina
  17. E così si è realizzato quel che taluni temevano tanto tempo fa: che uno con problemi di salute avesse in mano la bomba nucleare . . .


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gravi problemi di salute mentale (non so né poi qua interessa troppo approfondire la natura di tali problemi: ci sono, punto e basta), cosa da tutti visibile, nascosta per sin troppo tempo.









      Elimina
  18. Per capire la situazione, bisogna ricordarsi che, nella riunione Nato rpedenete questa ultima - quella per il 75° cioè -, avevan deciso “boots on the gournd” come suo dirsi … ma sinora gli è andata amale, nonostante l’attentato a Fico il ritmo dell’ “escalation” è scemato, si è ridotto … Anche l’attentato a Raisì ha poi avuto effetti contrari a quelli che volevano “certe” forze in campo.










    RispondiElimina
  19. Dunque in tale fase, cosiddetti “avvisi di sfratto politico”, alcuni esecutivi e già eseguiti, altri son solo avvisi. Rimane sempre da considerasi con attenzione, infatti, perché in Europa non sono esecutivi o è così difficile che tali cose vadano ad effetto rapidamente ma ivnece ci sono resistenze ingentissime. Viene allora da dedursi che il centro, o almeno un centro molto importante, della G. P. non sia solo in America, come alcuni pensano - e che è, in parte solo però, vero -, ma pure qua, in Europa, e che qui sia molto potente soprattutto la componente “rosa shocking” per così dire, Che la cosa tuttavia non sia finita, è chiaro. La partita non si è ancora conclusa, per niente. ma i due gfruppi si sono molto più equilibrati rispetto alla fase precedente, dove uno sembrava fortemente prevalere. Attenzione che nessun gruppo “dietro le quinte della storia ” può esser identificato pienamente o completamente con un raggruppamento esteriore, “sulle quinte della storia” cioè ... non si commetta questo diffusissimo errore.
    Certe forze si trovano in vari raggruppamenti esteriori, che questo gruppi siano chiamati “partiti” o “lobby” ... poco importanto i nomi.








    scherzosamente ...

    RispondiElimina
  20. Le loro citta “cashless” … basta che un piccolo anellino manchi alla catena – scorsoio … – e salta tutto … “il gigante dai piedi d’argilla” dell’elettromagnetismo …

    Le città non “smart” ma “dumb” … le “dumb city” …






    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non basta – ed è ovvio – un qualcosa del genere, ché, in realtà, è qualcosa di altra “magnitudine” ma è un “signum” … Il che ricorda quel vecchio, molto vecchio, detto di Sri Aurobindo, dei primi anni del XX secolo, 1910, 1911 o poco più avanti: “76. L’Europa si vanta della sua organizzazione pratica e scientifica e della sua efficienza. Aspetto che la sua organizzazione sia perfetta, allora un bambino la distruggerà”, SRI AUROBINDO, “Il dio che sorride. Riflessioni ed aforismi”, TEA, Milano **1997**, p. 39. “Aspetto” in inglese originale suona: “I am waiting” cioè “sto aspettando” …








      Elimina
  21. Prima cosa: gli “hacker” **non sono all’origine” della – cosiddetta – “falla” e può ripresentarsi? Certamente … Nessun dubbio.







    RispondiElimina
  22. La versione – ancora peggiorata – di Lyndon Johnson si è ritirato, sotto pressioni forti, anche se si è ritirato un po’ troppo tardivamente: chiaro che una donna alla Casa Bianca, dal punto di vista propagandistico, è importante. Oggi la politica è 90% propaganda, 10 % contenuti, si sa. Il voto si fa in gran parte su di un fatto emotivo. In tal modo, riaprono i giochi ma la loro situazione rimane complicata, soprattutto perché la versione ulteriormente peggiorata di L. Johnson è rimasto attaccato alla sua carica sin troppo, anche quando era chiaro che sarebbe stato interesse del suo partito che lasciasse.
    Rimane che chi è andato contro P., in un modo o nell’altro, abbia pagato dazio … e che qualcuno dovesse rinunciare lo si è detto già da tempo … c’han provato contro P., col “caso Prigozhin”, che gli è andato male, ed è toccata a B. …
    Tutto ciò, tuttavia, non significa che la guerra è finita e cose del genere – tipo che finisce l’escalation (che in realtà in M. O. sta continuando …) –, ma solo e soltanto che l’escalation verso il nucleare, questa sì (quella di cui ho parlato in “Impolitiche”, che ci siamo andato molto vicino, e che con B. si usava il nucleare, non “à la russe” e cioè “messi alle strette”), poiché appunto B. era della stirpe dei più accaniti guerrafondai Usa ed antirussi militanti, vede una pausa molto forte, molto significativa. Ma l’escalation, stavolta “convenzionale”, non per questo termina. Per dirla in modo significativo: la III guerra mondiale continua, la la IV – nucleare – vede uno stop. E va bene così … I grippi favorevoli ad un’escalation **anche** nucleare, dopo aver tenuto in mano il gioco a lungo, han visto un significativo “stop” ultimamente, a testimonianza del fatto che questi gruppi **non** sono ancora spariti né completamente sostituiti da quelli filo escalation **anche** nucleare. L’escalation può continuare, ma “convenzionale” cosiddetta … ovvero, con T., cambiar oggetto: lasciare l’antirussianesimo militante – il succedaneo dell’anticomunismo – e puntare alla Cina ed al Pacifico, lasciando l’Europina. Il M. O. rimane centrale qualunque sia il candidato a vincere, esso è sostanziale in America, però può prendere delle forme, delle apparenze diverse. Con T., avrebbe un ruolo molto più forte, per vari motivi, alcuni dei quali ben noti: i legami che lui ha con le monarchie del Golfo e via dicendo. Ma vi è – al di là della “politica” – dell’ “altro” (e per nulla “politico”!) in tutta questa questione, un sottofondo molto importante,d i cui s’è detto qua e là, e sarà tal “sottofondo” quello che, alla fin fine, deciderà …

    PS. Ricordiamoci che, fino al 6 gennaio 2025, a capo degli usa ci sta sempre B. … può ancora succeder molto … la partita non è ancora chiusa, però si son fatti molti e decisivi passi avanti verso una sua soluzione, in un senso o nell’altro che sia.
    Venendo a T., la possibilità di un altro attentato ci sta. È reale. In effetti, sarebbe dovuto morire, si è salvato per un cosiddetto “caso” e cioè per “l’influenza mentale” – “a distanza” – di alcune forze, una parte di tale influenza viene “gestita” da forze pro escalation (anche nucleare) e l’altro dai gruppi contro di essa, gruppi sino a poco tempo fa soccombenti ma che si son “fatti vivi”, “battendo un colpo” finalmente!, peraltro.

    PPS. Plenilunio in Capricorno – fine del segno, zone del “grado anaretico” – con Luna congiunta con Plutone, e Sole tra fine Cancro ed appena all’inizio del leone (quadrato allo Scorpione, e sappiamo che B. ha una delle carte natali più “scorpioniche” che abbia mai visto: non sa unire, sa solo spaccare, cosa che ha peraltro fatto: avrà pur unito il suo partito, ma per spaccare l’intero mondo!, non è una cosa di secondaria importanza, direi …!).
    Da manuale …




    RispondiElimina
  23. Plasticamente Biden rassegna le dimissioni e qui - finalmente! . la morsa del caldo allenta la sua presa: diirei una rappresentazione simbolica precisa della situazione attuale. Appunto un allentamento e non un cambio radicale di corrente, tutavia: è bene precisarlo.



    RispondiElimina
  24. Il cosiddetto “deep state” … non esiste di per sé nel senso che gli han dato. Esiste quel che un tempo si chiamava “governo ombra” che, anch’esso, è però solo un nome per designar gruppi e forze anche differenti fra loro, temporaneamente o più stabilmente unentisi per determinati scopi temporanei o, se si fa parte di “certe” cose, per perseguire un “piano” di ben altrimenti “lungo” periodo. Una cosa sono i “complotti” per scopi precisi e determinati, cangianti nel tempo; un’altra cosa è un “piano” che si può estender per decenni se non secoli: due fenomeni *qualitativamente* differenti: è bene precisarlo.

    RispondiElimina
  25. Diciamo che dietro i democratici c’è “E pluribus unum” e dietro Trump “In God we trust” ... ma la candidatura di Harris è il classico “coniglio dal cilindro” che li ha rimessi in corsa: erano spacciati con B.
    Poi mai sottovalutare la “macchina del consenso” Usa, la **vera** forza dell’ “Amerika”, che ben pochi capiscono, cioè che nella struttura – federale – vi è la forza – ma non è il “deep state”, è l’ “American state”, “tout court”, stato **federale** – dell’America (cioè degli Usa); ed eccoti che Hollywood è precettata in massa a favore di Harris, e, se ci mettono qualcuno che garantisca il lato debole di Harris e garantisca i maggiorenti del clan Obama - il team Clinton è dietro tutta l’operazione invece -, ecco che per mister T. le cose si fanno in salita da ch’erano in discesa - dicono che la Russia sia l’orso ma in America popolarmente si chiama la struttura federale “The bear” cioè l’Orso, T. Roosevelt chiamava tale struttura il “grizzly”, pesante, potente, aggressivo e testardo: cioè una grossa massa però molto più agile di quanto sembri e che; se ti punta, ti fa fuori, cosa che sanno quelli che, in “Amerika”, in qualche modo hanno problemi con le tasse, che sono materia **federale** insieme a difesa e politica estera, per il resto ogni stato se la vede da sé stesso. Lo fanno vedere pure “i film americani” che, se hai problemi “federali”, la cosa è ben diversa da che s ed hai problemi con un singolo stato della Federazione, perché l’America è una Federazione: in Europa **ce ne dimentichiamo**, e tendiamo sempre a considerare “l’America” come un singolo stato, come una nazione singola: “quelle erreur” …!

    Yeah sostituiscono con Harris, che sarebbe comunque andata a capo in caso di rielezione del  pupazzo malato, quest’ultimo sarebbe poi scomparso o ritirato in carica però … Cambiando l’ordine degli addendi, **il risultato non cambia** … E questo avevano in mente sin dal principio.

    Diciamo anti russianesimo “razionale” rispetto all’anti russianesimo “scorpionico” e con qualcosa di avversione “personale” che aveva – ed ha: rimarrà in carica fino al 5 gennaio 2025 e può fra danni grossi ancora, non lo si dimentichi: la partita non è affatto conclusa –, ed ha, mister B.


    Dietro Harris i Clinton, il team Clinton. Il problema è per il clan Obama, che, dopo essere stato usato per far sì che B., ormai stracotto, lasciasse la campagna – ma **non** la presidenza, dettaglio molto ma molto importante –, gli han dato “il benservito” come suol dirsi: devono cercare di aver qualcosa, perché gli han fatto una bella trappoletta, di fatto, in mano non ha nulla, con l’intervento massivo dei maggiorenti del partito a favore di Harris lui rischia d’aver poco, niente addirittura … Il grosso dei delegati già è a favore di Harris al momento, ma, se fosse stato rieletto B., cosa probabile,se l’attentato a mister T. avesse avuto successo, B., al comando, sarebbe sparito in un qualche modo, e Harris comunque sarebbe arrivata nelle sale che contano, e al clan O. niente comunque sarebbe giunto lo stesso. O. doveva dunque rischiare, ma sinora senza gran successo. Dovrebbe giocarsi la partita per spuntare o la vicepresidenza o qualche carica “di peso” come suol dirsi.
    La politica è in gran parte intrighi e manovre di palazzo. Il loro problema – questo sì, grosso – con Harris, è che non deve sembrare troppo imposto dai maggiorenti di partito: qui c’è il vero, ed unico, punto debole dell’operazione in atto, che vuol prolungare la guerra alla Russia, ma in modo meno irrazionale di B. Poi la macchina del consenso va tutta in favore di Harris, ed ha già cominciato a correre, a pieno regime.

    RispondiElimina
  26. Per tornare a quel che si diceva su sull’episodio recente, cf. W. W. ATKINSON, “Il segreto della magia mentale”, Libreria Vecchia Roma *1988*, pp. 128-131, dove si parla di uno strumento fondamentale per la “mentazione” a distanza, cioè “telementazione” – da molti erroneamente chiamata “telepatia”, che vuol dire mandare il sentire il dolore a distanza –, vale a dire: la visualizzazione. Ora, a p. 129 vi è il disegno esplicativo che fa vedere un “mentatore a distanza” che usa la “visualizzazione” per “indurre” qualcuno a “fare” un attentato, e si vede quindi qualcuno che spara mentre il primo sta “visualizzando” la cosa … Suona familiare? Ora, come si può usare tali forze “sottili” però in un determinato senso, è possibile farlo in un altro senso … Questo volevo dire qui su. Precisazione: parliamo di forze “sottili” e NON forze **meccaniche** o corporee. Facciamo un esempio: prendo un grave, lo lascio e quello cade. Ciò accade sempre. Prendo un pensiero e gli do forma: ciò non accade sempre ma dipende da tante cose, anche le forze astrali (zodiacali) e tantissime altre influenze. Non si può, cioè, far sempre con lo stesso risultato in ogni circostanza: che poi è il motivo per il quale la scienza moderna non accetta queste cose, ma, semplicemente, sta ponendo la domanda sbagliata. Ora, non solo c’è la variabilità “normale” ma c’è pure l’azione di gruppi contrari, per cui ecco che la “mentazione a distanza” con visualizzazione acclusa, può essere usata in un senso come nell’altro. Naturalmente ci vuole un potere notevolissimo per fare una cosa “in un senso o nell’altro” in tal campo … Non son scherzi né cose facili: anzi! Chi può esser dotato di tali capacità, ovviamente non solo individui ma gruppi? Ben pochi …

    Ci son due gruppi – come si diceva nel 2019[1] – in lizza nel mondo di oggi, e se le stanno suonando senza esclusione di colpi! Attenzione, che a favore dell’escalation e contrari ad essa ci sono in ambedue4 i gruppi, tanto per complicar ancor più il già confuso quadro! Solo che prevale un gruppo in una delle due lobby, pur essendo presente anche l’opposto. Il tutto poi vede la cosiddetta “politica ‘occulta’” – si fa per dire usando tale locuzione, giusto per intenderci, la politica **cosiddetta** “occulta”, cioè gruppi che influenzano con modalità sottili – che intervengono ancora, in un senso come nell’altro. Ricorda quella domanda che, “illo tempore”, si poneva Guénon: Esiste il “potere occulto”? Ecco una domanda ben reale, non i soliti, noti spesso, isterismi “complottisti” …


    [1] Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/11/due-lobby-attualmente-in-lizza-nel.html






    RispondiElimina
  27. Come da programma, con la mossa nota, si sono di nuovo ribaltate le sorti: dobbiamo aspettarci, allora, un intervento forte della legge nella campagna elettorale americana, per questo ci sta Harris, che ha ora il vento dalla sua parte: donna e di minoranza etnica, per le regole della democrazia di oggi - zero contenuti, 90% immagine - di fatto le sorti si sono ribaltate e prevedibilmente T. sta in situazione di debolezza. Se tutto gli va come previsto, non ci saranno altri tentativi di attentato a T., poiché possono batterlo senza scosse. Se, al contrario, un altro imprevisto dovesse intervenire - nuovamente a favore di T. - ecco che ci potrebbe di nuovo essere un altro tentativo.






    RispondiElimina
  28. E di tempo - prima di novembre - ce n’è ancora, perché avvengano “imprevisti” ulteriori (cosiddetti) poiché le “due lobby in lizza nel mondo” se le stanno “suonando di santa ragione” senza esclusione di colpi …








    RispondiElimina
  29. Ma non credo proprio che le “sorpresine” siano finite ...


    RispondiElimina
  30. Ripeto ancora: la terza guerra mondiale ormai è già qua, e da tempo, senza che “laggente” se ne accorgesse. Il problema è la quarta, ovvero nucleare: detto in altro modo, l’evitare quest’ultima e **non** la prima, che **già** è qui … è il problema vero. E la terza guerra mondiale, seppur in pezzi apparentemente separati, c’è da prima del febbraio del 2022 che ne ha segnato, per così dire, la “præcipitatio”[*], però **non certo** l’inizio.
    Leggevo un articolo sul fatto che ci dovrebbe oggi essere una “revisione” di Bretton Woods e degli Accordi dell’epoca, chiaramente “riveduti e corretti” – ma va? … cioè trattasi d’un tema di cui si è detto qui qualcosina – “illo tempore” …
    Sorprese quindi: nessuna, tutto va nella direzione detta da tempo. “No surprises” diceva il titolo di una vecchia “Canción” … ma … che ciò basti …. difficile che basti! “Sufficit” …? No!


    [*] Siccome recita l’antico detto ermetico: “Præcipitatio a diabolo” … E, “personalmente” (cioè dal “mio punto di vista”), vi aggiungo: “Semper” …






    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bretton Woods citato in cf.
      https://associazione-federicoii.blogspot.com/2015/11/economia-globale-ed-il-dilemma-di.html







      Elimina
  31. E così si allarga, secondo quanto non era difficile intravedere. la realtà è questa - come detto, peraltro, altrove - che han perso il comando sulla situazione: tanto più tentano di stabilizzarla e tanto più si destabilizza!






    RispondiElimina
  32. Mister P. ha parlato recentemente dell’intenzione russa di sospendere la moratoria se i missili nucleari “a lungo raggio” della Nato saranno posti in Germania. Ciò perché darebbero il vantaggio tattico nucleare alla Nato, con soli 10 minuti di tempo per la Russia per poter rispondervi. Siamo a ciò che P. Virilio – “illo tepore” – chiamava “la guerra del tempo” e che, già in **quel** tempo, gli faceva dichiarare che il cosiddetto “equilibrio del terrore” non poteva esser se non illusorio, poiché la “guerra del tempo” continuava. Detto. Fatto. Non può esservi alcun “equilibrio” – quand’anche “del terrore” – se non si pone termine alla costruzione di vettori “a lungo raggio” sempre più veloci che, di fatto, annullano la possibilità di risposta in tempo efficace da parte dell’avversario. Dietro tutto ‘sto “pasticciaccio brutto” c’è questo problema di fondo, come anche si è già detto, citando, appunto, Virilio … Solo che “il pasticciaccio brutto” non solo non ha “risolto” alcunché, ma invece ha solo complicato le cose, molto! Come si è detto in “Impolitiche” non è che tu mi fai la brutta copia della “guerra fredda” e pretendi gli stessi effetti! L’epoca NON È la stessa, e gli effetti NON POSSONO; esser, dunque, gli stessi … NON POSSONO proprio, piaccia o non …











    RispondiElimina
    Risposte
    1. “Illo tepore” qui sopra va corretto in: “illo tempore” … In ogni caso, tutto ciò non desta, però, alcuna preoccupazione: in tivvù cucinano e fanno spettacoli vari.
      “This is the way the world ends, not in a bang but in a whimper” (T. S. Eliot) …







      Elimina
  33. La realtà è che noi ci siamo entrati - e **definitivamente** - cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/noi-siamo-entrati_77.html







    RispondiElimina
  34. Tanto più tutto sarà digitalizzato, tanto più sarà instabile …

    RispondiElimina
  35. Mica è finita, come qui si è - d atempo - detto … no che non è finita …






    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi aspettavo qualcosa del genere, la situazione **va** verso la cosiddetta “escalation” che tutti – solo a parole però – dicono di voler “evitare” ma intanto le cose vanno per la loro via … Lo scopo **era** incendiare il M.O., questo era lo scopo.
      “Mission Accomplished” – passo dopo passo – mossa dopo mossa … E **non è** finta. Abbiamo di fronte altri mesi di mosse. Appunto, il gruppo – che sta in varie “appartenenze” – contro l’ “escalation” quello “pro” escalation, che si affrontano senza esclusione di colpi, ma letteralmente … I pro escalation han segnato vari punti a loro favore, poi tutta una serie di mosse a favore dei “contra escalationem” ed ora i “pro escalation” che stan segnando altri punti in loro favore …
      Abbiamo di fronte altri mesi di mosse.
      E perché incendiare il M.O.? Perché – come ho anche detto – è lì che si decide il destino dell’umanità, **non** in India, **non**in Cina, **non** in America – nelle Americhe – e neanche in Africa, non parliamo dell’Europina oggi solo ancillare, marginale: si decide in M.O. Può piacere o non questo **fatto**, tuttavia le cose stanno così, è – semplicemente – un fatto.








      Elimina
    2. Colpo pausa colpo - ormai ci hanno abituato a ‘sto rimo - ma è sempre più rapido - movimenti vari, poi silenzio improvviso = preparavano qualcosa, come si è visto.

      Siamo davvero sull’ “autostrada per l’inferno” … per citare il titolo d’una vecchia canciòn …









      Elimina
    3. Il destino del mondo si decide nel Mediterraneo, in particolare orientale, può piacer eo non una tal constatazione, che però rimane tale, cioè constatazione. Per quanto importanti altri “teatri” siano, essi sono secondari, certo importanti ma non decisivi. Si decide lì dunque, non in Asia orientale, non in Europa orientale, non tra Pakistan ed India, non in America meridionale o settentrionale, non in Africa orientale od occidentale: nel Mediterraneo si decide, in particolare orientale. Così, ora, si allarga la già esistente terza guerra mondiale, poiché una guerra mondiale si definisce come un conflitto che si combatte contemporaneamente su tra fronti, tre “teatri” di guerra, per l’appunto, e, da quando vi è centrato lo Yemen, si è in terza guerra mondiale. Ora essa sta facendo un ulteriore passo avanti, semplicemente questo, si allarga, detto in altri termini. Con i dirigenti attuali non è possibile aspettarsi altri. La litania del “fermare l’escalation” - ah ah, incredibile che si continui sentire certe cose quando nulla è mai stato fatto per essa! - non è che parole poiché – ma sin dal febbraio 2022 in ucraina – nulla è mai stato fatto per “fermarla” quando, invece, **tutto** è stato fatto per accrescere l’escalation, col pericolo nucleare che si è poi “evitato” per un “soffio” … Fermare l’escalation si può solo fermandosi dal fornire armi a chi porta il mondo al continuare il conflitto bellico in atto da tempo. Ciò non è mai successo, cosa sotto gli occhi di tutti. Lo scopo era proprio quello di non fermar nulla, ma, invece, di far precipitare la situazione, e: “praecipitatio a diabolo, semper” … Ora che il Libano è ormai nel conflitto, si deve vedere le conseguenze di tipo economico della cosa, in vista di un ulteriore allargamento che non può che avere come scopo il toccare il petrolio, e cioè la crisi ancor più forte della GP, vero, reale obiettivo della “cosa” … no che non è a ancora finita …!







      Elimina
    4. No che non è finita!

      Elimina
  36. Parlando più in generale, era una chiara ed evidente trappola. E ci son cascati dentro, com’era prevedibile. Peraltro, una guerra senza fine, cioè senza un fine preciso, non ha senso. Oppure ha un senso che non si vede, che non è detto apertamente.

    Intanto da est e da sud, pian piano la morsa si strunge.

    Ps. I “cagot” non sono come gli Yezidì (o Ezidì o Ezdì, **non** yezìdi, yezidì) ma è vero, piuttosto, che vi è un’ “eco” fra loro, come tra “quella” torre e “Tour Magdala” … centri di “eco” proiezione, cioè proiezione “ad eco” …








    RispondiElimina
  37. Non dev’essere nucleare, unica “conditio sine qua non”, per tutto il resto: dev'essere come dev'essere - per i tempi credo che vogliano accelerare prima delle elezioni americane - …

    Sulla nuclearità – come dico in “Impolitiche” – ci siamo andati molto più vicini di quanto si creda comunemente, ma comunque la cosa ormai è andata in altra direzione quindi meno rischio su quel punto lì; in altre parole: niente IV guerra mondiale – nucleare – ma solo la III che continua. Come si diceva: ci sarà un intervento per l’allargamento del conflitto che però diminuirà il rischio della IV nucleare … la “diversione” delle forze di cui si disse … E, sia detto “en passant” solo, è già tanto anche solo questo poco …, per come le cose si erano messe!







    RispondiElimina
  38. Borse giù – non è finita, come si diceva –, peraltro, con Plutone retro che ritorna in Capricorno per l’ultima volta, era d’attendersi qualcosa del genere.


    RispondiElimina
  39. Poi con la guerra in atto - la terza, in vari pezzi - non poteva che darsi una cosa dle genere prima o poi. Si sa che le guerre, quando prolungate, sono tra i fattori che colpisocno sempre sia economia che finanza.












    RispondiElimina
  40. Ma l’opzione nucleare era in questione in ucraina, non in MO, la guerra in MO ha evitato l’opzione nucleare in ucraina, verso cui andavamo. Ciò è avvenuto ad costo non alto, altissimo. L’unica carta era però la “diffusione” della tensione, in luogo della sua concentrazione anomala.
    Nel frattempo le cose si sono attenuate, senza però cambiare nella sostanza, in est Europa.
    Si allontana, cioè, “l’opzione nucleare” – cioè **la 4ª guerra mondiale** – mentre invece la 3ª si approfondisce, si allarga.
    Un contro è l’evitare “l’opzione nucleare” – che manco è l’ “escalation” nucleare, che continua come “guerra del tempo” (P. Virilio), invece –, tutt’altro problema (tutt’altro!) è “fermare” la guerra. Allo stato, quest’ultima – quella di cui, peraltro, parlava Gurdjieff “illo tempore” – opzione rimane difficilissima, difficilissima, davvero! Per non dire impossibile, allo “stato dei fatti” al ***momento presente*** perlomeno – in futuro prossimo le cose possono sempre cambiare –, chiaro , anche perché c’è la “diversione” delle forze in campo.







    RispondiElimina
  41. Crollo della Borsa di Tokyo, non mi sorprende affatto, - appunto: non è finita - la crisi continua e deve passare anche all’economia, passaggio inevitabile per certi versi …









    RispondiElimina
  42. Quando le borze valori presentano variazioni così “ex abrupto” e così pronunciate, ciò significa che si è quindi entrati dentro una fase d’instabilità più o meno strutturale. Che, dunque, non si possono non dico risolvere, ma pure solo controllar bene solo sachiocando le dita.









    RispondiElimina
  43. La “Macchina” sta con Harris e non perché “democratica” ma perché serve alla Macchina: se alla Macchina servisse un “repubblicano” starebbe con lui, semplice. Liberiamoci da certe “etichette” please! Sono – e sempre saranno – etichette … Per “Macchina” intendo il System, che non è affatto meramente il “deep” state (che scherzosamente chiamo “beep” state) che altro non è se non la struttura di base dell’America, il suo vero potere. Nel vecchio testo di J. Buchan (“The Powerhouse” – dell’inizio del sec. XX! –, attenzione![*]), in parte tradotto ne “Il mattino dei maghi” e tradotto, integralmente stavolta, nel 2012 per i tipi della Nuova Editrice Berti, si dice che i cosiddetti “alternativi” – per usare un termine fra capirci –, fra i quali i “complottisti” vari, i “no qualcosa”, non sarebbero andati mai da una qualsiasi parte se non capiranno dalla Macchina stessa l’importanza della Macchina! Verissimo … Purtroppo, han continuato a non capirlo …!

    [*] Qualche breve passo citato in “Impolitiche” … **non certo** “per caso” …









    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se le cose cambieranno sarà solo perché il gruppo **attualmente** minoritario avrà però avuto una “chance” effettiva di sostenere chi potrebbe servire ai **propri** scopi. Ma questo, nella concreta situazione presente, implica qualcosa - di relativamente grosso - in campo economico. Il che, a sua volta - come quella “pièce” cinese dove gli attori agiscono **come se** fra loro non si vedessero mentre gli spettatori vedono ciò che fanno! - dà delle indicazioni, a chi sappia vederle!, sulla natura di queste forze. In poche parole: non si esce dal gioco perché si sta con la corrente - attualmente - minoritaria. Si è comunque parte del gioco, che è dialettico: ha cioè due parti. Si costituisce di due lati.


















      Elimina
  44. Per esempio, la traduzione del 2012 invece di Macchina presenta il termine di meccanismo: trovo però più adeguato dire Macchina …







    RispondiElimina
    Risposte
    1. “If she wins” qualcuno si chiede: “She has **just** won for the Whole System is with her. Full stop.” L’unica cosa è che la “Macchina del consenso” non è l’unico “decisore” sul palcoscenico – apparente – della storia: tutto qui. Sebbene il tempo sia sempre più ristretto, possono intervenire altri fattori … tutto qui. Per il resto si vede chiaramente che mister T., quando è sotto pressione, perde lucidità e questo è un **enorme** suo punto debole! Ringrazi che è, al contrario, ancora vivo, per l’intervento di fattori “altri” che pure ci sono (e non penso a Dio, però sempre “preternaturali” come li chiamano alcuni …). Il che avrebbe dovuto farlo riflettere, ma niente da fare: tutto come prima … Eh no! Le cose **non sono** “come prima” …! Comunque, le cose sono ancora fluide, non come lo erano prima del giugno scorso, ma non ancora del tutto fissate …
      Per ora Plutone sta tornando in Capricorno e quindi ci si deve attendere qualche “correzione” ulteriore (eufemismo …) sui mercati.






      Elimina
  45. Sempre nell’ambito delle nostre “Cronache di una demolizione controllata” – “demolizione annunciata” tra l’altro … Ahi noi, è gente disposta a tutto: ci stanno portando alla guerra nucleare, che non c’è ancora stata solo perché in MO c’è un casino anche peggiore! Ma di che ci preoccupiamo a fare? In tivvù loro cucinano … – va tutto bene.

    Un colpo a favore dei pro escalation ed uno a favore dei contro escalation, posizioni che si ritrovano sparse in vari partiti apparentemente opponentesi. Dopo una serie di colpi favorevoli ai contro escalation, ora siamo - di nuovo - in una fase pro esclation …








    RispondiElimina
    Risposte
    1. Continuano le nostre (**orrende**) “Cronache di una demolizione controllata” – “demolizione annunciata” tra l’altro … –
      Sarebbe stato molto meglio potersi occupar di altro, ma questa è la situazione, permaltro **super** prevedibilissima, come si è fatto qui da tempo. Non era difficile farlo … o, forse, nel mondo questo è accaduto proprio perché ci si è sempre occupati di cosiddetto “altro” e ciò ha lasciato un vuoto, che ormai è stato stabilmente occupoato da “certe” forze … togliamo il forse!










      Elimina
  46. Dico “Mica è detto debba rimaner così per sempre” per le dichiarazioni di mister B. su mister T. in caso quest’ultimo - cioè come si stanno mettendo le cose (salvo “sorpresine”, possibili sempre!), perché la “Grande” **Macchina del Consenso** è con Harris - perda le elezioni … Vogliono fomentar qualche “riot in the streets” …?
    Il sospettino viene … in seguito ad esso – cioè i “fomentati” cosiddetti “riots in the street” –, ecco uno stato d’emergenza “totale”,**dunque** “stato di eccezione in senso ‘schmittiano’” …? e cioè ciò di cui siamo in cerca ed “en attente” ormai da tempo, qui, su questo blog?
    “On verra” … si vedrà …
    “Naturalmente” ci sono anche altre “modalità” … ma lo “scopo”, il loro “fine” permane quello.

    RispondiElimina
  47. Insomma i pro escalation ultimamente stanno andando avanti con forza … dopo una fase di stallo e di forza che stava sulla bilancia degli **anti** escalation. Naturalmente, dal febbraio 2022 sono i pro escalation ad avere la forza del “vento in poppa” (come suol dirsi), ma con sali e scendi e comunque la presenza dell’altro gruppo che, pur minoritario, di tanto in tanto “segna un colpo” per così dire. Mai risolutivo però proprio perché i “pro esca.” sono al comando.







    RispondiElimina
  48. Non stupisce che si vada avanti “come sonnambuli” … Chi disse questa famosa frase? ah ah! Un tipo al quale tanti si usa paragonarlo, ma che non era come costoro ai quali viene paragonato … Bene: si va qui avanti come sonnambuli verso uno stato senza precedenti, possiamo anche chiamarlo “crisi” ma, in effetti, ci sarebbe da rifletterci su riguardo alla sua effettiva natura.






    RispondiElimina
  49. Laggente crede che la guerra sia un videogame, son stati condizionati ed acclimatati a ciò da molti e molti anni e tentar di farli ragionare si è molto difficile.






    RispondiElimina
  50. Mi fa piacere qualcuno – ma spesso in modo erroneo e, di certo, sin troppo tardi – si sia accorto di Zhirinovsky; personalmente, lo conosco – ne scrissi – nel 2003, vi è quell’articolo salvato sul blog gemello, e cioè ventun ani fa! Il piano non è mai stato la “‘conquista’ di Kyiv” ma invece di scender giù fino ad Odessa, questo sì, sinora piano realizzato in parte soltanto, per vari motivi, anche di mantenere la guerra “a bassa intensità” come si dice, cioè l’evitare il coinvolgimento di troppi armati. Altra cosa che Zhi. diceva era che mister T. non sarebbe mai risalito alla carica di presidente Usa: è bastato che la GMC (la Grande Macchina del Consenso) si rimettesse in moto perché mister T. fosse ridotto alle sue proporzioni. Ma, per giudicar bene di tali cose, bisogna sempre ricordarsi che sempre “T” ora sarebbe morto, se non fossero intervenute “altre” cose, quindi mister B., col suo livore “personale” contro mister P., avrebbe vinto le elezioni. Come saremmo “boots on the ground” se mister Mi. avesse vinto forte alle elezioni francesi: bisogna sempre aver in mente – ben chiaro – l’altra scenario … verso il quale si andava ormai a grande velocità e a vele spiegate. Certo, l’escalation è ripresa, ma con piede più lento. Certo, nemmeno “è detta l’ultima” (come suol dirsi) ed altri – prevedibilissimi – “imprevisti” possono comunque accadere. Ma non è il punto dirimente, quello fondamentale. Qual è questo punto? Siamo, da, ormai, degli anni, nello “stato d’emergenza perenne” come qui si diceva in “tempi non sospetti”; quando arriveremo allo stato d’eccezione” (“schimittiano”)? Ecco “il” punto … Per poterci arrivare si deve giungere al “punto d’indecidibilità” qui sopra – “illo tempore” – definito come: quando qualunque cosiddetta “decisione” presa il quadro non cambia. Si ha uno “stallo sostanziale” che spinge le forze “dietro le quinte” a “prender possesso” in modo “evidente” della “cosa” … = “stato d’eccezione” (schimmtiano) …





    RispondiElimina
  51. Anche cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/in-attesa-di-peste-terremoti-eccetera.html







    RispondiElimina
  52. La sorpresina è che il nipote di Kennedy a quanto pare sarebbe intenzionato ad appoggiare Trump, e questo rimette la bilancia di nuovo verso il pari dopo tutta una serie di mosse a favore di una certa parte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E difatti il nipote di JFK ha esplicitato il suo supporto condizionato sugli stati in bilico cosiddetti.

      Elimina
  53. Quel che Sun-tzu chiamava “L’uso delle spie” – ultimo capèitolo del suo testo – sarebbe **in parte** oggi detto: “guerra psycologica” e cioè quel settore che rivaleggia ormai con la guerra effettiva, fino al punto che si parla di “guerra ibrida” e cioè la mescolanza fra questi due ambiti. Al punto che toccare l’aspetto di cosiddetta “intelligence” e cosiddetta “cybersecurity” si equivale quasi – non del tutto, ma quasi – ad un’operazione militare più o meno riuscita che sia.






    RispondiElimina
  54. Con la messa fuori legge, in ucraina, della chiesa ortodossa fedele al patriarcato di Mosca, diciamo che alcune delle ragioni di “odium theologicum” - rimontante agli accordi di Brest, 1596 - dietro quel che vediamo si sono esplicitate chiaramente.






    RispondiElimina
  55. Per mister T., allo stato, è “GAME OVER” (ovvio che può ancora succeder un imprevisto, ma **sempre meno**. Da che lo si vede? Dal fatto che accusa di aver avuto un dibattito truccato … Ora però questo non toglie che Harris continui certe politiche … ma rimane che la “MACCHINA del CONSENSO” sta in “certe” mani. Punto. Il resto sono chiacchiere.
    Certo manca ancora del tempo, può ancor succedere qualcosa, ma non così tanto come sinora, la cosa si è ormai chiarificata nelle sue basi di fondo. Nulla intervenendo a bloccare il movimento messosi ormai definitivamente “in moto” per mister T. “GAME OVER” …







    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma perché mister T. non ha fatto l’univa, **vera** domanda: perché avete gettato la Russia nella bocca della Cina? Gettata lì **con TUTTE le conseguenze del caso** in termini di risorse minerarie, per esempio, dunque di rafforzamento del sistema produttivo … **CINESE** chiaro!
      Se la Cina è il “nemico strategico” degli Usa, perché l’avete fatto?
      E sovviene quel che diceva Aurobindo sulla Cina … peraltro, ancora una volta, è stata la Germania che ha, di nuovo, “aperto” la “porta” … Certo, **nessun** Hitler – per favore: non diciamo sciocchezze! – ma una forza diffusa e “senza volto” … hanno imparato la lezione … ma è la stessa direzione …






      Elimina
    2. Mister T. non ha fatto l’unica vera domanda perché ci sono due lobby, due grupoi, in apparente opposizione, che servono allo stesso scopo, ignoto ad entrambi. Ci deve quindi essere un’opposizione che porti su sentieri che al massimo son lo stesso ma meno intenso, meno forte. Questo è il punto, quello vero.






      Elimina
    3. Questo ultimo attentato contro mister T. lo ha fatto risalire un poco la china ... Chiaro che sembra meno un attentato organizzato rispetto a quello precedente, ma, si sa, dai e dai e possono anche aver successo ...






      Elimina
  56. Hanno voglia di cercare metter ordine - cosiddetto - in M.O. Anzi, tanto più spingono in Ucraina e tanto più il M.O. va per la sua traiettoria. Se certe forze non danno il loro assenso, in realtà è impossibile far qualcosa di concreto in M.O. Ma secondo loro, i due scenari non hanno un legame, solo che non è quello cui pensano ...












    RispondiElimina
  57. Per riassumere: da “a quando la resa ad “a quando il giro dell’asino” …? ? Eh sì - penso proprio di sì - …






    RispondiElimina