“Se il viaggio sulla luna può esser
trasformato nel tedio mortale generato dalla tecnologia moderna, non c’è
ragione per aspettarsi che la stessa mancanza d’interesse non coinvolga anche
il mistero degli UFO, una volta caduto nelle mani della Big Science. I primi astronauti
che perderemo in orbita probabilmente moriranno di noia dopo aver finito i
bottoni da spingere, le cifre da leggere ad alta voce e le battute sui punteggi
delle partite di football”[1].
La missione dell’Apollo
11 cominciò il 16 luglio di cinquant’anni fa e terminò il 20, con l’allunaggio.
Con essa non fu solo che la Terra “andò sulla” Luna, ma pure l’inverso: che la Luna discese sulla Terra,
inaugurando, così, la fase di predominio “lunare” – delle “energie lunari”
(dell’ illusione) – sulla Terra[2].
Questo di solito vien
poco sottolineato, ma una relazione è sempre duplice. Cominciava, così, quel
tempo del “dominio delle masse”, il tempo cosiddetto “nostro” – tutt’altro che tale,
peraltro – e cioè quel movimento che ci avrebbe portato fin qui. Bene, vent’anni
fa, in un mio vecchio scritto, nel terminarlo, ricordavo quest’evento[3].
Dal 1999 al 2019 quante
cose sono cambiate[4]!
In peggio, senza dubbio, ma sono
cambiate, nondimeno sono cambiate! Non è un cambiamento solo nell’ “Agenda”
delle cose dominanti, delle “questioni del giorno” (in mezzo vi è l’11
settembre 2001, non dimentichiamolo), ma vi è qualcosa in più. Ricordando la
differenza tra l’epoca in cui scrisse Contro
il metodo e l’epoca in cui stava parlando, Feyerabend affermava: “Nel 1970,
quando scrissi la prima versione di Contro
il metodo, il mondo era diverso da quello che è oggi, non solo
intellettualmente, ma anche emotivamente …”[5].
Appunto per questo, il “clima” di un’epoca è difficile da “cogliere”, per le
sue componenti emotive, che rendono
quei tempi assai diversi da oggi. Infatti, quella radicalità, quel dissenso, son impossibili oggi: in Occidente non può esserci alcun dissenso, oggi.
Le cosiddette “proteste” non son
dissenso, ma mere proteste che nascono dalla crisi ma non dalla diminuzione del
consenso. Anzi, esse, a fronte della crisi systemica, reclamano il ritorno al
consenso attivo, reclamano il ritorno a “when
the things were going on”. Cosa – quest’ultima – però impossibile, per ragioni sistemiche, da me varie volte spiegate.
Andrea A.
Ianniello
PS.
Rimane vero il “consiglio,
cf.
[1]
J. Vallèe, Il Collegio invisibile, Venexia Editrice, Roma 2017 (edizione del
2014 con Prefazione aggiunta da Vallèe quello stesso anno; edizione originale
americana: 1975), p. 53, corsivi
miei. Vallée sta parlando del Rapporto Condon, in senso critico, giustamente peraltro,
e fa questo paragone … Su quest’ultimo famoso Rapporto di negazione, come sul
ruolo (critico) in esso, sia di Hynek che di Vallée (quest’ultimo essendo
collaboratore di Hynek), cf.
https://it.wikipedia.org/wiki/Condon_Committee#Le_considerazioni_degli_esperti.
Com’è noto,
Vallèe considera l’origine dei cosiddetti
“UFO” non aver niente a che spartire con i “viaggi spaziali” – donde la giusta
ironia della frase qui riportata – ma con una “parte psichica” da lui fatta
risalire al concetto medioevale di “Magonia”, in ultima analisi. Si tratta dell’idea
fatta propria, ed elaborata verso una radicalità maggiore, da Jean Robin. Interessanti
le “Cinque affermazioni” poste all’inizio del libro appena citato (qui sopra) da
Vallèe, frutto di vari anni di studi, dalle quali qui ci si limita a trarre qualche
spunto: “Le cose che chiamiamo ‘oggetti volanti non identificati’ non sono né
oggetti né volanti. Possono smaterializzarsi, come mostrano alcune fotografie
recenti, e violano le leggi del moto così come le conosciamo”, J. Vallée, Il Collegio invisibile,
cit., p. 33. “I contatti tra i percipienti umani e il fenomeno ufologico accadono nel quadro di condizioni
controllate da quest’ultimo”, ivi,
p. 34, corsivi miei. Quest’ultimo punto è stato giustamente rilevato da Robin, che ne ha fatto una vera “chiave” del suo discorso.
[2]
Cf. D. Fortune, La Cabala
mistica, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1973 (ristampa 2019, che ho
recentemente preso perché ho l’edizione originale, ma che, essendo del 1973, ha ormai qualche difettuccio), pp.
227-237 (non a caso, uno dei più brevi, infatti dice: “Non possiamo dir molto a
proposito di Yesod, in quanto in esso
sono nascoste le chiavi dei lavori magici. Dobbiamo […] limitarci a illustrare
il simbolismo in una forma piuttosto criptica,
sebbene chi ha orecchie per udire è libero di usarle”, ivi, p. 235, corsivi miei. Vi
sarebbe molto da dire a tal proposito … Qui solo, in sede pubblica, mi
limito a specificare che l’autrice parla (nei passi cui si è appena fatto
riferimento) di Yesòd, nell’Albero
cabalistico essendo il posto che vi ha la Luna … Un’edizione online, “spartana”
e senza pretese (con qualch’errore di ortografia dovuto alla “traduzione” in
formato “pdf”, probabilmente), del libro della Fortune si può legger qui, cf.
Per un
approfondimento sulla Fortune, cf.
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/alchimia/pirrotta.htm.
La relazione
della Fortune con Crowley è “molto controversa”, come dicesi oggi … Su Crowley
e la “tentazione della politica” – che segue alla relazione fra capitalismo ed
occultismo “deviato”, che risale alla fine del XVIII e all’inizio del XIX
invece (forse il segreto più realmente “occulto”
del mondo moderno), cf.
https://www.parareligion.ch/sunrise/pasi/politica.htm.
Anche la Luna è
legata al “potere dell’ ‘illusione’”, cioè la capacità, che ha la mente, di “proiettare”
le forme-pensiero – e poi “rivederle”, “densificarle” grazie alla forza vitale
(ed anche qui, sarebbe lungo discorso); ma su tal potere, cf.
[3] Cf.
[5]
P. K. Feyerabend, Dialogo sul metodo, Laterza e Figli (“Economica”),
Roma-Bari 1993, p. 11, corsivi in
originale.
Il post sul Vajra qui sopra è stato cancellato tempo fa, ma è stato salvato altrove recentemente, cf.
RispondiEliminahttps://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2021/04/altro-materiale3-del.pdf
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