E’ interessante
riportare una giusta intuizione, ormai di ben diciassette anni fa, precisando che l’autore un cui passo verrà, fra breve,
riportato sta – nell’avere questa giusta intuizione – parlando di “altro”. Di
conseguenza, si dovrà riportare anche una parte di quel che viene prima e di
quel che viene dopo.
“La componente ‘reale’,
nella politica dei governi, è forse quella che si palesa nei patti politici,
negli atti ufficiali, nei trattati internazionali, ove vengono siglate alleanze,
accordi di non proliferazione nucleare, embarghi militari?
Oppure va ricercata in quella altre condotte – segrete – conosciute solo al massimo livello decisionale: forniture di armi a un paese formalmente nemico, partecipazioni azionarie in sconosciute società o banche estere, atti d’interferenza nella vita di altri paesi? E tutto ciò non è forse voluto, al massimo livello, per imporre ‘proprie’ scelte e ‘proprie’ decisioni? Anche su questo punto, numerosi potrebbero essere gli esempi: dai molteplici nostri rapporti con Gheddafi, con Saddam, alle forniture militari all’ Iraq come all’ Iran, all’ Argentina, alla Nigeria, allo stesso Osama bin Laden e ai talebani; dai sostegni diretti e indiretti ad attività segrete, alle interconnessioni economiche e bancarie, sconosciute al grande pubblico, ma note ai massimi vertici decisionali. In questo contesto rientrano evidentemente tutte quelle ipotesi di coperture di fatti politicamente rilevanti”[1].
Oppure va ricercata in quella altre condotte – segrete – conosciute solo al massimo livello decisionale: forniture di armi a un paese formalmente nemico, partecipazioni azionarie in sconosciute società o banche estere, atti d’interferenza nella vita di altri paesi? E tutto ciò non è forse voluto, al massimo livello, per imporre ‘proprie’ scelte e ‘proprie’ decisioni? Anche su questo punto, numerosi potrebbero essere gli esempi: dai molteplici nostri rapporti con Gheddafi, con Saddam, alle forniture militari all’ Iraq come all’ Iran, all’ Argentina, alla Nigeria, allo stesso Osama bin Laden e ai talebani; dai sostegni diretti e indiretti ad attività segrete, alle interconnessioni economiche e bancarie, sconosciute al grande pubblico, ma note ai massimi vertici decisionali. In questo contesto rientrano evidentemente tutte quelle ipotesi di coperture di fatti politicamente rilevanti”[1].
Ora però, si osserva
che tutti i paesi citati nel passo sono stati “normalizzati”, sia con le buone che
con le cattive (: Iraq, Libia,
Afghanistan, manu militari, ed Argentina e Nigeria, manu economica), tranne uno: l’Iran. Esso è l’ unico
rimasto perché la “grande transizione”
possa essere detta conclusasi definitivamente.
Non potrebbe, allora, essere
che gli attuali eventi che vediamo sotto gli occhi[2]
– e che sembrano, ma su di una scala diversa, ricordare la famosa “crisi degli
ostaggi” (“ostaggi” stavolta essendo delle navi petroliere) – la conclusione di
quel movimento, iniziato da tempo, che ha in vista la fine del System
della “Grande Prostituta” e l’ “instaurazione” del (prossimo
venturo) Regnum Antichristi?
Da qui “misuri” davvero i tempi, cioè dalla successione degli eventi. Sul “Regno dell’Anticristo”, e l’ho detto varie volte – ma non mi stanco ripeterlo –, esso è, e sarà, cosa ben diversa da quel che i vari “complott®isti” sognano o, più spesso, desiderano sia (o desidererebbero che fosse)?
Da qui “misuri” davvero i tempi, cioè dalla successione degli eventi. Sul “Regno dell’Anticristo”, e l’ho detto varie volte – ma non mi stanco ripeterlo –, esso è, e sarà, cosa ben diversa da quel che i vari “complott®isti” sognano o, più spesso, desiderano sia (o desidererebbero che fosse)?
Domanda retorica[3]
…
Andrea A.
Ianniello
[1]
C. Palermo, Il quarto livello: 11 settembre 2001, ultimo atto? Dalla rete nera del
crimine alla guerra santa di Bin Laden, Editori Riuniti, Roma 2002, p. 242, corsivi miei. Qui, cf.
nella nota n°2 a
pie’ pagina, vi è una citazione del libro appena citato qua sopra, e l’immagine
della copertina.
[2]
La cosiddetta “Guerra delle petroliere” …
[3]
Intanto siamo di nuovo – dopo una breve, troppo breve “pausa” (una “tregua”,
termine che ricorda il titolo d’un libro di P. Levi) – nelle “grinfie” di Seth …
Cf.
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