mercoledì 22 febbraio 2023

J. Vallée, 2, una sua riflessione conclusiva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per molto tempo sono stato convinto che le organizzazioni responsabili della nostra sicurezza collettiva stessero conducendo un’indagine su larga scala, seria e discreta, per comprendere la natura dei fenomeni paranormali che si manifestano attorno a noi. Se lo credessi ancora, non pubblicherei questo libro. Quando ho visto i gravi errori del Progetto Blue Book e le sue conclusioni prevenute ho immaginato che fosse solo uno studio di facciata [eh no!], per impedire agli scienziati non militari di ficcare il naso in questioni molto serie cui le alte sfere attribuivano grande importanza. Quando mi son accorto che dagli archivi del Progetto Blue Book erano spariti dei documenti, ho razionalizzato la delusione formulando il rassicurante pensiero [davvero rassicurante, ma oh quanto depistante!] che qualcuno, da qualche parte, stesse raccogliendo quelle prove per studiarlo a fondo [EH NO!]. Quando poi ho visto che diverse basi dell’Aeronautica militare sparse per il mondo stavano inviando a delle organizzazioni governative copie di tutte le informazioni in loro possesso sugli UFO, l’ho considerato una conferma della teoria del depistaggio [ed ecco il famoso cover up!, sul quale tanto inchiostro e tante parole si sono sprecate!] e non ho creduto fosse mio compito, come scienziato inesperto, denunciare la cosa [è comprensibile]. Oggi son cresciuto ed ho perso la mia fiducia senza riserve nelle fonti ufficiali [ci fa piacere: mai avuta], quando si tratta di ricerca avanzata [quindi solo in tal campo, come ho già detto, “personalmente” non ne ho mai avuta]. […] Lungi dal rivelare autorità governative intente a svolgere una ricerca segreta [esatto, esatto!], tali testi danno il quadro dell’incoerente irrequietezza in ogni paese [idem, idem!]. Incontrandosi a porte chiuse, scienziati e militari si scambiano storie spaventose [eh già …!], mentre il vero fenomeno non viene studiato […] e rimane NON IDENTIFICATO. […]

Ora la vedo in maniera differente. Ormai in pericolo non è solo la nostra libertà [che sta da tempo prendendo calci nel di dietro in nome di se stessa], ma anche un certo concetto di umanità [direi di sì]. E non è più alla scienza che dobbiamo rivolgerci [EH NO!] per comprendere la natura di questa crisi paranormale [che si accrescerà, ma questo è: una crisi paranormale, e vallo a  far capire]. Né potremo trovare la risposta in qualche documento segreto a Washington [sembra però difficilissimo far capire anche questo semplice punto, ed è difficilissimo farlo capire a tantissimi: ma è proprio così che stanno le cose]. La soluzione è dov’è sempre stata: dentro di noi. E possiamo raggiungerla in qualsiasi momento [se lo “Si” vuole, ma se davvero lo “Si” vuole]”, J. VALLÉE, Il Collegio invisibile, Venexia Editrice, Roma 2017, pp. 200-201, corsivi e maiuscoletto in originale, grassetto miei, miei commenti fra parentesi quadre; dalla riedizione del 2014 dell’originale, a sua volta del 1975.

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

PS. Ma chi sta davvero “in sala comando” (non parlo certo dei dirigenti apparenti che seguono le direttive immutabili ed indiscutibili), chi sta “in sala comando” cos’ha davvero in testa? Una guerra termonucleare? Potrebbe volerlo e nessuno direbbe nulla, e dunque si verificherebbe: con le opinioni pubbliche anestetizzate dei regimi democratici possono permettersi ogni cosa. Sembrerebbe di no, però. Quindi, cosa? Ai poster l’ardua risposta.

In ogni caso: l’orso è un lupo e l’aquila è un grizzly.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 19 febbraio 2023

[D. V. - G. D. -]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il verde possiede anche una potenza malefica. […] Satana,su una vetrata della cattedrale di Chartres, ha la pelle verde e grandi occhi versi […] in tutte le culture esoteriche, il principio vitale stesso, segreto dei segreti, appare come un sangue profondo, contenuto in un recipiente verde. È, per gli alchimisti occidentali, il ‘sangue del Leone Verde […]’ […].Nella filosofia e nella medicina cinesi è il non meno misterioso sangue del drago. È anche il Graal, vaso di smeraldo o di cristallo verde che contiene il sangue del Dio incarnato […] Il linguaggio dei simboli non si apprende, si scopre a posteriori come una realtà”, G. CHEVALIER – A. GHEERBRANT, Dizionario dei simboli, vol.II L-Z, RCS Rizzoli Libri, Milano 1986, pp. 548-549, voce: “Verde”, corsivi in originale.

 

 

 

La vita elementare degi esseri tutti, senza eccezione, è retta nel profondo da una Forza primordiale. […] Come una meraviglia e come uno spavento ne parlarono i Saggi. Così la chiamarono: Fuoco universale e vivente, ‘ulh, Drago verde, Quintessenza, Sostanza prima, Grande Agente magico”, ABRAXA in introduzione alla magia, a cura del “GRUPPO di UR” vol. I, Edizioni Mediterranee, Roma 2012, edizione originale: 1971, p. 21, corsivi miei. Questo “Drago verde” ha come scopo il “ ‘ritorno all’indistinzione’ del ‘Chaos’” anche se questo viene rivelato solo a chi lo comprende davvero, ali altri sono dette altre cose, vi son vantaggi, ecc., che si ha “in mano il mondo”, che si “può fare”, o cose del genere, ecc.

Quanto alla “fine del mondo”, trattasi di calcinatiocalcinazione, cioè: “Calcinare è riddurre mediante il fuoco un misto in calce o in ceneri che non possono essere ulteriormente bruciate”, LE BRETON, Le Chiavi della filosofia spagirica, Dall’edizione originale del 1722, Edizioni Mediterranee, Roma 1983 [quarant’anni fa], p. 22, corsivi e grassetti miei. Il mondo, quindi, “ALLA FINE”, sarà dunque “arso dal ‘fuoco’” – incorporeo (non è la mera fiamma che si accende sul fornello né quella degli altiforni o anche delle stufe, “chi ha orecchie per intendere, intenda” [vada]) – e ne rimarranno le ceneri, che saranno incombustibili ulteriormente (mysterium Finis et plingenesis) e proprio tali “ceneri incombustibili” (ulteriormente) saranno la “base” della rinnovata Vita, del Nuovo Cyclo. Il Drago verde, tra l’altro, è una forma corrosiva di “umido radicale”, che alla base di tutto si ritrova: “L’umido radicale fisso è il soggetto e la materia unica di ogni forma dei misti”, ivi, p. 145. Ed è anche, in realtà, un “fuoco”, acido, che dunque corrode: “In tutto l’umido radicale e in tutto l’alimento si trova un qualche grado di fuoco con la sua energia, mischiato con i gradi degli atri elementi e le loro energie”, ivi, p. 136. Vi sono due tipi di “morti” del “misto”, cioè di qualsiasi cosa esistente: “la morte dei corpi dei misti è di due tipi: l’una assoluta e sostanziale, e l’altra accidentale. […] La morte assoluta è la corruzione totale del misto, la morte accidentale è una nuova generazione nella medesima specie del misto ed un mezzo necessario affinché esso divenga perfetto”, ivi, p. 128, corsivi e grassetti miei. Quella che oggi occorre – od occorrerebbe – quindi evitare sarebbe la “morte ‘assoluta’”, l’altra è inevitabile, perché la prima inevitabilmente altererebbe anche il prosieguo degli altri – futuri – ccli, mentre la prima non può farlo, le forze avverse provocano la prima, cercano essa, per mezzo di “minoranze egoiste” che vedono, nella loro – inevitabile, peraltro – fine, la fine “di tutto”, il che non è vero affatto. Questo è quanto.

 

  

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello