mercoledì 24 luglio 2019

“‘Quel che resta’ della ‘G.P.’”






















In relazione al post precedente, cf. 

Siamo alla guerra psychologica, insieme alla “guerra delle petroliere”, quest’ultima essendo condotta come la crisi degli ostaggi[1], e cioè con azioni di commando e cose simili, cioè per mezzo di pressioni di tipo psicologico, e di azioni di alleggerimento e di depistaggio, di “qui lo dico e qui lo nego”, e via dicendo. Tutte cose che gli iraniani, o, per meglio dire, “un certo tipo” di gruppi dirigenti iraniani (e non l’intero governo, chiaro), han dimostrato di saper giocare: trattasi di cose tipicamente “mediorientali”, e la stupidità sta proprio nel mettersi al loro livello. Invece un gioco aperto fra nazioni: ecco ciò che in Medio Oriente, con qualche piccola eccezione, non san giocare proprio: lì è il loro punto debole. Ma intrighi, depistaggi, azioni di commando, “colpisci ai lati”, questa è la loro specialità, li hai invitati a nozze, come suol dirsi.  

La cosa durerà fino allo stellium in Capricorno, ci si può chiedere; la risposta è, qui, che questa eventualità è piuttosto probabile.

Ci saranno tira e molla, tipici, e chissà che non sia questa la buccia di banana sulla quale cadrà “Quel che resta della Grande Prostituta”, per parafrasare il titolo di un noto romanzo (Quel che resta del giorno, di Kazuo Ishiguro), dal quale han tratto un noto film, e qui mi limito a ricordare la colonna sonora[2].

Ricordo anche il vecchio volume di J. Hogue, Nostradamus e il Millennio, presagi e profezie, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1987 (da me citato in qualche vecchio post, peraltro). In esso si sosteneva che l’Iran avrebbe invaso l’Iraq: come sappiamo, le cose sono andate esattamente all’inverso, non solo non è stato invaso l’Iraq da parte iraniana, ma è stato l’Iraq ad esser invaso dall’America … Dal 1987 son passati ben trenta due anni, lunghi, affatturati da queste immagini fuorvianti, delle quali non solo certamente Hogue è stato l’autore eh, ma cui hanno contribuito tutte le “interpretazioni” delle profezie bibliche in base ad immagini sostanzialmente ricalcanti l’epoca fra Prima e Seconda Guerra Mondiale, ormai detta “La grande guerra civile mondiale, 1914-1945” (G. Galli, fra gli altri, a dirlo), immagini fuorvianti poiché postulano una “tenuta” del sistema di relazioni internazionali che la globalizzazione ha dissolto. Oggi si può essere amico del nemico del tuo amico = negazione – patente, chiara ed evidente – della logica amico/nemico che costituisce la “categoria del ‘politico’” secondo Schmitt. Dove sono, infatti, oggi quei due gruppi che si contenderebbero il mondo? Non ci son più, dalla fine della guerra fredda e dal fallimento dell’unico mondo sotto comando americano, o “democratismo totale”, tentato da Bush figlio. Il “NWO” è finito, signori, definitivamente[3]. Al suo posto vi è la piccola “Babylonia” delle relazioni internazionali …
Ricordiamoci inoltre che la crisi degli ostaggi in Iran, negli anni fra 1979 e 1980 – esattamente quarant’anni fa!! – portò alla crisi della presidenza Carter. Insomma: l’Iran è sempre stato usato per generare cambiamenti negli Usa 

Altro settore dove ci si può attendere dei cambiamenti è, senza dubbio, quello del petrolio. E poiché nelle vene della “Grande Prostituta” scorre il nero liquido – detta aqua diaboli o aqua inferni nel Medioevo, quando era perfettamente conosciuto –, ecco che dobbiamo attenderci cambiamenti anche su ed in quest’ambito.
“Godiamoci” – si fa per dire … – “quel che resta” della “Grande Prostituta”, finché dura … In quanto siamo “alle soglie” – non sogliole … – di un “cambiamento” radicale di stato da parte del mondo attuale, cambiamento[4] cui son preparati ben pochi, anche persone apparentemente intelligenti “abboccano” ad una logica di opposizione “a due”, dei “due campi”, logica che oggi non più esiste.






















Andrea A. Ianniello









[1] Cf.
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_degli_ostaggi_in_Iran.
[2] Cf.
https://www.youtube.com/watch?v=2O5kAqcT8oY.
[4] Appunto, preparare il mondo per il “cambiamento”, cf.
https://www.youtube.com/watch?v=gSZ4d-n4m4c.  








lunedì 22 luglio 2019

UNA GIUSTA “INTUIZIONE” DI BEN DICIASSETTE ANNI FA





















E’ interessante riportare una giusta intuizione, ormai di ben diciassette anni fa, precisando che  l’autore un cui passo verrà, fra breve, riportato sta – nell’avere questa giusta intuizione – parlando di “altro”. Di conseguenza, si dovrà riportare anche una parte di quel che viene prima e di quel che viene dopo.
“La componente ‘reale’, nella politica dei governi, è forse quella che si palesa nei patti politici, negli atti ufficiali, nei trattati internazionali, ove vengono siglate alleanze, accordi di non proliferazione nucleare, embarghi militari? 
Oppure va ricercata in quella altre condotte – segrete – conosciute solo al massimo livello decisionale: forniture di armi a un paese formalmente nemico, partecipazioni azionarie in sconosciute società o banche estere, atti d’interferenza nella vita di altri paesi? E tutto ciò non è forse voluto, al massimo livello, per imporre ‘proprie’ scelte e ‘proprie’ decisioni? Anche su questo punto, numerosi potrebbero essere gli esempi: dai molteplici nostri rapporti con Gheddafi, con Saddam, alle forniture militari all’ Iraq come all’ Iran, all’ Argentina, alla Nigeria, allo stesso Osama bin Laden e ai talebani; dai sostegni diretti e indiretti ad attività segrete, alle interconnessioni economiche e bancarie, sconosciute al grande pubblico, ma note ai massimi vertici decisionali. In questo contesto rientrano evidentemente tutte quelle ipotesi di coperture di fatti politicamente rilevanti”[1].

Ora però, si osserva che tutti i paesi citati nel passo sono stati “normalizzati”, sia con le buone che con le cattive (: Iraq, Libia, Afghanistan, manu militari, ed Argentina e Nigeria, manu economica), tranne uno: l’Iran. Esso è l’ unico rimasto perché la “grande transizione” possa essere detta conclusasi definitivamente.
Non potrebbe, allora, essere che gli attuali eventi che vediamo sotto gli occhi[2] – e che sembrano, ma su di una scala diversa, ricordare la famosa “crisi degli ostaggi” (“ostaggi” stavolta essendo delle navi petroliere) – la conclusione di quel movimento, iniziato da tempo, che ha in vista la fine del System della “Grande Prostituta” e l’ “instaurazione” del (prossimo venturo) Regnum Antichristi?
Da qui “misuri” davvero i tempi, cioè dalla successione degli eventi. Sul “Regno dell’Anticristo”, e l’ho detto varie volte – ma non mi stanco ripeterlo –, esso è, e sarà, cosa ben diversa da quel che i vari “complott®isti” sognano o, più spesso, desiderano sia (o desidererebbero che fosse)?
Domanda retorica[3]














Andrea A. Ianniello









[1] C. Palermo, Il quarto livello: 11 settembre 2001, ultimo atto? Dalla rete nera del crimine alla guerra santa di Bin Laden, Editori Riuniti, Roma 2002, p. 242, corsivi miei. Qui, cf.
nella nota n°2 a pie’ pagina, vi è una citazione del libro appena citato qua sopra, e l’immagine della copertina.
[2] La cosiddetta “Guerra delle petroliere” …  
[3] Intanto siamo di nuovo – dopo una breve, troppo breve “pausa” (una “tregua”, termine che ricorda il titolo d’un libro di P. Levi) – nelle “grinfie” di Seth … Cf.





venerdì 19 luglio 2019

Ricordando il Cinquantenario dell’ “Allunaggio”, ricordandolo con il ricordo del suo Trentennale (TRE VOLTE “ricordo” in una frase). **NON** “La Terra vista dalla Luna”, ma “La Luna SULLA Terra”

















Se il viaggio sulla luna può esser trasformato nel tedio mortale generato dalla tecnologia moderna, non c’è ragione per aspettarsi che la stessa mancanza d’interesse non coinvolga anche il mistero degli UFO, una volta caduto nelle mani della Big Science. I primi astronauti che perderemo in orbita probabilmente moriranno di noia dopo aver finito i bottoni da spingere, le cifre da leggere ad alta voce e le battute sui punteggi delle partite di football[1].
















La missione dell’Apollo 11 cominciò il 16 luglio di cinquant’anni fa e terminò il 20, con l’allunaggio. Con essa non fu solo che la Terra “andò sulla” Luna, ma pure l’inverso: che la Luna discese sulla Terra, inaugurando, così, la fase di predominio “lunare” – delle “energie lunari” (dell’ illusione) – sulla Terra[2].
Questo di solito vien poco sottolineato, ma una relazione è sempre duplice. Cominciava, così, quel tempo del “dominio delle masse”, il tempo cosiddetto “nostro” – tutt’altro che tale, peraltro – e cioè quel movimento che ci avrebbe portato fin qui. Bene, vent’anni fa, in un mio vecchio scritto, nel terminarlo, ricordavo quest’evento[3].
Dal 1999 al 2019 quante cose sono cambiate[4]! In peggio, senza dubbio, ma sono cambiate, nondimeno sono cambiate! Non è un cambiamento solo nell’ “Agenda” delle cose dominanti, delle “questioni del giorno” (in mezzo vi è l’11 settembre 2001, non dimentichiamolo), ma vi è qualcosa in più. Ricordando la differenza tra l’epoca in cui scrisse Contro il metodo e l’epoca in cui stava parlando, Feyerabend affermava: “Nel 1970, quando scrissi la prima versione di Contro il metodo, il mondo era diverso da quello che è oggi, non solo intellettualmente, ma anche emotivamente …”[5]. Appunto per questo, il “clima” di un’epoca è difficile da “cogliere”, per le sue componenti emotive, che rendono quei tempi assai diversi da oggi. Infatti, quella radicalità, quel dissenso, son impossibili oggi: in Occidente non può esserci alcun dissenso, oggi. Le cosiddette “proteste” non son dissenso, ma mere proteste che nascono dalla crisi ma non dalla diminuzione del consenso. Anzi, esse, a fronte della crisi systemica, reclamano il ritorno al consenso attivo, reclamano il ritorno a “when the things were going on”. Cosa – quest’ultima – però impossibile, per ragioni sistemiche, da me varie volte spiegate.








Andrea A. Ianniello





















PS.
Rimane vero il “consiglio, cf.








[1] J. Vallèe, Il Collegio invisibile, Venexia Editrice, Roma 2017 (edizione del 2014 con Prefazione aggiunta da Vallèe quello stesso anno; edizione originale americana: 1975), p. 53, corsivi miei. Vallée sta parlando del Rapporto Condon, in senso critico, giustamente peraltro, e fa questo paragone … Su quest’ultimo famoso Rapporto di negazione, come sul ruolo (critico) in esso, sia di Hynek che di Vallée (quest’ultimo essendo collaboratore di Hynek), cf.
https://it.wikipedia.org/wiki/Condon_Committee#Le_considerazioni_degli_esperti.
Com’è noto, Vallèe considera l’origine dei cosiddetti “UFO” non aver niente a che spartire con i “viaggi spaziali” – donde la giusta ironia della frase qui riportata – ma con una “parte psichica” da lui fatta risalire al concetto medioevale di “Magonia”, in ultima analisi. Si tratta dell’idea fatta propria, ed elaborata verso una radicalità maggiore, da Jean Robin. Interessanti le “Cinque affermazioni” poste all’inizio del libro appena citato (qui sopra) da Vallèe, frutto di vari anni di studi, dalle quali qui ci si limita a trarre qualche spunto: “Le cose che chiamiamo ‘oggetti volanti non identificati’ non sono né oggetti né volanti. Possono smaterializzarsi, come mostrano alcune fotografie recenti, e violano le leggi del moto così come le conosciamo”, J. Vallée, Il Collegio invisibile, cit., p. 33. “I contatti tra i percipienti umani e il fenomeno ufologico accadono nel quadro di condizioni controllate da quest’ultimo”, ivi, p. 34, corsivi miei. Quest’ultimo punto è stato giustamente rilevato da Robin, che ne ha fatto una vera “chiave” del suo discorso.
[2] Cf. D. Fortune, La Cabala mistica, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1973 (ristampa 2019, che ho recentemente preso perché ho l’edizione originale, ma che, essendo del 1973, ha ormai qualche difettuccio), pp. 227-237 (non a caso, uno dei più brevi, infatti dice: “Non possiamo dir molto a proposito di Yesod, in quanto in esso sono nascoste le chiavi dei lavori magici. Dobbiamo […] limitarci a illustrare il simbolismo in una forma piuttosto criptica, sebbene chi ha orecchie per udire è libero di usarle”, ivi, p. 235, corsivi miei. Vi sarebbe molto da dire a tal proposito … Qui solo, in sede pubblica, mi limito a specificare che l’autrice parla (nei passi cui si è appena fatto riferimento) di Yesòd, nell’Albero cabalistico essendo il posto che vi ha la Luna … Un’edizione online, “spartana” e senza pretese (con qualch’errore di ortografia dovuto alla “traduzione” in formato “pdf”, probabilmente), del libro della Fortune si può legger qui, cf.
Per un approfondimento sulla Fortune, cf.
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/alchimia/pirrotta.htm.
La relazione della Fortune con Crowley è “molto controversa”, come dicesi oggi … Su Crowley e la “tentazione della politica” – che segue alla relazione fra capitalismo ed occultismo “deviato”, che risale alla fine del XVIII e all’inizio del XIX invece (forse il segreto più realmente “occulto” del mondo moderno), cf.
https://www.parareligion.ch/sunrise/pasi/politica.htm.
Anche la Luna è legata al “potere dell’ ‘illusione’”, cioè la capacità, che ha la mente, di “proiettare” le forme-pensiero – e poi “rivederle”, “densificarle” grazie alla forza vitale (ed anche qui, sarebbe lungo discorso); ma su tal potere, cf.
[5] P. K. Feyerabend, Dialogo sul metodo, Laterza e Figli (“Economica”), Roma-Bari 1993, p. 11, corsivi in originale.