venerdì 7 giugno 2024

Frammento 12bis – Ottant’anni fa lo sbarco in Normandia – (1944)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si possono imparare molte lezioni dal passato, sia positiva sia negative. Pertanto, lo studio di battaglie famose ha sempre avuto un ruolo di primo piano nell’educazione d’uno stratega. Poiché il senno di poi è sempre più accurato di qualunque preveggenza, per lo studente è una grande tentazione esprimere giudizi sul modo in cui queste battaglie vennero combattute. Ciò andrebbe fatto con cautela, perché la storia militare tende a dilungarsi sui dettagli fisici [verissimo!] ma ad essere un po’ parca di dettagli quando si parla di strategie [idem!]; i libri di storia son pieni d’informazioni su “cosa” fece un particolare generale, ma raramente parlano del “perché” lo fece [verissimo]. A causa di questa mancanza d’informazioni – sui “perché” d’una battaglia – riportati in quest’appendice sono stati selezionati per la chiarezza della strategia usata, e non per  l’importanza della battaglia combattuta. Un tipico caso è l’Operazione Overlord, ossia l’invasione dell’Europa da parte degli Alleati nel 1944. Molto probabilmente questa è la più famosa battaglia dei tempi mdoerni, ma dietro di essa c’è ben poca strategia militare [NB]. È un fatto spiacevole veire a sapere che molte battaglie del passato sono state combattute senza grandi strategia militari [così è, spesso la vittoria deriva dall’incompetenza altrui …]. Il motivo è che, nel passato, molti ufficiali erano dei veri e propri incompetenti [e non solo nel passato … ahi noi!]. Era un’abitudine comune per un ufficiale comprarsi i gradi militari. Quest’usanza portò ad aver generali che sarebbero stati più qualificati ad organizzare una festa piuttosto che a guidare un esercito. Fortunatamente, gli eserciti moderni hanno cominciato finalmente a selezionare i propri ufficiali in base alle loro capacità invece che al loro lignaggio [il “lignaggio” è tanto ma tanto tempo che non conta più ma il denaro conta sempre di più; quanto poi alla qualità del personale militare, tranne certi corpi ed alcuni individui, rimane bassa, se uno vede proprio le vicende delle guerre recenti se ne convince senza problemi; una delle concause – concause però! – è la continua ingerenza dei “decisori” civili apparenti SUL e NEL campo militare, imponendo degli obiettivi o irrealistici o errati, cosa che contribuisce non poco all’elaborazione di strategie molto vecchio stampo; altra concausa è quella notata da Virilio (nel 1 9 7 7 già), e cioè che la crescente mancanza di tempo decisionale chiude gli spazi agli strateghi sia nel numero delle “mosse” da farsi sia nella loro natura, cioè nella “qualità” – nel tipo – di “mosse” che si possono concretamente operare]. Tuttavia, malgrado la mancanza di strategie, c’è ancora molto da imparare dalla storia [nessun dubbio al proposito, nessun dubbio!]”, F. J. LAUVRET, La via della Strategia. I segreti dei guerrieri giapponesi, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, pp. 274-275, mie osservazioni fra parentesi quadre. Si tratta dell’interessante Appendice C del libro, dove si studiano alcune battaglie famose. Eccone l’elenco: Battaglia della Somme (1 luglio 1916); Battaglia di Cambrai (20 novembre 1917); Battaglia di Austerlitz (25 novembre 1805); Battaglia di El Alamein (23 ottobre 1942); Battaglia di Gettysburg (1 luglio 1863); .Battaglia di Pearl Harbor (7 dicembre 1941) Sul “blitzkrieg” – o cosiddetta “guerra lampo” (che per scherzo sempre ho chiamato “guerra all’ambo” … –, non ho dimenticato che avevo detto di approfondir un po’ il tema, ma sinora non ne ho avuta possibilità, per cui rimane come ipotesi.

Termina – la serie di battaglia studiate “STRATEGICAMENTE”, **NON** tatticamente  – con Dunkerque, e cioè proprio con il “blitzkrieg” famoso, di cui si dice: “Battaglia di Francia (Blitzkrieg – 9 maggio 1940) Anche se non fu molto piacevole per coloro che la subirono, questa battaglia è un esempio di perfetta strategia bellica. Muovendosi rapidamente attorno all’estremità settentrionale delle difese francesi, i tedeschi annientarono qualunque opposizione si trovarono di fronte in meno d’un mese. La loro linea d’attacco era sullo stile dell’ irimi no heiho [letteralm. “il corpo che penetra”, cioè che schiva l’avversario e lo colpisca da dietro]; evitarono la linea Maginot con la sua artiglieria francese fortificata. L’attacco della Germania alla Francia fu una variante del piano Schlieffen, che esisteva già a cavallo tra i due secoli [XIX e XX intende, chiaro]. Venne potenziato dall’impiego delle truppe corazzate [il che NON vuol dire che ovunque si usino truppe corazzate “SIA” il cosiddetto “blitzkrieg” perché NON È affatto così] e dell’aviazione come un’unica forza d’attacco [questo è invece, sì, uno dei presupposti del “blitzkrieg”]. In altre parole, kime [“concentrazione” (di forze, in tal caso]. Il fatto che questo piano funzionò alla grande è un perfetto esempio d’inerzia del pensiero militare [infatti è così, ed anche oggi vediamo tale inerzia predominare un po’ dappertutto]; i francesi si aspettavano che la Seconda Guerra Mondiale fosse una ripetizione della Prima [come oggi si aspettano che la Terza in atto (seppur “a pezzi”) – e che sta pian piano smottando verso la “Quarta” cioè “con uso del nucleare” – sia la ripetizione della Seconda e su questo costruiscono i loro “piani” ma non è affatto detto sia una “ripetizione” anzi: al cosa più possibile si è che non lo sia, poiché “nulla si ripete uguale nella storia” sebbene possano esservi dei paralleli, ma questo è **UN ALTRO** discorso!]. Quando si resero conto che le strategie della generazione precedente non erano più attuali, era ormai troppo tardi. L’unico problema con l’attacco tedesco alla Francia è che ebbe troppo successo [problema che accade più spesso di quanto non si creda: talvolta gestire il successo “eccessivo” può arrecar più danni che gestire l’insuccesso]. Con un’avanzata del suo esercito più rapida di quanto avesse ritenuto possibile, Hitler divenne insicuro e decise di fermare al sue truppe in modo da poter studiare meglio la situazione [Galli ne dà invece un’altra interpretazione, altamente possibile; però intervenne anche l’ “eccesso di successo”]. Quando si rese conto che non si trattava di una trappola e che stava veramente vincendo, gli inglesi avevano già evacuato le loro truppe dalle spiagge di Dunkerque. L’incapacità di Hitler di saper sfruttare la situazione è un chiaro esempio di non impiego del makuraosae no heiho [cioè “limitare i movimenti del nemico”, chiaramente per poterlo controllare]. Così facendo violò la prima regola del combattimento: «Quando stai vincendo, non fermarti!». Se non avesse bloccato le sue truppe, avrebbe potuto continuare il suo attacco fino ad arrivare a Londra [ma vi erano dei presupposti “politici” (o meglio: “politico ariosofici”) mai detti apertamente, e questo condizionò tutto; ANCHE OGGI è così, vi è il “non detto” che “condiziona tutto”, anche le strategie pratiche scelte]. A quel tempo gli americani erano ancora a favore di una politica isolazionistica e non volevano prendere parte alla guerra europea. Posti davanti a un fatto compiuto, gli Stati Uniti avrebbero potuto decidere di non intervenire mai nella Seconda Guerra Mondiale [che quindi sarebbe stata meno “mondiale” …]”, ivi, pp. 279-280, grassetti in originale, miei osservazioni fra parentesi quadre.

 

 

@i

 

 

 

PS. “Alle cinque cose da sapere, viene fatta seguire l’importanza dello stratagemma […] perciò segretezza e simulazione sono considerate arti fondamentali”, Introduzione di T. Cleary a SUN TZU, L’arte della guerra, Ubaldini editore, Roma 1990, p. 24.

Ancora: “Generalmente parlando, il combattimento frontale viene lasciato come ultima risorsa; perciò, dice Sun-Tzu, l’abile guerriero dev’esservi preparato ma, nondimeno, evitare lo scontro con un avversario più forte. L’ arte di evitare lo scontro diretto sta nel fiaccare il nemico con manovre diversive, suscitare discordia tra le sue file, manipolarne gli stati d’animo e rivolgergli contro la sua stessa aggressività e presunzione. Son così discussi nel primo capitolo i tre aspetti principali dell’arte della guerra: sociale, psicologico ed ambientale”, ibid., corsivi miei


 

 

7 commenti:

  1. “tempi mdoerni” qui sopra va cambiato in: tempi moderni.



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  2. “Paul Haslinger Eternity And A Day Long Version” 25:05 min
    https://www.youtube.com/watch?v=RTyEjhnv29I
    7 set 2015 ****

    Strade si susseguono ad altre strade: non partono da nessuna parte, non portano in nessuna parte. Luci false, fredde rischiarano lo specchio di tenebra delle strade, appena punteggiate da strisce bianche che lottano per farsi vedere, per poi sparire nelle tenebre delle strade di nero asfalto: come se quelle strisce bianche non ci fossero mai state.
    Le luci dei lampioni, con la velocità, sembrano linee di flebile chiarore che non illuminano altro se non l’oscura notte che cresce, che cresce: in fine ingloba tutto.
    Appena talvolta la folle velocità s’interrompe temporaneamente per qualche stop. Che subito passa, e la folle corsa continua. E riprender questo cammino come se non fosse mai stata interrotto, come se non ci fosse mai stato altro “dall’inizio del tempo” se non questo cammino.
    Senza senso. Cammino. Che. Non ha inizio né fine.
    Piena immagine di questo mondo.















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  3. Allora cominciano “i giochi” in Francia (come si diceva una volta) … (e NON mi riferisco a quelli olimpici!)? si vedrà …
    Un altro “signum” ci sarà con la “nova” ricorrente, la “T Coronæ Borealis”, la cui esplosione – ma è una “nova ricorrente”, NON è una “supernova” – verso settembre di quest’anno.


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  4. Cf.
    https://web.archive.org/web/20051230130559/http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=4668









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  5. In atto è quelal forza che - in vari modi e sotto varie sembianze - sta tentando di rallòentare la fortissima escalation che vi è stata per due anni, e il cui culmine si è avuto durante i mesi di autunno del 2022 (il resto è stato il continuare il cammino intrepreso). vedremo come va la cosa.
    Noi siamo contrari a che la Terza guerra mondiale in atto, seppur a pezzi fra loro non direttamente coordinati, divenga una Quarta mondiale, con uso del nucleare. Chiunque dia una mano è ben accetto, anche se, come dicveva qualcuno, “il cantiere si riempie con i lavoratori che ci sono” (cioè, intendeva, con quelli che ci sono concretamente disponibili, spesso di scarsa qualità ma tant’è la situazione …) … Naturalmente, la Terza continuerà, il cofnronto tenderà, in tal caso, a spostarsi più verso la Cina e il M. O. rimarrà centrale, anche se anche lì si stanno avendo movimenti in senso **non** escalante …
    Il nodo centrale rimane il M. O. …



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  6. Cf.
    https://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.com/2014/04/europa-dalla-decadenza-al-declino.html

    In 10 anni le cose si sono solo accelerate. Sono solo peggiorate, ma erano già sufficientemente chiare.









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  7. Un solo mondo, un solo sistema. Un solo sistema, una sola “Guida” …?






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