“[...] poiché testimonia che il disordine ha fatto irruzione nell’intero corso dell’esistenza e si è a tal punto generalizzato da far sì che noi viviamo in realtà, si potrebbe dire, in un sinistro ‘carnevale perpetuo’”.
R. GUÉNON, Simboli della scienza sacra, Adelphi Edizioni, Milano 1997, Collana “Gli Adelphi”, edizione originale: 1975, cap. 21 “Sul significato delle feste ‘carnevalesche’”, p. 135.
Il Carnevale, in pratica, è una festa lunare, come si sostiene in:
A. CATTABIANI, “IL CAR NAVAL: LA FESTA DEGLI ECCESSI” in Abstracta, anno 2, n.12, p. 46 e sgg.
Anche, su Sant’Antonio – non quello da Padova, ma l’originale, SantAntonio eremita d’Egitto, ID., Calendario, Rusconi Libri, Milano 1988, p. 125 e sgg., cap. “IL CARRO DEGLI DÈI” (un’altra etimologia del Carnevale), sottocapitolo intitolato: Sant’Antonio e si suoi misteri, pp. .125-133.
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/02/sul-carnabal.html.
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/01/dal-sinistro-carnevale-perpetuo-r.html.
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/06/frasi-sparse_22.html.
@i
Il “Club D.”, ovvero: di un punto interessante, cancellato, ora sul gemello blog
RispondiEliminaCf.
https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/01/il-club-dee.pdf
Davvero è un marasma et tuttavia vi è il “fil d’Arianna” comunque … adesso vediamo l’inizio ufficiale dell’ “èra dell’Acquario” con la salita al potere di mister T.
RispondiEliminaSi rirdi la centralità della data del 17 gennaio nel tenebroso “affaire” di Rennes-le-Chateau … - e della data che termina in -17 (sia detto per inciso…)
RispondiEliminaSu tale questione, cf. M. BIZZARRI, “Rennes Le Chateau, dal Vangelo perduto dei Cainiti alle sette segrete”, Edizioni Mediterranee, Roma **2005** (vent’anni fa!), pp. 40-43. A p. 44 si legge che, per “onomatopea”, Renne(s) e “Reine(s) (“regine”) sono lo stesso foneticamente, tra l’altro la “esse” finale in francese non si pronuncia, per cui abbiamo: Renne(s)-le-Chateau e Renne(s)-le(s)-Bain(s) in pratica sono lo stesso così come le “regine” delle due “Renne” sono LO STESSO; cioè la STESSA “Regina” … Ed allora chiamiamo questa “presenza” NON come fa Bizzarri (“Maddalena” o “Iside”) bensì col suo vero nome: “Dama bianca” o “Regina bianca” … quella della quale stanno aspettando che si verifichi l’ “incoronatio” nei cieli (fisici, chiaro) …! E l’ultima “explosio” si ebbe nel 1946, alla fine del Secondo Conflitto Mondiale, data fatidica, chiaro …
RispondiEliminaBizzarri ha ragione nella sostanza dell’analisi, tra i pochi (con Robin e pochissimi altri) ad aver visto giusto sul tenebroso “affaire” di R.-l-.C. e cioè che una società segreta – reale – ha sempre seguito la “cosa” e che dietro vi è, in sostanza, il rosicrucianesimo deviato. Tuttavia sbaglia poi nel giudicare, nella parte finale, la “cosa” come un fatto di “anti tradizione” cosa che NON È affatto. Siamo nella piena **preparazione** “per” la “contro tradizione” (se si vogliono usare le categorie di Guénon) e, quindi, parliamo d’una differenza **qualitativa** e non meramente di successione di una “stessa” cosa che “cambia pelle” come una serpe ma non cambia di sostanza. No, no! Cambia di sostanza! Tutto questo nell’ambito di un conservatorismo che manca il bersaglio, e che si fa usare – come si diceva qui – cioè quel “tradizionalismo” che sembra opporsi all’ormai fantasma del mondo moderno, passato nella sua sostanza, ma non è in grado di render conto dei cambiamenti già successi parzialmente, ma che continueranno ad “accadere” … si usa questo termine “in mancanza di” meglio …
EliminaBizzarri ha poi ragione, seguendo Lamy e Ferté in particolare (ma pure Robin sebbene più indirettamente) sostenendo, anzi: osservando! …, come sia Verne (“Žül” come lo chiamo) che M. Leblanc dessero indizi così circostanziati sull’ “affaire” di R.-l-C. – che, al tempo, NON era certamente così ben noto come in seguito – che la cosa non può essere casuale affatto! Vero, verissimo. Tuttavia, sull’osservazione di Bizzarri secondo cui è difficile stabilire se l’avessero fatto per “denunciare” o “render noto” l’ “affaire” – dunque uno scopo positivo – oppure, al contrario, l’avessero fatto proprio per diffonderlo, ancora indirettamente, chiaro, dati i tempi nei quali vissero. Da ciò che si può dedurre dalle loro rispettive opere così come da certe iconografie rispettive, sembrerebbe che Verne alla fien della vita ebbe dei ripensamenti seri, mentre per Leblanc dobbiamo pensare che lo facesse piuttosto per “gravitare” – dunque “affermare” – l’ “affaire” in un’epoca nella quale non poteva esser “detto” apertamente come in seguito sarebbe stato.
EliminaE “signum” di B. Saunière era il sigillo di Madathanus che sta sulla “Porta Maggica” (Porta **alchemica** è più corretta) di P.zza Vittoria, Aroma … “tu sə tyãŋ” dis lè fğãŋsè …
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