giovedì 9 agosto 2018

PIÙ VOLTE RIPORTATO, VA SEMPRE RICORDATO …. perché è di quei passi che sono Stella sul cammino, che cambiano le prospettive













Ho più volte riportato questo passo di Guénon, che, però,  va sempre ricordato. E non è solo la “filosofia” che oggi non sufficit, ma, invece, la Traditio in se stessa.
La crisi è interna, poi si è sviluppata fuori.
Tra l’altro, o la Traditio sa incidere – concretamente – sul flusso degli eventi, o è destinata a continuare a recedere, come, ormai, sta facendo da qualche secolo.
Tra l’altro, altra considerazione utile, si è che oggi il colo modo d’influenzare resta quello “mentale”, molto debole, ma che comunque occorre continuare a fare, in quanto è l’unico che rimane
Ma ecco il passo. L’antefatto è il passo immediatamente precedente, dove parlava degli “eletti”, nel senso di élite intellettuale, ovvero spirituale, non in altro senso. Era l’occasione, per Guénon, di precisare che non intendeva il termine secondo l’accezione “profana” comune.
“Se costoro, per via della ‘realizzazione’ interiore a cui son giunti, non possono più venir sedotti, le cose vanno diversamente per quelli che, non avendo ancora che alcune possibilità di conoscenza, sono propriamente soltanto i ‘chiamati’; onde l’Evangelo dice che ‘molti saranno i chiamati, ma pochi gli eletti’. Noi entriamo in un’epoca in cui sarà particolarmente difficiledistinguere il grano dalla mala erba’, effettuare realmente quel che i teologi chiamano ‘la discriminazione degli spiriti’; ciò, per via di manifestazioni disordinate che s’intensificheranno e moltiplicheranno, e altresì per il difetto di conoscenza in coloro, la funzione normale dei quali dovrebbe essere di guidare gli altri, mentre oggi troppo spesso non sono che ‘guide cieche’. Si vedrà allora se, in tali condizioni, le sottigliezze dialettiche saranno di una qualche utilità e se una ‘filosofia’, sia anche la migliore possibile, basterà per arrestare lo scatenamento delle ‘potenze infernali’”[1]. Ovvio che non bastano, ci vuole un potere reale. Ed oggi questo manca anche a coloro i quali dovrebbero essere i “difensori”, non certo dell’Occidente”, ma della “Terra Santa”. Questo ancora non era del tutto prevedibile negli anni Venti del secolo scorso, ma è il nostro presente. Ed ecco perché la crisi è così grave, “quale non c’è mai stata né mai ci sarà d’eguale”, per dirla sempre con l’Evangelo. Vi è questa gigantesca bassa marea.
Son dei termini ancor più chiari oggi che nel – lontano, oh quanto lontano – 1927
Poi invitava a non scoraggiarsi, alla fine ogni disordine doveva comporsi: condivido. Condivido altrettanto, se non di più, non avendo noi ancor superato quel momento”, a non sottovalutare il nemico …
Di solito si pone l’accento sulla prima cosa. Si sottovaluta la seconda. Ma noi non ci scoraggeremo se e solo se non sottovaluteremo il nemico, la cui astuzia è grande. Ti copri qui e ti colpisce lì …
Quindi si prega di vendere la pelle dell’orso solo quando sia stato – prima – ucciso.




Andrea A, Ianniello








[1]  R. Guénon, La Crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 1972, pp. 159-160, corsivi miei. Cito volutamente la vecchia edizione, con la Prefazione di J. Evola, ma, comunque, meglio dell’ultima edizione “rivista”, dove si vuole “arruolare” arruolare Guénon tra i “difensori dell’Occidente”, criticati dallo stesso Guénon in ivi, p. 341 e sgg. Parlava della possibilità che gli “orientali occidentalizzati” potessero portare alla fine l’Occidente moderno, cf. ivi, pp. 138-139, ma questo per la seguente ragione: “il mondo occidentale non corre pericolo che per colpa sua e solo per via di quello di cui esso è stato causa”, ivi, p. 139, corsivi in originale. Gli “orientali occidentali” non sono “cattivi”, ma solo l’effetto, comprensibile, del male occidentale. il problema è che questi ultimi,ben lungi dal rappresentare il pericolo paventato dai “difensori dell’Occidente” inesistente, si son dimostrati inadatti alla bisogna, pur nelle manifestazioni più “dure” dell’Oriente occidentalizzato, e cioè il maoismo e il khomeinismo, diversissimi, ma entrambi legate al risveglio del “fondo” delle masse, da scagliar contro l’odiata società borghese. Su Mao Zedong, pur se non fonte attendibilissima (S. Zizek), e però capisce – come oggi capita più spesso di quel che non si creda – cose che tanti “paludati” noti studiosi stentano anche solo ad ammettere lontanamente, cf.  
http://www.lacan.com/zizmaozedong.htm.
L’errore di Zizek, tuttavia, sta nel mantenere il punto di vista marxista “classico” e, su questa base, criticare Mao: ma se lo scopo era proprio quello di risvegliare il “fondo oscuro” delle masse? Mica realizzare la rivoluzione marxista! Senza contare il (non molto) famoso appello di Mao alle società segrete, perché appoggiassero la prima rivoluzione maoista? Su questo tema, cf. l’ “Appello alla Ko Lao Hui”, Società segreta cinese anti mancese, apparso il 12 luglio del 1936, in S. Schramm, Il pensiero politico di Mao Tse-tung, Oscar Mondadori, Milano 1974, p. 209.
Ma torniamo a Guénon. All’epoca – all’ epoca – si poneva la questione seguente: “Il solo problema che si pone é: Attraverso lo spirito moderno l’Oriente subirà una crisi passeggera e superficiale, ovvero l’Occidente trascinerà nella sua caduta l’intera umanità? Attualmente sarebbe difficile rispondere a ciò sulla base di dati certi”, R. Guénon, La Crisi del mondo moderno, cit., p. 139, corsivi miei. Si tenga conto che l’ “attualmente” si riferiva al tempo in cui fu pubblicato il libro: si era negli anni Venti del secolo scorso (edizione originale francese: 1927)! La risposta oggi è nota. Tutto il mondo è stato trascinato. Non si può – né di deve – “far finta” che ciò non sia successo, né “far finta” che si possa cassare quanto avvenuto quasi non fosse mai stato. Il “tradizionalismo” è definito – è definito – dal “unto cieco”, dalla cecità su questo preciso punto. Se ammettessero questo, dovrebbero rimettere in questione loro stessi. Dunque, continueranno, felicemente, a “far finta” di …
Sia detto per inciso, “personalmente” – vale quanto vale, eh – non ho mai creduto che l’Oriente, supposto intemerato e puro, avrebbe potuto far qualcosa in ordine al quadro concettuale: gli “Orientali occidentalizzati” conquistano l’Occidente moderno. La ragione per cui non c’ho mai creduto? Perché, in tal caso, la decadenza dell’Occidente moderno non avrebbe potuto portare al Regnum Antichristi, in quanto l’ “invasione orientale”, con la quale molti si baloccano (il “pericolo giallo” d’inizio secolo XX, ecc., ecc.), per di più attribuendolo a Guénon – il che dà da pensare – l’invasione orientale (degli “Orientali occidentalizzati”, per dirla con Guénon) avrebbe posto termine – posto termine – a tutta la decadenza occidentale. che bisogno ci sarebbe stato, allora, del Regnum Antichristi? Domanda retorica … Dunque: delle due l’una: o si deve manifestare il Regnum Antichristi, ed allora l’invasione degli “Orientali occidentalizzati” ha un suo senso, oppure, al contrario, si deve manifestare il Regnum Antichristi; nel qual caso, l’invasione degli “Orientali occidentalizzati” non avverrà mai, pensavo illo tempore. E “qualcosa” interverrà per fermarla, com’è poi stato, sia in Cina sia in Iran. I fatti mi han dato ragione, ma la fonte del ragionamento sta in Guénon. Il problema non era cronologico – né lo è – ma era logico: due quadri di riferimento generali del destino del mondo, due quadri che si escludevano. Ma oggi non stanno forse pian piano sostituendo l’Occidente? Ed è vero che sono “Orientali occidentalizzati”? E’ vero questo, ma scopo di costoro è appunto sostituircisi = “prendere il posto di” qualcun altro, e non distruggere quel posto … Vi  una piccola, piccolissima differenza di poco conto, una quisquilia, che sarà mai …












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