Buon Solstizio (del 2019) – Buon “Natalis Solis Invicti” (del 2019) –
“C’è della gente che ha paura del buio. Altri temono gli
aeroplani, gli spettri, le loro mogli, la morte, le malattie, il capufficio, i
serpenti, gli scarafaggi. In ognuno di noi vive un demone che alimenta la paura
di qualcosa; e in certi casi non basta una vita per scoprire la nostra paura
fondamentale, quel genere di paura che fa sudare le mani e torcere di dolore lo
stomaco. Questo genere di paura ottenebra la mente e ha un odore caratteristico
[…]. Io amo il buio, vado pazzo per gli aeroplani e per molto tempo uno dei
miei più cari amici è stato uno spettro; mia moglie non si mette i calzoni con
me; ho fatto la guerra e l’idea di essere ucciso non mi ha mai angosciato
troppo. Mi preoccupo pochissimo della mia salute e non ho mai tremato davanti
ai capiufficio; i serpenti mi son simpatici e gli scarafaggi mi lasciano
indifferente. Eppure anch’io ho la mia paura […] che trasforma in incubi i miei
sogni, che mi fa puzzare di sudore e mi torce lo stomaco. Ho paura di Mbogo, il nero e colossale bufalo del
Capo. Mbogo o Nyati, come qualche volta lo chiamano, è l’enorme antenato del toro
spagnolo da corrida. Io l’ho ucciso […] eppure il terrore di lui non è mai
diminuito. Mbogo è una bestia
maledettamente grossa, brutta, irritabile, cattiva, feroce, astuta specialmente
quando impazzisce. E quando è ferito impazzisce sempre. E quando impazzisce non
desidera altro che la vostra morte; nulla riesce a fargli cambiare idea. Ma il
suo fascino è tale che quando gli avete dato la caccia una volta, gli altri
animali non v’interessano più, compreso l’elefante. Lo swahili – che è la lingua franca di tutta l’Africa Orientale – è
singolarmente espressiva nella nomenclatura degli animali. Per indicare il
leone una parola più bella di Simba
non è ancora stata inventata […]. Impossibile battere una parola come Tempo per elefante, o migliorare Chui per leopardo, Fisi per iena e Punda per
zebra. Anche Faro, per rinoceronte, è
una parola molto espressiva, ma nessun termine swahili si adatta meglio di Mbogo
ad un animale che pesa più di una tonnellate, che è capace d’incassare un
proiettile di 8,8 mm in pieno petto e di continuare a venire avanti, e nel
quale l’astuzia più diabolica si sposa alla più incredibile velocità, e la più
cieca furia vendicativa al coraggio più riflessivo. Per quanto riguarda i
sensi, il bufalo africano non ha lati deboli […]. Uno dei suoi divertimenti
preferiti è quello di danzare sul cadavere delle sue vittime […]. Ma la caratteristica
principale di Mbogo è il suo rifiuto
della morte. Incassa spesso tanto piombo quanto ne basterebbe ad affondare una
nave da carico e continua tranquillamente a venire avanti.
Lasciandolo in pace, è pacifico come una mucca svizzera e
si allontana con un semplice «sciò» a voce bassa; se si riesce a piantargli un
proiettile nel cervello passando per il naso o a spaccargli il cuore
rompendogli la spalla, muore sul colpo. Ma provatevi a ferirlo, anche
mortalmente, ed entra in azione un certo succo ghiandolare che lo rende
invulnerabile.
Non so quale sia il record di sopportazione al piombo per
quanto riguarda i bufali; so però di uno di essi che si prese sedici palle di
calibro 470 a punta solida nel petto e continuò a caricare il cacciatore. E so
pure di un altro che con due proiettili nel cuore fece ancora tre chilometri di
strada.
Non chiedetemi come: fatto sta che lo fece”.
(R. C. Ruark, Suicidarsi è facile, in Racconti
di caccia, Sadea Sansoni editore, Firenze 1967, pp. 257-258, corsivi in originale; in tempi di Uranus in Toro è interessante; ricordo che, secondo Sri Aurobindo, l’animale
simbolo del tamas, della forza
d’inerzia, è il bufalo, e parlava
del bufalo asiatico, del quale quello che sta in Europa, giù in Campania, da
noi, o in Bulgaria, è il diretto discendente, come dire, un “tamas” che viene
“addomesticato”, mentre il tamas del
bufalo africano è “libero” e senza doma; ci si ricordi che il tamas
può esser posto in moto (col rajas) ed ecco la forza “delle masse”
che può tutto travolgere, come una mandria,
per l’appunto, di bufali, una
volta che sia stata posta in moto;
evocare tale forza è sempre stato lo scopo di “certe” forze).
“Quando la società
sta per perdere la sua vita essenziale, è
come se sorgesse energia negativa: i
capi sono ignoranti, la Via è
trascurata, la virtù muore”.
(T. Cleary, Il libro degli insegnamenti di Lao-tzu, Oscar Mondadori, Milano 1993, p. 237, corsivi miei; in effetti,
son passi tratti dal libro cinese Wen-tzu)[1].
“ ‘«Dicevo: supponete l’anarchia istruita dalla civiltà e
diventata internazionale. Oh, non parlo di quelle bande di somari [da
cui sarebbe di lì a poco venuta la Rivoluzione d’Ottobre …] che
con gran fracasso si chiamano l’Unione Internazionale dei Lavoratori, e altre
stupidaggini analoghe. Io intendo che la vera sostanza pensante del mondo
sarebbe internazionalizzata. Supponete
che le maglie del cordone della civiltà subiscano l’inserimento di altre maglie
costituenti una catena molto più potente. La terra rigurgita d’energie incoerenti e d’intelligenza non organizzata. Avete mai pensato al caso della Cina? Essa contiene milioni di
cervelli pensanti soffocati da attività
illusorie [ma oggi
è così per l’ Europa!!]. L’Europa le getta di quando in quando un
prestito di alcuni milioni, ed essa, di rimando, si raccomanda cinicamente alle
preghiere della cristianità. Ma, dico, supponete … »’”.
(J. Buchan (Lord Tweedsmuir), La Centrale d’energia (1910) in L. Pauwels – J. Bergier, Il
Mattino dei maghi, Oscar Mondadori, Milano 1979 (ben quarant’anni fa!!), p. 112, corsivi miei, miei commenti
fra parentesi quadre([i])).
Buon Solstizio
(del 2019)[2]
Buon
“Natalis Solis Invicti”
Andrea A.
Ianniello
PS.
“Questa è la gioia segreta, la sicurezza
dell’Inferno: che non è enunciabile, che è salva dal linguaggio, che esiste
semplicemente ma non la si può mettere nel giornale, non la si può rendere
pubblica, non se ne può dare una nozione critica con parole …. Thomas Mann, Doctor Faustus” (frase
di Mann in P. Levenda, Satana e la svastica. Nazismo, società
segrete e occultismo, Oscar
Mondadori Editore, Milano 2005, p.
9, corsivi in originale, grassetti miei; e questo porta, quindi, a dire, con
chiarezza, che l’ “occultismo” nel
e del Terzo Reich era una cosa solo e soltanto per pochi, per una parte
– soprattutto – del “nucleo centrale” delle SS (dunque neanche per tutte le SS), e che la stragrande
maggioranza degli aderenti e dei simpatizzanti nazisti non ne seppe mai nulla, per quanto ne ricevesse indirettamente le suggestioni, che tuttavia non era – né oggi è – assolutamente in grado di “decrittare” o riconoscere ([ii])).
Et
tu la “gioia dell’inferno” (davvero
“infernali” queste frasi, “faustiane” come poche, in tal senso: “hitleriane”, poiché quel che tanti “benpensanti” delle classi medie
(come tanti nel mondo accademico) non han mai
capito – né mai potranno capire – si
è che Hitler aveva davvero uno
spirito “faustiano”, che si manifestava, sì, dentro
una mentalità “piccolo borghese”, contraddizione apparentemente stridente, ma
così era), ma rimaneva faustiana come mentalità. Ora, tu la
“gioia dell’inferno” non la
combatti con la “democrazia”, o con la stantia
ripetizione del – fallito – “patto”
con le “classi medie”, patto del periodo post
Secondo Conflitto mondiale ed oggi terminato, come detto in tanti post in
questo blog, tra l’altro, “patto” terminato per la rottura unilaterale del piano da parte capitalistica,
sia ben chiaro; in ogni caso: “c’è di più”[3].
Di
qui, comunque, davvero “l’incapacità dei ‘cervelli liberali’ di capire il Führer”, come disse qualcuno, incapacità
che si è, molto semplicemente, perpetuata.
Solo
che, poiché non è loro dato di capir qualcosa di tali temi, men che meno
possono ammettere che quella del “Führer” era stata solo una manifestazione
temporanea di un “qualcosa” che non era
il “Führer” stesso …
In
ogni caso, Mann ha “penetrato” nello
“spirito faustiano” come pochi,
anche questo, quindi, va sottolineato …
Dir
qui “spirito faustiano” significa
pure far riferimento ai “sentieri del caos” di cui parlava Nietzsche, a proposito
dello “spirito” – geist, e cioè mente – tedesco …
Tout se tient,
dicono “lè fransè” ….
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____________________________
***
**
*
[(AGGIUNTA DEL 18/02/2020)
A proposito di Levenda, qui
sopra citato. Ecco un passo che riguarda questo stesso autore, Levenda
intendo.
“Maxwell Knight,
protetto dal milieu esoterico, continua
la sua brillante carriera alla guida del dipartimento del MI5, incaricato delle
attività antinsurrezionali, e avrà un ruolo, insieme a Ian Fleming, nella
preparazione del volo in Scozia di Hess. Gli incontri di questi personaggi dei
servizi segreti inglesi con Wheatley e Crowley, durante la guerra, inducono lo
scrittore Peter Levenda, noto per le sue inchieste sui nazisti rifugiatisi in
America Latina, a questa singolare osservazione:
‘Himmler
era ossessionato dall’idea che dietro l’intelligence britannica vi fosse
l’Ordine dei Rosa Croce e che l’MI5 reclutasse i seguaci di dottrine occulte.
Come avrebbe reagito se avesse saputo che il formidabile Maxwell Knight era un
adepto di Aleister Crowley? E che Dennis Wheatley – quello dei romanzi
prediletti da Göring – prendeva lezioni esoteriche da Crowley nello stesso
periodo in cui collaborava con il Joint Planning Staff di Churchill? Himmler ne
avrebbe accese di candele nere!’ (tratto da Satana
e la svastica. Nazismo, società segrete e occultismo, Mondadori, Milano
2005, p. 225, paragrafo dal titolo «La controffensiva esoterica»).
I rapporti tra
quest’ambiente e la letteratura continuarono con i romanzi di successo della
serie James Bond, scritti da Ian Fleming, nei quali «M», il capo dei servizi
che assegna a Bond le sue pericolose missioni, è costruito proprio sulla figura
di Maxwell Knight, la cui storia è raccontata da Richard Deacon in The Man Who Was «M». The Life of Maxwell
Knight (ed. Cde, New York 1973), un libro in cui si può leggere che una
spia nazista segnalava che Wheateley sarebbe stato un eccellente Gauleiter da Londra, se Hitler avesse
occupato l’Inghilterra. E’ in questo stesso ambiente che avviene la formazione
del duca di Hamilton, nato nel 1903 ed entrato alla Camera dei comuni nel 1930,
appena ventisettenne, contemporaneamente membro di società esoteriche e,
secondo il MI5, «con molti contatti nazisti in questo paese», con la
segnalazione dei membri aristocratici della Nordic League e del Right Club.
I rapporti con la
famiglia Hausofer iniziano alle Olimpiadi di Berlino dell’agosto 1936, durante
le quali il duca mette in contatto Albrecht anche con i membri della Camera di
comuni Kenneth Linsey e Jim Waddenburn. I contatti continuano con un incontro a
Monaco nel gennaio 1937, sia con Albrecht che con suo padre Karl, uno dei
fondatori della geopolitica. Nell’aprile del 1938 Albrecht è ospite del duca di
Hamilton a Dungaval House, nella fatale Scozia della cultura esoterica e del
futuro volo di Hess. In tutti questi incontri si parla dei comuni interessi
dell’Inghilterra e della Germania, sia in chiave politica, che, probabilmente,
in chiave esoterica. E’ anche sulla base di precedenti come questi che Hitler e
von Ribbentropp. Ministro degli Esteri dopo essere stato […] ambasciatore a
Londra (e chissà se abbia o no apprezzato le arti e le doti della signora
Simpson, poi duchessa di Windsor), si convinsero che buona parte
dell’establishment si sarebbe opposta alla guerra con la Germania per difendere
la Polonia. Anche questi son collegamenti da tenere sempre presenti. Sintetizzati
nella persona del duca di Hamilton, che aveva accesso alla famiglia reale. Questa
opposizione, sulla quale contava Hitler, si manifestò effettivamente; ma alla
fine, nel settembre del 1939, iniziò la fase finale della seconda Guerra dei
trent’anni [e cioè il periodo dal Primo Conflitto Mondiale alla fine del
Secondo, tra l’altro, categoria interpretativa che sta – giustamente – prendendo
piede, ma che fu proposta da A. Rosenberg, il teorico del nazismo [#]].
Sulla base di questa lettura, il ruolo di Hitler risulta ridimensionato [e
questo è corretto, condivisibile], così come quello dell’Inghilterra baluardo
della democrazia [idem, in realtà la
“posta in gioco” era ben diversa dalla lettura “coprente” post bellica di una
lotta fra “totalitarismo” contro “democrazia”], confermatasi tale proprio dopo
il breve regno di Edoardo VIII, difeso fino all’ultimo da Winston Churchill,
quasi presago della sua abdicazione, fatto unico nella storia inglese. Come se
le se componenti radicate nella cultura esoterica – la magia rossa della
seduttrice [Wally Simpson], la terapia di un occultista della magia nera e
dell’ipnotismo tibetano – potessero essere il preludio del tramonto dell’impero
britannico, sostituito da quello nordamericano, patria sia della signora
Simpson che della madre di Churchill, quasi un simbolo della trasmissione del
potere per via materna, eco del matriarcato bachofeniano e della tradizione
giudaica (si è ebrei solo se di madre ebrea). E’ un intreccio di voli
pindarici, al quale verrà data una solida base storiografica nei prossimi
capitoli. Per intanto va ricordato che il partito aristocratico della pace
continuò a dar segni di vita fio all’estate del 1942, quando le vittorie di
Rommel misero in difficoltà Churchill. Si dispone in proposito, tra gli altri,
di un documento particolarmente prezioso, il diario di Harold Nicolson,
pubblicato in Italia con il titolo A
margine. Diario 1930-1964 (il Mulino, Bologna 1966).
Nicolson è un
personaggio singolare: aristocratico, scrittore raffinato, diplomatico, è
marito di Vita Sackville West, l’amica di Virginia Woolf, ella pure in rapporto
con i circoli esoterici conosciuti anche da Churchill. Dapprima iscritto al
Partito fascista di Oswald Mosley, Nicolson passa poi ai laburisti nazionali di
Ramsay MacDonald, per approdare al Labour party, per il quale si candida senza
esser eletto. Churchill lo chiama collaborare al ministero delle Informazioni. Registra
gli eventi da un puto di osservazione privilegiato, tanto più che frequenta la
famiglia reale: la regina gli confida che si allena a sparare perché, in caso d’invasione
tedesca, «non cadrò come gli altri» (p. 268).
Ecco alcune pagine
cruciali del diario: «22 giugno (1942). Il “Chicago Sun” mi telefona per
chiedermi se penso che la caduta di Tobruk porterà ad una grossa crisi di
governo. Penso di sì, ma non lo dico. Se Winston (Churchill) avesse un’alternativa,
potrebbe essere gravemente scosso da quest’evento» (p. 326). La Camera dei
comuni discute una mozione di censura al governo proposta dal leader laburista
Aneurin Bevan, e il 2 luglio Nicolson scrive: «Winston siede con un’espressione
di fosco presentimento. Fa una lunga dichiarazione che in sostanza ammonta al
fatto che avevamo più uomini e più carri armati e più cannoni di Rommel, e non
riesce a capire come abbiamo subito una sconfitta così grave. […] Ottiene la fiducia
con 475 voti contro 25 […] Ma l’impressione che resta è d’insoddisfazione e
ansietà e non credo che finirà così» (p. 327). Il giorno 7 agosto il capo di
stato maggiore, sir Hastings Ismay dice a Nicolson d’aver suggerito a Winston
di mandare al diavolo i parlamentari (p. 328).
Questa difficile situazione
preclude al passaggio dell’impero agli Stati Uniti [ed oggi il senso della presidenza
di Trump non è altro che la fine del cosiddetto “Impero americano”, che non vuol dire fine della “nazione” americana,
ma fine chiusura dell’ “America” entro i soli confini degli interessi detti “nazionali”,
per quanto le “nazioni” oggi non siano che dei simulacri], decisivi per sconfiggere
Hitler, col quale il partito della pace ritiene che sia preferibile trattare
proprio per tentare di salvare l’Impero. Churchill prevale ancora una volta, ma
la situazione fa pensare a nuovi segreti.
Il duca di Kent,
fratello del re, muore in un incidente aereo (agosto di quella drammatica
estate 1942); vi è a bordo, con altre quindici, una persona non registrata e
non identificata, e Lynn Picker, Clive Prince e Stephen Prior nel loro libro Double Standard. The Rudolf Hess cover-up,
in Italia Il caso Rudolf Hess
(Sperling&Kupfer, Milano 2001) sostengono che il personaggio ignoto fosse
il gerarca nazista, in volo con il duca verso un incontro con rappresentanti di
Hitler per avviare trattative. Ipotesi fantasiose, ma che prolungano nel tempo
il regno del segreto”, G. Galli, Hitler e la cultura occulta, RCS Libri
(BUR Saggi), Milano 2013, pp. 80-84,
corsivi in originale, mie osservazioni fra parentesi quadre.]
Sulla questione del
volo di Hess, vi è un post in questo blog, cf.
Su Bachofen, tanto apprezzato – seppur in senso
“critico” – da J. Evola, a mio avviso troppo
apprezzato …, cf. J. J. Bachofen, Introduzione al diritto materno, a cura di Eva Cantarella, Editori
Riuniti, Roma 1983.
[#]
“Il
primo a parlare di seconda Guerra dei trent’anni,
in riferimento al periodo bellico 1914-1945, è stato
Alfred Rosenberg. Il rapporto con la
cultura esoterica è evidente: la prima
Guerra dei trent’anni (1618-1648)
rappresenta una svolta importate per l’esoterismo
[ma è una svolta critica e di chiusura, si badi bene a questo punto].
Da un lato, segna la distruzione di
alcune delle sue precedenti sedi più importanti, come la Praga di Rodolfo II d’Asburgo. Dall’altro
lato, segna lo sviluppo di una sua componente importante, il rosacrucianesimo, avviato dai testi del 1614,
che inducono Cartesio ad andare alla ricerca [però infruttuosa] dei Rosa Croce proprio
a Praga [e cioè nella precedente
“sede” …], arruolandosi, per giungervi, sotto le bandiere di Massimiliano, duca
di Baviera. La definizione di seconda
Guerra dei trent’anni è ripresa da Churchill, i cui rapporti
con la cultura esoterica sono meno
intensi di Rosenberg, affiliato alla Thule,
ma non mancano, come si è raccontato
nel capitolo «Il regno del segreto» [capitolo da cui è tratto il precedente passo qui sopra riportato],
rapporti iniziati nella Londra vittoriana
e in virtù dei quali ha consultato
veggenti per tutta la sua vita”, G. Galli, Hitler e la cultura esoterica, cit., p. 109, corsivi miei, miei
commenti fra parentesi quadre.
PS
[del 19/02/2020].
Nel citato libro Galli
parla di Gurdjieff e del, probabile, “patto” con Jünger per la salvezza di
Parigi: cosa plausibile, possibile. E parla della fonti su Gurdjieff, dicendo
che trova il libro di Ouspensky, che si è talvolta citato in questo blog, più
chiaro de I Racconti di Belzebù scritti dallo stesso Gurdjieff. Ed è così,
è vero. Ma questo perché lo scritto di Ouspensky è più “teorico”, mentre quello
autografo di Gurdjieff più “pratico”: in altre parole, in esso G. si spinge a
dir di più in modo “pratico”, e, per questo stesso motivo, doveva “velare” di più di quanto lo facesse nei discorsi e negli
atti quando era presente Ouspensky. Questi ultimi, proprio perché più
“privati”, erano anche più liberi, dunque più espliciti.
Per esempio, nel
capitolo “Arte” de I Racconti,
Gurdjieff si spinge a dire che Leonardo ha riscoperto l’arte “oggettiva”, come
la chiamava lui; o, nel cap. “Ipnotismo”, dice con chiarezza di alcuni “metodi”
per indurre degli stati ipnotici, e qui il discorso si farebbe davvero lungo
(ed interessante), ma mi vedo costretto a chiudere, sennò la cosa rischia di
portarci troppo lontano. Quindi non stupisce che Galli consideri lo scritto di
Ouspensky, che ha raccolto “detti e fatti” di Mister G., più “palatabile”, più chiaro, sulle dottrine, rispetto a I Racconti.
Veniamo ad un passo
interessante dallo scritto di Ouspensky. «Ricordo che conversando con G.,
durante quella prima settimana in cui facemmo conoscenza [era il 1915, cento cinque anni fa …], gli parlai della mia intenzione di tornare in Oriente.
[…] Gli domandai: “Ma le scuole che si trovano in Oriente, nel centro di tutte
le tradizioni, non offrono vantaggi particolari?”. Nella sua risposta G. mi
disse parecchie cose che compresi solo molto più tardi [e, con questa speranza,
qui si condivide tal passo].
“Supposto che voi
troviate delle scuole, non troverete che scuole ‘filosofiche’. In India non vi
sono che scuole del genere. Le cose erano state tripartite, molto tempo fa, in
questo modo: in India la ‘filosofia’, in Egitto la ‘teoria’, e nella regione
che oggi corrisponde alla Persia, Mesopotamia e Turkestan, la ‘pratica’ [si
tratta di un’affermazione di Gurdjieff che talvolta è stata citata]”.
“E’ tuttora sempre
così?”. “In parte anche ora, ma non potere afferrare chiaramente ciò che
intendo per ‘filosofia’, ‘teoria’ e ‘pratica’. Questi termini non devono essere
intesi nel senso in cui lo sono comunemente. Oggi in Oriente non troverete che
scuole specializzate; non ci sono
scuole generali. Ogni maestro, o guru, è uno specialista in qualche cosa. Uno è
astronomo, un altro scultore, un terzo musicista. E tutti gli allievi devono
studiare la materia che è la specialità del loro maestro, dopo di che passano a
un’altra materia, e così via. Per studiare tutto ci vorrebbe un migliaio di
anni”.
“Ma voi come avete
studiato?”.
“Io non ero solo. Vi
erano ogni tipo di specialisti fra noi. Ognuno studiava secondo i metodi della
propria scienza particolare. Dopo di che, quando ci si riuniva, ci comunicavamo
i risultati ottenuti”.
“E dove son ora i
vostri compagni?”. G. restò silenzioso, poi, guardando lontano, disse
lentamente: “Alcuni sono morti, altri continuano i loro lavori, altri sono in
clausura”. Questa parola del linguaggio monastico, sentita in un momento così
inatteso, mi fece provare uno strano senso di disagio», P. D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio Editore, Roma 1976, pp. 20-21, corsivi in originale, miei
commenti fra parentesi quadre.
[1]
Costante nella letteratura cinese antica è il richiamo al fatto che non importa, o importa in modo secondario, la forma del governo, ma è decisiva la qualità di chi dirige: questo è
il punto essenziale, che si tratti di Confucio, di Lao-tzu [Laozi], di Mo-tzu
[Mozi]. Ed è così, anche se per
gli occidentali di oggi ciò è, di fatto,
incomprensibile, quindi per loro solo la “democrazia” è detta “buona”, indipendentemente dal fatto che non
funzioni; e non funziona non tanto perché ci siano più partiti, rispetto alle “dittature” dove, di fatto o di diritto – poco importa –, ve né uno solo; non funziona perché, che sia
il partito unico o i tanti partiti, che sia un capo singolo oppure un gruppo
più o meno numeroso di votanti a scegliere, le persone giuste non sono scelte per i giusti incarichi.
Direbbero i testi cinesi antichi: “si promuovono le ‘persone meritevoli’”; se
invece si promuovono le immeritevoli – e tu soltanto due alternative hai: o promuovi i meritevoli o gli immeritevoli – allora i
meritevoli si allontaneranno. Come diceva Confucio: O l’uomo superiore trova
“il suo tempo” oppure non lo trova; nel secondo caso, non farà nulla per
entrarci a forza, ma si allontanerà. Ed è
inevitabile anche questo: una persona è “meritevole” proprio perché, se
vede il “gran cassino”, non c’entra;
una persona è immeritevole proprio perché, se vede il “gran cassino”, invece
c’entra dentro perché vi vede occasione per fare i suoi interessi, perché solo quelli sa e può fare.
Anche questa è legge storica costante,
non è improvvisazione. Su pochi
punti non è ammessa nessuna indecisione, e su di essi non si può sbagliare: su
questo non si sbaglia. Tu non puoi
entrarci, se sei fatto in un certo
modo. Non puoi, punto e basta. Perché imporrebbe venir troppo a patti con la
tua coscienza, quest’ “invenzione degli ebrei”, diceva Hitler: e ben pochi,
nell’ipocrisia comune del mondo liberale, riuscirono mai a capire con che
serietà lo dicesse: “This man meant what
he said” (chi sa chi disse questa frase a proposito di un politico precedente Hitler, ha i miei
complimenti: bravo, lei sta cominciando a capire) … Ma torniamo al nostro
punto. E non puoi che entrarci, se
sei fatto in un altro modo. Punto. Qui non si può
sbagliare.
Interessante anche
questo passo, sempre a tal proposito: “Cedere un pollice per conquistare un piede,
compromettersi nelle piccole cose per acquisire rettitudine nelle grandi ― i
saggi fanno così per guidare il popolo. Quando
i capi valutano i ministri, se non prenderanno in considerazione […] le loro attività generali lasciando perdere i particolari, si lasceranno sfuggire i migliori.
Pertanto, quando gli uomini son ricchi di
virtù, non si devono indagare i dettagli della loro condotta, e quando son grandemente meritevoli di lode,
non si devono criticare i loro affari
minori. La condizione umana è tale
che non c’è nessuno che non abbia qualche deficienza: se si fanno le cose essenziali in modo giusto, anche se si compie qualche errore minore, questo non è una tragedia; se invece si fanno le cose essenziali in modo sbagliato, allora, se questa è la norma, non
si è degni di molta considerazione. Quindi coloro che son puntigliosi nelle piccole cose non ottengono niente
d’importante e coloro che trovano cavilli non sanno governare le masse. Quando
il corpo è grande, le giunture sono distanti; quando la scala è enorme, la
perfezione è lontana. Questo è il modo di valutare i ministri”, ivi, p. 216, corsivi miei. E dire
“ministri” vuol dire, più in generale, funzionari, e cioè l’ ossatura di uno stato. Ed oggi tutti
fanno l’ opposto di quanto qui sopra
consigliato: non stupisce, allora, che nulla, o raramente, funzioni bene.
Questo è anche più vero nell’attuale fase di crisi della rappresentanza e delle
democrazia, ed ancor peggio è nel
Sud d’Italia pur essendo caratteristico dell’Italia tutta e in parte di tutto
l’ “Occidente indecente”. Nel Sud, va detto, vi è un’aggravante locale:
infatti, esso è il luogo dove vige l’ “orrore
amministrativo”, come lo chiamo (e Caserta n’è un perfetto esempio,
intendo dell’ Orrore amministrativo
del Sud), dove il famoso “cittadino”, del tutto teoricamente, inefficacemente
“provvisto” di sedicente “diritto”, nella realtà è uno schiavo, uno schiavo
volontario, che, per questo, non
si ribellerà mai.
Il principale
problema dell’Italia è, infatti, l’Italia stessa; e ciò significa che il
principale problema dell’Italia sono gli
italiani.
[2]
Il solstizio, in realtà, è avvenuto fra
il 21 ed il 22, per la precisione, di questo dicembre (december) del c.a., dunque siamo appena dopo il solstizio.
Il quale, quindi, è da poco avvenuto.
[3]
In tal senso, non posso che rimandare ad un vecchio post, per cercare di “far capire”, o presentire: cf.
[i]
“Luigi XIV è un sole, ma tutti possono in ogni momento entrare nel palazzo e
assistere ai suoi pasti. Sempre sotto il fuoco degli sguardi, semidei carichi
d’oro e di piume, colpiscono sempre l’attenzione, contemporaneamente
‘appartati’ e pubblici. Dalla Rivoluzione in poi, il poter si rifà a teorie
astratte e il governo si occulta. I responsabili si dan da fare per passare per
persone ‘come gli altri’ e nello stesso
tempo stabiliscono delle distanze. Sul piano delle persone, come sul piano dei
fatti, diventa difficile definire con esattezza il governo.[…] Si vedono pensatori
assicurare che l’America ubbidisce unicamente ad alcuni capitani d’industria,
l’Inghilterra ai banchieri della City, la Francia ai massoni, ecc. [tutte cose
che son appena ritornate, notato??, e che, dunque, non son affatto delle “novità”] Con i governi usciti dalla guerra
rivoluzionaria, il potere si occulta quasi completamente. Gli osservatori della
rivoluzione cinese, della guerra d’Indocina, della guerra d’Algeria, gli
esperti di cose sovietiche, son tutti impressionati dall’ immersione del potere nei
misteri della massa, dal segreto in cui sono avviluppate le responsabilità,
dall’impossibilità di sapere ‘chi è che’ e ‘chi decide che cosa’. Entra in
azione una vera criptocrazia. Non
abbiamo il tempo, qui, per analizzare questo fenomeno, ma ci sarebbe da
scrivere un libro sull’avvento di ciò che noi chiamiamo criptocrazia [davvero ci
sarebbe da scrivere un tal libro, con la differenza, importante, che i governi “rivoluzionari” dell’epoca dei due autori
affermavano il segreto, cioè il
“cripto”, per così dire, mentre oggi, al contrario, si afferma l’inesistenza
della dimensione “cripto”, per cui si è generata una simulazione di governi: parrebbe
che siamo guidati da delle apparenze, da delle simulazioni di governo: per
esempio Trump prende la decisione di sviluppare l’esercito dello spazio degli
Usa, cosa della quale si sente da tempo: ma è stato lui a farlo sul serio?
Oppure ha solo posto in atto delle “decisioni” prese da delle “altre” forze?]”,
L. Pauwels – J. Bergier, Il Mattino dei maghi, cit., p. 114, corsivi miei, miei osservazioni
fra parentesi quadre. “Paul Mousset, […] corrispondente di guerra in Indocina e
in Algeria, mi diceva: «Ho sempre avuto l’impressione che il boy, il piccolo bottegaio, fossero in
realtà i grandi responsabili … Il mondo nuovo camuffa i suoi capi, come quegli
insetti che assomigliano a rami, a foglie …» […] Nessuno saprebbe indicare i
nomi dei veri capi”, ivi, p. 115,
corsivo in originale. Oggi, come ho già detto, è piuttosto che chi appare non è
se non una simulazione di governo invece di un capo che – nascosto – pur
comanda. E’ più la sparizione di chi sembra comandare nella simulazione di
governo, piuttosto che
“La minaccia di guerra
rivela la forma reale dei governi. Nel giugno del 1955 l’America aveva previsto
un’ ‘operazione all’erta!’ nel corso della quale il governo avrebbe lasciato
Washington per andare a lavorare ‘in qualche parte degli Stati Uniti’. Nel caso
in cui il suo rifugio fosse stato distrutto era prevista una procedura secondo
cui quel governo avrebbe trasferito i suoi poteri ad un governo-fantasma
(l’espressione testuale è ‘governo di ombre’) già fin d’allora designato. […]
Così il passaggio alla criptocrazia, in uno dei paesi più potenti del globo, è
ufficialmente annunciato. In caso di guerra indubbiamente vedremmo sostituirsi
ai governi ufficiali,, questi ‘governi di ombre’, installati forse nelle
caverne della Virginia per gli Stati Uniti, su una stazione galleggiante
nell’Artico per l’Unione Sovietica. E a partire da quel momento sarebbe delitto
di tradimento rivelare l’identità dei responsabili. Armate di cervelli
elettronici per ridurre al minimo il personale amministrativo, delle società
segrete organizzerebbero la gigantesca lotta dei due blocchi dell’umanità. […] Noi
non facciamo fanta-filososofia o fanta-storia. Facciamo realismo fantastico.
[…] Non cerchiamo certo di orientare l’attenzione verso qualche vano occultismo
[…]. Non ci proponiamo qualche religione. Non crediamo che nell’intelligenza.
Pensiamo che ad un certo livello l’intelligenza è essa stessa una società
segreta. […] Qui come altrove, abbiamo potuto soltanto abbozzare il lavoro di
ricerche o di riflessioni. Sappiamo bene che al nostra visione delle cose
rischia di sembrare folle: dipende dal fatto che noi diciamo rapidamente e
brutalmente ciò che abbiamo da dire, come si bussa alla porta di un
addormentato quando il tempo stringe”, ivi,
pp. 115-116. Vi è un sol punto dove qui – all’epoca, si tenga conto che
l’edizione francese originale ormai è del molto ma molto lontano (eppur vicino)
!! – dove qui questi due autori, appena citati, si sbagliano: nel pensare ai
“due blocchi”, e qui, sì, che son datati, e profondamente. No, la cosa più
probabile è – come si conferma dalla neonata arma spaziale Usa – una “guerra”
contro cosiddetti “alieni” che, secondo W. Von Braun, non erano affatto tali,
ma era una cosa “voluta”, da non meno ben
precisate “forze” …
[ii]
Il punto decisivo – d’importanza incalcolabile (e si prega l’astuto
lettor di leggere con attenzione la
nota finale n.“i” sulla
“suggestione”) si è che, per quanto non
“decrittabili” né riconoscibili da
parte del “pubblico”, queste corrente mentali comunque possono essere diffuse,
tanto più efficaci quanto meno “riconosciute”, appunto … “‘Il
demone della dominazione del modo ha parlato. Ha rivelato il gran segreto: il
mondo può essere dominato. Piegata dalla stanchezza, la gente chiede di essere
sottomessa. E coloro che oppongono resistenza saranno domati […]. La società moderna è percorsa da una
corrente magica che induce in tutti gli uomini gli stessi pensieri …’. Konrad Hiden”,
in P. Levenda, Satana e la svastica, cit., p. 282,
corsivi in originale. Dovrebbero riflettere – chi ne fosse ancora in grado,
cioè riflettere a mente libera, non piena dei fumi delle propagande – su questa
– peraltro vecchia – affermazione di K. Heiden (da una biografia di Hitler del 1944 …!!). Chiaro che solo la stretta minoranza del nucleo
centrale dei nazisti aveva davvero accesso a questi temi, ma – pur essendo ciò verissimo –, cioè il non aver accesso direttamente a questi
temi, non implica il non esserne
influenzati!! Appunto, se si tratta di una corrente
di “opinione”, chi vi è “aperto” non ha necessità di consocerete l’ origine. Per cui, si arriva al solo
apparente paradosso per cui chi meno ne sa tanto più può esserne influenzato.
A questo punto, si deve
solo fare 2+2 … cosa, però, che non farà chi scrive: deve farla il lettore da
sé, sempre se lo vuole … Tra
l’altro, lo stesso autore citato è fra i pochi ad aver ben chiaro al natura di
“culto” che almeno una parte delle SS aveva, SS che si è salvata dopo la
Seconda Guerra Mondiale. In tal salvataggio, un ruolo importante l’ha senza dubbio avuto Otto Skorzeny, cf. ivi,
p. 269. Ma un’altra cosa è importante, una cosa che Levenda capisce e che non è
stata capita neanche dopo cinquant’anni, per cui contro il neonazismo “mistico”
ed “occultizzante” si son sempre usati strumenti deboli, afferenti alla
“convivenza” o alla “tolleranza”, cioè distillati di nera incomprensione, per cui non stupisce che il neonazismo sia
risorto: “Non esisteva uno ‘spirito
umano’, bensì solo uno spirito razziale”,
ivi, p. 268, corsivi miei. Hitler sta tutto qui, l’ “hitlerismo” –
come distinto dalle varie forme di
nazionalismo, anche la più chiusa, anche la più fascista in senso storico
(non nel senso che ha preso, impreciso) – sta tutto qui: “Non esiste uno ‘spirito umano’”, comunque definito eh. Per
loro esiste solo uno spirito razziale. Si nega “dunque possibilità di progresso
individuale e personale dello
spirito. O si nasceva perfetti, o la
propria anima era destinata al fallimento”, ibid., corsivi miei. E si “nasceva
perfetti” se e solo se si era degli “ariani perfetti”, cioè completi, e, man
mano che il sangue si mescolava, si
mescolava pure la “perfezione” dell’anima: “lo
spirito era dunque una funzione del sangue”, ibid., corsivi miei. Questo
genere di cose non è stata capita dalla gran parte della gente – e continua nel
non esserlo – e magari vien capito da qualche narratore, che pure ne dà una
versione volutamente parodistica, e tuttavia lo capisce, cf. N. Spinrad,
Il signore della svastica, TEA,
Milano 1994.
Tutto ciò ci fa capire
il “gioco delle tre carte” che vien fatto dall’ “occultismo nazistizzante”: la
sostituzione dell’anima “immortale” – delle “tre anime” di Aristotele, lo dico
per intenderci, l’anima immortale è la prima nel senso della più superiore –
con la terza, la più inferiore, l’anima “vitae” di Aristotele. Perché l’anima
“sangue” in realtà è l’anima “vitale”, quella dei “mani” (manes), quella che si fissa sulle o
nelle mummie … Il che, a sua volta, è indizio specifico – “chi ha orecchie per
udire, oda” – della cosiddetta “ispirazione” dell’occultismo “nazistizzante” o
“neonazista”; ed è su queste cose qui (non
su quelle segnalate da Vona, autore da me citato en passant in un post precedente) che le ambiguità di Evola sono chiare: questo è “il” punto, quello vero. L’anima “sangue” è anche quella del golem, quella che si può “evocare”, ecc. ecc. Il discorso si
farebbe troppo lungo qui, ma bastino questi esempi. Per così dire, dunque,
l’occultismo “nazistizzante” non fa che portare agli estremi – senza dubbio deviando – ma delle cose che, seppur
“minori”, provengono davvero dal
mondo “tradizionale”, ponendo in politica – sotto un velo – delle cose che non fan parte della politica
“moderna”, ed ecco perché quest’ultima viene sempre, per principio, depistata
a tal proposito,. Ciò non significa
né che il democratismo né che il comunismo né i nazionalismi fascisti non
abbiano delle basi nel mondo tradizionale “deviato” come il nazismo: però ce
l’hanno alla oro origine, che poi han dimenticato (in varie forme di
Massoneria, più o meno deviata). L’occultismo “nazistizzante”, al contrario,
pone sempre queste basi nella “pratica”, à
la Mao Zedong, ma presentando sempre in modo implicito i loro assunti di base: questo è il “gioco delle tre carte”, come lo chiamo.
Raramente qualcuno ha posti in forma esplicita, come ha fatto Levenda, i loro
assunti, che si possono riassumere nella frase riportata qui sopra: “Non esisteva uno ‘spirito
umano’, bensì solo uno spirito razziale”,
P. Levenda, Satana e la svastica, cit., e ciò qualsiasi cosa si voglia intender
per “spirito umano” eh, non
necessariamente l’accezione “liberalistica” cosiddetta. Sia ben chiaro
questo punto. Alle origini di Hitler vi è una corrente che c’è sempre stata, in
realtà, in Europa (per esempio: Hitler leggeva ed annotava spesso Fichte, non è un caso, che il nazismo ha però
portato all’eccesso, su ciò cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/08/conversazione-con-paolo-broccoli-su-due_4.html.
Il nazismo non è stato – e continua a non essere – un “incidente di percorso”
nella storia d’Europa. Ma è la precisa estremizzazione di componenti che fanno
parte della cultura e della storia europee. E questa radice culturale ha una
componente occulta, come anche il democratismo liberale, il comunismo e i
nazionalismi fascisti, con la grandissima differenza, però, che ognuno di
questi ultimi ha ricevuto un imprinting alla nascita e poi ha dimenticato la
propria radice. Nel caso del nazismo ciò non è potuto accadere, per causa della
sconfitta storica da esso ricevuta. Esso è stato dunque costretto a tornare
ripetutamente alle proprie radici, che si vedono nella “pratica”, non sono una dimenticata, obliata origine,
e poi c’è solo la presentazione pubblica, che va da sé, che si sviluppa in modo
più o meno autonomo. Non è così. Ed il loro merito – perché lo è, perché li
rende forti – è stato quello di far continuamente riferimento alle “radici”
occultizzanti. Li rende forti, perché è come una pianta che tu taglie tagli, ma
ricresce sempre, perché ha radici forti. Anzi, è proprio io fatto che ne tagli
lo stelo che forza le radici ad “irradicarsi” ancor di più, ad occultarsi ancor
di più, a ricercare terreni aridi e sassosi nei cui interstizi espandersi.
Probabilmente, (Wallerstein) …
Ma questo discorso –
sul “sangue” – ci porterebbe in un lungo
excursus, che qui, però, non sarà possibile fare.
Infatti. qui di seguito
porrò soltanto quel che può esser utile nel momento attuale: in realtà, su tali
argomenti, ho accumulato un sacco di
materiale: potrei scrivere più d’un corposo volume: ma, poi, chi lo leggerebbe davvero? Ed allora, se
“passasse sotto silenzio” – cosa quasi certissima
considerate le premesse della “nostra” epoca – che
senso avrebbe farlo? Nessuno.
Allora molto meglio è,
di conseguenza, venire all’ “essenziale”, tralasciando
l’ “interessante”, che, però, eccede di
molto il “minimo” essenziale. Ma tant’è, la forza delle cose ha, per
l’appunto, una sua forza …
Levenda sottolinea – e non
è il solo – l’importanza della Thule Gesellschaft per la nascita non tanto del
“partito nazista” tout court – i
critici han sempre ridotto l’importanza di questo gruppo, che non è il
“generatore” del nazismo tout court, ma solo di una parte del suo centro
“occultista”, e c’è una bella differenza! In ogni caso, tutti questi
“riduttori” son destinati a non capirne niente: secondo loro, si tratta di
“ridurre” non il fenomeno storico nazionalsocialista, dove invece hanno ragione,
ma l’importanza in esso di un nucleo “occultista”; e vi son costretti a farlo, poiché quel che vogliono fare si è
ridurre “alla storia” il fenomeno nazionalsocialista, “ridurlo” alle sue
componenti “storiche”, appunto cioè politico-economiche – o di genere similare.
A, facendo così, dimostrano di non averne capito niente. Perché il nazionalsocialismo,
grazie appunto ad un centro “occultista” che vi ha un’importanza maggiore, più
centrale, che in altri fenomeni politici – dove pure c’è stato e c’è, qui nessuno lo nega –, ha questa
particolarità: che è precisamente
l’ irruzione di una corrente “mitica”
nella storia. Che senso ha, dunque, volerlo ridurre alla storia? Nessun
senso. Cosa si dimostra così? Solo di non averne capito la natura, peraltro
chiarissima per Hitler e quei pochi che n’erano consapevoli. Sottolineo sempre:
pochi, per cui l’accusa che di
solito si fa, che con questi temi non si spiega il fenomeno sociale del nazionalsocialismo, ancora una
volta, manca totalmente il bersaglio.
Perché il fenomeno del nazionalsocialismo, diversamente da degli altri fenomeni
della politica moderna dove pure si può riscontrare un “contatto” con la
dimensione “occultistica”, non è un mero “contatto”, ma la “giunzione” di una
componente “occultistica” con una prettamente sociale, che c’è eccome,
quest’ultima però essendo del tutto ignara dell’altra componente, salvo
qualcuno che la intuiva ma non riusciva a centrarne l’obiettivo, la natura
vera. Per esempio, lo stesso C. Schmitt fu tra questi: egli si avvide troppo
tardi di tale componente. Nella “giunzione” sta il punto. Così com’è avvenuta
una volta, può riaccadere, e cadranno nel nulla le varie “proteste” in nome
della “democrazia” o dei “diritti” o della “morale cristiana” e cose simili.
Solo che, se avverrà di nuovo, lo
farà con modalità profondamente differenti: nulla si ripete uguale. Per cui ciò
che vediamo è, al massimo, una molto ma molto
lontana prefigurazione … Levenda, per sua fortuna, non è fra costoro. Nemmeno
altri studiosi, ma il punto polemico è l’importanza della Thule Gesellschaft.
Altri han seguito, per
esempio, però, l’andamento “minimizzante” che, in realtà, nasce
dall’incomprensione, sia “popolare” che “accademica”, di cosa sia la “magia”
cosiddetta. Non vi è il tempo di far qui, tuttavia, quel discorsetto, quell’ excursus, di cui s’è detto sopra. Solo dei
riferimenti, per chi vorrà approfondire, e dovrà farlo da sé, sia ben chiaro
questo: cf. P. Roland, Il nazismo e l’occulto, Riverdito Edizioni, Trento-Mattarello 2009. Poi cf. M. Serrano, Il Cordone dorato. Hitlerismo esoterico,
Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2007
(Serrano esprime un certo “tantrismo deviato”, però ha il gran merito di
dirle con chiarezza certe cose, sempre rimaste più o meno “occulte”, nel senso
etimologico di “segrete”; ho anche citato, in un passato post – che ognuno, se
interessato, dovrà ricercarsi da sé, come la pensasse Guénon sulle relazioni
fra “Tantrismo e magia”, vedremo poi, se ve ne sarà del tempo – sempre motivi
contingenti bloccano (manco a dirlo, de ‘sti tempi) – la relazione fra Cina e
certe cose di tal fatta, in Mao, nello specifico, relazione indiretta eh, “via”
(cioè “per mezzo del”) “metodo Kalì”
…). Su Mao, cf.
http://www.lulu.com/shop/enrico-fortunia/decemberwolf/paperback/product-21129358.html:
son dei resti salvati di un vecchio blog su splinder. La
“dialettica” di Mao era più parente di quella yin-yang, ma “modernizzata”, che di quella hegeliana, cosa ben capita da Zizek, cf. S. Zizek, Introduzione a Mao Zedong, Zizek presenta Mao. Sulla pratica e Sulla contraddizione. Scritti filosofico-politici del grande timoniere presentati da Zizek, con una lettera di Badiou, Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni (MI) 2009. Solo che quella
che Zizek – e Badiou, col quale Zizek dialoga, pur nell’evidente differenza di
posizioni – considera una “debolezza”, un errore di Mao, è la sua forza, che
però va capita bene, qui si dovrebbe fare un discorsetto un po’ lungo, che si
farà di seguito, “se ve ne sarà
del tempo”, come detto qui sopra. Il
continuo processo di crescente crisi implosiva
delle strutture statali, e sociali,
minaccia questa possibilità togliendo tempo: la risorsa tempo è sempre quella
decisiva, sempre.
Di tali resti,
qualcosina si è salvato anche altrove, cf.
Non ha proprio alcun
senso, dunque (o: quindi), fare il lavoro per chi deve farlo da solo: se davvero è interessato, se crede, se ne sente – soprattutto questo
– il bisogno: faccia lui, si metta
in gioco; infatti: “ ‘E’ la prima grande lezione dell’Egitto […]. Ascolta Her-Bak:
presentare all’uomo solo l’aspetto virtuoso, significa risvegliare l’attrattiva
del male; forzarlo a fare del bene provoca la volontà contraria; nello stesso
modo, dare senza chiedere nulla in cambio [non necessariamente di denaro, ma
della volontà di approfondire, per esempio: ed allora l’informazione data
dev’essere vera. ma mai del tutto
completa], e aiutare sopprimendo lo sforzo [idem
come appena detto nel precedente commento fra parentesi quadre], significa
creare la rivolta e l’invidia [si appuntino ciò ben in mente certuni e cert’altri]
anziché la riconoscenza’. ‘Credo di aver capito’, disse Her-Bak. ‘che non
bisogna mai provocare l’opposizione con un’azione diretta che voglia la cosa senza tener conto del
contraccolpo: il qual è inevitabile come il rimbalzo di un sasso gettato contro
un muro’. […] ‘E’ una legge rigorosa. Se vuoi il bene, concepisci la
possibilità del male, e ascolta la reazione del tuo cuore verso il bene. E
sappi che l’uno e l’altro non sono mai assoluti … eccetto un unico male, che è
il rifiuto della Luce’. Il cuore del novizio cominciò a orientarsi; Her-Bak lo seguì e
affermò gravemente: ‘Nefer-Sekheru, hai annientato la mia ribellione, e mi hai
indicato la strada”, I. Schwaller de
Lubicz, Her-Bak (Cecio),
L’Ottava Edizioni, Milano 1985, pp. 126-127,
corsivo in originale, miei commenti fra parentesi quadre. Si tratta della
dialettica ermetica, non “filosofica”, ricollegabile a quella
yin-yang: ed occorre non solo
leggerla, ma comprenderla nel profondo, nella propria vita, sennò non “libera”,
no “rilascia” i suoi vitali anticorpi. Questo è un qualcosa che, dunque, ognuno
dovrà, se vorrà, farlo da sé, posto che ne senta l’esigenza.
Indicazioni è giusto,
anzi doveroso, darle – e su questo blog se ne sono date tante, ma davvero tante
–; non è però altrettanto giusto
giungere alle conclusioni al posto di
altri: questa è cosa che non
attiene a chi scrive. Tale secondo passo veramente costituirebbe un’ “invasione
di campo” nel legittimo “libero arbitrio”, spesse volte assai limitato e tante
solo arbitrario, e tuttavia, pur nei suoi ristretti limiti, ben reale, senza
contare la “Parola divina” che ci vincola in maniera pressoché assoluta, il
divieto qui è assoluto. Quando le
religioni di base semitica hanno “sconfinato”, han commesso delle “invasioni di
campo” di seguito pagate a caro prezzo. Quindi si può cercare di porre in luce,
stimolare, segnalare od esporre, ed altre cose del genere: mai però sviluppare
o concludere, men che meno decidere, al posto altrui. Il divieto qui è assoluto. Non ammette deroghe di sorta.
NB.
Il movimento “new age” ha i suoi
pericoli non perché – meramente – “panteismo” che spesse volte non è affatto
aggressivo (spesse volte il “panteista” contentandosi di starsene a casa per i fatti suoi, senza esigenze di
“proselitismo”), ma perché, da un lato, fa un “fritto misto” di cose molto
diverse, troppo eterogenee, creando pericoli per la stabilità fisica, ed anche
la salute (“tecniche” troppo diverse non si armonizzano bene fra loro), e,
dall’altro lato, soprattutto, perché fa da “volano” ad altro: per esempio ha
fatto da “volano” per il “tradizionalismo” becero dei “nostri” tempi, anche se
pure quest’ultimo non è altro che uno “stadio” ed una “fase” in un “processo”
più vasto. Nessuno di questi “anelli” del “flusso”, infatti, riesce ad esser
“stabile”, dunque a fungere da fase “ultimativa”: di conseguenza, il processo,
dopo aver sostato un po’ in queste pozze d’acqua poco pulita, riprende,
muovendosi verso la sua foce, verso il suo vero
e reale obiettivo. E l’obiettivo potrà esser solo quel punto in cui un processo instabile
si stabilizzi, cioè quando i due fattori che necessariamente lo compongono
convergano fra di loro e, in conseguenza di tale convergenza, tal processo è
impossibilitato a procedere oltre nel suo moto. Quindi, si arresta. Di conseguenza:
esso ha raggiunto il suo reale obiettivo.
Sul fatto che il
“tradizionalismo” faccia “da volano” alla fase successiva, cf.
Tiriamo le
somme: non può esistere un uso “politico” della figura dell’ “A.” (l’Anticristo
biblico) senza profonde forzature del
suo senso reale. Questo perché l’ “A.” porrà termine alla “politica”, e ad ogni
politica, tanto buona come cattiva.
Questo a sua
volta perché la figura dell’ “A.” pone
termine alla storia, alla storia tout
court, in altre parole: pone termine a
tutta la storia umana.
Che poi è ciò
che Hitler avrebbe voluto fare, ma non poté fare perché fu fermato, per la
verità rocambolescamente, “per il rotto della cuffia”: è vero. E’ infatti ben
noto che la minaccia di Hitler fu assolutamente sottovalutata, compreso dalle
chiese, o non fu proprio compresa, per vari motivi, che son attivi anche oggi,
peraltro; ma stavolta, oggi, non è più possibile fermare queste forze, nemmeno
“per il rotto della cuffia”, come accadde all’epoca da parte dei pochi che “si
rendevan conto” e che occupavano, sempre in modo fortuito e rocambolesco, delle
posizioni di più o meno (relativo) comando, cosa quest’ultima oggi super
impossibile da qualsiasi punto la si veda (c’è la “democrazia”, quindi è
totalmente impossibile): la “cuffia” stessa si è rotta, ormai … NON vi è più
“KATÈCHÔN” , insomma …
Il concetto
fondamentale dell’ “A.”, dunque, si è che pone termine alla storia umana, pone
termine a tutta la storia umana.
Questo è il
senso. E mancando di questa caratteristica fondamentale, se ne deve dedurre che
non siamo in presenza dell’Anticristo, ma dell’suo “politico” delle tematiche
escatologiche, atra cosa che si è sempre fatta nella storia = siamo ancora ben
dentro la storia, signori. E, di conseguenza, di tutto si sta parlando fuorché
di tematiche “escatologiche”, quando – in apparenza – le si sta solo usando; di
conseguenza: per favore, non veniteci a vendere vecchia merce da robivecchi
sempre un po’ riaggiustata, perché, nei vostri termini, la “fine” non c’è mai
stata e non ci potrà mai essere. Si tratta sempre, ma dico sempre, di
variazioni su tema del “Papa Anticristo” o dell’ “Imperatore Anticristo”, ma,
se ragioniamo così, comunque stiamo ancora dentro la storia. E il tema del
“Papa Anticristo” o dell’ “Imperatore Anticristo” è ancora storico: interessa
una parte solo del mondo e solo una parte che ha avuto una determinata storia.
Essa – “fine” –
potrà effettivamente darsi se e solo se
il tema in questione possa giungere a “monopolizzare” o, almeno, a “dominare” ogni altro possibile tema, che sia
quello dell’ambiente, della crisi delle religioni, della crisi della politica o
dei destini del sistema di distruzione delle culture, come della natura, noto
col nome di “capitalismo”; insomma: di ogni altro tema sulla faccia della Terra:
e, per definizione, non potrà essere un tema solo europeo, legato alle lotte
fra Papato ed Impero nel Medioevo (se andiamo a stringere, questo è, alla fin
fine). Ed allora: NON CI SIAMO ANCORA.
Il fatto che –
su ed in questo blog – si è lungamente dibattuto della crisi della politica e
della rappresentanza, oltre che di temi storici più o meno legati a Federico
II, sta qui a pubblicamente dimostrare che non
ci siamo ancora. Già il fatto che abbia detto, con chiarezza, che Federico II non è (stato) l’ Anticristo (cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/11/federico-ii-e-l-antichrist-breve.html),
la dice lunga.
Vero è che – col
5G – stan facendo un passo in avanti allo scopo di avere un comando unico, che
potrà, se del caso, bloccare tutte le attività, ormai digitalizzate ad un
livello pazzesco – con la follia
collettiva che tutto ciò sta sempre più chiaramente generando, perché sono una
droga ed una dipendenza pubbliche –, e operare nel senso della “emersione
pubblica”, come da qualcuno molti pensato anni fa, già proprio al termine del
Secondo Conflitto Mondiale. Ma è ancora ben chiaro che devono intervenire
ancora dei fatti decisivi, che, poi, giustificherebbero che, in questo blog, ci
s’interessi di cose del momento e non di temi più generali, cosa che ho avuto
modo di scrivere, ma che non si è ancora verificata.
Ed ovviamente,
per questi ambienti, per quanto l’Anticristo debba cercare d’impadronirsi della
Chiesa cattolica, saranno loro – i “conservatori” – che, resistendo,
gl’impediranno di aver successo. Questa è la mentalità di tanti, oggi, ma, con
l’Anticristo biblico, ciò ha ben poco, se non niente, a che spartire. Il
concetto di Anticristo, il concetto di “Apocalisse” – l’evento e non il libro!
– son precedenti a quelli di “Chiesa” (nascendo nella fase ultima di crisi del
Giudaismo appena prima di Cristo, poiché questo tema è legato a quello della
speranza Messianica), concetto – di “Chiesa” – che ha invece polarizzato
l’attenzione per duemila anni, ma che non consente di giungere al nocciolo del
problema, poiché l’Anticristo è “anti” (cioè “contro”) l’ “umanità” ed anche
contro la “Chiesa” (non solo cattolica, in realtà contro qualsiasi religione),
ma è possibile l’inverso, per cui uno può essere “contro” la Chiesa e tuttavia
non contro l’ “umanità”, e, per quanto una cosa tale possa essere indigesta a
certi ambienti, ciò può accadere senza che l’Anticristo si manifesti. La storia
sta qui a comprovare che le cose sino andate esattamente così. Naturalmente
potrà sempre stare “dietro le quinte”, ciò è possibile, ma quando si parla di
“Anticristo” si deve necessariamente intendere l’ “esteriorizzazione” dell’Anticristo stesso (che, dunque, si “manifesta” apertamente, non più indirettamente), prima cosa, e, secondo punto,
che si tratti dell’Anticristo biblico, il cui concetto precede la nascita del
Cristianesimo. Quest’ultimo punto non è secondario. Mancando questi due
assunti, parliamo dell’uso storico
del concetto di Anticristo, ed anche, poi, da una certa epoca in poi, di un uso
politico del concetto di Anticristo.
In ambedue i casi non stiamo parlando dell’ “A.” biblico, il primo uso essendo nato nelle diatribe sull’Arianesimo, con l’ attribuzione all’imperatore Costanzo della qualifica di
“anticristo”, mentre per l’uso politico
senza dubbio la stagione delle polemiche fra Papato ed Impero è stata quella
della nascita della diffusione di un tal uso, che, poi, avrebbe avuto un enorme
successo, enorme successo, che ancor
oggi perdura (ahi noi), ma che con l’ “A.” biblico non ha niente a che
spartire. Che, poi, la Chiesa debba “sparire” perché l’Anticristo si
possa manifestare non è affatto vero, anche se lo è in certe visioni
conservatrici, dove dev’esserci il “Papa Anticristo”, né tali visioni sono poi
conformi alle leggende sull’Anticristo che, pur prevedendo una grave corruzione
nelle Chiese cristiane, non postulano la necessità di una loro “fine” perché
l’Anticristo debba manifestarsi. Per chi sa leggere tra le righe, ciò significa
che l’ “A.” potrà manifestarsi in base ad “altri” motivi rispetto all’esistenza
della Chiese cristiane. D’altro canto, l’ “A.” già esisteva quando nacque la
primitiva Chiesa cristiana ed è una potenza – nascosta, per l’appunto, la
chiave sta in questa parola qui – nonostante l’esistenza storica della Chiesa
cristiana che, poi, si è andata dividendo in vari tronconi nel corso della
storia. Deduzione: il “katèchon” non può essere la Chiesa, evidentemente. Il
problema è, dunque, qui: che per molti il “katèchon” è la Chiesa, dunque
“dev’esserci una sorta di “Papa Anticristo” perché l’ “A.” possa manifestarsi
apertamente. Basta, invece, che la crisi vada oltre una certa soglia, basta
solo questo, dato che la Chiesa non è “ciò che trattiene” ma solo avversaria
della potenza che si esprime per mezzo dell’ “A.”, ch’è un altro concetto. L’Anticristo
è il nemico dell’umanità, non solo della Chiesa. La verità centrale del
Cristianesimo è che Cristo salva l’uomo in sé, l’umanità, e non solo i
cristiani. Allo stesso modo, l’Anticristo non è affatto solo nemico della
Chiesa bensì dell’uomo.
In breve, tutte
queste visioni errate si basano sull’idea che la “tradizione” sia il XIX
secolo. Per cui il Medioevo già rimane per loro un libro chiuso: l’ostacolo è
nel loro modo di pensare. Mi rendo conto che davvero non è facile figurarsi
epoche precedenti, ma d’altro canto anche gli storici del futuro avranno un bel
daffare per cercare di far comprendere come la gente la pensa oggi alle genti
future. Vero è anche che il XXI secolo sembra più l’anagramma parodistico del
XIX che il superamento del XX, a giudicare dal neonazionalismo in auge oggi, ma
vedere la questione dell’Anticristo per mezzo delle lenti distorcenti del
contrasto fra stato laico e Chiese nel XIX secolo è un grosso errore di
prospettiva e, secondo punto, proprio studiando le diatribe fra Papato ed
Impero, si evince che la divisione medioevale, con le reciproche accuse di
“anticristo”, era una diatriba dentro una stessa visione, in questo dunque
diversa da quella fra stato laicista ottocentesco e Chiese cristiane, per cui
anche in relazione a questo punto chi oggi continua nella storia del “Papa
Anticristo” non percepisce le differenze qualitative delle varie epoche, le
dimensioni qualitative del fluire
temporale.
La questione
dell’Anticristo ha dunque delle differenze qualitative
rispetto a tutte quelle precedenti.
L’attribuzione di “anticristo” nella storia è stata molteplice e tuttavia la
storia non è mai finita: quindi vi è
qualcosa di diverso in gioco.
Chi ha il potere
è colui che può imporre la sua agenda di priorità, imposte come “più”
importanti di altre. Chi può farlo, chi può decidere che “ora” la cosa più
importante è questa o quella, quegli è chi ha il potere. In sostanza, è chi
domina nello stato di emergenza (C. Schmitt). E, nel nostro mondo, chi comanda
nello stato di emergenza non sono le
cosiddette autorità visibili ed apparenti. Siamo già nello Stato di emergenza globale … Che prima
sarà – ed è già – il clima, e, dopo,
sarà qualcos’altro, di più avvolgente ancora, mantenendo l’emergenza climatica.
Sarà, per esempio, dei cosiddetti “alieni” … E “i Magi che ora vengono ad
adorare il Bambino verranno, forse, nel futuro, ad onorare il falso Messia,
l’Anticristo”, M. Bussagli – M. G.
Chiappori, I re Magi. Realtà storica e tradizione magica, Rusconi Libri,
Milano 1985, p. 255. Detto tutto
ciò, credo che ora, crescentemente, ci attendano questioni concrete ….
PS (del 14/01/2010). Un altro link, forse, utile, cf.
https://exploredoc.com/doc/2145927/appunto-metodologico.-il-%E2%80%9Cgrande-gioco%E2%80%9D-e-la-met%C3%A0noia.
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PS (del 14/01/2010). Un altro link, forse, utile, cf.
https://exploredoc.com/doc/2145927/appunto-metodologico.-il-%E2%80%9Cgrande-gioco%E2%80%9D-e-la-met%C3%A0noia.
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(ADDENDUM DEL 16/02/2020)[[i]2].
[[i]2]
Vi è un vecchio libro – d’ormai ben trent’anni
fa!! –, libro che ha molti aspetti problematici,
e che non va certo preso “alla
lettera” (Si tratta, in realtà, del campo pericoloso – perché fatalmente foriero d’ “illusione” – delle “visioni” e dei
“messaggi ‘sottili’”. Ciò non vuol dire
che qui tutto sia “sbagliato”, ma solo, per dirla con Guénon, che vi sono dei
profondi “specchi distorcenti” (che facilmente impediscono di “sceverare il
grano dalla pula”, in questo “campo”
specifico), ma, poiché conta più “ciò” che si dice di “chi” lo dica, dunque, della
serie dei “passi particolari” o “spigolature ‘curiose’”, vi è un brano che
andrebbe meditato. Soprattutto perché ciò è stato scritto ben trent’anni fa,
non ieri … (Sempre della serie: perché “i devianti” vedono ciò che i “non
devianti”, o chi così si considera, non riesce proprio a vedere? Non sarà che
quest’ultimi siano tenuti assieme dalla
paura? … e cosa, di buono, puoi
costruire con la paura?, cosa di buono puoi costruire sul “no”? niente …) Insomma, nonostante delle trite, ritrite
“banalità ‘new-age’”, vi è, in
ogni caso, un “germe” di verità. Ma, d’altro canto, queste cose, dette da chi
segue – o ha seguito – il cosiddetto “new-age”,
vuol dire che si tratta di fonte che sa
di “certe” cose da “dentro” …
“L’ Ombra è prima di tutto un’ energia, ma non bisogna dimenticare che l’energia spesso ha bisogno d’incarnarsi,
e in questo caso è proprio così: ad
immagine dei vostri fratelli di Luce, i fratelli dell’amore povero [sic!!] operano sotto terra da milioni di
anni [idem], non perché siano attratti dal male – perché
dominio, potenza e perfezionamento
di una sola ed unica razza sembra loro un bene – ma per fare del
pianeta un luogo ove possano essere soddisfatte
le loro esigenze mentali e fisiche. Il loro progetto più elaborato si
è nascosto dietro l’ etichetta
nazista, un’etichetta che è scomparsa
in parte perché ha finito per spaventare gli uomini [che si son mostrati, come al solito, troppo
ingenui e senza fantasia] … Ma che cos’è
un’etichetta? Una forza decisa ad
imporsi può portare tutte le etichette che vuole, a seconda di come gira il vento: nessuno può eliminare un’idea semplicemente cancellandone il nome
[la perenne, perennemente stolta mentalità post Secondo Conflitto
Mondiale, che questo ha, di fatto,
preteso, fallendo miseramente: appunto per quanto appena detto, se cancelli un nome non ne cancelli l’idea di
base, senza contare che il “razzismo” fa
parte delle basi del capitalismo, così come il “nazionalismo” ha esercitato
una funzione di “lubrificante
sistemico”, per cui manco hanno delle armi
vere contro “ciò” che sta dietro il “nazismo” e che cambia, ha
cambiato e cambierà “etichetta” senza cambiare di sostanza; le uniche
sciocchezze che possono blaterare è il “per tutti”, le opportunità cosiddette “per
tutti”, cioè quel “riformismo incrementale” ch’è in crisi sostanziale,
irreversibile: ed essendo entrato in crisi, non hanno più alcun’arma per
combattere contro il vecchio Nemico che ha semplicemente preso altre spoglie,
altre forme], così vi dico che la potenza
nazista è più che mai presente sulla Terra [cose scritte nel 1990!]; si è rivestita di abiti onorevoli, e s’è perfezionata nella padronanza
di una tecnologia che sarà ben presto capace di modificare i climi
[di nuovo: cose scritte nel 1990!], quindi
l’equilibrio economico delle nazioni [si rifletta
su tal punto, anche in relazione
ad eventi assai recenti …]; si
basa anche e soprattutto sulla scarsa
resistenza fisica ed emozionale della maggior parte delle persone [nessun dubbio al riguardo] che sono in risonanza con ciò che potremo
chiamare ‘una certa lunghezza d’onda’.
[…]
Il
nazismo è sciamato in tutte le latitudini e l’ unica possibilità, per le vostre civiltà,
di non vederlo più ricomparire alla luce
del sole [ma ormai “la frittata
è fatta”, come suol dirsi: è ricomparso
(*)], con un altro nome ancor più
insidioso [ma è proprio così che le
cose stanno andando, un altro
nome, niente si ripete uguale … eh,
mica son fessi …], è che vi liberiate dello ‘spirito di massa’ […] [segue una osservazione
giusta ma del tutto teorica: si
parla contro lo spirito di polemica che i media intrattengono: per carità, giustissimo, ma del tutto sogno, impotenza e nient’altro; anzi,
qui son passati dalla Tv, che ancor aveva una sua residuale componente non
individualistica, ai mezzi digitali che ti
seguono dappertutto, e col 5G sarà anche peggio,
insomma: è la tecnica che amplifica
lo “spirito di massa”, di “gregge”, quindi le cose sono andate per la loro
strada in ben trent’anni, peggiorando
moltissimo, rispetto a trent’anni fa, dove qualche residuo “bastione” resisteva:
oggi zero] Quanti di voi dicono di esser certi di vederci chiaro, quanti pensano di non cadere nella trappola delle
forze oscure … allora, vi dico che non
tutti i nazisti erano coscienti di essere tali, e di cosa significasse il nazismo [questo è certo]; gli uomini e le donne che hanno sostenuto quel
movimento spesso erano uomini e donne simili
a voi che credevano di ‘far bene’ [ovvio];
non sapevano di essere in realtà gli incoscienti trampolini di una forza che andava infinitamente al di là di
loro stessi [anzi, questo sentimento
di una forza che “andava al di là di loro stessi” era cagione di fascino, di seduzione … e lo sarà (futuro) di nuovo …]. Una parte
di voi, uomini della Terra, è ancora
troppo poco matura [nessun dubbio, al riguardo] per evitare lo
stesso abisso perché, siatene certi [eh sì], l’ostacolo cambierà abilmente aspetto [di nuovo: cose scritte nel 1990]: questo non semini il terrore in
voi … […] fuggire la false tranquillità, aprire gli occhi infinitamente, com’è
infinita la luce, è sempre un momento di fioritura di se stessi”, A. e D. Meurois-Givaudan, L’incontro con Lui, Edizioni àrista,
Torino, 1990, pp. 121-123, corsivi
miei.
E così è stato: è
“risorto” (pur essendo stato giusto
ed opportuno un lavoro di “revisione” della storia della Seconda Guerra
Mondiale, poiché historia semper
revidenda, ma è stato usato da delle “altre” forze per “altri” scopi),
sotto tutt’ altre spoglie eh (**),
poiché niente si ripete uguale; ci
si segni questo: niente si ripete uguale.
Naturalmente i
“correttivi” che già, all’epoca, si proponevano han
fallito miseramente … Forse l’ unico
consiglio vero è la vigilanza. Non
la diffidenza, ma la vigilanza:
questa è l’unica – e sola – cosa
che si può concretamente consigliare, oggi. “Siate astuti come serpenti e puri
come colombe” (Vangelo di Tommaso, 39
[44]), che il parallelo esatto nella
forma canonica: “Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe” (Mt, 10-16). Chiaro che questi
cambiamenti di terminologia servono ad evitare che si confonda il serpente di
questo passo evangelico con il serpente tentatore
del Genesi, ma in realtà la prudenza
è astuzia, che non vuole offendere gli altri, ma solo preservare sé stessi, e
la semplicità è purezza: le cose semplici spesso sono anche pure, prive
d’infingimenti ed alterazioni umane, prive di quei desideri egoistici che di
solito l’essere umano frammezza con ogni cosa. Forse la resa migliore del
termine originale in italiano è “accorto”, siate accorti come i serpenti non velenosi (eh, quelli non velenosi) che sentono l’aria e solo
dopo si muovono. Altra resa buona per “astuti” o “prudenti” è “cauti”; ed altra
traduzione per “puri” o “semplici” è “candidi”, termine quest’ultimo, poi, che
alluda al color bianco della colomba, e quindi “calza” molto bene. Stiamo,
però, girando attorno al concetto di “vigilanza”, con tante sfumature o
varianti, non però cambiandolo nella sua sostanza. Quindi la “vigilanza” è la cosa migliore. Oggi. Tal è il miglior atteggiamento da consigliarsi
a “chi ha orecchie per intendere” … In
Times like these …
Intanto la “Fortezza
Bastiani” è sempre più vuota, e lo sarà sempre di più: Guénon ben spiegò la cosa (anche se tanti han
voglia di leggerlo, ma non ne han compreso l’ essenza), e, da quando il suo “progetto di élite (intellettuale occidentale) – progetto che fu spesso assai malinteso in un senso “politico”
che non aveva – si dimostrò non
potersi realizzare, di conseguenza, ergo,
il continuare dell’ emorragia
“tradizionale” – cioè all’ interno
della “Traditio”, e non fuori di essa!! – ha iniziato a
“precipitare” con l’emersione del “tradizionalismo”, nuova “foglia di fico”; a
tal proposito, cf.
(*) Su
queste cose – per chi vuol capir bene che cosa c’è “dietro” –, ma sapendo
leggere tra le righe (neanche troppo, eh …), cf.
si tratta de “Uno
Studio in Blu” …
(**)
E fu detto, nessun dubbio al riguardo, e su questa potenza camaleontica che usa le “nazioni”, che c’avrebbe provato la “terza volta”
(e stavolta senza poter essere fermata perché stavolta, con attenzione, ha senz’altro avuto l’ accortezza, da bravo serpente, stavolta
velenoso eh, di non presentarsi
con delle modalità che potessero spaventare …, giacca e cravatta, senso comune,
cattivarsi classe media e cosiddetto “popolo”, ma in vista di qualcosa che
neanche i “populisti” possono lontanamente immaginare, nel contempo mandando
avanti la tecnica che dissolve nazioni e società …), …, cf.
http://www.lulu.com/shop/andrea-a-ianniello/shri-aurobindo-e-la-trasformazione-del-mondo/paperback/product-20533948.html.
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