Il concetto di
Anticristo (“A.”), soprattutto nei
tempi più vicini a noi, si è concentrato sull’attribuzione, a questo o a quel
personaggio, del termine stesso di “Anticristo”, A. Le attribuzioni più note sono al Papa, da parte di Lutero, e a
Lutero, da parte dei cattolici; ma poi c’è solo l’imbarazzo della scelta, ed
ovviamente tutto ciò ha un interesse storico, ma con l’ “A.” vero e proprio non
ha molto a che vedere.
Ci sono stilemi fissi,
che vengono applicati alle varie personalità, fra le quali vi è stato Federico
II.
Federico
II non è (stato) l’Anticristo.
“Proprio il trattamento
riservato al 666
rivela un percorso di modernizzazione
e di aggiornamento rispetto alla tradizionale lettura gematrica. All’indomani della
deposizione di Federico II decretata dal concilio di Lione (1245), un certo
frate Arnoldo, domenicano fedele all’imperatore e assai prossimo a lui, volendo
dimostrare che il papa responsabile di tale atto è l’Anticristo, s’ingegna a
far corrisponde al 666
la somma numerica delle lettere che compongono il nome d’Innocenzo IV. Una tale
rilettura del nome presuppone implicitamente
la convinzione che l’ Anticristo sia destinato a cercare
d’impadronirsi della chiesa romana e (forse)
anche a riuscirci. Il lessico apocalittico attivato entro ambienti
curiali contro Federico II e i suoi
discendenti vien così rovesciato contro lo stesso papa regnante. L’ invenzione gioachimita del nesso Anticristo/chiesa romana risulta tacitamente operante in entrambe le
direzioni, giungendo ad esiti
peraltro estranei alle prospettive proprie dell’abate calabrese, che di suo era stato fautore dei
papi del suo tempo e di una intesa
fra chiesa romana e impero”[1].
Il problema è proprio
questo “lessico apocalittico” che,
tirato di qua o di là, rimane uguale
nel corso del tempo, solo viene spostato di qua o di là secondo le intenzioni
di chi lo usa. E che cos’ha tutto ciò a che vedere con l’ “A.” biblico?? Nulla.
Ma qualcuno si rese
conto, anche nel corso del passato storico, che l’attribuire a Federico II la
qualifica di “A.” era una forzatura, che i calcoli non funzionavano e ch’era
stato solo un uso “politico” dell’ “A.”, perché questo è stato nella storia:
l’uso politico della figura
dell’Anticristo, sul qual fatto si potrebbe scrivere un lungo Trattato, senza
problemi.
Va ricordato come, già
nel Medioevo, l’idea che Federico II fosse l’ “A.” venne, infine, riconosciuta essere sbagliata[2].
Tra l’altro, non solo Federico II è stato associato
all’Anticristo, ma pure papi, fra cui Innocenzo IV, il grande nemico di Federico[3],
come anche s’è detto qui sopra. Tutto questo rientra in una concezione molto
limitativa dell’ “A.”, per la quale o è il papa o l’imperatore, per cui l’ “A.”
è colui che o si oppone o prende possesso della Chiesa cattolica, concezione
“riduttivistica” ben saldamente al potere oggi, e la rivediamo in tante
proteste conservatrici contro l’attuale papa, perché questo sono, fuori dalla maschera novecentesca che usano: “carte conosciute”[4],
come suol dirsi.
Andrea A. Ianniello
Addendum. L’ “ultimo
interrogativo” (“celtico”, J. Robin)
Tutte le risposte già
ci sono, rimane un ultimo
interrogativo, “celtico”, per
dirla con J. Robin (o, come dico io, “Kèltek”).
Qual è quest’ “ultimo”
interrogativo, ch’è pure “l’”
interrogativo “ultimo”?
Evidentemente – in un
qualche modo – l’interrogativo “ultimo” è “parente” del primo, e, del “primo” interrogativo, lo è quello “Ultimo”.
Se non sai rispondere al Primo, come puoi
risponder all’Ultimo?
Ma non
preoccuparti: un giorno, l’Ultimo ti troverà: il mondo
semplicemente, non avrà più davanti alcuna terra e rimarrà solo mare.
Ed allora, si
chiederà: che cosa, Ora?
PS.
Se constatiamo la ricorrenza – nelle crisi
mondiali più rilevanti storicamente –
dei numeri 1 e 9, allora pure il 2011 è stato importante – e così è
successo – e lo sarà pure il 2021, oltre a questo 2019.
[1]
Introduzione Generale in L’Anticristo,
vol. iii La scienza della fine, a cura di G. L. Potestà e M. Rizzi,
Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori 2019,
p. xix, corsivi miei; che sia
stato Gioacchino da Fiore ad “inventare” questo nesso Anticristo/Chiesa
cattolica, è vero, ed è anche significativo: prima non c’era questa relazione,
quindi. Nondimeno, è altrettanto vero che gli esiti cui si piegò questa
relazione, pur originando da Gioacchino, furono ben
lontani da quelli pensati dallo stesso Gioacchino da Fiore: ciò accadde
per profonde ragioni storiche,
trattare delle quali ci porterebbe troppo lontano. Si osservi tuttavia come il
“lessico apocalittico” viene sì
rovesciato, ma non vien mai
cambiato. Il punto vero è questo, e,
sinché questo lessico” rimarrà invariato,
senza che se ne comprenda la
natura storicamente determinata,
per cui esso non può aver valore se si discute del termine della storia, non si farà mai alcun passo in avanti.
Mai.
[2]
Cf. ivi, Introduzione al testo di Fra’ Salimbene di Parma, p. 15.
[3]
Cf. ivi, testo di Frate Arnoldo, Innocenzo
IV, ovvero l’Anticristo, pp. 345-353.
[4]
Ed ovviamente, per questi ambienti, per quanto l’Anticristo debba cercare
d’impadronirsi della Chiesa cattolica, saranno loro – i “conservatori” – che,
resistendo, gl’impediranno di aver successo. Questa è la mentalità di tanti,
oggi, ma, con l’Anticristo biblico,
ciò ha ben poco, se non niente, a che spartire.
https://www.youtube.com/watch?v=w5iEyeEXk04. …
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