venerdì 15 novembre 2019

FEDERICO II e “l’ ANTICHRIST” – Breve puntualizzazione (“storica”) –















Il concetto di Anticristo (“A.”), soprattutto nei tempi più vicini a noi, si è concentrato sull’attribuzione, a questo o a quel personaggio, del termine stesso di “Anticristo”, A. Le attribuzioni più note sono al Papa, da parte di Lutero, e a Lutero, da parte dei cattolici; ma poi c’è solo l’imbarazzo della scelta, ed ovviamente tutto ciò ha un interesse storico, ma con l’ “A.” vero e proprio non ha molto a che vedere.
Ci sono stilemi fissi, che vengono applicati alle varie personalità, fra le quali vi è stato Federico II.
Federico II non è (stato) l’Anticristo.



“Proprio il trattamento riservato al 666 rivela un percorso di modernizzazione e di aggiornamento rispetto alla tradizionale lettura gematrica. All’indomani della deposizione di Federico II decretata dal concilio di Lione (1245), un certo frate Arnoldo, domenicano fedele all’imperatore e assai prossimo a lui, volendo dimostrare che il papa responsabile di tale atto è l’Anticristo, s’ingegna a far corrisponde al 666 la somma numerica delle lettere che compongono il nome d’Innocenzo IV. Una tale rilettura del nome presuppone implicitamente la convinzione che l’ Anticristo sia destinato a cercare d’impadronirsi della chiesa romana e (forse) anche a riuscirci. Il lessico apocalittico attivato entro ambienti curiali contro Federico II e i suoi discendenti vien così rovesciato contro lo stesso papa regnante. L’ invenzione gioachimita del nesso Anticristo/chiesa romana risulta tacitamente operante in entrambe le direzioni, giungendo ad esiti peraltro estranei alle prospettive proprie dell’abate calabrese, che di suo era stato fautore dei papi del suo tempo e di una intesa fra chiesa romana e impero[1].
Il problema è proprio questo “lessico apocalittico” che, tirato di qua o di là, rimane uguale nel corso del tempo, solo viene spostato di qua o di là secondo le intenzioni di chi lo usa. E che cos’ha tutto ciò a che vedere con l’ “A.” biblico?? Nulla.
Ma qualcuno si rese conto, anche nel corso del passato storico, che l’attribuire a Federico II la qualifica di “A.” era una forzatura, che i calcoli non funzionavano e ch’era stato solo un uso “politico” dell’ “A.”, perché questo è stato nella storia: l’uso politico della figura dell’Anticristo, sul qual fatto si potrebbe scrivere un lungo Trattato, senza problemi.
Va ricordato come, già nel Medioevo, l’idea che Federico II fosse l’ “A.” venne, infine, riconosciuta essere sbagliata[2].

Tra l’altro, non solo Federico II è stato associato all’Anticristo, ma pure papi, fra cui Innocenzo IV, il grande nemico di Federico[3], come anche s’è detto qui sopra. Tutto questo rientra in una concezione molto limitativa dell’ “A.”, per la quale o è il papa o l’imperatore, per cui l’ “A.” è colui che o si oppone o prende possesso della Chiesa cattolica, concezione “riduttivistica” ben saldamente al potere oggi, e la rivediamo in tante proteste conservatrici contro l’attuale papa, perché questo sono, fuori dalla maschera novecentesca che usano: “carte conosciute[4], come suol dirsi.








Andrea A. Ianniello














Addendum. L’ “ultimo interrogativo” (“celtico”, J. Robin)
Tutte le risposte già ci sono, rimane un ultimo interrogativo, “celtico”, per dirla con J. Robin (o, come dico io, “Kèltek”).
Qual è quest’ “ultimo” interrogativo, ch’è pure “l’” interrogativo “ultimo”?
Ma bisogna prima aver posto la domanda. Qual è, dunque, “la” domanda?[5]


Evidentemente – in un qualche modo – l’interrogativo “ultimo” è “parente” del primo, e, del “primo” interrogativo, lo è quello “Ultimo”.
Se non sai rispondere al Primo, come puoi risponder all’Ultimo?
Ma non preoccuparti: un giorno, l’Ultimo ti troverà: il mondo semplicemente, non avrà più davanti alcuna terra e rimarrà solo mare.
Ed allora, si chiederà: che cosa, Ora?



PS.
Se constatiamo la ricorrenza – nelle crisi mondiali più rilevanti storicamente –  dei numeri 1 e 9, allora pure il 2011 è stato importante – e così è successo – e lo sarà pure il 2021, oltre a questo 2019.



[1] Introduzione Generale in L’Anticristo, vol. iii La scienza della fine, a cura di G. L. Potestà e M. Rizzi, Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori 2019, p. xix, corsivi miei; che sia stato Gioacchino da Fiore ad “inventare” questo nesso Anticristo/Chiesa cattolica, è vero, ed è anche significativo: prima non c’era questa relazione, quindi. Nondimeno, è altrettanto vero che gli esiti cui si piegò questa relazione, pur originando da Gioacchino, furono ben lontani da quelli pensati dallo stesso Gioacchino da Fiore: ciò accadde per profonde ragioni storiche, trattare delle quali ci porterebbe troppo lontano. Si osservi tuttavia come il “lessico apocalittico” viene rovesciato, ma non vien mai cambiato. Il punto vero è questo, e, sinché questo lessico” rimarrà invariato, senza che se ne comprenda la natura storicamente determinata, per cui esso non può aver valore se si discute del termine della storia, non si farà mai alcun passo in avanti. Mai. 
[2] Cf. ivi, Introduzione al testo di Fra’ Salimbene di Parma, p. 15. 
[3] Cf. ivi, testo di Frate Arnoldo, Innocenzo IV, ovvero l’Anticristo, pp. 345-353. 
[4] Ed ovviamente, per questi ambienti, per quanto l’Anticristo debba cercare d’impadronirsi della Chiesa cattolica, saranno loro – i “conservatori” – che, resistendo, gl’impediranno di aver successo. Questa è la mentalità di tanti, oggi, ma, con l’Anticristo biblico, ciò ha ben poco, se non niente, a che spartire.
[5] Mah … In tanto, cf.
https://www.youtube.com/watch?v=w5iEyeEXk04. …  









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