venerdì 15 novembre 2024

Un ricordo di Paolo Broccoli

 




Ricordiamo qui un conversatore nonché, in parte, anche collaboratore del blog, recentemente scomparso.[1]

Con lui ho avuto varie conversazioni, appunto, sempre senz’alcun problema, pur nelle differenze di posizione: devo dire mai uno screzio. In tal senso, era “politico” cioè legato alla “polis” vale a dire all’ “agorà” = quelle cose di cui tutti straparlano e nessuno pratica … L’ “agorà” vuol dire, infatti, l’interazione fra diversi che si sanno tali, ma si riconoscono reciprocamente: cioè tutto ciò che manca, e non da oggi, ma ormai da molto tempo. Si è parte, non tutto, e lo si è consapevolmente, per cui l’agonismo non risulta distruttivo. In tal senso, era una persona di altra epoca. Lontana dal “clima mentale” del presente attuale.

Difficile oggi è trovare, infatti, chi sa “conversare” in tal senso  Ricordo qui, a tal proposito, la conversazione fra Jünger ed un autore da lui molto apprezzato (C. Schmitt) in Il nodo di Gordio, ripubblicato l’anno scorso (2023) dall’Adelphi. Oggettivamente, era più vicino a Schmitt, per lui un autore cui far riferimento e ritornare più volte.

Altra cosa sa ricordare di lui è come fosse studioso (ed ammiratore) di Machiavelli, in particolare dei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio (1531), più che del Principe, che pure ben conosceva.
Oggi non può più esservi “Principe” (di ciò si è discusso con lui nella prima Conversazione d’ “Impolitiche Conversazioni”) …

E questo mi ricorda un altro passo: “L’essere vissuta in un mondo in disfacimento mi aveva fatto capire l’importanza del Princeps”, M. YOURCENAR, Memorie di Adriano, seguite dai Taccuini di appunti, Einaudi editore, Torino 1988 (edizione originale francese: 1963), dal “Taccuino di appunti”, p. 286. È un breve passo – en passant, appunto – del “Taccuino di appunti”, ma quanto attuale! Anzi è di più che attuale! Poiché Yourcenar scriveva nell’epoca della Seconda Guerra Mondiale o subito dopo, quando ancora vi era l’ **illusione** dell’esistenza (possibile) d’un “Princeps” (e Paolo era legato a quella stagione, alla fin fine), mentre noi viviamo una fase ben più radicale, cosa che, poi, alla fin fine, anche lui riconosceva.

Infatti un mondo “in disfacimento” si può sempre “rifare” mentre un mondo “in dissoluzione” non trova “soluzione” …! Oggi!
Per Paolo Broccoli, politica e cultura erano collegate, questo era fondamentale per lui: oggi la politica è la sagra della più completa incultura.
Questa deriva era necessaria: in tal modo qualsiasi suggestione si eserciti in quell’ambito non trova, né può farlo, alcun ostacolo.

Alcuni post per ricordarlo, dunque, qui di seguito. Tra i suoi ultimi interventi, praticamente.


Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/04/colloquio-sul-blog-tra-il-gestore-a.html.

Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/08/conversazione-con-paolo-broccoli-su-due_4.html.

Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/05/conversazione-con-paolo-broccoli-3.html.


Inoltre ricordo che un suo intervento nella rievocazione della Crociata di Federico II di Svevia è salvato qui, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/07/in-ricordo-della-crociata-di-federico.html.
Siamo stati tra i pochissimi ad aver ricordato quella - lontana, ormai - Crociata.


Per finire, un post che ricorda le sue parti (l’ “ager Falernus”), cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/05/la-copertina-di-una-vecchia-dissertatio.html.



Anche infine: cf.

https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/06/impolitiche-con.jpg.

Fu lui a proporre il titolo, tratto da Thomas Mann, un alfiere della “rivoluzione conservatrice” poi passato alla democrazia. Oggi stiamo nella fase inversa e complementare, per così dire …



NB. Paolo Broccoli lascia una raccolta di documenti e libri all’Archivio di Stato di Caserta: il Fondo Broccoli, appunto. Fondo inventariato, tra l’altro. Tal inventario può leggersi al seguente link, cf.

https://ascaserta.cultura.gov.it/fileadmin/risorse/PATRIMONIO_DOCUMENTARIO/broccoli_archivio.pdf

Contiene dela utile documentazione, sempre per chi, chiaramente, vi fosse interessato.





[1] Sovviene un passo di Corbin: “Abbiamo sopra accennato alla presenza di Ibn ’Arabî alla traslazione delle ceneri di Averroè a Cordoba. […] Da una parte della cavalcatura avevano caricato il feretro; dall’altra i libri di Averroè. «Un pacco di libri che bilancia un cadavere!»”. H. CORBIN, Storia della filosofia islamica, vol. I, Adelphi Edizioni, Milano 1973, p. 251.

Questo scrisse Ibn ’Arabî, e, mi sembra, in tale situazione, il ricordo più adatto.
Qualcuno ha detto: “Non conta la mèta, ma il cammino” … 

 













7 commenti:

  1. Per PB eran due gli autori letterari di riferimenti, insieme ad altri, chiaro (per esempio Proust), ma due lo erano in modo particolare: Dostoevskij e Kafka. E di questi due autori due opere per lui erano le più significative: di Dostoevskij “Memorie dal sottosuolo” e di Kafka “Il processo” …







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  2. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/09/la-caduta-del-riformismo-incrementale.html








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  3. Per PB Carl Schmitt era fondamentale, naturalmente criticamente visto, ma rimaneva centrale nella sua riflessione. Ferratissimo in storia antica, quella che i politicanti di oggi manco sanno esista! - e si vede! -, ammiratore di Giorgio Colli.

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    1. Cf.
      https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/11/frasi-sparse-dal-dopo-nietzsche-di-g.html







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  4. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/la-dromocrazia-p-virilio-ha-vinto-la.html







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  5. Anche cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/06/masse-senza-politica-e-non-massa-e.html








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  6. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/05/shi-il-poterecircostanze-dallintro-di.html







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