“Le cose sono spesso diverse da come sembrano”
Le
cose sono spesso diverse da come sembrano.
Nondimeno, le date segnano
delle specie di “scalette”, per questo non vanno disprezzate.
Andiamo, senza dubbio, verso la fine della “crisi del mondo
moderno” (Guénon), vale a dire verso la parte finale
dello stesso processo, la cui data d’inizio si può senz’altro
far risalire all’inizio della Prima Guerra Mondiale, il 1914.
In
una tale atmosfera l’esempio di Benedetto di Norcia, che visse un
tempo analogo, ma ben diverso, di profonda crisi, può essere molto
interessante:
“Quando
Benedetto adolescente studiava a Roma, si vide posto di fronte al
problema della decadenza. Al declino generale egli reagì in un primo
momento ritirandosi dal mondo. Questa fu la sua risposta provvisoria,
non la risposta definitiva. Solo con la costruzione di Montecassino
diede la risposta cristiana al fenomeno della decadenza. Essa non
consistette in una protesta o in una manifestazione, né nel semplice
restauro di condizioni precedenti, il che si è sempre rivelato
sterile. Cercò di dare una risposta positiva
e alla decadenza contrappose una vigorosa ricostruzione. Aveva
un’alternativa.
In epoche di dissoluzione
la cosa decisiva
è sempre quella di non starsene disorientati con le mani in mano.
Chi
non conosce una soluzione migliore è sconfitto in partenza.
Lamentele
e critiche non hanno mai combinato nulla”
(W. Nigg, Vita
di San Benedetto di Gregorio Magno e la Regola,
Città Nuova Editrice, Roma 1975, p. 31, corsivi e grassetti miei).
La
risposta è “avere un’alternativa”, senza, però, l’illusione
di tentare di restaurare le condizioni precedenti, che è il perenne
errore d’ogni “tradizionalismo”, con il qual errore esso si
condanna all’inevitabile sterilità.
Ecco, dunque, che ripensare all’esempio benedettino può diventare
di grande interesse in questa nostra fase storica.
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