mercoledì 4 maggio 2016

Una frase di Guénon, da “STUDI SULL’INDUISMO”




La raccolta d’articoli (poi pubblicata col titolo Studi sull’Induismo) proveniva in gran parte da “La Voile d’Isis”, che poi sarebbe divenuta “Etudes Traditionelles”, che poi sarebbe deviata nel “culto” di un’opera, quella di Guénon, ma lasciamo questa deviazione al tempo in cui sarebbe avvenuta, che non è quella in cui furono scritti. 

In tale raccolta, tuttavia, vi è un articolo - pubblicato originariamente sul “Le Monde Nouveau” del giugno 1930 (si badi bene: 1 9 3 0) -, intitolato: “Lo spirito dell’India”. A rileggerlo oggi, in base all’India com’è diventata, fa specie, ma fu intravisto discretamente dallo stesso Guénon, sia detto chiaramente. 



Ma veniamo al passo; Guénon sta parlando del perché si hanno fasi di disordine: 

“Dal punto di vista del principio non vi è che ordine; ma, dal punto di vista delle contingenze, il disordine esiste e, per quel che concerne l’umanità terrestre, siamo in un’epoca in cui il disordine sembrerebbe trionfare. Ci si può chiedere perché sia così, e la dottrina indù, con la teoria dei cicli cosmici, fornisce una risposta a questa domanda. Noi siamo nel Kali-Yuga, nell’età oscura, dove la spiritualità è ridotta al minimo dalle leggi stesso dello sviluppo del ciclo umano, che conduca a una sorta di materializzazione progressiva lungo i suoi diversi periodi, di cui quello indicato è l’ultimo […]. Verso la fine di quest’età, tutto è confuso, le caste sono mescolate, la famiglia stessa non esiste più; e non è questo ciò che esattamente vediamo intorno a noi [frasi del 1930, va ricordato: che cosa ne avrebbe detto Guénon oggi, visto che, all’epoca, certo, determinate manifestazioni “critiche” vi erano già molto forti, ma non certo come poi lo son diventate, ed inoltre avevano una forma politica che manteneva lo stato, anzi lo rafforzava; tutto è cambiato quando la via è andata verso l’ indebolimento dello “stato moderno”, una svolta totalmente non capita dai vari “tradizionalisti” d’ogni forma e fatta, e totalmente seguita dalle “destre” che, ora, diventano “pseudo ‘identitarie’”: il che la dice lunga sui nostri contemporanei]? Bisogna concluderne che il ciclo attuale tocca effettivamente la sua fine, e che presto vedremo sorgere l’aurora del nuovo Manvântara? Si potrebbe esserne tentati di crederlo [corsivi aggiunti], soprattutto se si considera la velocità con la quale gli eventi precipitano; ma forse il disordine non è ancora giunto al suo punto massimo [corsivi aggiunti, il “bon senso” di Guénon], forse l’umanità deve scendere ancor più in basso [corsivi aggiunti: come poi è stato, e non è ancora finita, questo è il “bello” …], negli eccessi d’una civiltà interamente materiale, prima di poter risalire verso il principio e verso le realtà spirituali e divine. Poco importa, del resto [beh, nel 1930 poco importava, nel 2016, al contrario, importa: “Parlar di tori non è lo stesso che stare nell’arena”]: che ciò avvenga un po’ prima o un po’ dopo, questo sviluppo discendente che gli Occidentali [da un bel po’ non più loro soltanto; corsivi aggiunti] chiamano ‘progresso’ troverà il suo limite [corsivi miei], e allora l’ ‘età oscura’ finirà […] Senza dubbio, se l’oscurità deve ancora sempre più estendersi [corsivi aggiunti], quest’ élite [che “salva il salvabile”] potrà essere ridotta, anche in Oriente [corsivi miei], ad un numero assai ristretto di persone [corsivi aggiunti]; ma è sufficiente che qualcuno custodisca integralmente [corsivi aggiunti] la vera conoscenza per essere in grado, quando i tempi saranno compiuti [corsivi aggiunti], di salvare tutto ciò che potrà ancora essere salvato del mondo attuale, e che diverrà il germe del mondo futuro [corsivi miei]” (R. Guénon, Studi sull’Induismo, Fratelli Melita Editore, La Spezia 1989, pp. 16-17, corsivi miei aggiunti indicati fra parentesi quadre, così come anche i commenti). 

Il 1989 fu altro anno fatidico: non si dica che “casualmente” il “Müro di Berlino” cadde il 9 novembre, perché quest’ultima data è profondamente **symbolica** nella storia moderna della Germania, ed ha un suo chiaro e netto significato …






5 commenti:

  1. Ripetere non basta proprio, che senso ha ripeter Guénon … eppur questo si vede tante volte, **ancor oggi**, come se si predasse l’aura di autorevolezza di Guénon stesso, ma a che serve … Occorrerebbe riattualizzare, commentare, “misurare” con (= per mezzo de) il “radius” solare …




    RispondiElimina
  2. Ben diverso è, invece, l’esser consapevoli di due snodi fondamentali: 1) che il “Re del Mondo” è un bel po’ che non agisce, e che le cose stanno andando “per inerzia”, scelta **voluta**; e 2) che nel libro “IL RE DEL MONDO” Guénon parlava del “Centro del Mondo [al cui centro cardine vi è, precisamente, il “Re del Mondo”] (“Agarthi”) **inaccessibile** nel ‘Kali-Yuga’”, tant’è che il nome stesso di “Agarthi” vuol dire “inaccessibile” o “inviolabile”, per l’appunto. Tuttavia, ne “IL RE DEL MONDO”, Guénon stesso diceva e sosteneva che il “Centro nascosto” nel “Kali-Yuga” non sarebbe dovuto più esserlo … Aggiungeva – nella citazione finale da un passo di de Maistre (da “LE SERATE DI SAN PIETROBURGO”, 11 conversazione) – secondo cui “temibili oracoli” annunciavano che si doveva aspettare “un avvenimento immenso nell’ordine divino” … “IL RE DEL MONDO” esce in Francia (annunciato da parti pubblicate sulla rivista “Atanòr” di Reghini, in Italia) nel lontano *******1927*******, ovvero ben *******ottant’anni******* fa!! E nulla è intervenuto nel frattempo, salvo il processo di dissoluzione del mondo moderno che ha proceduto sempre più rapido, arrestato qua e là da qualche intervento di rallentamento perché la situazione non precipitasse prima del tempo (come quelli operati da Sri Aurobindo e Mère, spariti loro nulla più si vede); e, nel frattempo, abbiamo scoperto tante carte, quanti nel “mondo della tradizione” si son fatti incantare dalla modernità, vuoi per parteciparvi, vuoi per “combatterla”con mezzi moderni: ed anche questo è stato utile in quanto ha fatto “scoprire” le vere intenzioni di molti …, ma – di nuovo – si è trattato di qualcosa di **non** risolutivo.
    Quanto a “LE SERATE DI SAN PIETROBURGO”, la cui undicesima conversazione è l’ultima e conclusiva, son del lontano **1821**, prima edizione. E, di nuovo, nel frattempo nulla è intervenuto a bloccare – non dico a frenare, che i freni ci sono stati e son caduti **solo dalla fine degli Anni Settanta ed inizio Anni Ottanta** del secolo scorso (*) - il “processo di caduta” e nessun “avvenimento immenso nell’ordine divino” si è verificato, pur essendoci stati “temibili oracoli” senz’alcun dubbio …

    La visione di de Maistre vedeva nella Rivoluzione francese il male assoluto, quel “tradizionalismo” revanscista che ha avuto un suo successo nella parte finale del XX sec., e in quest’inizio di XXI, ma che ha strafatto il suo tempo: non porta a nulla, non è capace non di dico di fermare, ma nemmeno di **frenare** i processi dissolutivi!!. Le “controrivoluzioni” non servono.

    RispondiElimina

  3. Il punto vero – a riguardo della citazione dal “LE SERATE DI SAN PIETROBURGO” di de Maistre – è questo: che se “temibili oracoli” annunciano che di debba attendere “un avvenimento immenso nell’ordine divino” **ERGO** una mera “restaurazione” non ha alcun senso, e il richiamarsi tradizionale” a “prima della modernità” – QUALUNQUE SIA il “momento” che si decida esser d’inizio alla modernità stessa – NON RISOLVE IL PUNTO. Se invece ci si vuol richiamare al “diritto naturale” del “Medioevo”, comunque inteso, “versus” la modernità, “ergo” NON VI È NÉ VI PUÒ ESSERE ALCUN “AVVENIMENTO IMMENSO NELL’ORDINE DIVINO” IN VISTA. Le due cose NON SONO **AFFATTO** COMPLEMENTARI, ma “esplementari”, IMPOSSIBILI DA STARE ASSIEME.
    La TOTALE INCOMPRENSIONE di questo punto **È** “IL tradizionalismo”, LA TOTALE INCOMPRENSIONE DI QUESTO PRECISO PUNTO **È** il PUNTO CENTRALE del “tradizionalismo”, e IL RIFIUTO di questa comprensione è necessario, in quanto, in caso contrario, l’ INTERO “sistema” CROLLEREBBE. Pertanto, nel “tradizionalismo” il riferirsi ai tempi “apocalittici” NON è reale, ma di tipo **RETORICO**, un po’ come spessissimo è accaduto – ma **non** necessariamente sempre – nel corso della storia.

    @@@i




    RispondiElimina
  4. No ne discendeche sia tutto errato in questa scuola di pensiero: il far risalire la modernità sostanzialmente a Lutero è corretto, con alcune precisazioni condivido - e l’ho anche scirtto ed usato, questo punto -.

    Il grosso errore sta nell’uso delle fonti “apocalitticiste” da parte di quest’orientamento - od “occidentamento” - di pensiero ... sta tutto qui ...





    RispondiElimina
  5. - Su Guénon: se manteniamo le illusioni novecentesche di una “raddrizzamento” che avvenga nel quadro delle strutture tradizionali esistenti, **pericolanti**, significa che:
    **non abbiamo capito tutta l’ultima parte di Guénon** - e qui, in questo passo, si dimostra quanto Guénon, già in quegli anni, considerasse che il “raddrizzamento” non potesse avvenire in tempo “utile”, come poi è stato ... !!


    Senza dubbio, all’inizio anche Guénon la pensava che fosse possibile tale “raddrizzamento” all’interno dei quadri di riferimento vigenti (ma siamo negli anni Trenta del secolo scorso, e - come dimostra questo passo - già ne dubitava ...); questo cambiamento interno è inaccettabile ai “fan” di Guénon = s’impediscono di capirne l’ultima fase o parte che dir si voglia. Noi **non dobbiamo **mai**** farci condizionare dai pregiudizi altrui, anche se in tempi di social è difficile: l’impatto “sottile” delle “correnti mentali” è, infatti, un grosso problema, ma occorre rendersene indipendenti, per la propria libertà mentale.

    Poi - come ho anche scritto varie volte - qualcosa è intervenuto che gli fece cambiare idea

    Forse qualche contatto con i seguaci di Seth gli fece cambiare idea ... ??

    Forse potrebbe esserci stato in Egitto ... un’ipotesi che mi sembra fece Robin, se non ricordo male.

    RispondiElimina