sabato 28 maggio 2016

Un ricordo di G. Albertazzi, dalla Postfazione di “Memorie di Adriano” della Yourcenar





Un altro “passaggio” eccellente: il Novecento è davvero finito ora che un altro dei suoi rappresentanti, Giorgio Albertazzi, è scomparso. Nel bene come nel male, e fors’anche più nel male che nel bene, comunque si tratta di personalità che han segnato un’epoca. La “lunga coda” del XX secolo sta finendo. E’ finita. 

Ci consegna un XXI secolo che è poltiglia, una brodaglia infetta e liquida, che non riesce a prendere una forma: non può, semplicemente non può prendere una forma

Davanti a me, una tizia col telefonino va pianissimo e blocca la file, fortunatamente c’è poca gente … 

Di certo avrà delle cose super importantissime da dire … 

Mere minime cose individuali, ma è questa la nostra epoca, quella del narcisismo. 


Tornando ad Albertazzi, un suo “cavallo di battaglia” era Memorie di Adriano, di M. Yourcenar. 

Nella Postfazione finale (aggiunta) dell’autrice, vi è una frase interessante, da ricordarsi, significativa e che si collega col discorso di Colli che condivideva la visione di Nietzsche sul “grande” individuo, del tutto assente dai “nostri” tempi, dove, tutt’al più abbiamo qualche buon ultimo epigono [1]. 
L’esser vissuta in un mondo in disfacimento mi aveva fatto capire l’importanza del Princeps” [2].

Una piccola folgorazione … 




[1] http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/da-g-colli-la-ragione-errabonda-twi-old.html.

[2] M. Yourcenar, Memorie di Adriano, seguite dal Taccuini di appunti, dal “Taccuino di appunti”, Einaudi editore, Torino 1988, p. 186, corsivi miei. 


Ivi, Copertina. 










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