Un altro “passaggio”
eccellente: il Novecento è davvero finito ora che un altro dei suoi rappresentanti,
Giorgio Albertazzi, è scomparso. Nel bene
come nel male, e fors’anche più nel
male che nel bene, comunque si tratta di personalità che han segnato un’epoca.
La “lunga coda” del XX secolo sta
finendo. E’ finita.
Ci consegna un XXI
secolo che è poltiglia, una brodaglia infetta e liquida, che non riesce a
prendere una forma: non può, semplicemente non può prendere una forma.
Davanti a me, una tizia
col telefonino va pianissimo e blocca la file, fortunatamente c’è poca gente …
Di certo avrà delle
cose super importantissime da dire …
Mere minime cose
individuali, ma è questa la nostra epoca, quella del narcisismo.
Tornando ad Albertazzi,
un suo “cavallo di battaglia” era Memorie
di Adriano, di M. Yourcenar.
Nella Postfazione
finale (aggiunta) dell’autrice, vi è una frase interessante, da ricordarsi, significativa
e che si collega col discorso di Colli che condivideva la visione di Nietzsche
sul “grande” individuo, del tutto assente dai “nostri” tempi, dove, tutt’al più
abbiamo qualche buon ultimo epigono [1].
“L’esser vissuta in un mondo in disfacimento mi aveva fatto capire l’importanza
del Princeps” [2].
Una piccola
folgorazione …
[1] http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/da-g-colli-la-ragione-errabonda-twi-old.html.
[2] M. Yourcenar, Memorie di Adriano, seguite dal Taccuini di appunti, dal “Taccuino di appunti”, Einaudi editore, Torino 1988, p. 186, corsivi miei.
Ivi, Copertina.
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