“Un tale, noto per la
sua abilità nel sugoroku, interrogato
sul segreto del suo successo, disse: ‘Non bisogna mai giocare per vincere, ma
in modo tale da non esser vinti: si individui dunque la mossa che può portare rapidamente
alla sconfitta, la si eviti e si faccia quella che la ritarderà, sia pur di un
solo quadrato’. Ecco l’insegnamento di uno che conosceva bene la propria arte,
ma che vale anche per il controllo della propria condotta e per il governo di
un paese”[1].
Andrea A.
Ianniello
[1] Kenkô,
Ore d’ozio, SE, Milano 1995, p. 72,
corsivo in originale. Per degli altri brevi passi dallo stesso testo, cf.
Continua qui, cf.
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