Nella nostra fase di
“spigolature”, in questo momento “attendista” (come, d’altro canto, ce ne son
stati tanti, anzi tantissimi), torniamo quindi alla relazione fra Meyrink e
cabalismo (alla cui forma “deviata”, secondo Guénon, lo stesso Meyrink era
legato[1]).
“Valga la presente
testimonianza di Gershom Scholem, riportata dallo storico delle religioni Mircea
Eliade il 20 agosto 1950: ‘Ho conosciuto il professor Scholem dell’università
di Gerusalemme, illustre specialista della Cabala […]. Gli ho chiesto notizie
di Gustav Meyrink. L’ha conosciuto da giovane e l’ha anche portato dal grande
scrittore ermetista R. Eisler […]. Una volta Meyrink gli chiese se sapeva dove
abitasse Dio. Scholem non lo sapeva, e Meyrink esclamò: “Alla base della colonna
vertebrale”. Aveva letto Il potere del
serpente di Avalon ed era convinto di ciò: Dio era Kundalini, e Kundalini
si trovava, arrotolato, alla base della colonna vertebrale’ (Mircea Eliade, Giornale, Bollati Boringhieri, Torino
1976, p. 94)”[2].
Ed ecco ciò che lo stesso
Eliade penserà di Meyrink, in un appunto dell’ottobre del 1974: “Raffreddato,
sono costretto a restarmene a casa. Cerco di leggere la prosa
fantastico-occultista di Yeats, ma senza successo, tanto è insopportabile la
banalità del suo ‘messaggio esoterico’ (com’è, del resto, anche in Gustav Meyrink,
ma che però leggo o rileggo con piacere per il suo talento di ‘narratore’, e
non certo per il presunto contenuto ‘esoterico’ dei suoi libri)”[3].
E qui, caro Eliade, lei si è sbagliato, il suo – tipico – punto di vista iper
critico ed accademico le ha velato lo sguardo. Vero si è che il contenuto
cosiddetto “esoterico” – termine scorretto,
occulto è il termine più giusto – in Meyrink non porti chissà dove, si tratta
di quelle “fonti” cui alludeva Guénon, e tuttavia vi è qualcosa oltre la mera “narrazione”
e non è mera “paccottiglia” para esoterica, criticando la quale Eliade non errava, vi poneva pure Meyrink, e
qui ho da eccepire. A mio avviso, a
tal proposito (di Meyrink, intendo), vedeva giusto Guénon.
Senza contare quando
Meyrink citava solo delle fonti accreditate, come per esempio Paracelso, al
riguardo della spiegazione dei phenomena
spiritistici[4].
Andrea A.
Ianniello
[2]
G. Meyrink, Alle frontiere dell’occulto. Scritti esoterici (1907-1952), a cura
di G. de Turris e A. Scarabelli, Edizioni Arktos, Carmagnola (TO) 2018, pp. 143-144,
nota dei curatori, corsivi in originale.
[3]
M. Eliade, Diario 1970-1985, a cura di C. Fatecchi e R. Scagno, Jaca Book,
Milano 2018, p. 162.
[4]
Cf. G. Meyrink, Alle
frontiere dell’occulto. Scritti esoterici (1907-1952), cit., pp. 95-104.
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