venerdì 7 giugno 2013

“Una riflessione sulle tesi di G. Galli ”

Una riflessione sulle tesi di G. Galli


Giorgio Galli ha riportato al centro dell’attenzione dei temi che, di solito, son considerati “tabù” nel mondo accademico, ma fuori dalle solite speculazioni, che usano quello che spesso è solo una moda per scopi economici. In altre parole, è possibile sviluppare certi temi ed interessi senza, per questo, scadere nelle cose “scandalistiche” o “ad effetto”. Nondimeno, nella vasta produzione di Galli, taluni aspetti necessitano di una discussione, in particolare laddove, spiegando l’evento del nazismo come la riemersione di antiche correnti culturali, negate da quella illuministico-positivista, oggi in grave crisi, tuttavia pur sempre dominante, egli sviluppa una teoria relativa all’epoca della caccia alle streghe ed al significato che questa “caccia” ebbe dal punto di vista culturale.
Prima, però, di cominciare a trattarne, si necessita di una serie di brevi precisazioni iniziali. Giustamente Galli sottolinea la lotta che vi è stata, storicamente, lungo tutta la storia della Chiesa, tra le due tendenze opposte del centralismo romano e del conciliarismo, lotta però che, alla vigilia dei tempi moderni, sembrava poter portare il conciliarismo quasi alla vittoria, ma che il Concilio di Trento sconfisse definitivamente, per riaffermare il centralismo romano, fino al Vaticano II, che tenta, pur sulla base di una perdurante centralità romana, la strada della comunione e della condivisione come accettazione di una certa parte di ciò che il conciliarismo pur aveva di buono e che le circostanze storiche dei secoli XVI e XVII impedirono di accogliere. Occorre sempre però esser chiari: la Chiesa di Roma era uscita da tempo dalla gestione di tipo feudale: nonostante quel che spesso si pensa, la Chiesa era perfettamente attrezzata per far fronte alla tendenza all’accentramento che caratterizza la prima parte dei tempi moderni, per il semplice fatto che il centralismo era una sua tendenza di lungo periodo e non un episodio momentaneo. Già durante la cosiddetta “cattività avignonese” in realtà la Chiesa cattolica inizia a strutturarsi con i “dicasteri”, ovvero con una sorta di “ministeri” come nelle coeve monarchie. Non vi è, dunque, sfasatura tra questo sviluppo e ciò che avviene parallelamente nella storia della Chiesa, anzi è vero il contrario. Dunque non ha nulla di sorprendente la relazione, positiva pur nella competizione, tra Stato moderno e Chiesa cattolica, poiché le due istituzioni copndividono un modello comune di fondo. Piuttosto, per la Chiesa sono i tempi post-moderni, e non quelli moderni, ad essere un grosso problema, poiché radicalmente anti-accentratori, come tendenza dominante: di qui i tentativi di “riaggiustare il tiro”, caratteristici del Vaticano II, questo detto al di fuori del problema se tale Concilio sia stato realizzato o non, ed in che misura. Come che sia, tale Concilio ha cercato di rispondere ad una situazione radicalmente mutata. Non si dica, però, che la modernità sia “anti-religiosa”, quando, al contrario, la modernità è iniziata con una rivolta religiosa! La svolta verso una tendenza prima non-confessionale e poi anti-religiosa avviene solo in una certa fase dei secc. XIX e XX, e nemmeno dappertutto (per esempio mai in America del Nord!), e da nessuna parte con le stesse proporzioni, senza poi dimenticare il risveglio islamico della seconda metà del XX secolo, che doveva seppellire la teoria della fine delle religioni nella loro dimensione sociale, teoria valida solo per un determinato specifico momento storico e per solo specifiche zone del mondo…
Non dimentichiamo, poi, com’è nata la modernità: è nata come effetto delle guerre di religione tra protestanti e cattolici
Una nota a margine, in epoca di film come “Ipazia”: per quanto vi siano state delle persecuzioni, anche gravi, da parte cristiana contro i “pagani”, esse sono state scarse rispetto alle lotte, davvero spesso terribili, dei cristiani tra loro. Sembra che il Cristianesimo, storicamente, abbia sovente avuto delle difficoltà grandissime nel presentarsi come fenomeno unitario, questo en passant e detto a volo d’uccello.
La resistenza “pagana”, sarebbe giusto dire “ellenica” i, per usare le categoria dell’epoca, si concentrava infatti a Roma, in certe città, come Alessandria – dove la distruzione del Serapeo fu evento topico dello scontro – e come Baalbek, in Libano, dove una sorda resistenza continuò fin dentro i tempi più specificamente bizantini, fino al VII secolo con certezza. Il Cristianesimo conquistò le città, la religione “ellena” rimase, residuale, nelle campagne: nasceva il “paganesimo” propriamente detto. E poiché nel Medioevo le campagne comprendevano fin quasi attorno al 90% della popolazione in certe epoche, se noi oggi, con la mentalità attuale, fossimo andati in quelle campagne avremmo visto un misto di Cristianesimo e “paganesimo”, cosa che ci avrebbe stupito. In ogni caso, le lotte religiose convinsero l’Occidente prima a formare dei “patti sociali” non basati sulla confessione, per esempio l’Olanda e le posizioni di Grozio, poi, via via più radicalmente, per arrivare all’idea di una società radicalmente senza religione, idea che nasce nel XIX in certi ambienti solo europei, sottolineiamo questo punto. Tale idea sarebbe collassata nel secolo seguente – il XX° - quando avrebbe generato la statolatria hitleriana e stalinista, ovvero: la religione, cacciata dalla porta, rientra dalla finestra. Ma in America come in Asia questa stessa idea o ha avuto una forma radicalmente diversa, oppure ha avuto un impatto del tutto secondario: essa si limita, è bene ripeterlo, ad essere un’idea solo europea, e solo caratteristica di una determinata fase della storia europea.
Oggi viviamo, da vent’anni e più, radicalmente dopo tal epoca: racchiudere la modernità in quest’idea anti-religiosa è una falso storico ed un errore di prospettiva dei peggiori, perché altera la percezione in un senso o nell’altro: in un senso, perché fa credere che la fine di quell’epoca passata sia “la fine della storia” tout court, e dall’altro, perché fa credere che il ritorno dell’importanza sociale dei fenomeni religiosi si equivalga al termine della modernità. Ma non è proprio così semplice, signori. C’è stata un’epoca del tutto moderna ed insieme del tutto religiosa, anzi religiosissima!
Ricordiamo tutti questi fatti, sennò la nostra visione ne vien fuori parziale.
Secondo punto da notare, è l’interpretazione che Galli dà dei miti greci, che, a mio avviso, è discutibile e ricorda talvolta Bachofen. Vero è che lui la presenta come ipotesi di lavoro: “Però tengo a precisare che la mia e un’ipotesi di lavoro più che una tesi pienamente dimostrata. Le zone d’ombra non mancano. Gli interrogativi irrisolti non sono da meno. Il tentativo di rileggere il passato in una chiave anti-dogmatica che rischia di rivelarsi altrettanto dogmatica, sta sempre in agguato”ii.
Altro punto debole, poi, l’associazione ermetismo-scienza moderna, che non è corretto: si può dire che una parte della scienza, sia medioevale, sia dell’albore dell’epoca moderno, fino – compresovi – a Newton, senza dubbio subì l’influsso dell’ermetismo (il concetto di “attrazione universale” n’è un chiaro esempio) in certa misura, misura limitata. Se facciamo un raffronto, sulla scorta degli studi di J. Needham, tra scienza occidentale e cinese, dove una certa “koinèermetizzante pare sia come una base comune, si vede che il concetto di “legge naturale” costituisce una differenza importante e tale concetto fa la differenza. Ci porterebbe troppo lontano discutere sia di come tale concetto si sviluppi nella temperie del “magismo rinascimentale” sia del concetto di legge in Cina, dove probabilmente qui risiede la grande differenza. Né si può dimenticare il contributo islamico alla scienza moderna, sicché qualche autore parla persino di scienza greco-islamico-occidentale, volendo così stabilire, in modo esatto, la successione del contributo storico.
Ultima precisazione. Nel Medio Evo si distinguevano due forme di magia: la negromanzia, ovvero magia evocativa, da condannarsi recisamente, e la cosiddetta “magia naturalisiii, la quale godeva di uno statuto epistemologico ambivalente, ed aveva dei punti di contatto con ciò che oggi noi si chiamerebbe scienza sperimentale. La magia è una scienza sperimentale ma tradizionale, ovvero si basa su di un qualcosa che viene tramandato, ma non ogni scienza sperimentale è magia. Vi era all’epoca una possibilità di contatto molto più estesa di oggi tra i due ambiti, questo è vero. Ma equiparare i due ambiti o collegarli in modo necessario non è conforme alla realtà storica: i due ambiti quindi, seppur legati, non coincidevano e neppure erano così contigui come li vuole Galli o certa storiografia, di certo minoritaria, che, in pratica, vorrebbe che scienza moderna e “magismo rinascimentale” si equivalessero. Parlo qui di “magismo rinascimentale” perché si reputa che il Rinascimento fosse come l’esplosione di queste tendenze, quando invece ne fu, per così dire, il dorato tramonto, senza dimenticare che tali tendenze avevano invece le loro profonde origini ben dentro il Medioevo…
Dobbiamo tener conto di tutti questi fattori per avvicinarci al vero. Occorre cercare una visione globale dei phenomena, anche storici.

Detto tutto ciò, veniamo al punto in questione, che viene così espresso da Galli: “Ovvero, perché le pratiche stregonesche, sostanzialmente tollerate nei ‘secoli bui’ (grosso modo fino agli albori del XIII secolo), vengono combattute non con mezzi culturali ma con lo sterminio fisico in secoli ‘più avanzati’, cioè dal XIV al XVII? Perché la caccia alle streghe mobilita trasversalmente gli ingegni migliori, laici ed ecclesiastici, della cultura del Cinque-Seicento? Perché protestanti e cattolici, in feroce conflitto su tutto, si ritrovano programmaticamente uniti solo nel massacrare streghe e fattucchiere, pur accusandosi a vicenda di complicità con quello stesso fenomeno?” iv.
Questo è il punto: il culmine della persecuzione contro le streghe non si ha nel “buio” Medioevo, ma bensì nella “più avanzata” e “luminosa” epoca moderna… O, per meglio dire, nella prima parte di quell’epoca, la fase accentratrice e monarchica. Poi, con l’epoca illuministica e poi, ancor più ed ancor più nettamente, nel XIX secolo, questi fenomeni si dileguano, son relegati in un cantuccio come se una battaglia fosse stata vinta. Attenzione, la Rivoluzione industriale aumenta la tendenza accentratrice, ma non più in modo monarchico, bensì democratico. Segue la fase iniziata per lo meno da vent’anni, se non più, verso il decentramento, in forma sia democratica sia tirannica.
La spiegazione accademica ufficiale è così sunteggiata dallo stesso Galli: “La risposta alla prima domanda è che le pratiche superstiziose e paganeggianti tollerate dal cattolicesimo erano comunque in declino; quindi, dopo il 1200 non fu difficile infliggere loro il colpo di grazia, poiché la Chiesa romana aveva consolidato la sua egemonia. Sul secondo punto, la risposta è che nella cultura laica e religiosa del Cinque-Seicento era diffusa la convinzione di forze demoniache incidenti in senso maligno sulla realtà, per cui anche gli intellettuali più lucidi ne vennero influenzati; il medesimo argomento viene utilizzato anche per rispondere alla terza domanda” v. Ma è come dire che non c’è risposta al fenomeno: infatti nessuna delle tre affermazioni risponde davvero al problema storiografico di fondo…
Vediamo allora cosa ne dice Galli, qual è la sua risposta. Essa è in parte vera, ma, secondo Galli, come si è detto, si tratterebbe del riapparire di una vecchia cultura di prima della rivoluzione “androcentrica” della Grecia antica; secondo lui, poi, queste nascoste tendenze sarebbero riemerse, ma divenute malefiche, nella (dis-)avventura nazista.
Ma veniamo alle parole di Galli stesso: “All’inizio dell’era moderna questo movimento non fu combattuto solo per irrazionalità o per oscurantismo; fu combattuto soprattutto perché era radicalmente alternativo [corsivi di Galli stesso], perché aveva radici sociali e culturali incompatibili con l’androcentrismo autoritario di Chiesa e società, perché senza sconfiggerlo (anche attraverso un salto qualitativo, compresa la democrazia rappresentativa [corsivo mio]) l’età moderna non avrebbe potuto essere tale, coi valori e gli istituti che la connotano tuttora…” vi.
Ammettiamo ora che le cose stiano così, e non ci son difficoltà sostanziali a farlo, in altre parole che sia avvenuto un salto “qualitativo”, che di fronte ci fosse come la ri-emersione di un’antica, passata religione piuttosto che mero oscurantismo, che anche c’era ma non era il motivo decisivo. Ed ammettiamo che il nazismo sia stato, davvero, la riemersione di quell’antica cultura, negata e che quindi non poteva che prendere una forma negativa – aggiungerei che il nazismo è stato piuttosto un tentativo “androcentrico” ed “autoritario”, per usare le categorie di Galli, di gestire quella riemersione e “pilotarla” in una determinata direzione particolarevii.
Se così stanno le cose, e, ripeto, non fa difficoltà ammetterlo, vi è un punto che Galli non considera e che non è di secondaria importanza: se è avvenuto un cambiamento rispetto all’universo del magismo lato sensu inteso. Detto altrimenti: se la persecuzione fu terribile, se fu come una reazione sbagliata ed eccessiva senza dubbio, fu però una reazione allo stesso tipo di fenomeni del Medio Evo? In altre parole: il magismo cui si opposero nei secoli del Cinque-Seicento in particolare (ma anche nel secolo precedente quando il fenomeno aveva dato i suoi primi rutilanti bagliori oscuri) era lo stesso di quello del Medio Evo? Le “streghe”, qualsiasi cosa si voglia intendere con tale termine, seguivano le stesse pratiche dei secoli precedenti? Oppure qualcosa era cambiato? A mio avviso l’errore di Galli sta proprio nel non tener conto di questo punto.
Secondo gli studi di Ginzburgviii, sarebbe intervenuto qualcos’altro rispetto alla “società di Diana” che costituiva la tradizione magistica occidentale propriamente detta. Egli suggerisce si debba guardare ad est, nel mondo sciamanistico ix. Tra l’altro, lo stesso Galli non è affatto estraneo a questo pensiero, che però non segue, tant’è che riporta ripetutamente delle affermazione di C. Schmitt riguardo Hobbes x, del quale Schmitt trattò una volta (in uno scritto del 1936), minimizzandone le componenti “occulte”, ma invece pienamente esprimendole in uno scritto del 1938, solo due anni dopo: Il Leviatano nella dottrina dello Stato di Thomas Hobbes – Senso e fallimento di un simbolo politico. In quest’ultimo scritto sosteneva che “lo stesso Leviatano [di Hobbes] non è più un motto di spirito ma ‘è possibile che dietro l’immagine si nasconda un significato più profondo e misterioso’” xi. In effetti, lo stesso Schmitt faceva riferimento a Guénon: “René Guénon in un’affermazione tratta da La crisi del mondo moderno afferma (riassume Schmitt) che ‘la rapidità con cui l’intera civiltà medievale soccombette all’attacco del XVII secolo è inconcepibile senza l’ipotesi di una misteriosa “volontà direttrice” che resta nell’ombra e di un’ “idea preconcepita”. I simboli che erano ancora vivi nel XIII secolo si eclissano a partire dal XIV e scompaiono senza lasciare traccia a partire dal XVI. L’irruzione di un nuovo mondo, completamente differente, è evidente nella grande opera di Karl Giehlow [che rileva] come nell’arco di trionfo per Massimiliano I compaiono anche dei pesci che significano sicuramente “empietà” ed “ingiustizia”, ma non in forma di Leviatano’. Il quale, comunque, è oggetto di un’accurata e angosciata analisi che Schmitt non conclude” xii.
In pratica, l’ipotesi di Guénon è che “qualcosa” sia intervenuto, tra l’ “autunno del Medioevo” e la prima parte dei tempi moderni, che ha fatto sì la civiltà medioevale passasse come se non fosse esistita e, dopo, conseguentemente nascesse l’idea dei “secoli bui” riferita al Medioevo. Ora questo qualcosa che è “intervenuto” potrebbe essere un elemento “magistico”, probabilmente d’origine sciamanistica, si potrebbe aggiungere. Il che avrebbe fatto diventare il magismo medioevale in qualche modo differente da com’era prima. E dunque, pur con tutto l’oscurantismo e gli errori e le persecuzioni, quest’ultima fu come una reazione sbagliata ed eccessiva, però a qualcosa che davvero era cambiato. La stregoneria non era più la “società di Diana”, ma qualcosa di molto più potente, quasi virulento, con il quale i vecchi atteggiamenti, anche grazie a dei cambiamenti profondi dell’intera società, non funzionavano più. Interessante aggiungere che, secondo Guénon, queste stesse “forze sottili” sarebbero intervenuto, in altra forma, qualora il mondo moderno avesse superato il suo zenith ed avesse iniziato la via verso la dissoluzione, che politicamente si mostra come decentramento e non accentramento.
Questioni che rimangono sul tavolo. Di certo Galli ha ragione sostenendo che, ancor oggi, dopo tante pubblicazioni, il mondo accademico è rimasto sordo alle molte questioni da lui sollevate. Il punto è che rispondere a tali problemi non solo implica il rivedere degli schemi storiografici tutto sommato ben noti ed accettati, il che è sempre difficile, ma iniziare un lavoro di autocritica ed autocoscienza culturale molto arduo.

[Andrea Ianniello]

i Quando attaccarono, e poi lapidarono, Ipazia, i “parabolani” le dissero un’accusa grave, forse la più grave, ai loro occhi ovviamente, le dissero: “ellena”. Queste, infatti, erano le categorie dell’epoca e non di oggi.
ii G. Galli, La Svastica e le streghe. Intervista sul terzo Reich, la magia e le culture rimosse dell’Occidente, a cura di L. Sanvito, Hobby&Work Publishing, dicembre 2009, pp. 146-147.
iii Di riferimenti bibliografici se ne possono fare molti, uno, divulgativo è: Christa Tuczay, Esoterismo e magia nel medioevo. Incantesimi, esorcismi, sortilegi e incantesimi: il lato più oscuro dell’Età di Mezzo, Newton Compton 2006. Anche: Christoph Daxelmüller, Magia. Storia sociale di un’idea, Rusconi 1997. Si confrontino anche i molti studi di L. Thorndyke sulla rilevanza della magia nell’ “Autunno del Medioevo”, secondo la bella espressione di Huizinga.
iv G. Galli, La Svastica e…, op, cit., pp. 160-161.
v Ibidem, p. 161.
vi Ibidem, p. 163.
vii Sul nazismo e l’uso di mezzo “magistici” di manipolazione delle masse (e non solo), cfr. P. Roland, Il nazismo e l’occulto, Reverdito 2009. Quest’ultimo testo si segnala, tra i tanti che però “speculano” e fanno spesso stampa scandalistica e gridata, per un’esatta e precisa idea di ciò che la magia – o il magismo – è; inoltre ha delle interessanti foto in bianco e nero allegate.
viii Sui “benandanti”, per esempio, ma pure in altri.
ix Sull’influsso sciamanistico nella Russia meridionale cfr. M. Dolcetta, Le sette torri del diavolo. Gnosi e terrorismo dei Luoghi sacri, l’Unità Nuove Iniziative Editoriali, dvd della serie “I tabù della storia”, serie ancor oggi insuperata e quasi un unicum nel panorama editoriale italiano.
x Sia in G. Galli, La politica e i maghi. Da Richelieu a Clinton, R.C.S. Libri 1995, a p. 30, a p. 41n, a p. 42 (tra l’altro), sia in G. Galli, Hitler e il nazismo magico. Le componenti esoteriche del Reich millenario, BUR R.C.S. Libri 1994, pp. 184-185. Il primo testo dimostra come l’influsso “occulto” nella storia non sia né apparso né sparito con il fenomeno nazionalsocialista e l’hitlerismo.
xi Galli, Hitler e…, cit., p. 185.
xii Ibidem. Riguardo a Guénon, cfr. R. Guénon, La crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee 1972. 

46 commenti:

  1. Ho scoperto questo blog casualmente tempo fa e per me è stata una vera rivelazione le faccio i miei complimenti per gli articoli qui pubblicati sono di livello molto alto.Per quanto riguarda i mezzi magistici di manipolazione di massa e il cambio di paradigma accaduto verso la fine del quattrocento le chiedo cosa ne pensa del saggio di Ioan Culianu "Eros e magia nel Rinascimento" dove tratta anche del sogno di Polifilo.CHe ne pensa delle osservazioni del discepolo di Eliade?

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  2. Dal mio punto di vista, contiene degli spunti utili ed interessanti (discutere dei quali ci porterebbe, però, molto in là), comunque da conoscersi.
    Vi è poi tutta la questione del suo, di Culianu, omicidio, sulla quale non si è mai fatta chiarezza.





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  3. La ringrazio della risposta,le chiedo se può approfondire per quanto possibile gli elementi che ha trovato interessanti nel saggio di Culianu in questi commenti
    ps Lei ha una mail nel qual caso mi piacerebbe se ci tenessimo in contatto visto che è uno dei pochi rimasti che capisce l andazzo odierno così possiamo discutere in maniera più approfondita via mail
    ps cosa interessante che mi viene in mente ora...se prende il libro di Eugene Canseliet "sull'alchimia simbolismo ermetico e pratica filosofale" a pagina 13 troverà parlando di 5G qualcosa di mooolto interessante,lui infatti parla di acque superiori sconvolte dall elettromagetismo tirando in ballo anche il radar il quale porterà questa saturazione di elettromagnetismo parassita ad uno stato di follia delle masse.

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    1. Eh vedremo: se sarà possibile trattarne, nessun problema, con piacere. Il punto è che la cosa – questo blog – è andata ben oltre le aspettative, son “sulla piazza” ormai da un bel po’, e gestire un blog implica molto più tempo di quanto preventivassi all’inizio, questo è il punto: ma, se sarà possibile, ripeto: con piacere. Il tema è, senz’altro, molto importante: trattasi di quel “qualcosa” ch’è intervenuto fra Rinascimento (ed Umanesimo) e “Prima parte” dei “Tempi moderni” e che ha modificato il decorso della “civiltà occidentale”, peraltro trattasi d’un qualcosa di mai pienamente “rilevabile” col metodo storico (i documenti, le prove, le fonti, ecc. ecc.), nondimeno si tratta d’un qualcosa che ha lasciato delle tracce: qualcuno se n’è avveduto, probabilmente il nocciolo del problema sta nell’interpretazione di questo tal “qualcosa” e Culiano può essere una pista utile, anzi: lo è senz’altro, ma si vedrà se avremo la possibilità di trattare: qualcosa qua e là c’è sul blog, mi spiace dover rimandare alle ricerche del singolo, cosa peraltro molto buona: se non si cerca da sé in realtà non si troverà mai.
      Se ve ne sarà la possibilità, se ne tratterà. Se non ve ne sarà, non lo si farà, questo è quanto.






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    2. Sul “ps cosa interessante che mi viene in mente ora...se prende il libro di Eugene Canseliet "sull'alchimia simbolismo ermetico e pratica filosofale" a pagina 13 troverà parlando di 5G qualcosa di mooolto interessante, lui infatti parla di acque superiori sconvolte dall’ elettromagnetismo tirando in ballo anche il radar il quale porterà questa saturazione di elettromagnetismo parassita ad uno stato di follia delle masse.”
      Prima cosa, è un passo che riporto in un libretto che probabilmente uscirà, darònne “noticia” in questo commento, non su tutto il blog (si dà notizia solo di quanto risulti utile in qualche “guisa” …). Seconda osservazione: son **d’accordissimo** con Canseliet (*) … manco a dirlo, ma diciamolo …


      (*) Canseliet aveva questa divisa omofona ma non con lo stesso significato: “Quant Sel Y Est”, “Quando c’è Sale” … Il fatto è che oggi “non c’è Sale” ma tutto è volatile = “mercuriamo” mercuriale scatenato ed ingovernabile …




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  4. La ringrazio non vedo l ora di leggere il suo libro sarà pieno di informazioni interessanti :)

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    1. Grazie (quando e se uscirà, ripeto, darònne notizia in questi commenti al presente post: va però precisato che il passo di “QUAND SEL Y EST” è solo “tangente” al tema del libretto). Su “Eros e magia nel Rinascimento” – pur con i limiti di Culianu – condivido l’idea che la “frattura” sia venuta non con il Rinascimento ma, piuttosto, con la stagione della Riforma e Controriforma. La questione ci porterebbe lontano, come s’è detto, non so se ce ne sarà la possibilità di trattarla, ribadisco, ma va, quanto meno, fatta presente apertamente.







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    2. Quindi è stato – finalmente – pubblicato (in realtà il testo è del **2014**, solo rivisto) il libretto: A. A. Ianniello, “Alcune note di uno scritto apocrifo di Tommaso d’Aquino sull’alchimia”, Giuseppe Vozza editore, Caserta-Casolla 2021 (aprile), pp. 53-55 (ecco le pagine con i riferimenti precisi del passo da Canseliet, sulle “onde” …) …





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  5. Vorrei qui segnalare – in relazione a G. Galli – la Postfazione che ho scritto al volume di storia locale: “Storia di Casolla”, di G. Vozza, della Giuseppe Vozza Editore, 2020, in tre voll. La prima parte della Postfazione, chiaramente, tratta di storia locale, ma la seconda tratta di un tema cui ho già dedicato attenzione (in “Pietra che cantano”, Vozza Editore, s.d.), cioè: la relazione fra storia e mito.
    La sede potrebbe sembrare fuori tema, ma non è così. Mi rendo conto del costo dell’opera in tre voll., pertanto lo segnalo solo perché attinente al tema.

    PS. Non è qui, però, il passo di E. Canseliet cui ho fatto allusione più sopra.





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  6. NB. La Postfazione al libro di Dolcetta, qui citato
    (cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/02/dellinizio-dell-eta-dell-acquario.html),
    è di G. Galli.

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  7. NB (2). Sul libro di Culiano, ricordo una vecchia recensione del suo libro sulla rivista “Abstracta”, anni ’80 del **secolo scorso** …




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  8. Gli scritti cancellati da questo blog – ed appartenenti al lockdown “vero”, “duro” (“hard”) – a fine dicembre scorso son stati raccolti ed assemblati. Ora fan parte di questo pdf, al link:
    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/scritti-nel/






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  9. La ringrazio,mi incuriosice la recensione di abstracta di eros e magia, è possibile reperirla da qualche parte in rete?

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    1. Se possibile, la recupererò io, sempre se possibile, chiaro; dico subito che è **brevissima** eh, ma credo sia tra le prime? Ricordo bene?




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  10. Ecco la recensione, come ho detto: è piuttosto breve, ma viene ad alcuni punti essenziali.
    “ ‘Eros e magia nel rinascimento’
    Ioan Petru Couliano
    Ed. Il Saggiatore, pp.
    326, L. 35.000

    Questo libro si propone di studiare lo sviluppo dell’Immaginario durante il Rinascimento e quei cambiamenti che in seguito si ripresentarono all’epoca della Riforma e vuole registrare i principali concetti del Fantastico di quel periodo, il loro sviluppo e il loro declino. Ioan Couliano analizza la magia, che egli definisce come una scienza dell’Immaginario, attraverso le teorie dei filosofi neoplatonici del tempo come Pico della Mirandola, Marsilio Ficino e Giordano Bruno e traccia un ritratto di questo fenomeno nel Rinascimento definendola «La grande manipolatrice». Nel suo più alto livello di sviluppo la magia divenne u metodo di controllo dell’individuo e delle masse fondato su di una conoscenza profonda degli impulsi erotici personali e collettivi. Tutto può esser manipolato sfruttando l’Immaginario. In questo studio Ioan Couliano riconosce nella magia un lontano antenato della psicanalisi e presenta situazioni che permettono di paragonarla alla moderna psicosociologia applicata e alla sociologia di massa. La Riforma e in seguito la Controriforma imposero con successo una censura radicale dell’Immaginario che riuscì ad eliminare la magia e proprio questa rigorosa censura, secondo l’autore, permetterà lo sviluppo delle scienze esatte e della moderna tecnologia”.
    (“Abstracta, curiosità della cultura e cultura delle curiosità”, n°15, p. 92)








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  11. La ringrazio.Già che ci siamo...sul blog ho letto un suo breve racconto sulla presunta invasione UFO e l arrivo dell indicibilità,con il protagonista che si ritirava in campagna e dove ad un certo punto percepiva un dolce profumo su cui doveva o non doveva farci caso,può spiegarmi quest ultimo punto?CRedo sia importante...

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    1. De nada. Parla dle racconto che il protagonista sente le notizie, in un giorno “normale” e, pian piano senza darlo a vedere, decide di “lasciare”?
      Quel racconto lì?

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    2. Voglio dire: si fa riferimento a questo post qui (nella domanda postami)?, cf.
      https://associazione-federicoii.blogspot.com/2015/06/e-venne-il-giorno.html?






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  12. Sì proprio quello grazie

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    1. Dunque il profumo è un riferimento al profumo della pantera, degli antichi “bestiari”, dove la pantera attira la sua preda con un profumo che sa d’ignoto e di misterioso, ma è pure un chiaro riferimento al “profumo del male”, che quest’ultimo usa per poter sedurre. E non è un odore cattivo … Inoltre, si fa riferimento a qualche passo – al riguardo del profumo – da due testi che possonsi trovar ai seguenti link, nel PS segnalati:



      P.S.

      Consigli di lettura, da parte di un amico, soprattutto **il secondo** è interessante:

      “Il Segno dei Nove”, in http://www.delosstore.it/delosbooks/40003/sherlock-magazine-24/

      “Uno Studio in Blu”, in http://www.delosstore.it/delosbooks/22404/sherlock-magazine-6-i-nuovi-studi-di-sherlock-holmes/




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  13. La ringrazio,allora ho capito bene.MI può dire cosa tratta lo studio in blu?Non è la prima volta che si fa riferimento a quel testo deve essere molto importante.Posso chiedere una cosa?Che accadrà a chi seguirà l A.?

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    1. “Uno Studio in Blu” è un “pastiche” holmesiano, con una trama di narrativa, ma in cui si dice anche “altro”, col **classico metodo** della narrazione, pottosto che la semplice affermazione di tipo “saggistico”, come suol dirsi. La narrazione permette di aprlare in senso indiretto.

      Che accadrà: ci vorrebbe un trattato per dirlo, senza contare che, poi, ognuno è diverso, dunque andar troppo nei particolari non avrebbe senso. In linea generale, si può far riferimento alle varie escatologie tradizionali, laddove si parla della “separazione ‘finale’” in due tronconi ben distinti, dove – chiaramente – **non è** che l’A. sia colui che operi la divisione, ma egli v’immette un “criteron” – sempre per far riferimento a materia “holmesiana” – di “divisione” … Di poi, a seconda delle “scelte ‘terrene’”, vi sono conseguenze “più che” terrene …




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  14. Voglio qui segnalare anche un altro – non racconto, ma breve storia narrativa – intitolato: “Viaggio ad Iràm”, di chiara matrice “lovecraftiana” ma senza “lovecraftismo”, ch’è una delle molteplici manie tardo novecentesche nate dal narcisismo ed amplificate dai social, dove si suppone che la realtà “crolli” e sia dunque attraversata da un “male” che si vuole sempre, necessariamente, “schifoso” e mostruoso: scemenze da “film horror” insomma.
    Capisco che possa piacere l’atmosfera ma con la realtà di “certe” cose non c’entra nulla.
    Nulla di più lontano dal vero, quindi, e su tutt’e due i piani: 1) la realtà non crolla proprio per niente, tutto ciò nasce dall’ **incomprensione** del messaggio di fondo de “IL REGNO DELLA QUANTITÀ” di Guénon, e, inoltre, quello è lo **scopo** - come si dice in “Maitreya e il ‘New-Age’”, e, dunque, stavolta **necessariamente**, **non può già essere ora** se è **lo scopo** VERSO CUI si va …!!; 2) il “male” **non è affatto**, necessariamente, “schifoso” e mostruoso, anzi! E dove sarebbe la seduzione, allora?!, siamo alle ridicole incomprensioni … davvero.
    Ma torniamo al raccontino: “Viaggio ad Iràm”, “Il Foglio Clandestino” n. 54, luglio 2004 (“fanzine”).



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  15. Seconda cosa, qui un altro “raccontino” che, stavolta, non ha mai potuto essere pubblicato da nessuno, forse perché decisamente non è un granché ma, di nuovo, siamo alle storie “con un insegnamento”, chiaramente. Ed ecco il link:
    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/i-golem-2003/

    Dopo un po’ sarà cancellato eh …




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  16. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/02/una-nota.html




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  17. Ho letto il racconto del golem,interessante.Fa bene a denunciare il lovecraftismo,pure io ai miei tempi ci ero cascata sul crollo della realtà stile seme delle follia di Carpenter XD
    Col senno di poi mi ero resa conto che questo punto di vista-rapppresentato dal lovecraftismo- era estremamente banale.

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    1. Grazie del commento. La questione sta non solo nella banalità, ma nel fatto che si presuppone quel che dev’essere il punto d’arrivo, peraltro i “male” – vero – deve presentarsi non con fattezze “terrorizzanti” quanto, invece, rassicuranti, “buone”, dove sarebbe l’ “inganno” allora?? Ma tutto l’ “anticristismo” sa d’ “inversione”, cioè **il vero** “satanismo”, secondo Guénon, da distinguersi da ciò che comunemente passa come tale. Vediamo le schifezze che fanno in ex Congo belga – peraltro il “Congo belga” è **sinonimo** di cose bassissime, di abusi e nefandezze ed abiezione, ci si ricordi che “The Heart of Darkness” è ambientato, non casualmente, lì, ed il film “Apocalypse Now” (mo’ ce vo’ il termine “apocalypse” …!!) non a caso vi s’ispira – ma siamo nel “basso astrale”, cioè cose che l’umanità sempre ha subito e cui risponde sempre sin troppo facilmente, ma rimane che “non è” il nucleo centrale del “male” cosiddetto “assoluto”, cioè sciolto” da ogni determinazione esterna, ma che tenta di “sussistere” in quanto “tale” (si sa ch’è impossibile che sia “sciolto” ma “certi” nella realtà questo credono, credono vi sia “equivalenza” ed dunque reputano di potersi “opporre” vincendo …) … In una parola: per fare note schifezze umane **non c’è alcun bisogno** dell’ “A.”, proprio non c’è bisogno. Qui parliamo di “altro”, e parliamo di un “male” che vuol “salvare” – a suo modo, chiaro – che dunque seduce non col volto “horror” **à la** Lovecraft, lo dico per farmi intendere, non ho nulla contro di lui, chiaro, solo che viene usato per scopi sbagliati. Piuttosto la vicenda di Lovecraft è interessante per il sottofondo “gothic” e per certe basi “massonizzanti” deviate, questo sì, peraltro mi apre anche studiato da G. Galli.




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  18. Al riguardo dello “scrittino” del 2003, vi si dice: vent’anni più 2003, dunque = 2023 … Ora, però, il “nuovo tempio” potrebbe però esser qualcosa di tutto diverso, rispetto a chi pensa che sia una costruzione effettiva – magari anche, ma non solo – poiché Gesù, parlando della “costruzione del ‘Tempio’”, in realtà, come si sa da molto tempo – ma **non** in “quel” tempo … (“illo tempore”) – faceva riferimento a **sé stesso**, **non** ad una costruzione corporea. Ora, non potrebbe “l’A.” far riferimento a qualcosa di simile al riguardo di “se stesso”? Ma, in tal caso, dunque, vi sarebbe anche il “significato” del “terzo tempio” – cioè la ripresa del sacrificio, che però può farsi senza una “ricostruzione filologicamente corretta” dell’ **esterno** del Secondo Tempio erodiano – come “apparizione” dell’ “A.”, per esempio? … Dunque, l’ “apparizione” dell’ “A.” sarebbe il “terzo tempio” (accompagnato ma non generato da quanto detto, cioè la ripresa del “sacrificio”), ma – perché l’ “apparizione” possa, per l’appunto, … “apparire” – si necessita che “tò” **e** “’o” **“katèchon”** sia – **già**, già? Già … – cosiddetto “sparito” (ma che vuol dire “sparito”? “dissolto”?, altamente improbabile, dunque …) …






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  19. La ringrazio,le chiedo se può aprire una parentesi sulle basi deviate dei racconti di Lovecraft se possibile

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    1. Proprio Galli parla delle “fonti” di Lovecraft, attraverso il padre, in un “certo” massonismo di “frangia”, cosiddetto, ed dunque “ivi quivi” – nella cosiddetta “frangia” – lui parlava di contatto con forze di un “certo” magismo, senza dire ch’è “deviato”, chiaramente: Galli ha un’ottica – aveva un’ottica … – solo “storica”, cioè: si prende atto delle fonti e si formulano ipotesi più o meno basate sui fatti stessi, sempre in relazione ad interpretazioni, chiaro. Non esiste, dunque, niente di “deviato”, secondo lui, ma esistono varie “correnti culturali” nel campo cosiddetto “occultista”, “correnti culturali” che hanno effetti differenti, **anche** in relazione alla relazione fra “occultismo” e politica che, poi, è l’oggetto principale dei suoi studi nella parte finale della sua vita. L’idea della “deviazione” sta in questo: poiché capita – non sempre, ma può capitare (spesso …!!) – che proprio tali “milieu” magistici siano “devianti”, può esser capitato che lo stesso Lovecraft abbia “malinteso” certi dati …
      Ad esempio, l’unico “dio” dei “Grandi” Antichi è quel dio biblico, Dagon … Ma un “dio” passato cosa diventa? Un “demone” cosiddetto, e, nel contesto islamico – per meglio dire: nel contesto che l’Islàm ha **ereditato** … è differente! –, ciò significa che “diventa” un “jinn” malvagio …




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    2. Secondo G. Galli, dunque, in sostanza, Lovecraft – “mutatis mutandis” –, come, per altro, verso Pound (e Hawthorne, seppur meno), sarebbe stato “in relazione” con la “cultura ‘occulta’” e tuttavia non parte di essa, in senso pieno. Cita de Turris e Fusco – oltre che Lippi – a tal proposito, dicendosi sostanzialmente d’accordo, per conciliare l’epistolario di Lovecraft, laddove quest’ultimo nega il suo coinvolgimento con l’ “occultismo” (che rimane per lui solo fonte per eventuale ispirazione solo letteraria), e le tematiche “occultizzanti” senza dubbio presenti nella sua opera letteraria, dove troppi c’han voluto vedere troppo! Ora, secondo G. Galli, comunque, Lovecraft non ha detto tutto: per quanto sia vero che non fosse “parte” di alcunché, in senso, per così dire, “occulto” eh, tuttavia era ben consapevole della presenza della “magia nera” nel New England, proveniente dall’Europa, nel sec. XVII.
      Solo che **avversava** tale “cultura occulta”, chiamiamola così. Dunque, non ha detto tutto, sebbene sia del tutto errato vedere in Lovecraft un “occultista” – come invece fanno in tanti, sbagliando – egli era comunque stato in contatto con brani e brandelli di detta “cultura”, anche per contatti con la “cultura di ‘destra’ cosiddetta ‘occulta’”, che poi sarebbe il lato che, a Galli, più interessava.
      Questa riassumendo, più o meno, a tal proposito, la sua idea.




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  20. La ringrazio,colgo l occasione per chiederle un parere sulla zona di salt lake city.Secondo lei è impestata da un certo magismo?

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    1. Se per questo, **non** solo lì ... Credo però che la cosa sia da porre in relazione specifica con certi gruppi particolari lì operanti ... In tal senso, non credo vi sia qualcosa in più rispetto ad altri luoghi, anche se la posizione di Salt Lake City ha fatto nascere il “sospetto” - **non** la prova, solo il sospetto - in alcuni ... Quel che si può dire, invece, con degli appoggi, è che l’intero Ovest americano spesso sia stato teatro di cose “particolari”, diciamola così ... E, nell’ambito di tali considerazioni, può darsi che Salt Lake City abbia un posto particolare, anche in relazione al “massonismo” di “frangia” al quale si potrebbe pensare, in tal caso.





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  21. Eh...purtroppo già sapevo della cattiva nomea dell ovest americano: è impestato abbestia soprattutto la California-origine guarda caso di una certa new age e channeler vari ora patria di transumanisti :/
    Bisogna considerare anche il casino creato a livello sottile dai test atomici

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  22. Soprattutto la California, vero; ed è anche vero il gran casino al livello sottile generato dalle varie esplosioni nucleari, che hanno lo scopo detto “en passant” in “Maitreya e il New Age”, ma va pure contato il persistere dei “residui psichici” (Guénon) delle vecchie forme precolombiane. Vi è qualcosa di “forte”, qualcosa di antico lì, che non vi è nella parte orientale degli Stati Uniti, pur questa ultima subendo qualcosa di origine europea - per tornare a Lovecraft, proprio su questo punto egli era esplicito - e con influssi da parte caraibica, di cui qualche link ci sta in questo blog. La parte caraibica solo in minima parte deriva da forme precolombiane, in realtà il grosso della sua influenza è di origine africana ... Tutta diversa la “genealogia” nell’Ovest americano.








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  23. Questo è, in pratica, “l’antefatto” delle vicende, poi, su “Sherlock Magazine”, cf.
    https://www.lulu.com/en/us/shop/andrea-a-ianniello/lavventura-delle-ali-di-pipistrello-pastiche-holmesiano/paperback/product-6d28nw.html
    Il prezzo è un po’ alto, ma non consente più di far diversamente.

    Un cammino “à rebours” ..., cioè dalla fine all’inizio ...







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  24. Ho dunque messo un po’ d’ordine nel vecchio “material” de l’anno scorso, e - per chi “vogli” discutere di alcuni temi (quelli di cui parlò G. Galli, ma stavolta da un punto di vista differente, non però contrario né alternativo) - suggerisco di leggere il post con la data 12 maggio (anno scorso, chiaro), tutti post ormai cancellati eh, ma qui raccolti, cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/scritti-nel-m-1/

    Per lei, che a tali temi è interessata (come per chiunque sia interessato a tali temi), credo potranno fornire taluni spunti, piccoli spunti: spuntini ...


    Grazie






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    1. In questo file pdf, al quale dà accesso il link:
      https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/scritti-nel-m-1/,
      segnalo la citazione dal libro di Seabrook, nel post, per la precisione, datato il 30 marzo 2020.








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  25. Direi di più, una critica basata solo sull’ “individualismo del Rinascimento” – anche qui le cose sono assai meno coerenti ai quadri teorici detti – manca del tutto il bersaglio.
    Il Dajjâl (il nome islamico de “l’A.”) c’entra zero con l’individualismo come con i regimi totalitari del ‘900 **a parte** il caso Hitler, caso rarissimo nella storia, e solo per il potere seduttivo della parola non certo per le vicende storico politiche.
    Però ha delle basi lì, si dirà, com’è comune dirlo: tante cose hanno basi ma l’averne non garantisce proprio niente, il problema è il frutto, una pianta la tagli, la poti, gli cambi di terreno!, ecc. ecc.
    Di tutto ciò personalmente vedo consapevolezza non zero, ma sottozero, e vedo solo “repetita non juvant” di cose molto note, insufficienti a delineare il fenomeno in esame – **insufficienti** – …






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  26. Tutte le concezioni dell’ “A.” come “conquistatore” (cosiddetto invincibile) sono errate alla radice perché mal intendono lo **scopo** suo: ingannare il mondo, non conquistarlo …

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