giovedì 27 giugno 2013

Per il Solstizio (d’estate), Considerazioni

1.

Riguardo alle “Porte solstiziali”: quella di giugno è la “Porta degli uomini”, che segna l’inizio della parte discensiva del ciclo annuale.





2.

Le due Porte solstiziali han due significati differenti. La Festa dei “Fuochi di San Giovanni (Battista)” è sempre stata festeggiata, al contrario la Festa del solstizio d’inverno è stata assorbita dal Natale.



Mi ha sempre più interessato il solstizio invernale piuttosto che quello estivo, ovvero i “Fuochi di S. Giovanni”, che sono ancor oggi una festa popolare, tra l’altro spesse volte oggi considerata “tipica del mondo celtico”, cosa inesatta, visto che nel Sud d’Italia, ancora negli anni Trenta del secolo scorso, li si vedevano ben diffusi. La Seconda Guerra Mondiale, anche per ovvi motivi, ne segnò il declino. Oggi, al contrario, stanno riprendendo l’usanza, ma con senso ben diverso, non più “popolare”/folkloristico, ma su imitazione del mondo anglosassone, imitazione spesso viziata da motivi politici “neopagani” e/o “di destra” del tutto estranei al significato della festa, sul cui significato “pagano” c’è ben poco da sottolineare o aggiungere. 

Spesso tale senso si acuiva con il “bagno di S. Giovanni”, tra l’altro occasione coloratasi di simbolismo erotico, che fa parte dell’elaborazione tardiva delle varie “leggende sul Battista”, famose soprattutto nel decadentismo. Difatti, è una giovane donna che ne chiede la testa (una “prostituta”, una “donna scarlatta”, per fare un inciso sulla questione di A. Crowley, scarlatto: colore della passione e del delitto passionale, non del delitto a “freddo”); e sul significato anche erotico di questa richiesta molti hanno sin troppo facilmente speculato. Non è che non vi sia, ma il senso più antico non aveva niente a che spartire con il lato erotico, che vi si è aggiunto: il senso più antico, infatti, alludeva al sacrificio annuale del sole per poter rigenerarsi. Il passaggio al simbolismo erotico nasce dal legame fra il sole e la vitalità, che ci sta, chiaro, ma la degenerescenza nasce sempre dal ridurre il tutto alla parte, ad una parte di significato chiaramente che si ritrova all’interno del simbolo in se stesso sin dall’inizio, ma che è e rimane parte.



La degenerescenza s’inaugura sempre dalla riduzione del tutto ad una sua parte, da una riduzione dell’amplitudine del significato dei simboli. Questa è legge sicura, questo è un segno certo.



Il significato delle due feste, quindi, è opposto. Va, infatti, ricordato questo: che il solstizio d’estate segna il punto più alto del corso apparente del sole. Da quel punto preciso a seguire, il sole non può che scendere. L’altra porta solstiziale, al contrario, segna l’inversione positiva del cammino del sole nel cielo. “L’ora più oscura è quella che precede l’alba”, dice un adagio popolare. “Quando la luna è piena non può che cominciare a calare”, dice un adagio cinese che parafrasa l’Yijing [I-Ching].



Tale senso si chiarisce ancor più qualora si pensi al “demone meridiano”. Si reputava che a mezzogiorno (solare, ovviamente, non “legale”), con il sole che martella, come Thor, ma non i giganti, bensì le teste della gente - e ne fa impazzire taluni ... - si liberasse, in quell’aria immota e silente dove nessuna creatura della natura osava fiatare e si poteva soltanto stare sotto un albero, si pensava, dunque, che un demone si liberasse: il demone “del mezzogiorno”, del metà del giorno, “meridiano” appunto.



Era un demone “panico”, affine a Pan. E quindi era cosa buona e giusta togliersi di torno, perché il suo corteggio di satiri e ninfe non era quanto di più salubre. Ma, in tal caso, dal simbolismo anche erotico - che si denuncia dal corteggio “panico” di satiri e ninfe -, si è passati poi ad un senso più sottile. Il demone meridiano è il demone tîs akedhìas, accidiæ, dell’accidia “mediterranea”, così diffusa nel Mediterraneo, e che colorò delle sue scure pennellate l’autunno del mondo antico.



Il legame fra S. Giovanni Battista > Salomè ci riporta alla questione “donna scarlatta” > Grande Babilonia.





3.

Venendo al nostro tema, la “donna scarlatta” - nome che Crowley dava alle sue medium, quelle che si distinguevano per ricettività - è la “prostituta famosa” dell’Apocalisse di Giovanni, capitolo 17.



Molti siti web riprendono la vecchia idea che si tratti di Roma, la Roma pagana, ma attribuiscono tale caratteristica alla Roma papalina e vaticana. Che “la lupa perda il pelo ma non il vizio” non ci piove. Da qui a farne la “prostituta”, la “donna scarlatta” con la quale “tutti i re si sono prostituiti” (allusioni dell’Apocalisse di Giovanni ad Ezechiele 16), però ce ne corre.



La “prostituta” è una potenza precedente al Cristianesimo – su questo l’ Apocalisse di Giovanni è chiara -, ed è chiara l’allusione di Giovanni Evangelista ai culti orgiastici, propri di Babilonia (di qui la qualifica della Prostituta con “babilonese”). Un legame c’era pure con i culti del Vicino Oriente, soprattutto Adone (il “Signore”, alla lettera, l’ “amato dalle donne”). Diciamo che l’“erotizzazione” del simbolismo del taglio della testa di Giovanni il Battista nasce da una “contaminazione” con culti come quello di Adone, che avveniva in Siria, vicino alla Palestina, e quest’ultima poté facilmente esserne influenzata per mezzo del Libano, con il quale la Palestina sempre intratteneva rapporti. E’ una contaminazione di significato: è vano cercare legami “materiali”. Le idee non si possono rinchiudere.



Ora, la Prostituta siede su di una bestia, dalle dieci corna e dalle sette teste, che sono anche colli, e qui l’allusione a Roma è chiara, ma non se ne può dedurre né che l’Impero Romano “in se stesso” fosse sempre male, come fanno taluni, né che la Roma cristiana sia tale Prostituta. Roma potrà essere anche un ibrido fra Israele spirituale e le Genti (Kittìm [dai Kittìm, ed altri popoli, vengono le “genti”: “Testo ebraico e traduzione italiana della “Parashàt’ di Noah”, articolo online]), ma rimane che essa non è necessariamente ipso facto la “prostituta di Babilonia”. 

Infine, Giovanni Apostolo parla di un “ottavo re” - si legga con attenzione il testo - “diverso da tutti quanti gli altri”. Quest’“Impero” che è “diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto” si caratterizza da dieci corna: “12  Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un’ora soltanto insieme con la bestia.  13  Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia” (Ap. 17). 



Ed arriviamo al punto, poco notato, ma che è un “segno”: “15  Poi l’angelo mi disse: ‘Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue.  16  Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco’” (ibid., sottolineature mie).



Che le “acque” siano i popoli (le “Genti”, sì, quelle), è anche cosa comprensibilissima (Populus, in Geomanzia, khatt ar-raml, affine agli esagrammi dell’I-Ching, appartiene all’elemento Acqua). Ora ecco il punto vero: i “dieci re”, mandati dalla Bestia, che hanno potere “per un’ora sola” - cioè solo e soltanto per mandare la Bestia direttamente, e non più indirettamente, al comando dell’intero globo – “dieci re” che, a rigor di logica, dovrebbero sostenere, amare la prostituta di Babilonia, invece la odiano, la divorano dopo averla “denudata” (spogliata degli ornamenti, di ciò che la rendeva “attraente”), e i suoi resti “duri”, non eduli, saranno semplicemente bruciati.



La cosa non quadra con la logica. Come stanno, allora, le cose?





4.

Qualche sito - numericamente assolutamente minoritario - si chiede, quasi sottovoce, se davvero sia l’America la “Grande Prostituta”. Qualcuno si risponde: nooooooo! Ma qualcun altro si risponde un po’ impaurito: e se fosse così?



Diciamo chiaramente che la prostituta di Babilonia non è, non è stata né può essere una nazione qualsivoglia, perché è unapotenza cosmica”, ma che essa è, piuttosto, ciò che sta dietro l’attuale sistema ormai in crisi gravissima ed irreversibile. Ed è proprio questa potenza cosmica la “Prostituta”, che seduce con le sue attrattive cioè gli “ornamenti”, dei quali i “dieci re” spogliano la prostituta stessa. Quest’ultimo fatto vuol dire che essi (“dieci re”) monopolizzeranno tutto ciò, e lo sotrarranno alla Prostituta. Ora dunque poiché nelle vene della prostituta, nonostante i suoi belletti, scorre nero petrolio, verde denaro e giallo oro, è possibile che la questione di ciò che nel Medioevo si chiamava “aqua diaboli” (olio di pietra ovvero petrolio) vi sia connessa, come - d’altro canto - vi è sicuramente direttamente connessa la questione dell’oro e delle riserve auree. 
Ora l’oro è simbolo del sole, ma pure del sole meramente vitale, ovvero che “soddisfa i desideri”, soddisfacimento del quale l’oro è facilmente simbolo. Infatti, nello Shrîmad-Bhâgavatam al Kali-Yuga si connettono il gioco d’azzardo, la macellazione incontrollata d’animali e – non certo per caso - la prostituzione, ma soprattutto l’oro e la sua brama, che genera questi ed altri mali.



Ciò che sta dietro all’attuale sistema ha attualmente ancora il suo centro negli Usa, questo è certo. Ma è molto ma molto indebolitosi.

Quindi c’è sì, davvero, un legame, ma non certo diretto.



Ora quel che sta succedendo lo si può riassumere come segue. 
La “Bestia”, per assumere direttamente il potere, deve in qualche modo “togliere di mezzo”, ma dall’interno, la Prostituta. Il che spiegherebbe questo loro comportamento.

  

Combattere la prostituta per noi, che siamo nati nel suo mondo, alla fin fine non è difficile: basta che non apri la porta. E sei solo tu che puoi aprirla. Tale potenza cosmica ti può sedurre acciocché tu l’apra, ma non può costringerti. Che poi molti amino aprire quella porta è indubbio, ma è altro discorso...



E se viene una tigre che abbatte la porta? Tal eventualità ovviamente non balena nel modo più assoluto in certi cervelli, le cui idee sono ferme a cinquant’anni e più fa.



Se queste considerazioni posseggono una parte di verità, si spiega la tendenza sempre più pronunciata a chiudere le decisioni in àmbiti sempre più ristrette, ad intaccare le “libertà civili” e via dicendo. 
E il web? E’ il necessario, temporaneo sfogo.





5.

Un’ultima notazione va fatta riguardo al linguaggio delle Sacre Scritture. In esse si chiama “re” il potere temporale, qualunque sia la forma per mezzo della quale funziona.



E’ importante sottolinearlo. Di solito la democrazia vien vista come “femminile” - di qui l’evidente legame fra gli Usa e la “Prostituta babilonese” - mentre la monarchia è “maschile”. Tali caratterizzazioni non devono farci cadere nella trappole: monarchia = bene, democrazia = male. O viceversa.

Per esempio, l’oligarchia, la degenerescenza della democrazia, è femminile anch’essa, mentre la tirannide, la degenerescenza della monarchia, è anch’essa maschile. In altre parole: la distinzione “maschile/femminile” non è in se stessa un “giudizio di valore”: c’è la forma buona e quella cattiva di ambedue. Essa si riferisce solo e soltanto al modo di esercizio del potere: più indiretto (= “femminile”) o al contrario diretto (= “maschile”).

IN ALTRE PAROLE, QUESTA CATEGORIE NON SONO “POLITICHE” IN NESSUN SENSO, SON FUNZIONALI, PRENDONO NOTA DELLA FUNZIONE, ATTIVA O PASSIVA. 



Il passaggio dall’epoca “prostituta” a quella “bestia” è precisamente il cambiamento di modalità - non di finalità - nell’esercizio della dominazione globale.



Un’ultima considerazione, doverosa. Anch’io penso che la “prostituta” non può durare per sempre, ed anch’io sostengo che ad un certo punto è meglio che le cose si chiariscano piuttosto che continuare confuse. Ma non è che la prostituta crolli perché si vada verso un “ritorno alla Tradizione”!



Sta in questo punto preciso l’opera di seduzione, dove la lotta esteriore alla POTENZA della “PROSTITUTA” di fatto viene inevitabilmente a saldarsi con l’opera della Bestia. Ed è precisamente qui che la cecità di troppi è un errore molto grosso.



Poiché è chiaro: cadere in questa trappola significa di fatto favorire la Bestia. E a poco servono le giustificazioni a posteriori. Ciò che si è fatto si è fatto.






P.S.

E’ interessante sottolineare il simbolo dell’O.T.O. (almeno nella versione della Loggia “scarlet woman”, cioè la “prostituta di Babilonia”, perché la “donna scarlatta” non è altro che questa potenza cosmica (non è un individuo, ovviamente)).



Tale simbolo è una stella invertita, ma non il ben noto Pentagramma, stella “a cinque punte”, ma l’Eptagramma, stella “a sette punte”.



Ovviamente sempre invertita.

 


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