NB. Qui si tratta dell’influenza mentale – perché, a differenza dalla suggestione – NON USA un agente fisico per diffondersi (con modalità: “contagio” dunque) e, poi, agisce, di solito, individualmente, cioè trascegliendo un individuo oppure pochi di essi come “vettori speciali” d’influenza (il “caso Hitler” è infatti, proprio “in tal senso”, una significativa eccezione, che conferma ala regola). In pratica, l’influenza individualizzata è poi l’unico modo di suggestione e d’influenza “mentale” considerato di solito dai “complottisti” et simili. Ma non è così, per niente! Anzi, qui ci si è più soffermati sul tipo “generale” con modalità “suggestione” in senso “tecnico” (= uso di agenti corporei per esercitare un’ “influenza” mentale), col mezzo della sottrazione d’attenzione, con seguente sua rifocalizzazione su oggetti già previamente prescelti. Nondimeno, non nego affatto che vi sia la modalità “speciale” cioè individuale: concentrarsi su qualcuno di specifico. Anzi! La massima forza si ha solo e soltanto quando ambedue le modalità siano usate, con un solo scopo in vista, con un FINE UNICO e comune … Non son ancor giunti a tal livello, tuttavia, in maniera massiva e constante, solo in certi momenti, cioè … e cioè non hanno raggiunto ancora la vera unità d’intento, unica e comune, che, poi, come ognuno ben sa nella sua stessa esperienza, è una cosa extra rarissima nella vita, ed è una grossa difficoltà NON SOLO per il “nostro” lato, ma pure per l’ “altra parte” … È difficile “di per sé”, insomma. Ma veniamo alla ripresentazione, or dunque.
Il caso presentato qui di seguito da Meyrink è uno dei – POCHI SINORA! – casi (per esempio: “il caso Hess”, “il caso JFK” ed altri, tuttavia MOLTO POCHI) nei quali le due correnti – la prima: uso massivo ma “blando”, con modalità “suggestione” (rimando alla definizione di tal termine qui su) per “deviazione attenzione” di massa, e la seconda: uso specifico, di solito con modalità individuale, “influenza mentale”, con, a sua volta, molte varietà di detta “influenza mentale” –, le due correnti, si diceva, si siano effettivamente unite con UN SOLO FINE COMUNE in vista …
“Per qualche momento, tutti tacquero, imbarazzati. «Come si chiama quell’uomo?» domandò sottovoce il Russo al suo vicino. L’interpellato si strinse nelle spalle.
«Zrcadlo, a quanto sappia», rispose Polyxena, in vece sua. «Credo che sia un commediante ambulante della Fidlowacka, quella della fiera annuale».
«Ah, così lo si chiama?»
«Pensi che forse abbia un altro nome?»
Il Russo esitò: «Io … io non so nulla».
«Ma è un attore, non è vero?»
«No, in nessun modo» si lasciò sfuggire il Tartaro.
«Lo conosci?»
«Lo conoscete, signor Molla?» esclamarono tutti a una voce.
Il Tartaro stese le mani come per schernirsi: «Gli ho parlato una sola volta. Ma non credo di sbagliarmi. Quello lì è lo strumento di un ewli». La servitù lo guardò perplessa. «Già, lo so, qui in Boemia queste cose non le si conoscono, ma da noi, in Oriente, esse non sono poi così rare.» Avendolo Polyxena pregato di spiegarsi, egli si mise ad esporre con brevi frasi, interrompendosi dopo poche parole per tradurre mentalmente di volta in volta in tedesco quel che pensava nella sua lingua natia: «Un ewli è un fachiro mago. Un fachiro mago ha bisogno d’una bocca, se no non può parlare. Così, quando vuol parlare, si sceglie la bocca d’un morto».
«Tu credi dunque che Zrcadlo sia un morto?» domandò il Russo con tutti i segni di una sùbita agitazione.
«Non lo so, forse è un mezzo …», il Tartaro si volse interrogativamente verso Polyxena: «Come si dice, non morto, mezzo …?»
«Uno che si trova in stato di morte apparente?» «Sì, di morte apparente. – Quando un ewli vuol parlare per bocca d’un altro, prima esce di sé, poi entra in un altro. – Egli fa così»; per il momento, il Tartaro stette a pensare come esprimere la sua idea; poi pose il dito nel punto sopra il diaframma [il plesso solare, cioè], ove le coste si riuniscono allo sterno [NB]: «Qui sta l’anima [si noti, dunque NON È la parte immortale dell’anima]. Egli la porta su», accennò la gola e quindi la radice del naso, «prima qui e poi qui. Allora egli esce dal corpo insieme col respiro ed entra nel morto: dal naso, e scende nel collo e nel petto. – Se il corpo del morto non è ancora decomposto. Il morto si leva e torna vivente. Ma allora è l’ ewli che vive in lui.»
«E nel frattempo che n’è dell’ ewli stesso?» domandò Polyxena, vivamente interessata.
«Per tutto il tempo che il suo spirito è in un altro, il corpo dell’ ewli è come morto [“come” cioè … NON È …!]. – Ho visto spesso fachiri e sciamani. – Li ho visti sempre seduti, rigidi come morti: perché il loro spirito si trova altrove. – Ciò vien chiamato aweysha. – Ma un fachiro può far aweysha anche con uomini vivi [NB]. – Solo che per poter entrare in essi questi debbono dormire o esser tramortiti. – Alcuni, e specialmente quei defunti che da vivi ebbero una forte volontà o avevano ancora una missione da compiere, possono persino entrare in esseri viventi desti senza che questi se ne accorgano: ma per lo più anch’essi usano corpi trovantisi in stato di morte apparente o vivi [NB]. – Come per esempio Zrcadlo. – Perché mi guardi così, Sergej?» Alle sue ultime parole il Russo era balzato in piedi […].
«Niente, niente, Molla. Son solo meravigliato.»
«Laggiù da me», continuò il Tartaro, «avviene spesso che un uomo che fino ad un dato mento aveva avuto una vita tranquilla, di colpo non sappia più come si chiami e si metta a vagare. Allora noi diciamo che un ewli o uno sciamano si è impossessato del suo corpo. Gli sciamani son degli infedeli, ma anch’essi possono fare tutto quello che gli ewli fanno. L’ aweysha non ha nulla da vedere col Corano. Se, svegliandoci alla mattina, sentiamo di non essere completamente gli stessi della sera, temiamo che un morto si sia nascosto in noi e respiriamo profondamente, più volte, per liberarcene.»
«Secondo te, perché i morti vogliono entrare nel corpo dei vivi?» chiese Polyxena.
«Forse per godere, forse per compiere in terra qualcosa che non potettero fare o che tralasciarono di fare. Oppure, se sono crudeli, per provocare un mare di sangue.»
«Allora sarebbe possibile che la guerra … [intendeva la Prima Guerra Mondiale, dato che l’edizione originale del testo di Meyrink è del 1917 … ma il concetto NON si limita, proprio per NIENTE, solo al Primo Conflitto Mondiale, il concetto è sempre valido comunque].»
«Certo», affermò il Tartaro. «Tutto ciò che l’uomo compie contro la propria volontà proviene, in un modo o nell’altro, da un aweysha. E quando gli uomini si gettano gli uni addosso agli altri come tigri, credi tu che lo farebbero, se qualcuno non avesse fatto un aweysha con loro?»
«Penso che lo facciano, perché essi … ebbene, perché essi son trasportati da … dell’entusiasmo per qualcosa; per … una idea, forse.»
«Ebbene, appunto questo è aweysha.»
«Aver un entusiasmo è dunque aweysha?»
«No. Prima c’è l’ aweysha. E poi viene l’entusiasmo, infuso dall’ aweysha [SI NOTI BENE QUI!!]. – Di solito, quando qualcuno fa aweysha con un altro, questi non se ne accorge [SI NOTI]. Ma poiché l’entusiasmo, il trasporto lo si sente, per questo si crede che esso venga da sé [idem]. – Sai ci sono diverse specie di aweysha. – Alcuni possono fare aweysha con gli altri col semplice parlare [per esempio: Hitler (il quale diceva – sia detto per inciso – che lo scopo dei grossi raduni era di “fare di tanti vermi un gran drago”)]. – È sempre un aweysha, benché più naturale [certo!]. – Ma con chi confida solo in sé stesso ed è sempre presente a sé, non vi è uomo al mondo che possa fare aweysha. Nemmeno un ewli o uno sciamano.»
«E tu credi che la guerra sia scoppiata perché un ewli ha fatto aweysha con noi?»
Il Tartaro scosse sorridendo la testa.
«O uno sciamano?» Nuovo scuotimento del capo.
«Chi dunque?»
Molla Osman si strinse nelle spalle. Polyxena si accorse che non voleva parlare. La sua risposta evasiva: «Chi crede solo in sé stesso e riflette prima di agire, con costui nessuno può fare aweysha», le confermò quest’impressione.
«Sei maomettano?»
«N … no, non del tutto, tu lo vedi: bevo vino.» Il Tartaro alzò il suo bicchiere e bevve, rivolto verso di lei.
“Aweysha? Che razza di superstizione è questa?” si disse, assaporando un liquore. “E che cosa mi direbbe qualora io gli domandassi, se anche dei ritratti possono fare aweysha? Ma via! Costui non è che uno stalliere!” e si stizzì per aver ascoltato così a lungo; stizza che poi si accrebbe, nel dover constatare che nessuna conversazione con qualcuno dei suoi parenti l’aveva mai interessata a tal segno. Si sentiva offesa nel suo orgoglio di casta. Socchiuse gli occhi, per non fargli notare che continuava ad osservarlo [Polyxena, essendo parte della “vielle race dangereuse” (G. Heim) – in parte, infatti, un tal “dono” **si eredita**, ma **solo** IN PARTE –, in realtà STA “facendo” aweysha col “tartaro”, ma il “tartaro” lo SA, il “tartaro” se n’è accorto, insomma: è una lotta silenziosa che avviene sotto gli occhi del lettore, con mosse coperte, in una lotta che non può dirsi apertamente, cioè “la gioia nascosta dell’inferno” avrebbe detto Thomas Mann … forse solo Ch. Williams ne capiva DAVVERO di ‘ste cose (Tolkien solo MOLTO ma molto IN PARTE, avendole, in realtà, in parte “mediate” da Williams!, mentre non ne capiva Lewis, con il suo “apologetismo” cristiano); ma fermiamoci qui coi commenti …]”, G. MEYRINK, La notte di Valpurga, il Cavallo alato-Edizioni di Ar, Padova 2017, pp. 110-114, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Andrea A. Ianniello
Discorso precedente sulla “Notte di Valpurga”, cf.
In realtà, l’Ucraina era una trappola, è stato detto, più che ovviamente inutile dirlo, **se** si voleva fermare la cosa – impossibile –, però ha un senso come fatto storico, in una visuale più grande. Alcuni si accorgono – sin troppo tardivamente – che la “politica” è solo un simulacro: ne parliamo qui da degli anni! Il Nwo era in evidente crisi dal 2018 e in crisi meno evidente da molto prima: ma su ciò cf. “Impolitiche Considerazioni”. Il punto – quello vero – si è che **non è certo finita**! Si è trattato di un periodo e di una fase molto importanti, però **in vista** di “altro” per cui nulla è concluso. Non ancora. Ci si prepari: vi saranno ancora grossi cambiamenti e rovesciamenti di fronti. **Niente** sarà stabile. Niente!
RispondiEliminaCaracciolo vecchia volpe !
Eliminahttps://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-rsquo-ucraina-nell-rsquo-ue-nbsp-creeremo-buco-nero-378094.htm
Beh sì, felice sia tornato realista, per così dire, dopo il suo passo falso proprio sulla vicenda ucraina, cartina di tornasole della crisi americana, profonda e strutturale, che non risolveranno col ritorno alla dottrina Monrioe - del 1923! due secoli fa! - propugnata dalla presente (pessima) amministrazione Usa. Dopo la politica di - cosiddetta - potenza, e basata solo su interessi - quella propugnata da Kissinger - cosa ci sta, ora, come indirizzo generale a Washington? Torniamo al XIX secolo? Solo nella pessima europina possono prendere sul serio questa dichiarazione di crisi ed insolvenza politica. Non propone obiettivi che non siano stantii ed ideologici e lontani dalla situazione reale del mondo. Allo stato di emergenenza perenne - di oggi - chi risponde? Ma davvero?
EliminaNessuno.
Nessuno.
Nessuno.
Dico che è tornato realista perché, proprio all’inizio di questa vicenda, Caracciolo non lo era: non credeva che la Russia sarebbe intervenuta - in realtà, dopo una vicenda che l’anno prossimo daranno diec’anni! - e poi ci sta il numero di Limes n.6/2021 (**2021**), intitolato: “Se crolla la Russia”. La Russia non crolla se non quando avrà completato il suo ruolo, di fattore negativo in un processo dialettico, come capì, ma in tutt’altro contesto, Anthony C. Sutton e come continuano a non capire tanti, sia ottusi complottisti che seri indagatori, che spesso notano quanto siano contraddittorie le posizioni prese da chi governa (in apparenza). Questo **è** il piano, che non è un complotto, ma qualcosa di più vasto. Il piano è – sempre – un movimento a tenaglia: due forze convergono su di un punto.
EliminaQuesto sconcerta tanti. Ma è vero.
Peraltro il piano (che Zhirinovskij si fece sfuggire dalla bocca proprio nel 2014, nove anni fa – fra poco dieci!) – sosteneva che la Russia doveva, dopo aver fatto sostanzialmente quel che ha fatto, estendere l’attacco. E quindi l’ “attacco” pseudo “blitzkrieg” a Kiev o Kiiv, come no! con catorci anni Novanta e truppe di leva! e ciò non ha niente che spartire con la “guerra lampo”, forse con la “guerra all’ambo” … era solo un diversivo, nel quale le truppe di Kiev, sicuramente di ciò informate, non hanno abboccato. Ma, poi, dopo aver realizzato tutto sommato quel piano, la Russia doveva estendere, appunto, l’attacco non a paesi baltici ed altre sciocchezze che dicono, risvegliando fantasmi – morti e sepolti, nella realtà – della guerra fredda, “i cosacchi in p.zza San Pietro” ed altre amenità inesistenti, ma il piano era di congiungere l’attacco da est con uno da ovest, partendo dalla Transnistria, in modo da prender tutto il litorale meridionale. Ora, Putin sa che la Russia non ne ha la forza (su questo punto Caracciolo, invece, ha sempre avuto ragione) e, con accorta gestione delle proprie forze, ha portato avanti una guerra di logoramento, pensata per il lungo periodo. E i fatti gli stanno dando ragione.
EliminaLa trappola per Putin era proprio quella di Prigozhin ed altri come lui, che volevano “menare le mani”, come suol dirsi, il che avrebbe fatto aprire il fronte direttamente alla Russia stessa, e quindi la famosa “controffensiva” sarebbe potuta penetrare attraverso le maglie, allargatesi, delle difese russe. Putin non ci è cascato (vecchia scuola Kgb …).
Il che non vuol dire che siamo allo stato zero: infatti lo scopo di “abbattere Putin”, che poi è quello dell’attuale dirigenza Usa e dell’attuale dirigenza Nato, non l’hanno raggiunto, anche se ci son andati assai vicino col “caso Prigozhin” … anch’esso da P. trattato secondo i dettami da vecchia scuola, diciamo così “old style” … Invece Putin l’ha preso davvero il Donbass: ecco la differenza. E, considerato il costo enorme di tale stato di cobelligeranza, dal febbraio dell’anno scorso, da parte dei paesi Nato più il costo delle sanzioni europee (soprattutto auto sanzioni!), va osservato che il bilancio presentato dalle dirigenze attuali occidentali, nessuna esclusa, è scarsissimo. Il problema di Putin non è questo: è il raggiungimento non degli obiettivi militari, per ora la bilancia è in suo favore (come dicevano sin dall’inizio alcuni osservatori e commentatori, pochissimi, nella voga neo maccartista in cui ormai è l’Europa intera), ma di quelli politici. Qui è il suo vero punto debole.
EliminaA questo punto che l’Ucraina “entri” nella Nato è un obiettivo che per gli Usa e i suoi seguaci Nato sarà sempre più forte, salvo – ma qui per davvero – sorprese varie quindi cambiamenti effettivi di dirigenze. Se invece P. volesse fare del Donbass e della Crimea tipo stati cuscinetto, sarebbe, teoricamente, possibile, teoricamente perché comunque deve passare il mandato dell’attuale presidente Usa, il piccolo Truman lo chiamo, dalle posizioni “neocon” di “diffusione della democrazia” (per mezzo delle armi) con acclusa “dottrina Monroe” (del **1 8 2 3** !!) rivisitata, ovviamente maschera e poco più di questo.
Quindi la cosa non è affatto conclusa: affatto. E non potrà esserlo, va ribadito, con tutti gli attuali decisori – **solo** apparenti, chiaro! – nelle loro attuali posizioni. Né può lasciar il mondo nello stato precedente: ma è proprio impossibile! Se a ciò aggiungiamo la “grana” Medio Oriente, grana perenne ma riesplosa, ne viene fuori uno “stato di emergenza perenne” che si muta in uno stato di caduta del sistema-mondo inteso come *sistema* - inteso cioè come insieme nato circa 500 anni fa dalla fase delle “scoperte geografiche” cosiddette.
“Chi” però ha davvero “interesse” a che ciò accada, cioè a che questo cambiamento accada davvero? Per quali fini, poi? Ecco le domanda reali, verso le quali tutto converge.
Basta quindi porre le domande giuste, così subito si è ricondotti dalle periferie al nocciolo dei problemi, delle questioni …
EliminaRicordo che. In uno scritto di C. Castaneda, Don Juan – reale o fittizia che fosse, o misto di reale con fittizio (più probabile) – diceva: “Il crepuscolo: la frattura tra i mondi”. Si esprime, così, con chiarezza, le due consapevolezze – in realtà, ve n’è anche una terza, che ambedue integra e supera –, quella “diurna” (in varie tradizioni detta: “solare”), o coscienza “di veglia”, e quella notturna, o coscienza “sottile”, quella responsabile dei fenomeni di qui sopra …! Come di tante cose della cosiddetta “magia”, la quale, dunque, NON VIENE “fatta” (termine sbagliato , qui usato solo per capirsi) nello stato di coscienza comune, di “veglia” cioè, ma in un altro stato mentale. Quindi la “magia” NON È come pigiare un interruttore e far accendere la luce, non è un determinismo naturale che viene usato dagli uomini per ottenerne dei vantaggi utilitaristici, ma implica la “conscienza” degli individui, cioè la tocca, la modifica seppur molto ma molto parzialmente, oltre che in modo temporaneo (salvo certi casi particolari, ma siamo nella cosiddetta “alta magia” cosiddetta).
RispondiEliminaSulle due, appunto, “conscienze” – solar e lunare – cf. “Introduzione alla magia” a cura del “GRUPPO di UR”, Edizioni Mediterranee, Roma 2011 (prima edizione: *1971*), volume secondo, p. 177.
Qui sopra: Discorso precedente sulla “Notte di Valpurga”, cf. non è completo, volutamente manca il link; eccolo:
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/06/la-notte-di-valpurga-walpurgisnacht-3-e_19.html
E in apparenza fuori tema, ma non è così, ricordiamoci quando qui si facevano analisi, un otto-dieci anni fa, sulla situazione percolosa economica mondiale, con la proposta di una sorta (una sorta) di Bretton Woods rivisitata? Ora ne parlano alcuni ed apertamente, cf.
RispondiEliminahttps://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2023/12/16/sul-debito-globale-un-link-e-ricordiamo-quando-altrove-si-parlava-di-bretton-woods/
Peccato ricordi quel titolo di una vecchia canzone: “It’s too late baby. Baby it’s too late …” …
Il mondo è sempre più “pronto” per un nuovo “stato” – transeunte quanto vogliamo: sottoscrivo – non per questo meno necessario o meno concreto. Nè meno concretamente realizzabile peraltro.
Il punto è sempre – sempre – dove va, cosa “decide” quel “network nascosto” che costituisce la “zona intermedia”, le società “di ruolo” – per dirla con S. Hutin – del “nostro” (loro) mondo. Qui è dove gli analisti, pur ben preparati, e “nulla quaestio” che ve ne siano, non arrivano. Ma dalla “dimensione d’ombra” derivano quelle cose apparentemente “incomprensibili”, quelle “svolte” – spesso apparenti anch’esse – che tanto condizionano il “nostro” mondo. E questi **NON SONO** “complotti” …
RispondiEliminaAlcuni link, sempre sui cambiamenti - spesso apparenti - e su “Così muore la democrazia” (ma è già morta, in realtà) …
RispondiEliminaPalpatine’s Speech with Revenge of the Sith scenes | Star Wars: The Bad Batch [4K ULTRA HD]
https://www.youtube.com/watch?v=9monm0T8QNs
5 mag 2021
“The Republic Will Be Reorganized into the FIRST. GALACTIC. EMPIRE!”
https://www.youtube.com/watch?v=BgSg3kF2nw8
9 nov 2022
Naturalmente non vi alcun cosiddetto “Impero” in vista, ma uno stato diverso … Vero è però che – con alcuni cambiamenti d’ “ingegneria legale” costituzionale (qualche accenno in Italia, ma non solo) – s’ “indurrà” la preparazione (“stretta”) di tale “stato”, altresì detto: “regno”, in tedesco: Reich …
Most charismatic speech. Ever.
https://www.youtube.com/watch?v=Lo4cFViNLes
14 gen 2013
Chancellor Palpatine - “Demoncracy”
https://www.youtube.com/watch?v=7Ekld0VyoPA
8 gen 2017
Il “succo” della “situazione” - nel senso dell’ultima intervista fatta a Pasolini: la “situazione” - si è che dobbiamo ancor attenderci altre “cose” (avvenimenti e “mosse”), cioè che la “situazione” non è affatto conclusa. Chi - singolare o plurale, o ambedue le cose - la “conclude” si è colui/coloro che ha/hanno il potere di far sì che lo “stato di emergenza” divenga “stato di eccezione” planetario.
RispondiEliminaPlanetario, globale o come si voglia dire: poco cambia nella sostanza delle cose . . .
Tutto questo con “in vista” degli scopi, dei fini. Specifici.
EliminaQuel che accade nel Mar Rosso: questo è pericoloso, un ulteriore allargamento in vista? …
RispondiEliminaLa cosaccia si sta pian piano allargando nel Mar Rosso. Conviene sempre precisare che, se si allarga al LIbano, è sempre lo stesso “teatro” di guerra. Se invece si allarga in un altro cosiddetto “teatro”, ecco che ci sta il terzo teatro di guerra = guerra mondiale. siamo davvero sul bordo e sul “limitare” di essa.
EliminaLo "ewli" di cui parla Meyrink è qualcosa di simile all'elementale/famiglio? (Certo, lo scopo dell'articolo è di trattare di ben altra "evocazione", ma ricordando certe cose lette in D. Fortune mi viene da fare questo accostamento.)
RispondiEliminaRicordo infatti quel che diceva D. Fortune … Diciamo piuttosto che un “ewli” – cioè la trascrizione “à l’allemande” ma di un termine denontante, alla fin fine, uno **sciamano** – “ha” (o può avere) un “famiglio” famoso e/o “elementale” che dir si voglia. Ma **non è** un “elementale” e/o famiglio, che dir si voglia. Un “famiglio” in pratica è come l’ “alleato” dei libri e romanzi di castaneda, una forza “sottile” (**priva** – priva – d’individualità) cui si dà una forma perché “reggerla” sempre sarebbe molto difficile (capir bene queste cose richiede tempo ed un discorso un po’ più lungo ma basti dire che, a queste “forze sottili”, “l’individualità” gliela dà l’ “operatore”, “l’evocatore” … esse **ne sono priva** …) … Per esempio, si “localizza” queste forze in oggetti e luoghi: ed ecco l’ “Anello” tolkieniano, dove Tolkien, del quale quest’anno ricorre l’anniversario, non ha fatto altro che romanzare elle storie, leggende, tradizioni proprie dei popoli più diversi. Un “ewli” – per parlarci chiaro: uno sciamano – può avere un “famiglio” e spesso lo aveva (o l’ha, chissà …). Che lo “aiuta” ma egli stesso non è tale, poiché trattasi di un essere umano: un famiglio, un “elementale” NON È un “essere umano” e su questo giammai s’insisterà sufficientemente. Chiaramente, come tu giustamente dici, qui si parla di “evocazione” ben altre forze (un “elementale” tutto sommato è ancora – per quanto non privo di pericoli – una cosa passabile, intendo_ **gestibile** relativamente “facilmente” …) …
EliminaChiaramente no che “non è finita” …
RispondiEliminaLa “minaccia” - o **le** minaccie - ha ormai avuto inizio ed è cosa reale! Non è più affatto una “minaccia” cosiddetta!
RispondiEliminaOgni - cosiddetta - (pseudo) “linea rossa” è stata superata, ma ciò significa che “il katèchon” non c’è più.
RispondiElimina“fino a un dato mento” va cambiato in: **fino a un dato momento**
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