“Quanto sembrano buoni i cattivi motivi e la cattiva musica quando marciamo contro il nemico. NIETZSCHE”, in L. DEIGHTON, La guerra lampo, Longanesi & C., Milano 1981, p. 6, corsivi in originale.
Copertina di: L. DEIGHTON, La guerra lampo, Longanesi & C., Milano 1981.
SIR(-i) PRESENTA, “F. S.”, 2 - “Velocità”
“Un ottimo esempio di kokoro è la Guerra dei Sei Giorni avvenuto in Medio Oriente; qualunque guerra che duri meno di una settimana è ovviamente il risultato di un comando illuminato. […] a volte non è possibile evitare la battaglia. L’unica soluzione razionale è di affrontarla nel modo più rapido e risoluto possibile, e portarla a termine con il minor numero di danni possibile. Ma di che rapidità stiamo parlando? Per quanto riguarda i combattimenti individuali, bisognerebbe pensare in termini di secondi. Per quanto riguarda le guerre tra nazioni, in termini di giorni. Se un combattimento dura più di un minuto tra singoli individui, o più d’una settimana tra due eserciti, significa che è condotto in maniera sbagliata”, F. LAUVRET, La via della strategia, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, p. 85, corsivo mio.
“Il primo passo verso una cura della schizofrenia della civiltà consiste nel prendere coscienza dell’esistenza dei lupi e nella loro comprensione. Dopodiché, bisogna prendere atto del fatto che le pecore sono salve solo quando i lupi non hanno fame”, ivi, p. 13, corsivi miei. Una mia semplice osservazione: spesse volte i lupi si trovano dove c’è una preda da spolpare, o un bottino da suddividere …
“Le battaglie che durano troppo a lungo sono dannose. Quando siete costretti ad affrontare una situazione violenta, cercate di risolverla il prima possibile. […] Per questo motivo le nazioni si fanno la guerra tra di loro: per conseguire un obiettivo che non potrebbero raggiungere in nessun altro modo. Ogni nazione esistente al giorno d’oggi esiste perché a un certo punto ha abbandonato il tavolo dei negoziati, ha sguainato la spada, ha combattuto e vinto il diritto d’esistere. Un tempo gli esseri umani dovevano combattere anche per il privilegio di vivere. Il fatto che oggigiorno la vita venga considerata un diritto inalienabile ha portato troppe persone a credere che sia anche gratuita. La vita è gratuita solo per pochi fortunati. Prima o poi, l’uomo comune dovrà trovarsi a lottare e a sanguinare per difenderla. Se sarete maestri della Via della Strategia, quando verrà il momento della vostra battaglia, potreste riuscire ad uscirne vittoriosi”, ivi, p. 267, corsivi in originale.
Il punto è sempre questo. In ogni guerra. Il tempo. Cioè quanto dura la guerra: più dura più è dura, e peggio è. Poi vi è la sconfitta, quel che hanno imparato a loro spese gli americani. Ma la cosa è valida per tutti, mica solo per gli americani!
“Qualunque forma assuma, la guerra è ancora una questione che riguarda un uomo che vuole imporre il proprio dominio su un altro uomo. Gli strumenti possono essere diversi, ma gli uomini che li utilizzano rimangono sempre uomini. Lo stratega si occupa d’idee, idee per controllare gli uomini, e gli uomini non cambiano. Raramente emergono nuove idee, solo parole nuove per descrivere quelle vecchie”, ivi, pp. 20-21, corsivi miei.
Andrea A. Ianniello
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Per la prima copertina di questo presente anno, al termine ormai, cf.
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