Parlando di “FINE” … DISQUISIZIONE – PICCOLA – “ZODIACALE” … (Qualche – BREVE! – delucidazione su **alcuni** “aspetti” de “LA” fine, 4)
“Ogni cosa che ignori è una prova d’affrontare
[…] Nella tua ignoranza, invoca dunque il Signore, e sarai esaudito”.
E. C. AGRIPPA, Il Terzo Libro del Comando (“La Magia degli antichi”), Edizioni Mediterranee, Roma 2020, p. 17, corsivi e grassetti nell’originale.
“In settimo luogo, il più basso, i pigmei che abitano gli elementi e le cose elementali”.
Ivi, p. 18.[1]
“Tutto è possibile per chi ha fede e volontà. Per chi ha debole fede e fiacca volontà, tutto è impossibile. Nulla nuoce più dell’incostanza, la volubilità, la superficialità, l’incertezza, la futilità, l’ebbrezza, la lussuria, il rifiuto della Parola di DIO. Molto di più conviene esser un uomo devoto, onesto, sincero nelle parole e negli atti, saldo nella fede in DIO, prudente, e avido di nulla se non di saggezza, che è cosa divina”.
Ivi, p. 33, maiuscole in originale.
“La trasmutazione metallica, volgarmente detta Alchimia, arte esplicita ma concessa a pochissimi, e non senza una grazia particolare. Per possederla, non bastano lavoro e volontà, occorre la misericordia di Dio”.
Ivi, p. 37, grassetti miei.[2]
Dopo aver detto che taluni “hanno” la “magia” per causa “di ‘sangue’”: “E anche i figli delle ninfe e i figli di Melusina e i figli degli dèi, Achille, Enea, Ercole, e poi Ciro, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Lucullo, Silla, Mario”, ivi, p. 41, così continua:
“La TERZA VIA è il duro lavoro, dal quale però senza l’aiuto d’un nume non si potrà ottener nulla di grande e d’ammirevole. Perché è scritto:
Tu nihil invita dices faciesve Minervae
(Nulla puoi fare o dire contro la volontà di Minerva [frase di Orazio, ma ecco che tanti fanno inutili “cerchi” o si danno a cose meramente psicologiche, poiché “nessun nume” – buono o cattivo che sia! – li “aiuta” ecco che i risultati son zero!])”.
Ibid., maiuscolo e corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.[3]
“Coloro che sono avidi d’ottenere ricchezze, splendori in questa vita, magistrature, onori, prebende, comando (anche magicamente) li otterranno PERSEGUENDOLI con costanza, ciascuno secondo il proprio destino, le proprie capacità, la conoscenza della Magia, come attesta la storia di MELUSINA, ove un certo mago [altrove si dice che fosse d’origine ebraica] decretò che nessun italiano si sarebbe mai assiso sul trono di Napoli, e in questo riuscì così bene che il sovrano che regnava alla sua epoca fu deposto [NB]: così grande è il potere degli angeli che custodiscono e proteggono i regni del mondo”.
Ivi, p. 46, maiuscole in originale, corsivi e grassetti miei.
Ci si rifletta un po’ seriamente su tali parole, fuori dalle solite sciocchezze … sono parole MOLTO ma MOLTO significative: “spiegano” tante cose; ovviamente, NON le “spiegazioni” comuni, che potremmo chiamare “RASSICURAZIONI” … per continuare a dormire.
“Nel dominio pratico, abbiamo spesso detto che le condizioni dell’epoca attuale, sia collettivamente che nei singoli, sono quanto mai sfavorevoli per uno sviluppo trascendente […] e […], almeno per un buon tratto della via, ognuno è lasciato più o meno a sé stesso. Egli ben presto si scoraggerà se non dispone di una calma fermezza e d’una energia sottile, se cercherà conferme e risultati diretti, tangibili, se […] si creerà illusioni. D’altra parte è certo che chi, sia pur in un lampeggiamento, ha avuto il senso della realtà trascendente, non potrà più cancellarlo. «Il morso del Drago non si cicatrizza». Qualcosa avrà preso forma nella sua anima, che sussisterà anche senza una precisa coscienza e malgrado ogni tumulto, qualcosa, da cui egli potrà sempre trarre la forza di attendere, di persistere, di riprendersi, di osare”.
Introduzione alla magia. A CURA DEL “GRUPPO DI UR”, vol. III, Edizioni Mediterranee, Roma 2006 (edizione originale: 1971), parte conclusiva, p. 421, corsivi e grassetti miei.
“Intanto un altro lupo, questa volta gigantesco, si sta preparando. Si approssima la sua ora all’orologio del mondo. Costui trasformerà l’oscurità in profonde tenebre e la favilla della luce in sole. È morto e vive, con tutto il vigore possibile di questa forza misteriosa, condanna e liberazione, crepuscolo ed aurora, fine ed inizio”.
C. LEVALOIS, Il simbolismo del lupo, Arktos Giovanni Oggero Editore, Carmagnola (TO) 1989, p. 75, corsivi e grassetti miei. Il “lupo” è il Fenrir delle saghe norrene …
Si è detto che si sarebbe parlato della “fine” ma, sinora, non se n’è avuto piena possibilità; nondimeno, avvicinandoci al “tema” – o: per AVVICINARCI ad esso, adesso! – in tornate successive, pur NON potendo mai, davvero, affrontarlo direttamente!, ecco che ora parliamo d’un PROBLEMA “ZODIACALE” …
Antefatto 1: “Nel frattempo Taliesin era giunto per incontrare Merlino il Profeta, il quale lo aveva mandato a chiamare per scoprire qual vento o burrasca si stesse approssimando, poiché entrambi si stavano avvicinando e le nuvole si facevano più spesse. Egli tracciò le seguenti illustrazioni sotto la guida di Minerva sua socia. Goffredo di Monmouth, Vita Merlini ca. 1150”, R. J. STEWART, Le profezie di Merlino, meb, Milano 1989, p. 8, corsivi in originale, grassetto mio.
Antefatto 2: “Il dono di Merlino/ Seduto in vetta ad un colle,/ su dura roccia,/ contemplo un lembo di terra,/il tintinnio di campane spezzate,/ il canto d’un uccello in fuga,/ la rabbia d’un luogo morto,/ il mormorio di gente persa./ Nessun semplice amore può alleviarli/ né medicina lenir il loro dolore/ né sonno guarire le ferite./ Nemmeno io apparendo loro,/ o con l’arpa alle mani,/ né pizzicando le corde,/ né inducendo la luce al ritorno col mio canto,/ e nemmeno restando nell’albero spezzato/ la noce cava/ stella velata di nubi/ lassù in allettante attesa;/ e nemmeno tu, che sei figlio unico,/ né altro figlio di sangue/ potete aprir l’occhio del terrore/ svellere la radice/ per poi contenere il gigante ctonio del diluvio./ Su dalla pietra e fuori portata/ nella terra le calde vene dilavando/ estraggon l’oro scuro dai soli in attesa,/ in delicati orditi per il tuo dono./ Solo mani amiche daranno forma/ alla pietra sonnolenta/mutando in gioia che guarisce./ Lontano è il tempo di cui parlo,/ aperto il cuore su quel dì selvaggio,/ aperto a tutto il dolore, a tutte le voci dei deboli,/ a tutte le vittime della ruota./ Seppur lontano, si è avvicinato/ al seggio posto in cima alla collina;/ non v’è alcun momento,/ foss’anche non ordito nello spazio,/ ch’io non possa toccare,/ né alcun tratto,/ foss’anche non compreso nella spirale del tempo,/ di cui tu non possa esser partecipe./ (R. J. Stewart, 1983)”, ivi, pp. 9-10, grassetti in originale, corsivi miei.
Ora nelle “Profezie di Merlino” – che iniziano col noto: “Misero te ‘Drago Rosso’ … ché verrà il ‘Drago Bianco’, che son i Sassoni [che Vortigern aveva richiamato in Britannia per supportare il suo – traballante – trono], mentre il ‘Drago Rosso’ è il popolo celtico di **Britannia** che verrà oppresso dal Drago Bianco [i Sassoni], la religione [cristiana] sarà perseguitata [i Sassoni, gli Angli e gli Juti erano ancora non cristianizzati, tant’è che la Gran Bretagna venne cristianizzata di nuovo in seguito, stavolta però non dalla Chiesa celtica, ma invece direttamente da quella romana] e i fiumi si riempiranno di sangue” (parafrasi mia; va detto che le “Profezie di Merlino” sono una VERA MINIERA di “TEMI MYTHICI” – non solo propri del popolo celtico, ma di tanti popoli, però come “raccolti assieme” (ed è questo “raccogliere” la COSA UNICA) –, “temi” come preservati “nel corso del tempo” DALLA/NELLA storia – “saga” – di Re Artù[4]) –, si parla del “caos” tra i “segni dello Zodiaco” ed “i loro occupanti” (vale a dire i pianeti), e che le “maree” – quelle SOTTILI! –, governate dalla Luna, NON seguiranno più “i loro ritmi consueti”: cioè proprio quel che OGGI vediamo …! E ch’è – SE non “IL” Segno – un importantissimo Signum Finis …
In breve, approfondiamo il punto, così FONDAMENTALE per la “fine” dei “tempi” cosiddetta (mi son espresso altrove sul senso del termine [5]).
Qui occorre sottolineare – cosa molto significativa! – che son sei dei dodici segni ad “deviare” o ad “esser perturbati”, e Stewart li enumera: “Gemelli e Acquario; Bilancia e Ariete; Scorpione e Cancro. Solo sei segni su dodici son menzionati nel testo [punto significativo!]”, ivi, p. 153, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Ed ha commentato queste “digressioni” fatte dai vari astri (e cioè pianeti, tranne il Sole), “Sole, Mercurio, Marte, Venere, Marte, Mercurio, Orione, Sole, Giove, Venere, Saturno (in ordine d’apparizione nel testo; Orione è una costellazione)”, ibid,, corsivo in originale. Orione viene – giustamente, peraltro – interpretato da Stewart come “un’energia titanica”; tra l’altro, “biblicamente” trattasi di Nimrod, e qui uno si va dunque a controllar Simboli di Guénon e vede a cosa corrisponde … poi fa: 2+2=4 …. “Tenendo presente questi suggerimenti, si può tornare alla sequenza d’immagini suggerita dalle Profezie:
1 GEMELLI E ACQUARIO: i Gemelli si spostano uno verso destra e l’altro verso sinistra, rivelando la presenza del Portatore d’Acqua [cioè il segno dell’ Acquario] fra di loro.
2 BILANCIA E ARIETE: l’Ariete punta le corna sotto i piatti della Bilancia, ponendo rimedio ad un improvviso squilibrio [sul quale Merlino non si diffonde troppo, in realtà, ma dà l’impressione di un “IMPROVVISO” squilibrio COSMICO].
3 SCORPIONE E CANCRO: lo Scorpione manda lampi dalla coda mentre il Cancro combatte con il Sole.
4 VERGINE E SAGITTARIO: la Vergine si arrampica sulla schiena del Centauro, perdendo così la verginità”, ivi, p. 151, corsivo e maiuscole in originale, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Squilibrio “cosmico” di sei segni su dodici, sufficiente per “aprire ‘quella’ porta” per così dire …
Come suol dirsi: “Chi ha orecchie per …”. O anche suol dirsi: “A buon intenditor …”
Andrea A. Ianniello
[1] In nota, questo scrive il curatore (J. Sabellicus): “Il testo chiama costantemente “pigmei” quelli che gli esoteristi occidentali [meglio dire: “occultisti”] chiamano “gnomi”, ovvero gli Spiriti elementali legati al mondo sotterraneo. Il termine “gnomo” venne proposto da Paracelso 1493 nel Liber de nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris et de caeteris spiritibus, scritto nel 1493 ma pubblicato dopo la sua morte, nel 1566, e che ebbe vasta diffusione soltanto a partire dal Seicento. Il termine venne poi adottato nell’Ottocento da Eliphas Lévi nei suoi trattati di Magia, il che portò alla sua definitiva accettazione. Secondo la suddivisione di Paracelso, rielaborata da Lévi, gli Spiriti elementali dell’aria sono le silfidi, quelli dell’acqua le ondine, quelli del fuoco le salamandre e quelli della terra per l’appunto gli gnomi”, ivi, pp. 18-19, nota n.7 a pie’ pagina, corsivi in originale, grassetti miei. Ma cosa sono – davvero! – questi esseri “elementali” …? NON CERTO, però, quel che potrebbe apparire, se si LEGGE “letteralmente”, NÉ si tratta di mere “proiezioni ‘psycologiche’” d’un tipo qualsiasi … sia ben chiaro questo!
[2] Punto che viene – sempre, costantemente – sottovalutato … «“Il lavoro più rude, la più grande difficoltà,/ è nel preparare la materia perfettamente”. (Augurel, La Chrysopée)», A. M. PARTINI, “Preziosissimo Dono di Dio” di Georges Aurach - “Teorie e simboli dell’Alchimia” di Albert Poisson, Edizioni Mediterranee, Roma 2012, Seconda Parte (dal libro di A, Poisson), p. 152, corsivi in originale. Difatti, è proprio la “preparazione della ‘materia’” IL “segreto” che NON si dice ché non può in effetti “dirsi” e che SI RICEVE, vuoi per “trasmissione ‘cabalistica’” – ovvero “iniziatica” –, vuoi come DONUM DEI, cioè direttamente da Dio stesso … Amen.
“Questa è la nostr’acqua secca congelata/ Il Drago Babilonico e ‘l Leon verde chiamata”, F. GUALDI, Philosphia Hermetica, a cura di A, Boella e A. Galli, Edizioni Mediterranee, Roma 2008, p. 168, grassetti miei. “Primieramente si ha nel Leone nostro verde la vera materia, e di qual colore sia. È la vera Adrop, ovvero Aroch, ovvero Duenoch”, A. M. PARTINI, “Preziosissimo Dono di Dio” di Georges Aurach - “Teorie e simboli dell’Alchimia” di Albert Poisson, cit., Prima Parte (dal libro di G, Aurach), p. 65, corsivi in originale.
[3] Anche (su questo tema) cf. G. VENTURA, Il mistero del rito sacrificale, La Luna nera (Gruppo editoriale Brancato), San Giovanni la Punta (CA) 2011, p. 22, dove si parla del fatto che, MANCANDO del “senso” del “sacrificio” – seppur nel suo senso “moralistico” e più basso, e cercando le cose “iniziatiche” per scopi di potenza terrena – di conseguenza, DEVIANO VERSO la contro-iniziazione. Inoltre, la stragrande maggioranza NON ottiene proprio niente - per loro (e NOSTRA!) fortuna! E, cioè, ottiene solo “cose” psicologiche = degli effetti psicologici. E tuttavia: “Se qualcuno di costoro riuscisse (e purtroppo c’è sempre qualcuno che ATTIRA e SCATENA forze telluriche) a far funzionare il rito sacrificale, non creerebbe il ponte col suo Creatore o con le forze che tale creazione han determinato, o con gli eroi della sua stirpe [cioè i mani della stirpe], acquistandone la gloria; creerebbe invece un’infida passerella verso forze temibili, OSCURE e INCONTROLLABILI che lo travolgerebbero o, se si servissero di lui e di chi gli avesse creduto [è stato questo il caso di Adolf Hitler & sodali], ne farebbero degli schiavi incapaci di risalire verso la Luce. E ciò perché, generalmente, chi appartiene a questa categoria, non è entrato nello spirito del rito, NON ha capito la sua [del rito!] GENESI”, ibid,, corsivi, grassetti e maiuscole miei, mie osservazioni tra parentesi quadre.
[4] Merlino – quando “dice” le sue Profezie – “piange”, gli vengono le lacrime cioè: ciò perché NON parla nello stato cosiddetto “normale” – OGGI! – di coscienza, ma in un “ALTRO” STATO (di “coscienza”). Un esempio di “tema mythico” è quello della “domanda da porre”, che, poi, passerà nel Ciclo del Graal. Altri esempi sono la torre squilibrata di Vortigern, chiaro riferimento alla “Torre di Babele”; Aurelio Merlino (Aurelio è il suo nome, poi Merlino …) ch’è nato da una creatura non umana, ma del “mondo intermedio” e da una donna; il tema dei DUE DRAGHI – appunto –, ed il tema dei gemelli: sì, Merlino ha un gemello! I “due gemelli”, quello scuro e quello chiaro – come i due draghi (i “nodi della Luna”, in “exaltatione” quello Sud in Sagittarius e quello Nord in Gemini) – è (quello dei due gemelli, intendo) un ALTRO tema molto importante delle “Profezie di Merlino”. Romolo e Remo, per esempio, i due fratelli che si combattono son anche un tema biblico: Esaù e Giacobbe … Tornando a Vortigern, questi “non pone la domanda” (giusta) perché pone la domanda solo relativamente al SUO trono e, poi, essendo fallita la sua manovra per mantenervisi, quella relativa alla sua sopravvivenza INDIVIDUALE. Non gli passa manco per la parte più lontana del cervello di porre la domanda su COSA SONO i DUE DRAGHI e, soprattutto, CHE COSA ESSI SIGNIFICHINO! Perfetta immagine della “spiritualità” di oggi … “Ma perché tutto questo?”. Cioè: “Che cosa significa tutta questa scena?”. Lontane miliardi di miglia dalle loro teste sono queste domande! CHI avrà MAI la mente oltre che il coraggio di “porre LA domanda” (GIUSTA) …? risposta: NESSUNO! NESSUNO! Nessuno!
[5] Cf. “Che cosa **non è** l’ “Apocalisse” (Qualche – BREVE! – delucidazione su **alcuni** “aspetti” de “LA” fine, 3)” – il cui link è stato segnalato in un commento ad un post precedente –.
Anche cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/12/sir-i-presenta-f-s-fuori-serie-1-la.html
"La TERZA VIA è il duro lavoro, dal quale però senza l’aiuto d’un nume non si potrà ottener nulla di grande e d’ammirevole." Come è importante questo punto! Si vede che bene o male anche nei testi di Agrippa si trova qualcosa di importante (trattasi sempre di personaggio ambiguo). Davvero impossibile oggi andare a cercarsi questo Nume (semmai fosse possibile distinguere quello "buono"). O ti tocca il miracolo o sei costretto a - startene buono perchè è tutto vanità - come dice la canzone di Branduardi.
RispondiEliminaIn ogni caso, articolo importantissimo. Grazie come sempre!
Grazie. Risponndo qui alla domanda fatta: il terzo è il migliore. Il resto probabilmente apocrifi. I testi sulla Golden Dawn son stati sopravvalutati, il che non toglie che CERTE cose non vi si siano - tempo: PASSATO! - manifestate. Luxor superiore (Guénon aveva ragione). Il Gruppo di Ur rimane sempre valido invece.
EliminaLa differenza tra la società del Golden Down “In The Outer” – che si tende sempre a dimenticare – rispetto al gruppo “H. B. of L.” sta precisamente nel fatto che quest’ultima aveva un POTERE (“sottile”) VERO, mentre la prima era più “teorica” per sì dir. Su questo puòssi concordar con quanto dinne Guénon ne le “littere” sua indiriciate a J. Evola …
EliminaUR leggasi principalmente Reghini, De Giorgio ( peccato si trovino pochi suoi scritti) Parise ed Evola ed altri non sempre di origine ortodosse e "nobili"( metro di giudizio GUENON) , ma considerando l'epoca ( 100 e passa anni fa ) erano tutti giganti rispetto ai tempi odierni .
RispondiEliminaPer maggiori info allego link .
https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_di_Ur
Merci del link e de le considerazioni. Fonte valida quel Gruppo, nondimeno - pur essendo verissimo che rispetto ad oggi vi è un abisso (e non di bisso!, per nulla basso tal abisso!) - su De Giorgio non codivido, va preso con le molle. Siamo sempre nei sogni di tornare “Aroma” .... E non han senso.
EliminaTuttora si vorrebbe tornare aRoma ...o perlomeno in particolare periodo di Roma .
EliminaLa personalità di De Giorgio ha diverse sfaccettature , Roma si...ma anche una specie di Medioevo , contatti con l'esoterismo islamico , la conoscenza personale di Guenon e Padre Pio , ed una spiccata propensione all'ascesi, tematica che poi riprenderà anche Evola.
E che cosa mai è questo tornare se non una cosa campata per aria? Illusione? Non si torna, punto! Non è possibile!
EliminaFine questione.
A qualsiasi cosa si voglia tornare, attenzione.
EliminaA qualasiai.
Anche nelle scritture si parla di Gerusalemme Celeste , cosa voglio dire , che gioco forza per l'uomo ci vogliono i simboli ,quello che contraddisgue l'uomo il manas appunto, è strettamente correlato al tempo ed allo spazio, ergo al simbolo ,se poi si travisa il simbolo con Cio che rappresenta è un problema prettamente individuale.
RispondiEliminaTutto vero, tranne un punto: che non è solo individuale ... Anche al livello generale vi è la stessa incomprensione.
EliminaTutto vero, tranne un punto: che non è solo individuale ... Anche al livello generale vi è la stessa incomprensione.
Eliminacerto ...anche a livello generale rimane la stessa incomprensione perchè il livello generale non è latro che la mera sommatoria degli individui , vi è quantità non qualità .
Eh sì vi è la stessa incomprensione, ma quantitativamente ben più diffusa, dunque una forza ben reale!
EliminaIn una parola: molto peggio della mera incomprensione individuale!
E mentre tentavano – vanamente – di “tornare”, siamo **andati**, andati, tutti, “a male” nei due sensi della parola … sino al “punto di NON RITORNO” che – ormai – è stato sorpassato …
RispondiEliminaMentre la Luce cade, “Tu” rimani! Chi è ‘sto “Tu”? È “quello” è “ciò” è “IT” è “Lui IN te” … “Lui IN te” NON è lo stesso di “Te in Lui” – formule in accusativo, anch’essi un “ciò”! –, ma è “LUI IN te” che rimane … “Chi ha orecchie per …”
RispondiEliminaTAT TVAM ASI
Eliminascriverlo è facile
leggerlo già meno
cercare di capirlo diventa ostico
comprenderlo quasi impossibile
realizzarlo ( oggi) deve intervenire la Grazia Divina
Scriverlo facile. Viverlo difficile. Se tu vuoi esser Quello non lo sei, Lui deve esser in te: allora.
Elimina