mercoledì 8 marzo 2023

Il “Quinto QUARTO [RE.; nota “Re”, notare . . .]”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO 10, Il Quarto Reich: una resurrezione con molte connivenze”, in M. DOLCETTA, Spettri del Quarto Reich. Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, Milano 2007, p. 193 e sgg., Postfazione di G. Galli. Nutrita Bibliografia (cf. ivi, pp. 227-232) – sulla quale non v’è tempo per diffondersi – ma segnalo che v’è il libro di P. Levenda da me citato in qualche altro post. Infatti, i nazisti in Sud America occupano una parte importante del testo. Inoltre presenta, nella sua versione integrale, un breve scritto di C. Schmitt in italiano noto solo in parte (cf. Appendice 4, “Carl Schmitt. L’unità del mondo”, ivi, pp. 220-223).

Ma veniamo ad alcuni passi dal testo.

Iniziamo dalla Postfazione, di G. Galli (1928-2020), che, dopo aver affermato che: «Con Il Quarto Reich, frutto di molti anni di ricerche, indagini e interviste, Marco Dolcetta ha costruito una sorta di mosaico. O forse di museo, del post-nazismo”, ivi, p. 201, corsivi in originale, aggiunge: “Alfred Rosenberg, teorico del nazionalsocialismo, aveva scritto Il mito del XX secolo. E “il mito Nazi” è stato anche una “profezia autorealizzatasi” nel Terzo Reich. E il “Quarto Reich”? La conclusione di Dolcetta è che siamo arrivati ai limiti del bunker nascosto nei ghiacci, come lo sognano i  nostalgici […]. Un nuovo mito viene costruito da frange marginali […]. […] questo libro, che prende in considerazione anche le leggende, ma sulla base della documentazione (che è alla base della razionalità della storia), è un importante contributo perché l’embrionale mitologia neonazista non possa trasformare l’altro mito costruito nel Ventesimo secolo nella storia/profezia autorealizzantesi del Ventunesimo», ivi, pp. 209-210, corsivi in originale, grassetti miei. “Mission Accomplished”, Missione Compiuta: si è “trasformata”, non è più “embrionale” …

Di fatto, la “vicenda Hess”, oggi, si è realizzata, come analizzato – tra le righe – dallo stesso Galli (e capito da qualche autore minore, come G. Giannini, nel suo testo della seconda parte degli anni Novanta del secolo scorso: non era difficile; qualche spunto l’ho dato in qualche commento, anche facendo riferimento al testo di E. K. Bird, relativo alla prigionia di R. Hess). Ciò è avvenuto anche per mezzo del cambiamento del “clima” degli studi: e qui Dolcetta sottolineava giustamente – nel 2007 – la centralità dell’allievo d Schmitt: Leo Strauss, che si trova(va) proprio alla radice dei “neocon” di G. Bush (figlio), all’epoca in cui lui (Dolcetta) scriveva. Come sempre, basta cambiare veste ma con il significato, con la sostanza, che rimangono intatti – ciò che tanti, ma proprio tantissimi, non riescono assolutamente ad afferrare – perché il gioco sia fatto. E’ bastato che l’aspetto para-religioso di Bush fosse tolto – mantenendo l’insieme uguale – perché, sotto l’egida della “democrazia”, quel piano procedesse, avendo anche successi notevoli nell’Europa, la quale si dimostra NON ESSERE – in alcun modo – “altra” (infatti alcuni davvero hanno malinteso certi “documenti” e l’Europa non è mai stata nient’altro se non l’espressione del “contingente americano”, per dirla sempre con Galli). Basta poco … non “basta la parola”, però basta riassettare qua e là, un rivedere certi aspetti, e “il piano” riprende … fornendo di sé – o lasciando che si forniscano di sé – immagini distorcenti, devianti, depistanti “specchietti per allodole”, ed ecco la voga “complottista”, che tanto ha fatto per depistare. Poi, si solleva un po’ il velo, e si vede che le cose, in realtà, erano assai diverse, ma, per chi ha i paraocchi, quel velo non si solleva mai …

Scriveva Dolcetta nel 2007, sedic’anni fa, ormai: “Il Terzo Reich è morto. Il Quarto Reich è ben vivo e le sue radici, non solo ideologiche, si allargano assai più ampiamente di quanto si possa sospettare”, ivi, p.161, corsivi miei. L’anticomunismo è stato utile “tool”, “L’anticomunismo riassembla come un potente collante i cocci del Terzo Reich, e fornisce un nuovo nemico da combattere per chi si è fronteggiato su campi opposti nella Seconda guerra mondiale”, ivi, p. 103. Oggi l’antirussianesimo può esser questo “collante” (LO È, così vecchi rottami anticomunisti possono essere riciclati e rimessi nel processo globale), domattina si riscoprirà “il pericolo giallo” con “Fu Manchu” – o qualsiasi altro personaggio fittizio – (“nascostamente”) a  “capo” della Cina che, ovviamente, “vuol ‘conquistare’ il mondo”, niente di meno (e così pure i “no vax”, o altri “no qualcosa” possono, anche loro, far parte del “grande gioco”); in realtà, tutto può essere: i tavoli e le maschere si possono cambiare ogni volta che sia necessario farlo, in realtà non sono che, in fondo, etichette, modificabili per definizione. Ma il terzo non gode in una situazione come questa, qualsiasi siano le sue intenzioni; quindi: qual è “IL” fine, quello vero, NON quello detto, NON quello lasciato trapelare o che “si lascia” dire, ma quello VERO?

Dopo aver visto quale fu la strategia e il destino dei fuggitivi – incontrando il cacciatore Simon Wiesenthal e fra i cacciati Mengele, Eichmann, Sima, Bormann, Müller ed altri – racconteremo che cosa costruirono nei luoghi dove s’insediarono. Dal sistema sionistico che permise loro di sopravvivere ai poteri economici che portarono con sé e che oggi sono il cuore del sistema capitalistico che ci governa e che del nazismo ha riciclato personalità, industrie e denaro. Vedremo come l’apparato culturale e ideologico nazista, che per tanti anni è stato sottaciuto e negato, sia stato in realtà recuperato dal mondo filosofico [chi, oggi, può fare “analisi” SENZA Heidegger?, SENZA Schmitt?, o SENZA Jüneger?, ma PURE Leo Strauss ha un posto notevole] cambiando di segno [ecco “come” si “fa”, per esempio la “lotta per l’espansione ad est” a sua volta diventa “lotta per la democrazia”, e il gioco è fatto] ma lasciando inalterata la sostanza [ciò che tanti tanto han difficoltà nel capire, nell’accettare, ma così è, letteralmente, ma È “LA” CHIAVE DI VOLTA], allo stesso modo in cui l’Occidente a suo tempo fece man bassa di scienziati e talenti nazisti [l’ “Operation Paperclip”, “Operazione Graffetta”] reimpiegandoli senza tanti scrupoli nelle ricerche mediche, biologiche ed anche spaziali che hanno dato forma al mondo contemporaneo [mondo, in tal senso, molto più “figlio” dell’epoca nazista di quanto sia disposto, ufficialmente, ad ammettere: cosa ne sarebbe, del mondo di oggi, senza gli scienziati nazisti?, a parte che non si sarebbe “andati sulla Luna”, ma TANTE innovazioni tecnologiche oggi NON ci sarebbero: dal punto di vista della tecnica, il nazismo ha vinto ed ha plasmato la contemporaneità BEN OLTRE quanto essa stessa sia disposta – sempre pubblicamente – ad ammettere (ma è “segreto di Pulcinella” in certi ambienti)]. I sopravvissuti ci racconteranno che son riusciti, chi più chi meno, a condurre la loro vita in tempi nuovi e in terre nuove ma che il sogno, il grande desiderio, non si è realizzato [influenza notevole, a fronte, però, del non aver raggiunto l’obiettivo primario]. Il Quarto Reich è nelle loro menti [esatto], prenderà una forma concreta solo quando si materializzerà la nuova guida, il nuovo Führer [idem, solo che NON SARÀ la “replica” di Adolf Hitler, solo simile nel POTERE MAGNETICO; ma non negli scopi né tanto meno nelle modalità: è tutto diverso; naturalmente, il vieto ricorso al paragone con Hitler, la “reductio ad Hitlerum”, di personaggi della contemporaneità, così come del recente passato (Saddàm Hussein) NON HA NIENTE a che spartire con ciò di cui QUI si sta parlando, sia detto molto chiaramente]. Che forse sta solo aspettando il suo momento [così è, nessun dubbio]”, ivi, pp. 14-15, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.  

 

 

@i

 

 

 

 

 

Anche (su M. Dolcetta) cf.

https://namaqua-land.blogspot.com/2017/03/e-morto-marco-capuzzo-dolcetta-il-18.html

 

 

@i

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

50 commenti:

  1. 1. “Dal sistema sionistico che permise loro di sopravvivere ai poteri economici che portarono con sé e che oggi sono il cuore del sistema capitalistico che ci governa e che del nazismo ha riciclato personalità, industrie e denaro”.

    2. “cosa ne sarebbe, del mondo di oggi, senza gli scienziati nazisti?, a parte che non si sarebbe “andati sulla Luna”, ma TANTE innovazioni tecnologiche oggi NON ci sarebbero: dal punto di vista della tecnica, il nazismo ha vinto ed ha plasmato la contemporaneità BEN OLTRE”

    Sul primo punto non mi trovo d’accordo, la realtà mi dice ben altro, ovvero il sistema capitalistico “nazista”, nazista non era … poi tutto può essere ma ho una mia teoria in tal senso, ovvero se il nazismo era il piano A (in apparenza), di fatto si è realizzato il piano B, molto più soft del piano A, ma asfissiante … lo stiamo vivendo. (non scendo nei dettagli per ovvi motivi).

    Sul secondo punto…i tedeschi, i giapponesi, gli italiani (L’Asse) sono sempre stati maestri nella “TECNICA” a prescindere dai tempi e tuttavia anche qui si è switchato da un piano A ad un piano B diciamo che è proprio una questione di “razza” più che di Nazioni o ideologie .

    MI taccio 

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    1. Ovviamente refuso: **non** sionistico, ma SPIONISTICO, va CAMBIATO in: sistema spionistico . . . che li fece sopravvivere, questo è solo storia.
      Le forze dell’Asse avevano una predominanza tecnologica, in particolare la Germania: anche popolarmente, la tecnica era tedesca, e lo è stato per decenni anche in Italia. Tante idee di cose che oggi si danno per scontate vengono di lì.

      Piano A, Piano B > Piano C . . .



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  2. Notare come le cose comincino a trasferirsi al campo finanziario . .. Vediamo dove vanno . . .

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    1. non so se vera :
      https://www.controinformazione.info/colpo-di-rappresaglia-i-missili-russi-kinzhal-hanno-distrutto-lo-stato-maggiore-ombra-della-nato-in-ucraina/

      Se lo fosse , significa che si sta "precipatando" sempre di più ...

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    2. La via è quella, e dal **primo** dì, anzi: dal settembre 2021. Quindi le cose sono chiare. Non a caso chiamo qualcuno il piccolo Truman, ci sta per quello. Su P. mai avuto dubbi che sia disposto, mai.
      Poi ci riescano, è altro discorso. Poi siano usati per altri scopi: di nuovo, è altro discorso. Tutti discorsi veri, eh, ma non ciò non toglie questa loro intenzione.




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  3. E' "zompata" una banchetta :

    https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/03/10/silicon-valley-bank-sospesa-a-wall-street-perde-62-_6dd8815f-88a0-4836-837c-667d4e6554ff.html

    non lasciamoci impressionare dagli asset e dai depositi , sono spiccioli considerando il "system" , tuttavia l'hanno fatta fallire.


    Colpisce il "solito particolare" il nome della banca :
    Silicon Valley Bank

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    1. Eh sì, devono pur cambiare questo specifico aspetto: sennò niente n.d.b. . . .

      Cf.
      https://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/03/link-forze-intesser-ante.html

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    2. In riferimento a quanto ho scritto riguardo la Silicon Valley Bank, ho usato questi termini:
      "solito particolare".
      Se posso postare la mia spiegazione (“elucubrazione mentale” )
      In questo link :
      http://scienzaemusica.blogspot.com/2016/07/il-gruppo-14-della-tavola-periodica-1.html
      una sintesi non troppo semplificata( volgarizzata) riguardo carbonio e silicio, che insieme a germanio, stagno, e piombo fanno parte del gruppo 14 della Tavola Periodica degli elementi ideata da Mendeleev.
      Tutti sappiamo che le forme vitali(corporee) di questo “mondo” sono basate sul carbonio, e sappiamo anche che il digitale invece si sviluppa sul silicio, non faccio digressioni su come nasce il digitale, come si sviluppa etc etc, vado al sodo; il digitale oggi è la “piattaforma” per un qualcosa che ancora non “esiste” ma che si sta materializzando, del resto chi legge questo blog non credo abbia difficoltà a comprendere a cosa mi riferisco.
      Il “solito particolare”, il dettaglio che tradisce, non trovate che sia almeno “singolare” che la prima banca che salti in questo particolare momento storico è una banca che ha contribuito in maniera notevole allo sviluppo del digitale (silicio) ???
      Altra “elucubrazione mentale”, che si riallaccia a quanto ha scritto il Gestore, nel post sulla “calcinazione”;
      Il gruppo 14 … carbonio, silicio, “germanio”, stagno e piombo; stagno e piombo in astrologia sono i metalli di Giove e Saturno ;)
      Si potrebbe fare un’analogia (ovvero marcare il processo di degenerazione ed incomprensione), tra la l’alchimia tradizionale e la chimica moderna … ultima nota…in chimica si presume che il piombo sia il prodotto di decadimento dell’uranio-238 .

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    3. Certo che ci son sempre dettagli che tradiscono . . . chiaro . . .


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  4. Mettetevi nella testa questo:non vi è modo di rifondere l’insieme dei “prodotti finanziari” (virtuali) che svolazzano nell’aere della Terra: essi superano – di molte volte – l’insieme – l’insieme – di tutto il Pil mondiale, cioè il prodotto della ricchezza virtuale supera molte volte (nessuno sa quanto esattamente!!) la somma del prodotto della ricchezza “reale” Del e SUL pianeta Terra. Il resto sono chiacchiere. Dunque una stretta comunque motivata, crea la “crisi capitalista” doc = CRISI DI LIQUIDITA’, sempre, dico SEMPRE, il capitalismo incorre in questa crisi ricorrente. Le forme possono essere le più diverse, ma è sostanziale il problema. Ora, nessuno sa se ci sarà la “replica” del 2008, le forme – giova ripeterlo – NON si ripetono, ma la SOSTANZA rimane quella. Stop.
    Non vi è altro da dire.
    Un briciolo di cervello – ma proprio un briciolo – farebbe supporre che, se l’inflazione ha le sue conseguenze, per cui ci vuole una stretta (non dico di no in assoluto), quest’ultima non può essere troppo forte ma va correttamente “gradualizzata” (presa in dosi non troppo massicce, sennò la medicina genera i famosi “effetti collaterali” e può anche uccidere il paziente), ci vuole prudenza ed attenzione. Invece niente. Ma un po’ tutto è così oggi: prima ti buttano in acqua e poi ti danno un salvagente …

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  5. Anche in Ucraina: prima si addestra il personale, dopo gli si dà il materiale, ma fanno il contrario. Nell’ipotesi che la Russia conquisti l’intera Ucraina, quando non ne ha il numero d’armati sufficiente. Che poi è il problema di tutti gli eserciti di oggi: scarso numero di effettivi. La Germania invase la Russia con due milioni, dico due milioni di uomini! Oggi la Cina, che ha l’esercito più numeroso al mondo, sta dimezzando gli effettivi da due milioni ad un milione. Per investire in armi migliori. L’America invase l’Iraq senza un numero sufficiente di uomini per tenerlo: pur con le armi più aggiornate, tutti sanno com’è andata a finire. Taccio dell’Afghanistan, un esempio di come NON FARE la guerra. Questo perché? Perché le armi oggi costano un occhio della testa, un esercito numeroso- con soldati cui pure devi dare qualcosa (soldato = uno che riceve il “soldo” per combattere), equipaggiamento ecc. ecc., per cui la spesa - le guerre succhiano soldi in maniere pazzesche! - diventa insostenibile. Le armi costano un occhio della testa ed un esercito numeroso … pure! Tutti scelgono di avere le armi costose, ecco perché non ci son più eserciti sì numerosi “come una volta”, ma questo comporta delle conseguenze pratiche notevoli: difficile diventa conquistar effettivamente. Difficile. Si sceglie di bombardar tutto, quindi, o, almeno, molto. Insomma, un occhio te lo puoi giocare, tutt’e due … meglio di no! Oggi la tecnica la fa da padrona e tutti scelgono la tecnica, magari non molto aggiornata, ma è il tipo di guerra che funziona in tal mondo, governato dalla tecnica, dal tipo e dalla forza delle armi. Ma non puoi avere, allora, super eserciti (quel che a **noi**, *oggi*, appaiono “super numerosi” eserciti …). E’ il mondo di oggi che funziona così, solo che non puoi avere “la botte piena e la moglie ubriaca”, se hai scelto la moglie ubriaca non venire a lamentartene: è ubriaca!



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  6. Grazie a tutti per i contributi
    @vajra se ancora non lo conosce le consiglio vivamente il blog pieno di utili informazioni wrenchinthegears di Allison McDowell-ha anche un canale youtube,molto utile per i unire i puntini,le sue indagini su chi muove questa digitalizzazione sono partite molti anni fa ma è arrivata a capire quali realtà ci sono dietro,ha fatto un ottimo lavoro investigativo...

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    1. La cosa che occorre sempre, però sottolineare è che, sì, la digitalizzazione spinta si può capire, giustamente alcuni han fatto un lavoro critico e non da ieri, ma è **strumentale**, per altri scopi. Per “altro” . . .


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    2. Grazie per il suggerimento , ma non mi interesso di temi "sociali" , non seguo il web ....se non per rarissime eccezioni (quali le mie personalissime ricerche) ; scrivo in questo blog in quanto un continuum, di un percorso iniziato diverso tempo fa .

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    3. Infatti ricordo e . . . confermo: percorso di qualche annetto - in vena di facezie, qualcuno diceva: nanetto! . . . - fa . . .
      In continuità con quel percorso si “proiduce’ (nel senso di J. Baudrillard), ma in epoca **molto diversa.



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    4. Certi percorsi una volta “avviati” non possono fermarsi, possono essere discontinui pur nella continuità (non è un gioco di parole, e neanche un ossimoro), tuttavia le contingenze…esistono e soprattutto “agiscono”.
      Cambiando discorso… “zompata” anche questa, Signature Bank, nomen omen 

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    5. Infatti si attendeva la “finanziarizzazione” della crisi – tra l’altro, se ne parlava nelle conversazioni (che saranno, finalmente!, pubblicate a breve) dell’ottobre dell’anno scorso, che han preso forma di libretto –, ed è come dici: processo innescato. Chiaro che non si potrà fare come nel 2008, quindi i margini di manovra son più ristretti, anche grazie alla loro guerraccia mal gestita, ma **non solo** per essa, eh. Tra l’altro,la Cina, apparentemente fatta fuori dal teatro d’influenza dell’ucraina, cacciata dalla porta, vi sta rientrando dalla finestra con mosse molto attente, molto furbe: per esempio han fatto da mediatori – quel che una sedicente “grande” potenza dovrebbe fare, non porre zizzania o prendere le parti di uno dei contendenti, quel che un “impero” dovrebbe proporre: la pace, non perenni guerre, ma è impossibile che ciò sia capito da un americano – tra Iran e Arabia Saudita. Tra l’altro, l’allontanamento dell’Arabia Saudita dall’America è un segnale notevole.




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    6. Il vero problema oggi ( ma anche ieri :) ) è che è tutto "corrotto"( nella sua accezione originaria) , tra wahabiti e l'attuale regime scita chi scegliere ?
      Non è una scelta tra bene e male... è una scelta alla Montanelli... "turandosi il naso"( scegliendo il meno peggio) e il turarsi il naso non si riferisce solo al mondo musulmano , ma in ogni dove.
      Comprerò il libretto , anche se sono sincero, non ho letto quel post della conversazione con Broccoli , come non leggo mai i post che riguardano Cacciari .

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    7. Esattamente quello è il vero problema, oggi, come ieri, ma oggi è anche peggio: chi scegliere? Non vi è scelta. Ed è per questo che una politica degna di tal nome oggi non è possibile: perché una vera scelta non esiste!
      Si va oltre Cacciari, chiaro, ma si parte dal cosiddetto impolitico di chi anche lui parlò, «illo tempore» però . . . ne è stato studioso, poi ha preso un altro cammino, ovviamente ognuno libero di far come crede, ovviamente non deve dare alcuna giustificazione, come tutti: la scelta in termini generali non esiste, ma in termini personali sì! Problemino.
      Peraltro il termine impolitico qui è preso da Th. Mann, il perché viene giustificato nella Prefazione. Di Mann Cacciari è stato anche illustre studioso: insomma, quella stagione della cultura europea, ed anche tedesca in modo particolare, tra le due guerre mondiali (Prima e Seconda) cui, tutto sommato, siamo vicini, ma per giugnere a parlare del presente eh, non è una riflessione storica, è solo una conversazione. Anzi due . . . una stagione cui, bene o male, in questo blog siamo vicini, senza però precludere altri spunti ed altre influenze, però siamo particolarmente vicini: insomma, non è un caso che il blog sia intitolato a Federico II . . .




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    8. Altra mia "elucubrazione mentale" , Cacciari , come molti altri ( pseudo) "intellettuali" odierni e come l'attuale "classe dirigente" è figlio del 68 , quelli del "6 politico" ;e purtroppo la loro insipienza la paghiamo noi...poi forse saranno anche le "antipatie" recondite che nutro verso certe compagini ( non solo politiche) che mi portano ad evitarlo ...ma questo è .
      Del resto se leggete ( anche i sunti) di certi "testi verdi" e vedete quali sono i programmi politici ( meglio ancora le loro manifestazioni e/o spettacoli) dei "progressisti" ....Bhe meglio i miei "pregiudizii e preconcetti" .

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    9. Ognuno è libero di aver tutti i pregiudizi e preconcetti che vuole, fondamentale però capir bene che il riferimento a Cacciari è solo nella Introduzione, dove ha il senso di giustificare il riferimento a Thomas Mann, che sta nel titolo. Tutto qui. Poi le conversazioni vanno da altra parte.
      quindi non facciamo come si fa oggi: che le spade stanno a casa e i foderi vanno in battaglia. Oggi è il particolare, al cosa secodnaria, che decide di quelal sostanziale. Cacciari si è occupato della categoria detta impolitico, come tale viene citato, fine. Le sue scelte non riguardano chi scrive. Infatti i riferimento son tutti a testi degli anni 80, tranne il testo ultimo del 2012, sul “katèchon”, tema quest’ultimo che si tratta solo “en passant”, tra l’altro: qual è il legame fra “impolitico” – come critica **radicale** della “categoria” del “politico” – il “katèchon”? Interessantissimo, ma la cosa è solo un suggerimento “en passant”, appunto. La cosa importante sta nell’ “esercizio di critica”, che può esser applicato anche in altri settori. L’esercizio di critica viene dall’applicazione di questi criteri “impolitico” alla situazione di oggi. Quando la seconda conversazione arriva vicino alla politica ed alle sue categorie – popolo, stato, classi sociali, votazioni, partiti, ecc. ecc. – la conversazione termina per la ragione, logia, che non sarebbe più impolitica, ma politica. Thomas Mann è stato un fautore dell’impolitico, tra le due guerre mondiali, la stagione dove la “critica del moderno” (come categoria, mo’ ce vo’) raggiunge per la prima volta certi “nodi”, dopo la Seconda Guerra Mondiale le cose pian piano recederanno, per vari motivi.




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    10. Ora, Mann, che apprezza va “l’impolitico nicciano”, pur criticava fortemente che Nietzsche fosse “arruolato” dai “populisti”, e cioè dall’ “antipolitica”, ecco un’altra categoria interpretativa, e cioè l’apparente critica della politica, ma non strutturale. Questo era il “nodo” da giustificarsi nella Prefazione, per questo si cita Cacciari. Stop, il riferimento è solo su questo. Piaccia o non, è stato uno studioso della “categoria” dell’impolitico, cioè la critica “radicale” (non perché “non funziona”, o “va contro il ‘popolo’”) della politica **moderna**, specificamente moderna: l’impolitico non è una critica della politica medioevale! Ma solo della politica moderna “tout court”, importante specificarlo.
      Perché Thomas Mann: specificato questo, il resto della conversazione va per la sua via.
      E non c’entra con nessuno in particolare. Tutte le critiche di oggi alla “politica”, populiste che siano, sovraniste o d’altro genere, rimangono sempre dentro l’orizzonte moderno. Questo è il “nodo”, proviamo a prendere un altro punto di vista, impolitico. Importante dire che non è quello “tradizionale”, ma di critica radicale - radicale - della politica moderna. Il punto di vista “tradizionale”, prima cosa, è oggi abusato dal “tradizionalismo” ed è difficile - sempre della serie “Io non credo a nessuno”, film del 1975, con Ch. Bronson - oggi distinguere, ma quand’anche lo si prendesse, come anch’io ho fatto parlando della politica medievale di Federico II, vorrebbe dire affermare la negazione, porre un’affermazione nel mondo che nega. Invece, se si vuol affermare, si deve prima negare la negazione, il che però implica non “dir di no e basta”, come oggi accade, ma saper bene che cosa specificamente questa negazione stia negando, e a sua volta negarlo. Solo allora si avrà l’affermazione, anzi, la riaffermazione. Affermazione per affermazione = affermazione. Affermazione per negazione = negazione per affermazione = negazione. Negazione per negazione = affermazione. Oggi mancala negazione della negazione, per cui non puoi avere alcuna affermazione, hai voglia di far discorsi religiosi o iniziatici, ti scontri con la realtà, che **nega**, e, se non la neghi, ci anneghi, perché la negazione ha un potere immenso. Il pensiero detto “negativo”, che non è necessariamente nichilista eh, ha come scopo negare la negazione. Non l’avrà fatto al massimo e al meglio (per esempio, Heidegger che poi aderì al nazismo, Mann invece, pur “impolitico”, non lo fece), ma tant’è. Cosmicamente, finché l’ “A.” non si mostra, non potrà mai avvenire davvero, ma ciò non toglie che coltivare lo spirito critico oggi sia importante, da molti punti di vista. È come lasciar aperto uno spazio.


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  7. Grazie,lo segnalavo perchè l'autrice negli ultimi mesi ha fatto un lavoro eccezionale-al limite dell investigativo direi-giungendo a capire certe diramazioni dietro al digitale,il materiale è molto ed è impossibile da semplificare ma è riuscita a condensare il tipo di ideologie occulte dietro a questi mondi,davvero interessante.
    Come ho notato anch'io incredibile come dietro la facciata di queste industrie digitali ci sia sempre l esagono cubo di saturno e riconducano sempre a certi luoghi es salt lake city...

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    1. Certo è così, vi è un sottofondo strano nel mondo digitale, detto questo il problema non è dove li applichi questo detto sottofondo, ma che cosa essa sia . . . il punto è tutto lì . . .
      Ed il fatto che ha ormai tutto il mondo in mano , , , ,

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  8. In parole povere: ho citato anche Evola, non per questo son “evoliano”, si usa una certa citazione: si deve vedere in che senso la si usa, per quali fini. Uso un certo tipo di mattone in una costruzione: si deve vedere qual è la progettualità nella quale s’inserisce quell’uso del mattone specifico. È sempre il progetto che fa la differenza. Il punto si è che, oggi, non vi è alcuna progettualità politica DI SORTA, questo è il “nodo”, quello vero.







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  9. DOMANDA
    Si può scindere la "parte accademica" dalla "parte politica" di Cacciari ? Ovvero Cacciari è stato (é) accademico perchè politico o viceversa ?
    Ed ancora .... si può essere "impolitici" facendo politica ?
    Ah... dimenticavo oggi è anche "opinionista" .


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    1. Non so se si possa scindere, sinceramente la cosa non mi riguarda, le cose personali non fanno parte di questo blog. La domanda se si può essere impolitici facendo politica, invece, è seria. Infatti chi fa politica, se era interessato alla categoria impolitica, lascia questo interesse quando fa politica: non è casuale. Sono due cose che non coesistono, infatti, peraltro questa era la critica di Mann rispetto all’uso populista dell’impolitico nicciano. Quindi questo è chiaro. E quindi si può criticare la situazione attuale senza per questo accedere a visioni apparentemente critiche, ma che non lo sono. Ma, detto questo, tutta questa discussione non è il punto decisvo del libretto, non c’entra. E’ solo un aspetto di giustificazione del titolo, stop. Il discorso va da tutt’altra parte!




      .

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    2. Quando iniziai a leggere GUenon , fui "colpito" da una termine, "aporia" ...
      Stessa cosa leggendo di "induismo" , in questo caso il termine fu "acarya" ....

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    3. In effetti, impolitico è anche aporia. Aporia del politico, suo ruolo di finale fallimento.resa dei conti della modernità di epr sé stessa, sua incapacità di gestire i problemi - e le aporie! - nate dal suo stesso sviluppo, questo è impolitico.

      Esattamente così è la politica “tout court”, quella di oggi, un fallimento, tutta la politica: destra, centro, sinistra, vecchie categorie insulse. Non spiegano la realtà che viviamo.

      Ci sta il “politically pervert” ah ah …
      Forse variante del “vulgus vult dècipi” …! ed allora, forse, chissà!, l’impolitico ha di nuovo, corrente carsica, una sua presentabilità, un suo ruolo …


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  10. Commenti personali saranno sempre cancellati. Se ti dà tanto fastidio questo libretto, non comprarlo, non vedo il problema. Per il resto: che ognuno la pensi come crede; sia non d’accordo: nessun problema; ci deve stare il negativo, non son fan dell’unanimità. Ci deve stare il disaccordo, è una cosa naturale. L’unanimità è innaturale. L’unica cosa su cui non posso transigere: niente di personale. Per le ovvie ragioni. Anche altri commenti di qualche altro, su cose personali, son stati cancellati.






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  11. Non sono interessato a cosa facciano o abbiano fatto Tizio, Caio, Sempronio. Affar loro. Chi vuol tener ferme le categorie - morte, **stramorte** - del Novecento: affar suo. Qui, molto semplicemente, non le consideriamo. Il cambiamento non avvene per la critica del presente, che puoi criticare fino allo sfinimento e sempre lì rimani: il cambiamento avviene - come scrissi nel mio breve intervento sul futurismo (del 2009!, n’è passato di tempo e constato che siamo ancora lì!) perché si cambia. Si passa il Rubicone. Chi si ferma sulle sue sponde sta fermo lì.
    Il Novecento non è passato: è trapassato. Chi lo mantiene in vita mantiene in vita un simulacro, un’immagine.
    La verità è che la politica di oggi, di sinistra **ma anche di destra**, non va. E non lo dice il sottoscritto, ma lo dicono i fatti. Lo dice la situazione che uno si trova non appena esce di casa. E l’affondamento è tanto grande che le colpe individuali, che pure ci sono, non le nego, appaiono fattore secondario rispetto al problema la cui ampiezza e dimensione sono inusitate davvero. Di **questo** parla il libretto. Di questo.



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    1. Ed ora sta toccando ad una altra banca. Il sistema sta in crisi. Cosa di cui si è parlato qui da tempo, in tempi non sospetti, e questo libretto dà un suo contriuto su questo specifico tema.

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  12. Il libretto è sulla CRISI SYSTEMICA, non su questo o quel personaggio. O, per meglio dire, sulla CRISI DELLA POLITICA come segno, SYNTOMO, della CRISI SYSTEMICA.

    Altra cosettina, la Franza . . . ah ah, un altro anellino? mah, vedremo … vedremo, vedrem … basta(va) unire i puntini … stop …



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  13. Letto il commento di Sconosciuto ed ovviamente non pubblicato, per le ovvie ragioni di cui si è detto a proposito delle archistar . . . non sto qui a ripetermi: è solo buon senso. Chi non lo capisce, mi spiace, ma questa è la linea editoriale, non si può transigere: ogni commento personale non può trovar posto qui salvo si tratti di personaggi passati a miglior vita, come suol dirsi, o cose macroscopiche, come le guerre, le crisi finanziarie, ecc. ecc.
    Sulla questione: la politica è succube dell’economia e quest’ultima di qualcos’altro! **Questo** è, in realtà, il tema vero del libretto (per esempio, anche cf. ivi, p. 64), la parte iniziale serve solo a giustificare il titolo, che fa riferimento a Th. Mann. Si può leggere direttamente le due conversazioni prima di leggersi la parte iniziale? Sì, senz’altro.
    Ora però, è questo cosiddetto qualcos’altro che sta portando al meltdown systemico, questo è il punto, quello vero.
    Siamo meno liberi di appena poco tempo fa? Vero. Verissimo, è un fatto, ognuno ne tragga le conclusioni del caso, se vuole.








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  14. Mi si lasci pur dire che la crisi si sta trasferendo all’economia, come si diceva qui e si è un po’ approfondito il tema nel libretto, **sempre** nell’ottica di una CRISI SYSTEMICA, quella in cui siamo. Problemino: ci sta qualcuno che ha un’idea di come uscirne, davvero? Non ripetedo vecchie formulette, tnte, ritrite, sbiadite, inutili, vecchie robbe novecentesche trapassate? No. Il problema è questo (sul quale vi sarà il link, a breve, d’uno scritto di due Anonymi, non veneziani, chiaro). Si pensi a questo tema.



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  15. Quanto a Cacciari, sogna se parla di “pax romana”, non ve n’è in vista, e non solo per la guerra continua, ma proprio strutturalmente, le classi dirigenti sono solo digerenti, ecco il link, cf.
    https://infosannio.com/2023/03/06/una-pax-romana-per-mettere-fine-alla-guerra-infinita/
    Lui si ostina a parlare di “logica”, non ve n’è alcuna nel suo senso, di progettualità “razionale” politica “old style” – non ci sta – e non ci sarà, punto. Per noi, nel libretto, è una CRISI SISTEMICA; essa è irrisolvibile senza cambiamenti strutturali, radicale come **radicale** lo è la crisi stessa. Il resto son solo pannicelli caldi.
    Quanto a chi sogna – sogna – di “ritorni” al Sacro Romano Impero”, prima cosa: guardi la Germania di oggi, e ci si mette solo a ridere, totale – TOTALE – distanza. Seconda cosa: sarebbe solo una parodia! Ce la facciamo, una buona volta, a vedere la situazione così com’è? Così com’è davvero? Mah! Ne dubito.
    Ed allora: giù a pannicelli caldi …












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  16. A tantissimi proprio non gli entra in testa che la politica si (**dovrebbe**) fare per “progettualità”, ma invece si fa per “ricettine” fisse, per slogan, per direttive immutabili decise da entità che con la politica, spesso, non hanno niente a che spartire. Per questo *credono* di “dover” prendere partito, quando è tutto una fanghiglia, una palude infetta. “Si fa così”, e fine della questione. Unanimità di fatto, stop. Chi non si allinea, semplicemente, non esiste.
    Non so come vogliamo chiamare una cosa così, ma così funziona, oggi. Peraltro, il come chiamarla è del tutto secondario, il problema è ciò che è . . .




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  17. Prima bomba ad orologeria: i saudti, come si diceva, Altra bomba ad orologeria: il Giappone. Attenzione a buttar soldi dai pubblici bilanci. Non han capito che il problema è strutturale, non episodico, come si dice nel libretto: “IMPOLITICHE CONVERSAZIONI”, la crisi È SISTEMICA, non si risolve con pannicelli caldi … Ce ne sono altre di bombe ad orologeria, eh …
    Il libretto “IMPOLITICHE CONVERSAZIONI ha come argomento, la CRISI SISTEMICA, non questa o quella individualità, lo ripeto.

    GO and STOP, vero, ma mentre prima tra Go e Stop passava più tempo, otti fra Go e Stop passa sempre meno tempo! Che vuol dire? Che il sistema è sempre MENO STABILE.
    Et tuttu gli interventi che ci fan su, ne accrescono la condizione di non stabilità: spieghino ciò, lor signori.





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  18. La cosiddetta destra sociale non esiste: sono solo chiacchiere, meri simulacri. Chi vi è ancora legato: affar suo.


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  19. Ma quanti “Whatever it takes” ci voglino?, si chiedeva qualcuno … Chiariamolo, una buona volta: ci vuole un “Whatever it takes” di “Whatever it takes” … chiaro? “Senza fine”, come la canzone … In pratica, è una catena, *potenzialmente* “senza fine”, di crediti su crediti su crediti su crediti … “ad libitum” … “That’s Capitalism, baby”!
    Ci possiamo dire, allora, che quel che vediamo è una PRECISA scelta POLITICA – del tutto *indipendentemente* dal fatto se i banchieri centrali” se ne rendan conto o non, **del tutto indipendentemente** –, ce lo possiamo dire? Non “celo” possiamo dire? E non diciamocelo! Ma non cambierà proprio nulla!
    **Non** cambia la “struttura portante” della situazione in atto.

    Ed dopo la falsa guerra vi sarà la falsa pace. Falso è la chiave dell’epoca nostra. Falso **radicale**.
    E poi la falsa ivasione, che, però – ahi noi ed ahi loro – sarà “seguita” dalla **vera** “invasione”, eh sì! Purtroppo gli “apprenti sorcier” son specialisti nell’evocare forze che, poi, **non** signoreggiano … hanno esperienza “costumata” o, dovrei dir, *scostumatissima* …! “In tal” campo” …!












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  20. Stralcio della parte finale del Capitolo 40. - La fine di un mondo - Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi



    …in quale misura coloro che rappresentano più completamente la «contro-iniziazione» sono effettivamente coscienti della funzione svolta, e in quale misura, al contrario, essi non sono che strumenti di una volontà che li supera, e che di conseguenza ignorano, pur essendo ad essa inevitabilmente subordinati? …

    ...le loro conoscenze, riferite alle possibilità del «mondo intermedio», potranno essere estese fin che si vuole, ma saranno tuttavia sempre falsate dall’assenza dello spirito, il quale solo potrebbe dare ad esse il loro vero significato. Individui del genere non possono evidentemente essere meccanicisti o materialisti, e nemmeno «progressisti» o «evoluzionisti» nel significato volgare di questi termini, e, quando diffondono nel mondo idee di questo tipo, lo ingannano scientemente;...

    ...Il loro è un errore molto più profondo di quello degli uomini da essi influenzati e «suggestionati» con simili idee, perché è una conseguenza della loro ignoranza totale ed invincibile della vera natura della spiritualità nel suo insieme; per questa ragione è molto più difficile dire esattamente fino a che punto possano esser coscienti della falsità della «contro-tradizione»…

    ... da questo punto di vista l’Anticristo sarà certamente il più «illuso» di tutti gli esseri. Tale illusione ha la sua radice nell’errore «dualistico» di cui abbiamo parlato; ed il dualismo, nelle sue varie forme, è caratteristico di tutti coloro il cui orizzonte si arresta a certi limiti, fossero pure quelli dell’intero mondo manifestato, e che di conseguenza, non potendo risolvere quella dualità, che constatano in tutte le cose all’interno di questi limiti, col riportarla ad un principio superiore, la ritengono veramente irriducibile e sono perciò condotti alla negazione dell’Unità suprema che per essi è come se non esistesse. Per questa ragione abbiamo potuto affermare che i rappresentanti della «contro-iniziazione» sono in definitiva tratti in inganno dalla loro stessa funzione, e che la loro illusione è proprio la peggiore di tutte essendo la sola per cui un essere possa, non tanto smarrirsi più o meno gravemente, bensì realmente perdersi senza ritorno; ma evidentemente, se non avessero tale illusione, essi non potrebbero svolgere una funzione la quale, affinché si compia il piano divino in questo mondo, deve necessariamente svolgersi come qualsiasi altra.

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    1. Va bene riportar il capitolo esplicitamente, non solo il titolo del testo, va pure detto l’autore: R. GUENON (per le note regole va sempre detto esplicitando chi sia autore, lo so che può esser molto scocciante, ma evitiamo . . .).
      Vuol dire ciò che vuol dire, che son ingannati dalla loro stessa funzione, che - letteralmente (*LETTERALMENTE*) - **non sanno ciò che stan facendo**, ed è**precisamente per **QUESTO** motivo** che stan portando il mondo alla DISSOLUZIONE, cosa che dovrebbe esser oggi non evidente, ma SUPER EVIDENTISSIMA.
      QUESTO è il motivo per cui stan mettendo giù la G. P., per questo stan distruggendo LORO la modernità, come si legge nell’“Apocalisse” di Giovanni.
      Sia detto “en passant” che, su questo preciso punto, pur se Bizzarri si è avvicinato moltissimo al “nodo” - e l’ho riconosciuto - poi ha perso il bandolo: perché non fa una distinzione netta e precisa fra G.P. e quelli della “contro i.” cosiddetti.


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  21. segue ...

    Siamo così ricondotti a considerare il duplice aspetto «benefico» e «malefico» sotto cui si presenta il cammino stesso del mondo in quanto manifestazione ciclica, e che è veramente la «chiave» di ogni spiegazione tradizionale delle condizioni in cui questa manifestazione si sviluppa…se questa manifestazione viene presa semplicemente in se stessa senza riportarla ad un insieme più vasto, tutto il suo cammino, dall’inizio alla fine, è evidentemente una «discesa» o una «degradazione» progressiva…questa stessa manifestazione, vista nell’insieme di cui fa parte, produce risultati che hanno un valore realmente «positivo» nell’esistenza universale, ed occorre che il suo sviluppo prosegua fino alla fine, ivi compreso lo sviluppo delle possibilità inferiori dell’«età oscura», affinché l’«integrazione» di questi risultati sia possibile e diventi il principio immediato di un altro ciclo di manifestazione: ed è questo che costituisce il suo significato «benefico».


    Ciò è vero anche per la fine stessa del ciclo: dal punto di vista particolare di quel che dovrà essere distrutto, essendo la sua manifestazione compiuta e come esaurita, tale fine è naturalmente «catastrofica» nel significato etimologico in cui questo termine evoca l’idea di una «caduta» improvvisa ed irrimediabile; ma d’altra parte, dal punto di vista secondo cui la manifestazione, nello sparire come tale, si trova ricondotta al suo principio per tutto ciò che essa ha di esistenza positiva, questa stessa fine appare, al contrario, come il «raddrizzamento» in virtù del quale, come abbiamo detto, non meno istantaneamente tutte le cose vengono ristabilite nel loro «stato primordiale». Tutto ciò trova del resto un’applicazione analogica a tutti i livelli, si tratti di un essere o di un mondo: in definitiva è sempre il punto di vista parziale che è «malefico», mentre il punto di vista complessivo, o relativamente tale in rapporto al primo, è «benefico» poiché tutti i possibili disordini non sono tali se non in quanto li si consideri in se stessi e «separativamente», e questi disordini parziali si cancellano interamente nell’ordine totale in cui finalmente rientrano, e di cui, spogliati del loro aspetto «negativo», essi sono elementi costitutivi allo stesso titolo di qualsiasi altra cosa: in definitiva non c’è di «malefico» se non la limitazione che necessariamente condiziona ogni esistenza contingente, limitazione che, in realtà, non ha in se stessa che un’esistenza puramente negativa.


    …SE SI VUOLE ANDARE FINO ALLA REALTÀ DELL’ORDINE PIÙ PROFONDO, SI PUÒ AFFERMARE IN TUTTO RIGORE CHE LA «FINE DI UN MONDO» NON È MAI E NON POTRÀ MAI ESSERE ALTRO CHE LA FINE DI UN’ILLUSIONE.


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    1. Sempre Guénon.Ora,però: DI CHE COSA È FINE QUEST’ILLUSIONE?
      In altri termini: QUAL È QUEST’ILLUSIONE CHE FINISCE?
      E CHE COSA LE - ALL’ILLUSIONE - PONE “FINE”?
      Poiché chiaro è che questa “fine” DELL’ILLUSIONE, in realtà, È “LA” FINE, “tout court” . . .



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  22. Credevo fosse "scontato" chi è l'AUTORE , ovvero ragiono sempre in termini di " community chiusa"

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    1. Appunto però non siamo una community chiusa, ma un blog, pubblico . . .

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  23. RENÉ GUÉNON - Studi sull'induismo - Luni, Milano, 1996 - Trad. Pietro Nutrizio - stralci

    ...« Mâyâ è il “potere” materno (shakti), in virtù del quale l’Intelletto divino agisce»; per essere più precisi, essa è Kriyâ-Shakti, cioè l’«Attività divina» (in quanto considerata distinta dalla «Volontà divina», che è Ichchâ-Shakti). Come tale essa è inerente a Brahma stesso o al Principio supremo; si situa quindi a un livello incomparabilmente superiore a quello di Prakriti, e anche quando questa viene chiamata Mâyâ, come per esempio nel Sânkhya, non è in realtà che il riflesso della Shakti nell’ordine «cosmologico»
    Richiamandoci a quanto abbiamo detto a proposito dell’«arte» divina, possiamo fare un’altra considerazione riguardante il significato del «velo di Mâyâ»: quest’ultimo è innanzi tutto il «tessuto» di cui si compone la manifestazione universale; ritroviamo dunque il simbolismo tradizionale della tessitura...
    Ed eccoci ricondotti alla questione dell’illusione: quello che di fatto è illusorio, è il punto di vista che porta a considerare la manifestazione come esteriore al Principio; è in questo senso che l’illusione è anche «Ignoranza» (avidyâ), cioè precisamente il contrario o l’inverso della «Saggezza» di cui prima dicevamo; è questa, si può affermare, l’altra faccia di Mâyâ, ma a condizione di precisare che essa esiste unicamente come conseguenza
    del modo errato in cui guardiamo alle sue produzioni. Queste ultime sono in realtà ben diverse da ciò che ci paiono essere, perché tutte esprimono qualcosa del Principio, così come ogni opera d’arte esprime qualcosa del suo autore, e in ciò consiste tutta la loro realtà; essa non è dunque che una realtà dipendente e «partecipata», che può dirsi nulla se confrontata alla realtà assoluta del Principio, ma che, in se stessa, è nondimeno una realtà. L’illusione può dunque, se si vuole, essere intesa in due sensi diversi: o come una falsa apparenza che le cose assumono rispetto a noi, o come una loro minor realtà rispetto al Principio; in entrambi i casi, però, essa implica necessariamente un fondamento reale e, di conseguenza, non può essere in nessun modo assimilata al nulla.

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  24. Segue
    – Nel «Journal of the American Oriental Society» (1941), A.K. Coomaraswamy studia il significato del termine sanscrito lîlâ, che significa propriamente «gioco», ed è applicato in particolare all’attività divina: tale concetto è del resto lungi dall’essere specifico dell’India, e si ritrova espresso in modo nettissimo, ad esempio, in Eckhart e in Boehme. Platone, per quanto non descriva espressamente l’attività divina come un gioco, dice però che noi siamo i «giocattoli» di Dio, il che può essere illustrato dal movimento dei pezzi del gioco degli scacchi, e soprattutto dal gioco delle marionette (il filo a cui queste ultime sono appese e che le fa muovere è un’immagine del sûtrâtmâ di cui parliamo in altro luogo di questa rivista). A ogni modo, il «gioco» differisce dal «lavoro» in quanto è un’attività spontanea, non imputabile a nessun bisogno e non comportante alcuno sforzo, caratteristiche che si applicano anche nel modo più perfetto possibile all’attività divina; l’autore ricorda inoltre, a tal proposito, che in origine i giochi avevano un carattere sacro e rituale. Fa poi vedere, attraverso considerazioni linguistiche, che il prototipo simbolico di questa concezione si trova nel movimento del fuoco o della luce, espresso dal verbo lêlây, al quale si ricollega il termine lîlâ; il «gioco» di una fiamma o di una luce vibrante è un simbolo adeguato della manifestazione dello Spirito.

    – In «Psychiatry» (agosto 1945), A.K. Coomaraswamy esamina due categorie di fatti, che si inscrivono fra quelli che gli etnologi interpretano male in ragione delle loro idee preconcette sulla «mentalità primitiva» e della loro tendenza a considerare come mere particolarità locali quelle che invece sono vere e proprie «sopravvivenze», anche se talvolta degenerate in modo variabile, di teorie che si trovano in tutte le dottrine tradizionali. Il primo caso è quello della «credenza di certi popoli secondo cui il concepimento e la nascita dei figli avrebbero in realtà una causa non di ordine fisiologico, ma spirituale, consistente nella presenza di un’entità di cui l’unione del padre e della madre servirebbe soltanto a preparare l’incarnazione; ora, in una forma o nell’altra, la stessa cosa si ritrova espressa in tutte le tradizioni, come dimostrano numerosi esempi precisi tratti dalle dottrine indù, greche, cristiane e islamiche. Nel secondo caso si tratta di quello che da parte di qualcuno ha ricevuto la denominazione di «puppet-complex», vale a dire dell’idea secondo la quale l’individuo umano è considerato comparabile a una marionetta le cui azioni non sono dirette dalla sua volontà propria, ma da una volontà superiore, che in definitiva è la stessa Volontà divina; tale idea, la quale sottintende la dottrina di lîlâ e quella del sûtrâtmâ, esiste esplicitamente nelle tradizioni indù e buddhistica, e persino, in maniera non meno netta, nello stesso Platone, dalle quali essa è passata nel Medioevo occidentale. Come dice Coomaraswamy, «l’espressione complex, che presuppone una psicosi, è del tutto inadatta a indicare quella che in realtà è una teoria metafisica»; e d’altra parte «è impossibile pretendere di aver individuato degli “insegnamenti tradizionali” nella loro vera prospettiva se si ignora la loro universalità»; contrariamente a quel che sembrano pensare i partigiani dell’attuale «metodo antropologico», la semplice osservazione dei fatti, quali che siano l’accuratezza e l’esattezza con cui essa è condotta, è sicuramente molto lontana dall’essere sufficiente per la loro vera comprensione.



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  25. Guarda ti accetto i commenti, non tutti, ma la risposta è sbagliata, non è la sola - o mera - illusione metaphysica.
    Ma invece ha un senso preciso, e specifico. Legato al concetto di illusione metaphysica, ma in una sua declinazione in un senso molto specifico e pratico, e riguarda l’intera umanità. Ovviamente, non è un quiz in tivvù, si tratta di porre le giuste domande, viatico per le giuste risposte. Basta pensarci e trovi la risposta. Non è meramente il cosiddetto gioco cosmico, è anche questo ma non è questo. Il gioco cosmico serve a spiegare - o a darne l’impressione . . . - il **perché** siamo in una determinata situazione e non in un’altra. Ma non ci dice nulla sulla risposta alla specifica illusione che deve terminare al termine del ciclo, che è una sorta d’illusione comune all’umanità, illusione collettiva. Stesso dicasi per l’innocenza dell’agire divino: va da sé, ma, di nuovo, nulla ci dice di piùdi quanto già fosse chiaro.
    La risposta la tenga per sé, il lettore, se vuole, chiaro.

    Corretto il modo di riportare le citazioni, va bene così. Le motivazioni le ho già dette di questo (riportare in modo corretto, ecc. ecc.).




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    1. Vi è dunque illusione, sì, ed essa è un effetto di quella illusione metaphysica di cui hai detto, ma è un qualcosa di specifico che, seppur **conseguenza** di questa illusione metaphysica, sl declina in una maniera specifica e caratteristica: questo è. Questo deve finire. Deve, sia detto a chiare letter: DEVE . . . Trattasi di decisione divina, innocente cioè, ma innocente sol perché non umana per definizione.



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