martedì 14 marzo 2023

Dunque pubblicato, infine …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È dunque stato, infine, pubblicato: Andrea A. Ianniello, “Impolitiche conversazioni. Due conversazioni con Paolo Broccoli, Edizioni Saletta dell’Uva, Caserta (marzo) 2023, una riflessione critica sul presente, con anche degli agganci alla situazione attuale, sempre per chi sia interessato ad punto di vista critico. Il costo non è molto elevato: Euro 8 (otto), ed anche se il numero di pagine non è tantissimo, va considerato che non sempre la quantità fa rima con l’interesse o l’importanza … Paolo Broccoli è stato collaboratore di M. Cacciari, in particolare del “Piano Auto” del febbraio 1981, una “progettualità”, sia ben chiaro, rifiutato dal Pci dell’epoca che preferì schiacciarsi sulla Fiat. Tutto ciò è storia, e un po’ tutti i partiti – tanto “di governo” come “d’opposizione” (chissà perché la cosa personalmente non mi stupisce poi così tanto …) – si appiattirono sulla Fiat. Quel che a me fa ridere non è quest’appiattimento, ma che, poi, “tutti” sapevano “tutto”, cioè niente, salvo avallare le scelte nel momento in cui vengono fatte … Quel che oggi vediamo è solo l’emersione di un fatto che ha radici nel passato.

Stando così le cose, una conversazione non può essere che “impolitica”, oggi, se vuol essere “politica” ma in senso un po’ più “alto”, un minimo sopra la perenne “cosa del giorno” che sempre cambia, ma non cambia mai. Il DOCUMENTO CONCLUSIVO del 1981 è stato fatto ristampare “così com’è”, da P. Broccoli, nel dicembre 2022, ma come fatto storico, niente di più o di diverso; il valore del testo è che, seppur le idee fossero nate da discussioni di più collaboratori, fu scritto dallo stesso Cacciari. La ripubblicazione serve a far vedere cosa sia una “progettualità” politica, nient’altro. Ma oggi non ci può essere politica – salvo che come simulacro –, oggi può esserci solo “impolitica” …

Il perché del titolo, “Impolitiche Conversazioni”, vien giustificato nella mia “Avvertenza” iniziale.  

 

@i

 

 

 

 

   

 

 

 

18 commenti:

  1. Diciamo ch’è, un po’, una “chicca”? Diciamolo … Per “coinnoisseur” … chi vuole un punto di vista”critico” ma non urlato, … mettiamola così …






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  2. E naturalmente, sfogliando la copia, mi dicevo: strano, nessun errore . . .! Ma poi! Un errore!
    Ah ah, non si sfugge . . .


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  3. Cacciari è citato solo in relazione all’ “impolitico” di Th. Mann, il senso delle conversazioni non è invece legato a nessuno in particolare, ma prende il punto di vista impolitico, NON politico: critica **radicale** - radicale - della politica **MODERNA**, nient’altro. E l sappiamo benissimo che oggi le critiche RADICALI hanno quasi zero diritto di cittadinanza, ma quelle non radicali hanno invece pieno spazio, ovvio. Ragion di più per percorrere un punto di vista davvero “critico” e non le solite cose, scontate.

    La domandina semplice, semplice, recita così: ma com’è che oggi, nel mondo delle opinioni “libere”, una critica radicale ha così poco spazio e, se ce l’ha, così scarsa rilevanza? Problemino …
    Ai poster l’ardua risposta …



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  4. Ed ecco un altro anellino si parlava dei problemi del Crédit Suisse ed eccoli materializzati … Si parlava dei Sauditi, che appunto rifiutano di sostenere il C. S., oltre una certa percentuale, ufficialmente perché andar oltre quella soglia l farebbe rientrare in un’altra normativa, ed è anche vero … anche! Infatti, il proverbiale “segreto di Pulcinella” è che i Sauditi vogliono disimpegnarsi dei mercati americano ed europeo, per quanto possibile, ovviamente nel corso del tempo. Ma il tutto precipita oggi, grazie alla ridotta disponibilità di valuta fresca, per una ragione di sostanza: perché ogni crisi del capitalismo è – sempre, dico sempre – crisi di liquidità, poiché si presta ciò che non si ha. Chiaro che la cosa è oggi complicatissima e si compone di miliardi di scambi, eppure anche le gocce del mare sono contate … voglio dire: vi è un limite ad ogni cosa, piaccia o non.

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    1. Ed ora sta toccando ad una altra banca. Il sistema sta in crisi. Cosa di cui si è parlato qui da tempo, in tempi non sospetti, e questo libretto dà un suo contriuto a questo specifico tema.

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  5. Il libretto è sulla CRISI SYSTEMICA, anzi, per dir meglio: sulla CRISI **DELLA** POLITICA MODERNA “tout court” COME SYNTOMO della CRISI SYSTEMICA.

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  6. Altra cosettina, la Franza . . . ah ah, un altro anellino? mah, vedremo … vedremo, vedrem … basta(va) unire i puntini … stop …

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  7. La politica è succube dell’economia e quest’ultima è succube di qualcos’altro! **Questo** è, in realtà, il tema vero del libretto (per esempio, anche cf. ivi, p. 64), la parte iniziale serve solo a giustificarne il titolo, che fa riferimento a Th. Mann e al suo impolitico.

    Si può leggere direttamente le due conversazioni prima di leggersi la parte iniziale? Sì, senz’altro.

    Ora però, è questo cosiddetto qualcos’altro che sta portando al meltdown systemico, questo è il punto, quello vero.












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  8. Cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2013/12/02/fine-del-systema-detto-della-grande-prostituta/

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  9. Atro tema, fondamentale, del libretto :il nichilismo.

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  10. A tantissimi proprio non gli entra in testa che la politica si (**dovrebbe**) fare per “progettualità”, ma invece si fa per “ricettine” fisse, per slogan, per direttive immutabili decise da entità che con la politica, spesso, non hanno niente a che spartire. Per questo *credono* di “dover” prendere partito, quando è tutto una fanghiglia, una palude infetta. “Si fa così”, e fine della questione. Unanimità di fatto, stop. Chi non si allinea, semplicemente, non esiste. Non so come vogliamo chiamare una cosa così, ma così funziona, oggi.

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  11. Cf.
    https://namaqua-land.blogspot.com/2017/04/un-importante-colloquio.html

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  12. Ma quanti “Whatever it takes” ci voglino?, si chiedeva qualcuno … Chiariamolo, una buona volta: ci vuole un “Whatever it takes” di “Whatever it takes” … chiaro? “Senza fine”, come la canzone … In pratica, è una catena, *potenzialmente* “senza fine”, di crediti su crediti su crediti su crediti … “ad libitum” … “That’s Capitalism, baby”!
    Ci possiamo dire, allora, che quel che vediamo è una PRECISA scelta POLITICA – del tutto *indipendentemente* dal fatto se i banchieri centrali” se ne rendan conto o non, **del tutto indipendentemente** –, ce lo possiamo dire? Non “celo” possiamo dire? E non diciamocelo! Ma non cambierà proprio nulla!
    **Non** cambia la “struttura portante” della situazione in atto.










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  13. Ed dopo la falsa guerra vi sarà la falsa pace. Falso è la chiave dell’epoca nostra. Falso **radicale**.
    E poi la falsa invasione, che, però – ahi noi ed ahi loro – sarà “seguita” dalla **vera** “invasione”, eh sì! Purtroppo gli “apprenti sorcier” son specialisti nell’evocare forze che, poi, **non** signoreggiano … hanno esperienza “costumata” o, dovrei dir, *scostumatissima* …! “In tal” campo” …!









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  14. Acnhe gli USA son disposti ad usare la bomba atomica, il nucleare? Senza dubbio alcuno. Siamo, di fatto, guidati da nichilisti, anche di nichilismo si parla nel libro, ma il mondo è dominato da nichilisti incoscienti di essere tali, cioè i più pericolosi.
    E non son giunti a tale situzione di potere incontrastato per mero caso, invece costruendo pian piano la situazione presente.






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  15. Oggi - appunto - il sottosuolo sta sopra il suolo …


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  16. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/06/masse-senza-politica-e-non-massa-e.html


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  17. Ma è ovvio quel che dice Caracciolo sul fatto che un’eventuale “vittoria” nella “Terza Guerra Mondiale” in atto non restaurerebbe certo Washington nel posto precedente, spostandola dal posto traballante sul quale sta! Ovvio, lo si dice da degli anni qui! E pure nel libretto lo si è detto “apertis verbis” … Ma il punto è che, per evitar ciò, **non dovevano** cascar dentro la trappola, perché la Russia rimane(va) fondamentale per “garantirsi” il fronte “est” quando invece l’hanno indebolita. Della serie: tagliare il ramo sul quale si siede …Si sa poi dei “risvolti ‘occulti’” di tutta ‘sta situazione … due più due fa quattro, né cinque né tre … Quanto alla “globalizzazione”m, trattasi di fallimento conclamato. E non da ieri.



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