“Alle terre dell’apprendistato di Gurdjieff, Caucaso, Iran, Afghanistan l’angelo della desolazione ha apposto via via meticolosamente si suoi sigilli”.
E. ZOLLA; Aure. I luoghi e i tipi, Marsilio Editore, Venezia 1985, p. 59.
Avrà pure qualche “sua ragione” l’angelo della desolazione!
O non ne ha proprio alcuna?
Vi sarà pure una ragione nel “fenomeno”!, o nessuna ragione?
E SIAMO DOVE SIAMO!
“Della filosofia espressa nel parco [di Bomarzo, nota mia] le lettere tacciono. In forma di dilemmi egli però le fece scalpellare sulle pareti del terrazzo, componendo la sua tavola delle antinomie:
1. MANGIA, BEVI E GIOCA.
2. SPREGIA LE COSE TERRENE.
3. VIVI BENE E SARAI FELICE.
1. DOPO LA MORTE NESSUNA FELICITÀ.
2. DOPO LA MORTE NESSUNA VOLUTTÀ.
3. I BEATI TENNERO LA VIA DI MEZZO.
1. IL SAPIENTE DOMINERÀ GLI ASTRI.
2. LA PRUDENZA È DA MENO DEL FATO.
3. E DUNQUE?
CONOSCERSI. VINCERSI. VIVERE PER SE STESSI.
NON GLI UOMINI PER I LUOGHI, MA I LUOGHI PER GLI UOMINI”, ivi, pp. 39-40.
@i
Stava guidando l’automobile al crepuscolo, su di una via molto affollata, ma molto di più dall’altro senso che da quello sul quale stava guidando; e stava guardando quell’interminabile fila di auto sull’altra corsia della strada, ed allora, solo allora, infine capì cos’è – “davvero” – “la fine”, lo capì col suo cuore, con le sue viscere, con tutto sé stesso, non era più mero, nero concetto. Ma non riuscì a dirlo –, solo nella sua mente si affastellavano immagini … – difficili a “dirsi” anch’esse! Capì che quel mondo era solo un paravento, che non aveva più senso. Di nuovo, non lo “capì” affatto solo con la sua testa … **non** avrebbe avuto senso, infatti, “capirlo” solo con la sua testa: sarebbe stato come **non** capirlo! E quelle luci, così dispersive, lo distraevano, ed insieme pareva come se si stessero condannando da loro stesse, quasi era come se attestassero la loro totale mancanza di senso …
RispondiEliminaE contemplava il mondo che affondava, pezzo dopo pezzo, pian piano, eppure con costanza … pensando a quando le cose – anni fa, ormai – SEMBRAVANO “andar bene”! ma NON era così affatto, e sin dal principio **non** lo era!
E così, dopo il crepuscolo stava per giungere la notte …
Ed è così che il mondo finisce … non lo vedi eppure accade. Passo dopo passo. Finché un giorno avverrà … Ed è così si prepara il prossimo “stato” del mondo … Ad un certo punto avviene come per i “47 Ronin” – anche se, poi, si suicidarono in 48 –, rivelarsi.
Ad un certo punto, i veli cadono. Ma ciò che vedi allora non è ciò che ti aspettavi, almeno che sia ciò che ti aspettavi è una cosa che accade molto ma molto ma molto raramente. Il paravento cade … ed “il carnevale perpetuo” (Guénon) finisce … e le luci dispersive continuano il loro cammino nella **totale** incoscienza …
Non conoscevo questi motti di Bomarzo, in realtà di Bomarzo non so praticamente nulla.
RispondiEliminaSempre interessante vedere come chi vive veramente nella Sapienza, non rimanga estraneo alla dimensione del "gioco", a differenza di chi invece vive nella "doxa" che molto spesso finisce per appesantire le menti e gli spiriti, come fosse piombo.
In questi anni piuttosto pesanti per chiunque, meglio ricordarsi che lo spirito porta leggerezza (non però superficialità).
Giustissime osservazioni: la dimensione di “gioco” Fa Parte integrante della Sapienza (“Sophìa”), BEN DIVERSAMENTE da certe cose, oggi diffusissime, che supportano l’umana presunzione, quindi sono grevi, e portano inevitabili – quanto inutili – polemiche, spesso pseudo “fraterne”, a loro volta spesse volte maschera d’interventi da parte di forze “oscure” ma oscure veramente! … Questo, chiarissimamente, NULLA TOGLIE alla **profonda** serietà – ma profonda per davvero! – dei temi, tuttavia la dimensione di “gioco” è PARTE INTEGRANTE, cioè parte ineliminabile – alias: necessaria – della Sapienza. Non è mai, tuttavia, superficialità, come dici giustamente, ma è, invece, proprio al contrario, profondità mascherata. Lo scherzo che ti rivela un lato del mondo che non pensavi esistesse. Come un alto pavimento di vetro che mostra sotto un paesaggio enorme, sconfinato, tuttavia tu stai sopra il vetro. La profondità inusitata di ogni piccolo “micron” istante, nel qual galleggia l’infinito e l’infinito “contiene” quell’istante tuttavia nello stesso tempo le due dimensioni non si mescolano affatto, unite ma non confuse, non giustapposte senza legami ma nessuno che si risolva nell’altra e tuttavia gerarchizzate, secondo modalità che la mente umana può solo intuire ma non sa né può esprimere pienamente se non per immagini lontane, sfocate ma insieme nette. “Coincidentia oppositorum” … con e senza rum …
Elimina@i = l'unica "A.I." che ci piace!
Elimina(Ci si conceda lo scherzo...)
Ah ah divertente, però è anche vero peraltro . . .
EliminaAll’imbrunire d’una lunga giornata … Cf.
RispondiEliminahttps://wordpress.com/page/associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/1962