lunedì 27 novembre 2023

“Contagio” (**rischio del**) – Parte 2, “Il contagio” – vero e proprio

 

Il tema è vastissimo – e ricco d’interesse – né si può “dir tutto”, e men che meno “in due parole”, quindi ci si ritorna “suso” in questa seconda, conclusiva, Parte 2, cf.

https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/11/contagio-rischio-del-p.2-1.pdf.


 

@i


 



 

5 commenti:

  1. In AA.VV., “Meyrink scrittore e iniziato”, Basaia Editore, Roma **1983** (40 anni fa!), Bo Yin Râ (J. Schneiderfranken) diceva, in ivi, pp. , dopo aver difeso – contro i critici – l’immaginazione di Meyrink come il valore di quanto scrisse, che i rapporti fra lui (Schneiderfranken) e Meyrink si erano andati raffreddando perché per Meyrink i “dati tradizionali” erano usati come strumenti in vista della “creazione artistica”, mentre Schneiderfranken li considerava validi come tali. Se così è, se questo è testimoniato da chi ben conobbe Meyrink “di persona” dunque se ne deve dedurre che Meyrink “supportò” influssi dalla “contro i.” solo in modo inconsapevole, che poi è una delle due ipotesi che faceva lo stesso Guénon. Nondimeno, ciò **non** significa che i “dati tradizionali” riportati – seppur spesso distorti, nel seno che son volti a cose sbagliate, come nel caso del “pezzo” di qui sopra – da Meyrink siano falsi o “sbagliati” come tali, “di per sé” cioè: questo va detto chiaramente.

















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    1. Sempre nel testo qui su citato, vi è un intervento di Evola che afferma che ci sta qualcosa in Meyrink che lo rende ben diverso da altri scrittori, come Lovecraft, per esempio. Verissimo.


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    2. Sia detto per inciso, condivido il parere di R. Abellio - sempre nel testo qui su citato, nei commenti precedenti - secondo il quale “La notte di Valpurga” (“Walpurgisnacht”) era il miglior testo di Meyrink.

      Sempre “en passant”, ho ridato un’occhiata all’ultima puntata di “30 Coins” e ascoltavo il discorso dello pseudo-papa – figura **storica** dell’A. –, in inglese, e leggevo la traduzione italiana: ma perché in Italia le tradizione sono spesso così fatte male? In inglese dice: “A new Era” mentre, in italiano, l’han tradotto: “Un nuovo ordine” (“mondiale”, chiaro) quando le due cose NON SONO AFFATTO LA STESSA “COSA” …! Un “ordine mondiale” si è un qualcosa di **politico** – peraltro fallimentare, come qui s’è detto già nel dicembre del 2019 a chiare lettere, donde l’attuale reazione isterica degli americani rispetto a questo crollo, di fatto, del sistema delle relazioni internazionali com’era –, mentre un’ “Era” si è qualcosa di più ed in più, un cambiamento più profondo: quello che hanno “in mente” dei “certi” ambienti, diciamo così per intenderci … e cui si allude nel telefilm, un qualcosa di ben più grosso di un cambiamento politico, insomma …

      PS. So della morte di Kissinger – del quale si tratta – sempre “en passant” – in “Impolitiche”[*] –, e ciò accade in un momento particolare, segnando al fine della “fase imperiale” in senso proprio. Kissinger agì nella direzione della **stabilizzazione systemica**, con mezzi dubbi e controversi, a volte spietatamente, senza importarsi dei danni che avrebbe potuti arrecare, ma quella fu la sua stella polare. Peraltro, di formazione storica, scrisse un libro, peraltro ben fatto, sul Congresso di Vienna del 1815; di nuovo, quella fu la sua “stella polare”, la **stabilizzazione systemica**, seppur ad alto prezzo, anche a qualsiasi costo, se del caso. La lotta contro chi destabilizzava “il System” doveva essere durissima e spietata, ma lo scopo era sempre *stabilizzare* il sistema. Oggi chi destabilizza il System STA DENTRO “Il” System! Ecco il “Gran Cambiamento” avvenuto! Naturalmente, si perpetuano vecchie forme di pseudo “attacco esterno” quando i “tartari” metaforici stan già dentro … chi “mina” il sistema è **dentro** il sistema, non fuori!

      [*] Cf.
      https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/06/impolitiche-con.jpg






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  2. Anche questo post è interessante, cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/04/la-notte-di-valpurga-walpurgisnacht_29.html


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  3. La chiave di volta è “senza fine” = NON VI È UNA VIA DI USCITA DA TALI SITUAZIONI (“emergenze”, appunto!) cioè veri e propri “cul de sac”. Dunque mentre ogni giorno è “dedicato” a qualcosa e si susseguono “slogan” che, di tempo in tempo, dovrebbero “securizzare”, dando l’impressione che “c’è qualcuno che ‘sa’” e dirige la cacofonica “baracca mundi”, il **messaggio reale** si è che “hanno perso il comando del sistema” (ma pure di ciò s’è parlato qui, e da tempo) e “non sanno che pesci pigliare” (idem). Questo è il messaggio **reale**, quello che va nel subconscio delle masse (qui, non certo a caso, ci siamo lungamente dati a riflessioni su questi temi del contagio mentale, dell’influenza mentale della suggestione **collettiva**, non individuale). A questo punto, come vuoi che dei piccoli gruppi (anche un Hamas qualsiasi, sfuggita di mano, ed è l’ “iter classicum” di tali gruppi, che sempre “sfuggono di mano”, confermando la perdita di comando sul sistema: Kissinger mai l’avrebbe consentito, a qualsiasi costo – e sappiamo che per lui no c’erano “buoni o cattivi”, ma “solo interessi” – degli Usa “in primis”, chiaro) si fermino? E rispettino le “direttive” sistemiche? Però ci sta gente che le rispetta, e alla lettera: i politicanti occidentali. Come mai accade questo? Domandina. Com’è possibile che, per avere una manifestazione di non encefalogramma piatto in Europa ci vuole “del bello e del buono”, mentre non san trattare un Hamas qualsiasi o altri gruppi terroristici? Baudrillard è stato il primo a capire che il terrorismo non era una variabile casuale, ma l’effetto della crisi che il sistema in via d’implosione crescente, avrebbe preso. [*]

    [*] Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html









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