“Che colui che cerca
Sia sempre in cerca
Finché non trovi,
E quando avrà trovato
Sarà nel turbamento.
Ed essendo turbato si meraviglierà
E regnerà sul Tutto.
VANGELO DI TOMMASO, logion 2”.
In P. MANDALA, Il suono del silenzio. La presenza di Ramana Maharishi, Edizioni Mediterranee, Roma 2012, p. 25, Introduzione di Mandala, corsivi in originale, grassetto mio.
Il libro citato qui su contiene anche molti aneddoti – anche una vecchia intervista con P. Brunton (“nom de plume”), intervista che, più che altro, è specchio di un certo periodo storico ed ha interesse, oggi, soltanto “storico” – tra i quali – ce ne sarebber molti degno d’interesse – trascelgo l’ultimo, che costituisce anche l’ultima pagina dell’intero testo: “Poiché erano quasi le 9, Krishnaswami accese la radio per verificare l’ora. L’orologio suonò le 9, e la radio terminò con le parole: **Namaste**, arrivederci a tutti”. Bhagavan sorrise e disse: “Lo speaker ha detto: ‘**Namaste** a tutti!’, come se lui e gli altri fossero diversi. Non è uno di loro? Ciò significa che egli saluta anche se stesso. Non lo capiscono. È questa la cosa strana …”.”, P. MANDALA, “Il suono del silenzio. La presenza di Ramana Maharishi”, Edizioni Mediterranee, Roma 2012, p. 233, corsivi in originale segnati con: **.
RispondiEliminaQualcuno potrebbe esser turbato dalla parola “turbamento” – secondo traduzioni rimontanti a Puech – ma delle altre traduzioni danno “commosso”, ed altri passi simili – per esempio in “Stromata” di Clemente Alessandrino – hanno un termine che sarebbe simile ad “estasiato”, e cioè: **in estasi** … Ma la sfumatura “turbato” dà un senso di spavento che ha il suo senso, di stupore, di meraviglia di fronte al Divino, che ricorda un po’ – se si può dire – la canzone “La porta dello spavento supremo” di Battiato.
EliminaOccorre saper distinguere tra chi è “liberato in vita” – dopo esser stato “colui che ritorna una volta sola” – e chi, pur avendo fatto parte del cammino, è “in cammino”, per quanto “valido” possa essere.
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