“Quanto
alla libertà, essa cesserà ben presto del tutto, in tutte le sue forme. Vivere dipenderà da una sottomissione
rigorosa a disposizioni rigorose che non sarà più possibile trasgredire. Il passeggero di un aereo non è libero.
I passeggeri della vita futura lo saranno ancor meno: passeranno la loro durata attaccati al seggiolino”[1].
Questo stare
“attaccati al seggiolino” è il
populismo, è la sua molla profonda,
ed è una molla ormai molla. Quindi, ora, cosa ci attende? Cosa davvero “manipola”
tutto questo complesso gioco di “riprogrammazioni”?
[1]
J. Baudrillard, La sinistra divina, Feltrinelli Editore,
Milano 1986, p. 96, corsivi miei,
maiuscoletto in originale. Si osservi la data di pubblicazione: in quel tempo
“certe cose” sembravano molto lontane, tant’è che tanti ne favoleggiavano: se
favoleggiano, se ne fanno film o ne scrivono libri o pezzi teatrali, dunque” la
cosa è lontana … Ciò significa: tanto più sei vicino ad un qualcosa, tanto meno
lo vedi! E, si osservi bene:
sottomissione a disposizioni, non ad un “mega leader” o “lìder maximo” che dir
si voglia, non parliamo qui di riedizioni dei regimi militari novecenteschi, ma
della realizzazione – nella misura del possibile!
– di una distopia …
Da cf.
@i
Cf.
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