domenica 4 giugno 2023

Frammento 9 – di nuovo, sul Nilo –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L forza della terra celeste e di quella terrena la chiamarono Iside […], a partire dalla quale si ha la giustizia; dicono terra celeste la luna, e terrena la terra fruttifera, sulla quale viviamo. Demetra dei Greci equivale a Iside degli Egizi e, ancora, Core e Dioniso dei Greci a Iside ed Osiride degli Egizi. È lei che nutre e fa crescere i frutti della terra; Osiride presso gli Egizi rappresenta la forza fecondante che essi propiziano con lamentazioni quando, alla semina, scompare nella terra, ed è da noi consumata per nutrimento. Egli è inteso anche come forza fluviale del Nilo: ma quando vogliono significare la terra terrena, Osiride è considerato come la forza fecondante, e quando invece la celeste, Osiride è il Nilo, che essi pensano scenda giù dal cielo. Piangono anche lui, per propiziarsi la sua forza quando essa viene meno e scema. L’Iside che nei miti sui congiunge ad Osiride è la terra egizia […]. Nella città di Elefantine è onorato un simulacro, modellato per il resto con la sembianze d’un uomo, seduto e di color blu scuro, ma avente una testa d’ariete ed un diadema con corna di capro, sulle quali sta un cerchio a forma di disco. È seduto con accanto un vaso di terracotta sul quale va modellando un uomo. Con il volto d’ariete e le corna caprine indica la congiunzione del sole e della luna nell’Ariete, mentre il color blu scuro indica che la luna in congiunzione è foriera di pioggia. La seconda fase della luna è sacra ad Apollinopoli; simbolo di essa è un uomo dal volto di falco che con una picca sottomette Tifone in forma d’ippopotamo. […] Nei misteri d’Eleusi lo ierofante è addobbato a immagine dle demiurgo, il daduco a quelal del sole, il minsitro dell’altare a quella della luna, e l’araldo sacro a quella di Ermes. Persino un uomo presso gli Egizi è ammesso ad oggetto di culto. Anabis, infatti, è un villaggio dell’Egitto in cui si venera un uomo e a lui si fanno sacrifici e sugli altari si bruciano le vittime […]. E che neppure gli animali essi reputano dèi, e che invece ne facevano immagini e simboli degli dèi, lo dimostra il fatto che in molti luoghi immolano buoi offerti agli dèi in occasione delle festività dei mesi sacri e delle cerimonie religiose. Infatti, han consacrato buoi al sole e alla luna. […] Alla luna hanno consacrato un toro che chiamano Apis, nero anch’esso più degli altri, recante i segni del sole e della luna, poiché anche la luce della luna viene dal sole. Segno del sole sono la nerezza del corpo e lo scarabeo sotto la lingua; simbolo della luna il semicerchio e la gibbosità”, PORFIRIO, Sui simulacri, Adelphi Edizioni, Milano 2012, pp. 101-105, corsivi miei. 

 

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

PS. Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/08/inno-al-nilo-cioe-hapi.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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