Esattamente cent’anni fa … «Nella rivista “Krur”, diretta da Julius Evola, nel 1919, viene pubblicata, a firma Ekatlos, una “Relazione” dal titolo La Grande Orma: vi si narra che alla fine del 1913 “cominciarono a manifestarsi segni che qualcosa di nuovo richiamava le grandi forze. Nel solstizio d’inverno, in un sepolcro romano era stato rinvenuto uno scettro avvolto in una benda: vi son tracciati i segni di un rito, d’allora in poi svolto per mesi per evocare, scrive Ekatlos, ‘forze di guerra e forze di vittoria’. La guerra immane che divampò nel 1914, noi la conoscevamo. L’esito lo conoscevamo. L’uno e l’altra furono visti là dove le cose sono, prima di essere reali”», G. GALLI, Hitler e l’esoterismo, OAKS Editrice, Sesto San Giovanni (MI) 2020, p. 64, corsivi in originale, grassetti miei. Il passo è presente nella serie “GRUPPO di UR” – originariamente del 1928, poi rivista e riordinata in seguito, in varie edizioni, poi con ristampe successive. Il passo si trova in cf. EKATLOS, «LA GRANDE ORMA»: LA SCENA E LE QUINTE in Introduzione alla magia, a cura del “GRUPPO di UR”, vol. III, Edizioni Mediterranee, Roma 2006, p. 380, con la stessa data del 1913, ma con qualche piccolo cambiamento, che sarebbe interessante da sottolinearsi.
In nota si legge: “Relazione trasmessaci nel 1929 e che qui si pubblica a semplice titolo di documento”, ibid., grassetto e corsivi miei. Vuol dire che la redazione non “prende partito” né a favore né contro quel documento: sia dunque ben chiaro questo punto. La seconda parte del passo che, poi, nel 1919 Galli cita direttamente (quella sulal guerra del 1914), non sta, nel vol. III del “GRUPPO di UR” a p. 390, ma invece a p. 381, la pagina successiva (ora non so se, dell’articolo del 1919, Galli abbia legato i due passi o si trovavano nella stessa pagina già sin dall’inizio: non sono in grado di controllarlo; il significato della cosa, però, NON CAMBIA: darsi alle centinaia, migliaia di MINUZIE del “nostro” tempo NON CAMBIA i significati ESSENZIALI, che lezione per i nostri contemporanei!!).
Ma continuiamo a leggere: “Più tardi. Dopo la Marcia su Roma [del 1922]. Fatto insignificante, occasione ancor più insignificante: fra le persone che rendono omaggio al Capo del Governo, una, vestita di rosso, s’avanza, e gli consegna un Fascio. Le stesse forze [“risvegliatesi” nel 1913, questo intendeva questo chi scriveva] vollero questo: e vollero il numero esatto delle verghe e il modo del loro taglio e l’intreccio rituale del nastro rosso; e ancor vollero — di nuovo il «caso» — che l’ascia per quel Fascio fosse un’arcaica ascia etrusca, a cui vie parimenti misteriose ci condussero”, ivi, p. 382, corsivi in originale, mie osservazioni fra parentesi quadre.
In nota si legge: “Il fatto fu ripreso in un comunicato che p. es. si può trovare sul «Piccolo» di Roma del 24 maggio 1923, ove si può leggere appunto che nel fascio offerto «l’ascia di bronzo è proveniente da una tomba etrusca bimillenaria che ha la forma sacra … Alcuni esemplari simili son conservati nel Museo Kircheriano. Le dodici verghe di betulla secondo la prescrizione rituale sono legate con strisce di cuoio rosso, che formano al sommo un cappio per potervi appendere il fascio come nel bassorilievo della scala del Palazzo Capitolino dei Conservatori»”, ibid., corsivi in originale, grassetti miei. Ed ecco, siamo esattamente cent’anni fa …
Che voglio dire”? Niente di specifico. “Sincronicità”, solo “sincronicità”, tutto qua. It’s sincronicity, baby…!
Si andrà “in cerca” di qualche altra “sincronicità”,sempre in relazione al 1923, cioè cent’anni fa. Come ho detto in un commento: pare che il 1923 sia stato un anno importante, nel “lato occulto” della storia. Sembra esserlo – ma per motivi molto ma molto diversi – anche questo 2023 …
Si prepara, si semina …, e si raccoglie …
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