Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/occorre-oportet-ut.html.
In questo post qui sopra vi è il passo da Le Serate di San Pietroburgo di De Maistre, quel passo che, a sua volta, viene citato nella parte finale, proprio le ultime parole (stavolta profetiche), in R. GUÉNON, Il Re del Mondo, edizione originale: 1927; fra poco siamo dunque al centenario di questo testo, ma la sua prima forma, però, apparve in Italia, sulla rivista “Atanòr”, nel 1924, e cioè CENTO ANNI FA ESATTI! È qui, davvero dunque, che si ha il centenario della prima pubblicazione - avvenuta in Italia, interessante - de Il Re del Mondo, prima edizione. In essa, prima edizione intendo, non vi sono le frasi di De Maistre, conclusive - quindi aggiunte nel 1927, ed è significativo. Per sincerarsene, cf. R. GUÉNON, Il risveglio della tradizione occidentale. I testi pubblicati su Atanòr e Ignis, a cura di M. Bizzarri, Atanòr, Roma 2003, cap. “IL RE DEL MONDO”, pp. 41-62 comprese le note finali, p. 57 l’ultima pagina del testo, e non vi si legge quel passo di De Maistre, pur dicendo in sostanza le cose davvero essenziali ed il “messaggio” di base è rimasto identico, esattamente come nella seguente pubblicazione rivista de Il Re del Mondo nel 1927. Significativo! Dunque la vera differenza non sta nel “messaggio” di base - identico, si hanno le stesse corrispondenze, la visione rimane del tutto uguale, del tutto -, ma è nell’accento “profetico” che si conferisce al testo riportando quelle frasi di De Maistre. La stessa citazione di Guénon, poi, è ben diversa se letta in originale, come mi presi briga di confrontare illo tempore, cioè in originale, da parte di De Maistre, ha meno forza, si deve dirlo. Rietra nella storia del conservatorismo anti Rivoluzione francese, che è una pagina, tutto sommato ben nota, storica e non molto di più, Guénon gli conferisce un respiro che in originale non si vede, peraltro frasi scritte da De Maistre come di sfuggita, senza sioffermarvis troppo e che ricordano un po’ Solovëv, se uno vuol far paragoni.
@i
PS. Ripubblicando quel materiale nel 2003 la casa editrice Atanòr ha fatto cosa molto meritevole.
Altra coniderazione: nello stesso 1924 - cento anni fa esatti, dunque - fu pubblicato Oriente ed Occidente dello stesso Guénon, testo per alcuni aspetti “datato” per altri no, ma non è il punto. Come si può controllare nella recente ripubblicazione per i tipi Adelphi - del 2016 - dello stesso testo, nella Nota dallo stesso Guénon aggiuntavi nel 1948 (dunque tra le ultime cose sue scritte), si può constatarte, per otrnare ad un punto recentemente accennato, che Guénon era LONTANISSIMO dai “difensori dell’Occidente” cosiddetto, e per motivi fondanti e fondamentali. Dunque non lo si ponga fra di loro!
E perché Giuénon era tanto contrario ai “difensori dell’Occidente”? Perché era un oppositore fermo “dell’Occidente” MODERNO. Capito il punto: moderno! I “difensori dell’Occidente” difendono, col giochetto loro tipico, l’Occidente moderno facendo finta ed ostentando di difendere la “tradizione occidentale” tout court.
Questo a sua volta perché - così la pensava Guénon, che uno sia d’accordo o non è altro discorso, ma così la pensava - vi era una frattura, profonda ed irrimediabile (tal è il messaggio di fondo de Il Regno della Quantità di questo stesso autore) fra l’Occidente moderno e quello tradizionale. Tutto qui è il punto.
Lo so, è sgradevole: vedremo i peggiori tradimenti …
RispondiEliminaCf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/01/le-forze-oggi-al.html