domenica 26 marzo 2017

In relazione al commento al …






In relazione al commento n°4 al post precedente (cf
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2017/03/ragionando-su-alcuni-link.html), dove ricordavo una frase di Colli su Nietzsche, ecco che la si riposta qui di seguito.

Il miraggio dell’annientamento. Quelli che attendono al catastrofe finale [corsivi miei], gli ammalati di febbre nichilistica [corsivi miei], quelli che si inebriano di sogni di distruzione [corsivi miei] dovranno ancora attendere a lungo [corsivi miei]. Nelle tenebre da cui siamo avvolti è certo più facile che ladri e assassini spaventino e versino sangue, ma il mondo non finirà tanto presto [corsivi miei]. La violenza è all’inizio delle cose, non alla fine [corsivi miei]. Noi proveniamo dalla violenza, ma intorno a noi regna ormai la mansuetudine. Della violenza rimane ancora la smorfia decorativa, il geroglifico astratto. E se il mondo dovesse finire – momentaneamente [corsivo mio] – non sarà in una deflagrazione [corsivi miei]”[1]. Sarà invece nella dissoluzione, “dalla ‘degenerescenza’ alla dissolutio” il “percorso” dell’iter del mondo moderno, alla quale (dissoluzione, che è un processo e non un singolo momento o evento!!) però – Guénon docêbatnon sufficit la “polverizzazione” in cui siamo.
Da quanto testé detto da Colli si evince chiaramente come lui non parlava per nulla di atti di violenza individuali (“ladri e assassini”, che, a quanto pare, hanno un quoziente medio d’intelligenza minore della media e, dunque, trattasi di gente che non sa proprio capire la necessità delle strutture regolari organizzate sociali) - che Dio solo sa quanto siano super numerosissimi nei “nostri” famosi tempi -, ma delle “grandi violenze collettive”, e qui torniamo alla “cecità verso l’Apocalisse” (espressione di G. Anders, che però aggiungeva prima la parola “nostra”, che sostituirei con “comune”, in quanto, “personalmente” in tale “nostro” non mi ci vedo, questo “nostro” non è “mio” dunque). Infatti tutta questa gente che non sa proprio vedere il processo di “sfaldamento” e disfacimento in cui e di cui si vive, n’è totalmente incapace perché in testa c’ha la Seconda Guerra Mondiale, o la Prima – simile a questa Terza per modalità “bloccate” e scarsa dinamicità di movimento e sfondamento militari ma che n’è tuttavia ben differente in molti altri aspetti -, e cioè una violenza collettiva immane. Ladies and gentlemen: Quell’epoca è finita, finita per sempre. Punto e basta. Non tornerà. Non vi saranno repliche, non vi saranno nuovi Hitler o Stalin ma nemmeno Mao, al massimo abbiamo “dittatorucoli” che sostanzialmente commettono in serie violenza individuali, cui manca – e per principio – ogni senso “apocalitticista” di “realizzazione” di una “dottrina definitiva” che “deve” mutar “per sempre” le “sorti” dell’intera umanità e costruire un “mondo nuovo”. Ma proprio per nulla, per nulla! Questa gente ha solo in mente o il proprio conto in banca, che sia il più ricco possibile, oppure il mantenimento del loro piccolo potere sulle loro proprie comunità etniche. Punto e basta. Hitler che manda le sue divisioni in Russia per ricercare la “terra originaria degli ‘ariani’” o Stalin (o Mao) che cercavano di “costruire” l’ “uomo nuovo”, ma stiamo scherzando! I “dittatorini” di oggi hanno in mente le due cose dette sopra: o il conto in banca; oppure il mantener il potere sulle loro proprie comunità etniche. Il che non vuol dire – proprio per nulla – che i piccoli dittatori, i “piccoli tiranni” dei nostri tempi, legali o non, siano “dolci di sale” e non commettano violenze. Di nuovo: per nulla, per nulla; son violenti e pericolosi, ma la scala della loro violenza è minima. E’ l’ “ordine di grandezza”, come si dice in matematica, che fa ridere, pur facendo senza dubbio piangere quanto a  violenze. Insomma, una certa quantità di violenza fa parte della società, a quanto pare, ma la scala della stessa è minima, individuale, al massimo etnica oggi – da qualche decennio, diciamo così -, nell’ “epoca delle grandi violenze” non era così, e forse Hitler lo tipizza meglio di tutti gli altri dittatori novecenteschi. Il che farebbe sorgere una domanda – che ovviamente esula da questo “picciol” post -: che cos’era il “‘moltiplicatore’ di potenza”, e perché si sia bloccato da una certa epoca in poi.
Dicendo tutto ciò, son ben consapevole che quando Colli scriveva che la violenza era “all’inizio delle cose”, lui alludeva al legame casuale originario che si manifesta come necessità (anànke) che forza le cose ad esser quel che devono essere. Ma ciò, nell’ambito sociale, non si manifesta certo come violenza individuale che, affermando il principium individuationis, per Colli – in questo seguiva la Scolastica – è secondario, e dunque tale violenza è in definitiva illusoria. No, per lui era la violenza “grande” che aveva l’ambizione d’intaccare i “legami originari”, e dunque necessitati, delle cose, e, per questo, non era per ciò stesso non illusoria, ma, nel tentar l’impossibile, manifestava una “traccia” del “sentire” che vi è una necessità e ch’essa è una forzatura (una “violenza”, nei termini di Colli, una costruzione di costrizione, si potrebbe dire). Al contrario, nella società dell’apparire, del visibile über alles, questa percezione della costrizione metaphysica si perde: credendosi “libero” - perché afferma la “sua” individualità (che nemmeno è “sua”, tra l’altro) - ecco che l’uomo contemporaneo è il più terribilmente schiavo della necessità che ci sia mai stato sulla Terra. E n’è schiavo proprio perché non può nemmeno percepire la sua schiavitù = questo è “l’acme”, il klimax della schiavitù stessa, che sei schiavo e manco te ne accorgi

Parlando dei “tempi”, appena prima Colli aveva scritto un commento, sempre ispirato a Nietzsche come tutto il libro, sulla “storia”.
“Lo sguardo di scherno con cui oggi si considera il passato merita senza dubbio indulgenza, […] è comunque un segno di reazione, un robusto sussulto contro l’indigestione storica. Il bersaglio è offerto non soltanto dal passato monumentale, dalla folla di condottieri e d’idee retoriche onde la storia è costituita, ma è la speculazione stessa sul passato che è sentita oggi come qualcosa di superato, ammuffito […]. Non si crede più alla storia, perché si pensa sia meglio vivere la propria vita; di conseguenza quello che viene insegnato sul passato lo si considera come falso, una cosciente mistificazione […]. Ciò è degno di applauso, tuttavia con una riserva non trascurabile. Perché tutto questo avesse un senso, bisognerebbe già aver condannato il presente: è di qui che comincia la grande diffidenza. Invece è proprio su tale punto che naufragano tutti gli attacchi contro il passato, perché essi vengono condotti in nome del presente, e non solo del presente come vita, ma del presente come intreccio rappresentativo. Eppure il presente non esiste. E tanto meno l’avvenire”[2].

Altri tre passi, forse interessanti.  
“Criticare, attaccare i grandi – Nietzsche e altri della sua statura – sapendo e dicendo nondimeno che sono grandi, rende più elevata la nostra posizione, più acuto e perentorio il nostro giudizio, e soprattutto dispensa dal guardare ai piccoli e ai vicini nel tempo e nello spazio. Gli uomini grandi son appunto quelli che pretendono di esser trattati severamente. Gli altri invece non devono essere trattati in nessun modo. Il discorso è teoretico, ovviamente”[3].
Eccesso pedagogico. Non ha senso render pubblici, comunicare ad altri mediante la scrittura e la stampa, i nostri giudizi su noi stessi. Possiamo, dobbiamo averli, ma i giudizi su di noi che possono interessare pubblicamente sono i giudizi degli altri su di noi. Questa ovvietà non sfuggì ai Greci, ma in epoca moderna, dove chi ha buon giudizio non crede ai giudizi degli altri, si è voluto insegnare agli altri anche il modo in cui noi stessi dobbiamo esser giudicati, ciò accadde a Nietzsche e a Schopenhauer”[4].
“Il merito maggiore di Nietzsche, rispetto alla sapienza presocratica, sta nell’aver divinato per il primo che quello era il culmine del pensiero greco. Nietzsche vide la statura di quegli uomini, ma non comprese le loro parole; vide che là c’era un santuario, ma non riuscì a penetrarvi. Nonostante tutto, quel pensiero, meglio di Nietzsche, lo riconobbero all’inizio del nostro secolo [Colli scriveva negli Anni Settanta del secolo scorso, nota mia] personaggi decisamente minori, un certo Wolfgang Schultz di Vienna, e magari anche Karl Joël di Basilea”[5]. Potremmo chiamar tutto ciò: il maggior vantaggio dei minori …




Andrea A. Ianniello







[1] G. Colli, Dopo Nietzsche, Adelphi Edizioni, Milano 1979 (la prima ed. 1974), pp. 163-164, corsivi in originale, quelli miei son segnalati fra parentesi quadre.
[2] Ivi, p. 163, corsivi miei.
[3] Ivi, p. 162, corsivo mio. Ancora: “I contemporanei stanno di fronte agli occhi di tutti: al filosofo tocca indicare quello e quelli che non stanno di fronte a tutti” (ibid.).
[4] Ivi, p. 164, corsivo in originale.
[5] Ivi, p. 160. 









17 commenti:

  1. http://www.robertphoenix.com/content/wp-content/uploads/2017/03/rockefeller_01.jpg
    http://www.robertphoenix.com/content/rockefellers-new-world-ordered-chart-barron-trumps-piscean-struggles-322-an-audio-primer-on-the-season-of-aries/
    Molto interessante. Davvero il “nonno che vuol mettere ordine tra i suoi disordinati ragazzi”, un progetto fondamentalmente “paternalistico”, va detto. Molto “pisciano” ma in guanto “acquariano” senza dubbio, interessante quel che si dice al riguardo del Lucis Trust … Naturalmente il seguente **delirio conservatore** è del tutto risibile, che Rockefeller “facesse” il femminismo è da ridere: 1) “in primis”, perché non credo che un piano serio non contempli anche le resistenze ad esso, soprattutto entrando nei campi considerati - **a torto o a ragione** (si badi a questi termini, deh …); 2) “in secundis”, perché le trasformazioni sociali hanno anche delle ragioni interne, **strutturali**, manipolabili e **manipolate** da vari complotti, che FAN PARTE DELLA STORIA, ma come **UNO** dei fattori, **non** come “IL” fattore unico e determinante (e a tal proposito, si rimanda a:
    http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/11/due-passi-da-un-recente-libro-di.html).
    Sta fallendo questo progetto?? Diciamo che è “in crisi”, non pienamente fallimentare. Ha più forza di quanto i suoi sedicenti “avversari” – che spesso **non si accorgono nemmeno** di esserne manipolati per la **semplicissima ragione** che ne condividono alcune basi, per esempio quelle che questo sistema aveva **prima** della fase “globali sta” ma **già** era “il sistema-mondo dell’economia capitalistica” (I. Wallerstein) - di quanto i suoi sedicenti “avversari” credano e suppongano, specialisti come sono nel “vendersi la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”, se per questo tal sistema sarà stato dato per spacciato un numero molto grosso di volte, più di dieci senza dubbio, ma è sempre risorto dalle ceneri come la proverbiale fenice.
    Di seguito un esempio …

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  2. Un esempio: “Why This Market Needs To Crash And likely will”, di Chris Martenson (24 marzo 2017), link
    https://www.peakprosperity.com/blog/108183/why-market-needs-crash
    Correggiamone il titolo.- che IN PARTE CONDIVIDO eh, sia ben CHIARO -: “Why This Market Needs To Crash And likely **Won’t**”, “PERCHÉ QUESTO MERCATO HA BISOGNO DI CROLLARE E PROBABILMENTE NON LO FARÀ” e questo per due ragioni: 1) piaccia o non , le banche centrali han trovato un modo di “allungare il brodo”, senza dubbio **drogando** il mercato – vero questo -, ma questo ha funzionato, le classi medie, soprattutto nei paesi del centro sistemico finanziario, ne han pagato duramente il costo, ma il nucleo - per ora - è salvo; 2) **un’analisi che fondi la crisi sistemica **solo** sulle debolezze interne sistemiche è destinata a fallire, come Marx o chi ha cercato di attualizzarlo, dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio**, occorre una “volontà” di un qualche genere perché ciò accada (ed è quel di cui Lenin, tra l’altro, si accorse **praticamente**, ovviamente “glissando” sul fatto che così inficiava l’analisi marxiana in almeno un punto fondamentale – interessante ricordarsene a cento anni dalla Rivoluzione russa -), non basta “sedersi ed aspettare che il cadavere del nemico passi sul fiume”, secondo il noto adagio cinese, perché NON PASSERÀ, statene pur certi.
    Dunque perché questa necessaria “correzione” – per usare gli eufemismi correnti negli ambienti economici – avvenga (così come accadde per il 2008) ci vuole una “volontà” precisa di un qualche genere, sia essa buona o cattiva. In altre parole: sarà un **MIRACOLO* che avvenga, ****NON** certo** un fatto meccanico, siatene pur certi …

    Dunque che “il tramonto che non tramonta mai” a sua volta tramonti, sarà un miracolo (cf.
    http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/07/del-tramonto-che-non-traminta-mai.html).

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  3. Tutte queste incomprensioni – a iosa, in tonnellate (in inglese: “IN TONS”) – nascono dal non aver i “complottisti” (di cui si ripete il problema **NON È** che ammettano vi siano complotti, questo È VERO!!) ben chiaro in mente che: **NESSUNO FA QUALCOSA CONTRO I SUOI PROPRI INTERESSI**.
    E che: “LA CIVILTÀ È COSPIRAZIONE... LA VITA MODERNA È IL PATTO SEGRETO DELLA GENTE BENESTANTE PER MANTENERE LE APPARENZE” (da “La casa del potere” [“The Power House”], 1916, cap. 3)” (da:
    http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/una-frase-di-j-buchan-i-lord-tweedsmuir.html,
    a sua volta la frase è tratta da:
    https://it.wikiquote.org/wiki/John_Buchan).
    Incredibile citazione di citazione, ma citazione di citazione di citazione, in quanto la fonte della pagina Wikipedia è la traduzione del 2012 (J. BUCHAN, “La casa del potere”, traduzione di C. Mutti, Nuova Editrice Berti, 2012), tre fonti incatenate di cui una rimanda all’altra che rimanda ad una terza … !!
    Ora come mettiamo mano ad un qualcosa di COSÌ STRUTTURATO, ad un “tessuto di rappresentazioni”, per dirla con G. Colli, che è divenuto “tessuto di rappresentazioni di rappresentazioni” e questa catena può proseguire “ad libitum” … DOMANDA RETORICA … E’ un “LABYRITHUS” PRIVO DI USCITE.
    Davvero vien fatto di chiedersi: ma questi illustri “critici” hanno la più vaga, la più “super” ed “iper” **pallidissimissima** idea di dove vivono, di quel sistema che dà loro la possibilità di esprimersi e di **come** davvero esso funzioni, perché me lo son chiesto tante e tante volte, ed ogni volta mi ritrovo costretti sismo a risponder di no, essi non ne hanno la più pallida idea. E mentre parlavano e combattevano “simiae philosophiae”, i David Rockefeller della situazione li ponevano di fronte al “fait accompli”, che piaccia o non. Almeno J. Baudrillard “illo tempore”, nel suo tentativo di critica ed insieme di attualizzazione di Marx, riconobbe che a certe cose “il sistema” aveva messo termine, senza per nulla attendere la sua “critica teorica” di Marx … I “critici” di oggi, che in mente hanno una situazione passata, no hanno la benché minima consapevolezza del funzionamento strutturale, concreto del mondo in cui pure stanno, e questo non va per nulla bene, perché si combattono le ombre.
    Si osserva che la catena di “prodotti” finanziari che si basano su altri prodotti finanziari – ovvero “tessuto di rappresentazioni” – è altrettanto, se non più, complicata ed interlacciata … si osservi che dietro vi è la STESSA MENTALITÀ di fondo …

    Questo dev’esser ben presente nella mente di chi voglia davvero analizzare senza pretese la situazione attuale, e la sua difficoltà **unica**, mai vistasi nel corso della storia … Noi dobbiamo aver sempre e ricorrentemente in mente l’idea **esatta e precisa** delle forze in campo e delle possibilità concrete, non possiamo permetterci il lusso di andar dietro i fantasmi e le proiezioni individuali o i “desiderata” collettivi. Il resto sono chiacchiere, che oggi ricoprono il mondo, è vero, ma non son altro se non “armi di distrazione di massa” …

    Putin o Assad, così tanto apprezzati in un Occidente indecente ormai perso, non sono Hitler o Stalin, non sono “minacce globali”, ma genti interessate al conto in banca o a difendere determinate etnie, nulla di più, e beneficiano di un credito immeritato soltanto perché il “sistema” si è indebolito. E perché si è indebolito, c’è da chiedersi: perché la catena dei riferimenti successivi si è così allungata che INEVITABILMENTE si spezza in qualche punto lasciando spazio a forze dissolventi, ecco tutto; MA QUESTO NON È SUFFICIENTE PER IL SUO CROLLO, ripetiamolo a scanso d’equivoci.
    In ogni caso, queste la situazione e le forze in campo. Per cui si è “À LA RECHERCHE DU MIRACLE PERDU” …

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  4. A scopo solo didattico e di divertimento: “The Shadow (1994) Fight Scene”, https://www.youtube.com/watch?v=FOSyYLL_of8.
    Sempre per lo stesso scopo, ricordo la “League of Shadow” (“La setta delle ombre”) di “Batman Begins” (2005), l’immagine di Ras al-Ghul (“Capo dei ‘Ghul’”, cf.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Ghul),
    http://vignette1.wikia.nocookie.net/batman/images/1/1f/Loshotbrand.jpg/revision/latest/scale-to-width-down/631.

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  5. Interessanti alcune affermazioni del “Capo dei demoni” della “Setta delle ombre”, cf.
    https://it.wikiquote.org/wiki/Ra%27s_al_Ghul.
    Vi si legge, tra l’altro, a proposito di “Batman Begins” (ormai di 12 anni fa …), “Gotham ha fatto il suo tempo. Come Costantinopoli e Roma prima ancora, la città è diventata terreno fertile per sofferenze e ingiustizie. Impossibile salvarla, ora bisogna aiutarla a cadere, è questa la funzione, la missione più importante della Setta delle Ombre, quella che svolgiamo ormai da secoli: Gotham deve essere distrutta”. Davvero? E davvero chi vuol “distruggere” è il capo della “setta”?
    Non è mica così sicuro … anche qui molte vedute dovrebbero essere riviste, probabilmente i “veri” fini sfuggono ad un osservator esterno … così come le “guerre intestine” e le loro “vere” motivazioni, molto probabilmente, sfuggono altrettanto, un po’ come Mulder che viene aiutato da “gente dell’interno” ma per ragioni che, con le motivazioni di Mulder stesso, ben poco hanno a che fare o a che vedere ….





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  6. "Al massimo abbiamo “dittatorucoli” che sostanzialmente commettono in serie violenza individuali, cui manca – e per principio – ogni senso “apocalitticista” di “realizzazione” di una “dottrina definitiva” che “deve” mutar “per sempre” le “sorti” dell’intera umanità e costruire un “mondo nuovo”. Ma proprio per nulla, per nulla!"

    È proprio vero, la volontà a creare l' "uomo nuovo" sussiste al massimo in quelle ideologie transumaniste che spopolano soprattutto tra le file dei nerd affezionati agli "over the top" informatici, i vari Google, Amazon, Apple etc. Questi d'altronde hanno una potenza economica che spesso supera anche quella degli Stati nazionali.

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  7. Infatti son epifenomeni, brutte copie di precedenti copie, figuriamoci … per di più, il cosiddetto “trasumanesimo” postula, di fatto, la **sosttuzione** - da parte delle macchine - dell’uomo … ed anche questo non parrebbe una effettiva novità, quanto piuttosto il riciclo, anche questo, dei “sogni” – effettivamente inquietanti – di Mary Shelley, proiettati nel vetusto mondo degli Ure e dei Bababge e della loro “connection machine”, il precursore meccanico dell’attuale computer …
    Ed anche qui nessuna vera sfida, manca l’energia nel corpo sociale, tutto è stato “succhiato”, le crisi sono uno zoppicare sghembo e difforme che non può esser sostituito se non da delle soluzioni temporanee che non risolvono nulla, delle anti-soluzioni, delle dys-soluzioni insomma e differenza … le coalizione sono accozzaglie senza scopi comuni, nelle quali i vari attori partecipanti ci tanno solo e soltanto per i propri interessi, ed allora che razza di alleanza mai sarà … domanda retorica

    Sembra davvero che qualcosa **nell’uomo** - come **specie** - si sia alterato, bloccato, perso … il discorso sarebbe lunga, ma non si può far a meno di sottolinearlo, guardando le cose come sono effettivamente e senza vivere di proiezioni e di desiderata

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  8. Quanto allo “stato nazionale”, esso è finito dal suo interno …, si è esaurito, questi colossi dai piedi d’argilla dominano, ormai, gli stati nazionali, ma poco male: in luogo di cercare di porsi sur un piano superiore – o, almeno, diverso – cerchiamo di tornare ad esso, e così avremo il suo **simulacro** …


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  9. Questo qualcosa nell'uomo che si è alterato, cos'è? Si tratta del fenomeno della "dissolvenza mentale" che in passato hai indicato come novità del nostro tempo (ben più grave del "decadimento morale" che invece si è sempre verificato)?

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  10. Esattamente quello, proprio quello … Nota come – letteralmente – questi **“non sappiano che pesci prendere”**, come suol dirsi (con “frase fatta”), ed anche l’ultima moda – “facciamo finta di tornare ‘a prima’” – non solo non può portare nulla di buono, ma **la storia non funziona così**, proprio **non** funziona così, ed effettivamente - giusto ricordarlo nel cinquecentenario delle “95 Tesi” di Lutero “mythicamente” affisse quando in realtà furono inviate per una discussione, e ch diedero l’ **involontario** (da parte di Lutero) inizio ad un qualcosa d’incontrollabile, profittando della crisi nella Chiesa, che è periodica e ricorrente sin da quando la Chiesa fu riconosciuta dall’Impero come una istituzione cui conferir diversi privilegi. E, da quel momento in cui Lutero “affisse” le sue tanto famose quanto poco lette “Tesi”, iniziò il “ritorno al passato” cristiano, cosa impossibile, in quanto la ricchezza delle origini non poteva **in alcun modo** essere richiusa nelle “formulette stinte” della Riforma, la quale non poteva se non agire nella direzione di una semplificazione e la troppa semplificazione non fa che complicare le cose … Morale della favola (della “fava”, si direbbe in linguaccia “alchimizzante”) non si tornò indietro ma si scese di un gradino giungendo, di fatto, alla spaccatura della “Respublica cristiana” sin allora, tutto sommato, unita per lo meno su alcuni punti comuni. Allo stesso modo, il **sogno** del ritorno allo stato nazionale **non farà risorgere** quest’ultimo perché le condizioni storiche che presiedettero al successo di quel modello - storicamente determinato - **non esistono più**, che piaccia o non.

    Ma il fatto stesso che simili sciocchezze siano spacciate come “soluzione” (= ulteriore passo verso al **dys**-soluzione) la dice lunga: non è che ci siano altre “idee”, non è che, come in altre epoche, da un lato vi sia un modello e dall’atro un altro – che ci piaccia o non quest’ultimo. Non vi è alcun modello, e in tal senso, se la crisi è nata dalla mala gestione della “fine del comunismo” - che ha portato la potenza dominante a voler imporre il proprio modello “democratista” all’intero mondo, fallendo miseramente com’era facilmente prevedibile -, come “causa scatenante ed ‘occasionale’”, vi è qualcosa di molto più grave, vi è qualcosa che nella storia raramente si è visto (chiaro eufemismo) e cioè quel che ho avuto modo di chiamare “dissolvenza mentale”, qualcosa di ***qualititativamente*** differente da una mera crisi storica.
    Fondamentale l’esser consapevoli di questo punto.

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  11. Insomma è un corpo sociale globale che non può non auto mangiarsi, prima lo faceva in modo controllato, ora tal fenomeno è incontrollabile, avrebbe detto Baudrillard “illo tempore” che si sé passati dall’implosione controllata all’implosione incontrollata (J. BAUDRILLARD, “All’ombra della maggioranze silenziose ovvero la morte del sociale”, Cappelli, Bologna 1978!! [*]). L’ “implosione” di Baudrillard, in linguaggio preso da GUÉNON, dicesi: **dissoluzione**, il **contrario** della soluzione, in altre parole.

    In aggiunta, importante qui ricordarsi quel che “illo tempore” scriveva R. GUÉNON ne “Il Regno della Quantità”, parte finale (e ricordato più d’una volta da Incànus, se non ricordo male, ma potrei sbagliarmi), e cioè che – perché il processo di “dissoluzione” fosse completo, non già un processo di “polverizzazione” (che noi abbiam visto!, ed esperito, perché questo è stato il nostro recente passato dagli Anni Novanta in poi!) – si necessita l’intervento di “qualcosa d’altro” rispetto al “tutto sommato limitato ambito del ‘Regno della Quantità’”, per parafrasare Guénon, **non** come i “guénonisti” che, come gli “evolomani”, ripetevano le frasi di Guénon a pappagallo: a che cosa serve ripetere se non si comprende … domanda retorica, ovviamente …
    E qui vi sarà il prossimo anello nella crisi perenne, che ormai – come diceva giustamente sempre lo stesso Baudrillard “illo tempore” – è divenuta il nostro **residuale** principio di realtà, il “System” ha necessità della crisi sennò sarebbe costretto ad implodere oppure a cambiare le sue finalità, cosa quest’ultima che già Marx – nel suo lato migliore -, “illo tempore”, reputava totalmente impossibile.

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  12. [*] Stesso discorso per J. BAUDRILLARD, “Dimenticare Foucault”, Cappelli, Bologna 1977!!, immediatamente precedente all’altro su citato, dove Baudrillard – nella parte finale (p. 83 e sgg., a p. 89 già parava del “simulacro del potere”) – già criticava Foucault il quale, pur ben delineando la “genealogia del potere moderno”, non riusciva però a vedere – “illo tempore” – quanto quest’ultimo stesse in crisi, fosse “polverulento” e in decadenza. Ricordiamoci che quegli anni furono quelli nei quali si mettevano le basi della globalizzazione, della sudditanza totale del potere politico – supposto ancora una supposta dolorosa e possente ma manco una pillo letta inodore, incolore, insapore – al potere economico, e di tutto ciò il recentemente scomparso David Rockefeller è stato un gran tessitore, un grande costruttore dietro le quinte.
    Ora perché cito le **date** di certi testi. Le riporto “in extenso” e le sottolineo – di solito con “!!” o “**” – per far capire che la crisi in cui ci si dibatte **non è nata ieri**, ma invece ha **radici profonde**, dunque potrà mai risolversi con quattro fesserie semplificanti, com’è costume oggi … domanda retorica … Anzi, l’iper “semplificazionismo militante” dei “nostri” tempi n’è una delle caratteristiche dominanti, ma che ti fa capire che, davvero, “non sanno che pesci pigliare”, e questo fa capir ancor di più quanto grave sia la crisi, ma davvero …

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  13. Tra l’altro, i recentissimi eventi fan capire che la Grosse Coalition è davvero in una fase ancor più debole delle ultime, passate ....




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    1. Si sta - in qualche modo - addensando la situazione in cui “i ‘re dell’Oriente’” passeranno l’Eufrate, in qualunque modo mettano, **tentino** di mettere, e poi **effettivamente** si mettano le cose ....






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  14. Tornando ad un argomento discusso in qualche post precedente, uno o due anni fa, e poi tornato in un recente post, come commento al numero recente di “Limes” dedicato a “Chi comanda nel mondo” - e dunque a Trump e agli Usa -, ovvero sul dollaro, ecco un vecchio articolo posto online, che spiega la famosa direttiva “Trading With the Enemy Act”, di esattamente cento anni fa (1917), usata da Roosevelt nel 1933 - **importante** - per salvare il dollaro, che poi è un punto molto importante, e che Trump potrebbe usare.
    Ecco il link:
    http://www.constitution.org/pub/nam6205a.htm.

    Questo **non significa per niente** - ma proprio per niente!! - che la Costituzione americana sia “già” sospesa dal 1933 (come vorrebbe questo link:
    https://www.youtube.com/watch?v=GHJEuupKbrs) - ma che superficialità ci sta in giro! -, in quanto significa solo che **possa essere sospesa** in determinati casi eccezionali: che una cosa sia possibile farla non implica **proprio per nulla** che **già** sia fatta!

    Che Trump, tuttavia, sia il tipo che non si farà pregare, se del caso - a differenza del molto più cauto Obama -, questo lo dimostra il recente bombardamento in Siria, messaggio meramente politico, certo, ma che dimostra come possa rapidamente cambiare idea e reagire altrettanto rapidamente ad una qualche forma di emergenza, di un qualche tipo.

    Naturalmente tutti quelli che **straparlano** dell’essere già sospesa la Costituzione son come quelli che **già** danno il “System” in stato di “system crash” (che non è ancora “system failure”, per parlar il **gergo** informatico ...) quando, invece, quel che si è visto è stata la sostituzione di un sistema di scambi **relativamente** “liberi” con un altro molto più regolato dalle banche centrali, molto più di prima.
    In altre parole: è **solo** la loro concezione che fa parte del passato ...

    A furia di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, l’orso sta ancora in vita!!, magari molto malato, ma è ancor vivo ... se ne ricordino, lor signori, illustrissimi strologatori ...

    Metter il carro davanti ai buoi, come suol dirsi, non serve a nulla.

    Questo **non esclude affatto** il “system failure”, che però può avvenire per ragioni **diversissime** dalla “delusione” che i seguaci del neoliberismo han provato, a fronte di un sistema che non rispetta più i loro diktat.

    Ed è sempre il problema del dollaro e della sua centralità quello che inchioda il “System” ai suoi limiti: si vedono onde che salgono spesso, ma mai oltre la soglia, o la sogliola - come dico per i-scherzo.

    Comunque questo è il punto.






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  15. Della serie: “metter il carro davanti ai buoi”, tutti a dire che il sistema è fallito, prima che fallisca ... “Beware my friends, beware to be where to be is the best of bees and without any too expensive a fees to be paid ...” ...

    Fra i tanti esempi - e **non** dei peggiori, sia detto ben chiaramente - vi è questo link, intitolato: “Is This The Beginning Of The End For U.S. Empire?”
    (cf. http://peakoil.com/publicpolicy/is-this-the-beginning-of-the-end-for-u-s-empire).
    In altre parole: “E’ l’**inizio** della fine per l’Impero degli Stati Uniti d’America?”, e la risposta non è quel che si sente dire di solito sul “web”, la risposta è: **se e solo se** la centralità del dollaro passa, cade, cede o s’indebolisce in qualsiasi forma ma in modo **strutturale** ed **irreversibile** - **strutturale** ed **irreversibile**, ripeto: strutturale ed **irreversibile**, tutt’e due le cose, fasi d’indebolimento ne abbiam vissuto negli anni Settanta, ma **non** irrversibili, e fra coloro che han ristrutturato quella centralità vi è stato precisamente il recentemente scomparso David Rockefeller -.

    Detto altrimenti: se ciò non accade, “ergo” per quanto in crisi e in degenerescenza interne, gravissime - questo è vero -, ancora non ci siamo pienamente, piaccia o non.

    Ricordiamoci questo punto.
    A che punto, dunque, siamo in un tal **processo**, ecco sempre la domanda ricorrente.
    Si parla qui di processo, e **non** di signolo evento, ed è questa un’altra cosa molto da sottolinearsi: non c’è, e non ci sarà, un “singolo evento madre” - come il noto lievito ... - che cambierà tutto, ma vi è un **processo** in “fasi”, evento già in atto e che ha già inanellato molte fasi e momenti senza dubbio molto importanti, ma che **non è** completo ...



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  16. Con ciò non voglio affatto dire che la situazione non sia matura: è vero il contrario.

    Ma ua soluzione soprassatura non ha un tempo infinito per precipitare, deve intervenire un fattore scatenante, senza il quale, pur matura quanto si voglia, non potrà precipitare in senso chimico.






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