“«[…] Bene, non sono
abbastanza erudito da esser convinto del libero arbitrio. Lascio ai filosofi la
difesa di una simile fantasticheria. Mi sento troppo orientale per ritenermi un
essere autonomo, scisso dal grande divenire cosmico … Quello là», e il dottor
Steen indica la statua di Gengis Khan, «ha avuto la missione di passare sulla
Terra come una tempesta devastatrice; l’ha fatto, ed il suo animo non è stata
sfiorato dal marchio d’infamia di una volontà d’azione individuale … Gli si addice
quanto si trova nella Bhagavad Gītā, nel più grande inno alla libertà
da ogni colpa:
“Quell’azione che quivi ha luogo, ha luogo per legge di natura. Io sono
l’autore di codesta azione, questa è ciancia presuntuosa”. E’ proprio
grazie al sangue orientale che scorre in me che io non faccio nulla, e non
vengo investito dal contraccolpo d’ogni iniziativa; ne sono l’esecutore e nient’altro.
E poiché faccio ciò che sono costretto a fare, so pure ciò che accadrà. Io ho
sconfitto il sangue inglese in me e la sua follia di poter, grazie al libero
arbitrio, fare o non fare qualcosa. Gli inglesi sono stati per secoli i
dominatori del mondo; hanno adempiuto ad una missione, questo è chiaro, ma non
sapevano che era una missione. A dire il vero, lo dicono – per poter giocare a
fare gli innocenti – ma non ci hanno mai creduto, non avrebbero altrimenti
coniato il termine “negro”, la missione va loro proprio a genio. Chi non sa che
gli è stata affidata una missione, non lo sa dall’inizio, prima ancor di fare
il primo passo, e, credendosi autore dell’azione, ne ha tutta la responsabilità».
«Tu credi quindi che il
tramonto dell’Inghilterra sia prossimo?» riesce a dire Ismene. […] «Da quand’è
che riesci a sentirti tedesco? Quella che parla in te e vera e proprio avversione
teutonica! […] Dio maledica l’Inghilterra, già, già», aggiunge beffardamente.
Lui solleva la mano.
«Che m’importa dei
tedeschi? Non li odio, ma neppure li amo. Non odio neanche gli inglesi, come
magari ti sarà sembrato. Odio la razza bianca menzognera, qualsiasi sia la
nazione in cui si riconosca … Ti prego,
non interrompermi; so cosa vuoi dire. Tu pensi che gli orientali non siano migliori
dei bianchi … Certamente non lo sono. Ma l’animo degli orientali è impregnato
di materiale infiammabile, mentre quello degli europei è completamente carbonizzato
e ciò che chiama amore è fregola che non riesce a riconoscere; ciò che chiama
odio è rabbia fremente, istinto di vendetta o avidità di denaro, mascherata. Non
sa che l’odio è qualcosa di metafisico. E come potrebbe mai sapere che l’odio è
qualcosa di sacro, […] che è qualcosa di più di una forza […]. “L’odio è
abominevole”, così dicono quelli che parteggiano per l’ “amore”. Amore! … Come
se l’amore, che costoro hanno sempre in bocca, fosse qualcosa di diverso […]
dall’odio divenuto impotente! Sciocchezze! … Se davvero dovesse esistere
qualcosa come l’ “amore”, si potrebbe manifestare solo se alla fiamma dell’odio
non fosse possibile bruciarlo, trasformarlo in cenere. E quando mai, da che mondo
è mondo, è avvenuto ciò? Dal principio dei tempi, l’Angelo dell’odio […] è alla
ricerca di quel misterioso Elisir che porta il nome di “amore” ma che è
introvabile. Gli uragani, che il suo battito d’ali produce, alimentano le
scintille dell’odio che covano nel cuore umano: la sua vampa ha nome “distruzione”»
…”.
G. Meyrink, La Casa dell’Alchimista. L’Orologiaio, Libri del Graal, Roma 1990, pp. 99-100, corsivi in originale[1].
Come si è detto
altrove, quel che abbiam visto sotto i nostri occhi è stato l’evitare una terza
guerra, sì, ma non mondiale[2]:
del Golfo, ed anche questo è stato detto[3].
Vediamo i passi dell’ Apocalisse di Giovanni, che ognuno può
seguirsi a casa, indipendentemente, leggendoseli: cf. Ap., 16,12,
dove il “sesto angelo” riversa la sua coppa sull’Eufrate che si “secca” per il passaggio
dei cosiddetti “re dell’Oriente”. Si allude ad una crisi, mondiale, che
riguarda quella zona e sembrerebbe che un’invasione sia inevitabile. Ma – nei passi
successivi, cf. ivi, 16,13-14 – si vede che
non accade nulla, nessuna super invasione. Ma, ed ecco il punto, bruscamente – bruscamente – l’azione passa nelle mani
della “bestia” e dei suoi seguaci, che vogliono la fine del sistema della “Grande
Prostituta”, per l’appunto.
Tra l’altro, appena
dopo – cf. ivi, 16,15 – vi è il famoso
annuncio: “Ecco: io vengo come un ladro”, interessante questo punto. Ma non
perdiamo di visto la questione precedente: nessuna guerra, ed infine l’azione
passa alla “bestia” ed ai suoi seguaci. Ciò non va interpretato nel senso che la “bestia”, e sodali, si
manifestino apertamente, ma che loro divengono i “latori” dell’azione, che
sfugge crescentemente dalle mani della “Prostituta”. E infatti, nei vss., già
citati, cf. ivi, 16,13-14, la “bestia”
libera i suoi “spiriti immondi” perché si diffondano sulla Terra (= la “bestia”
non si manifesta ancora apertamente
ma manda questi suoi “spiriti immondi” …), e questi detti “spiriti immondi”
chiamano il mondo a raccolta per la battaglia “finale”, cioè spirituale, non quindi un mero confronto materiale
fra “nazioni”, ma una lotta spirituale …
Si è letto bene: la
guerra non avviene, ed allora
l’azione passa ad altre forze. Detto
senz’alcun isterismo “apocalitticista”, quell’ ottusa isteria dalla
quale tanta gente viene presa. Certe cose devono scendere in manifestazione fisica, cioè nel mondo della realtà
cosiddetta “quotidiana”, dunque, per cui gli isterismi son del tutto fuori
luogo.
La cosa da spiegarsi, allora,
è proprio che la guerra non avviene.
E si spiega, si spiega … Tra l’altro: non ho parlato a vanvera, ma, si
sa, ben pochi sanno leggere …[4]
Ma questo sposta il
punto senza rispondere alla
questione: come si è potuti giungere a tanto. La risposta dovrà esser trovata
dal, si spera, “acuto lettor” … Noi qui si segue il “decorso” della
cosa.
Niente di più, niente
di meno.
Andrea A.
Ianniello
PS. Per non concludere … La storia è una “giungla
di fiere”, non credete agli pseudo
vangeli della facilità, nati dalla “bolla” in cui si è vissuti per tanto tempo
… Diranno, diranno tante cose, ma voi non ascoltateli: “Ci sono altre cose” … La
storia è una “giungla di fiere”, cf.
Cosa conta, dunque,
davvero? “Attingere ai Princìpi” e “Spogliarsi dell’accessorio” …
[1]
Questo è l’ultimo racconto – postumo ed
incompleto – scritto da Meyrink, scomparso,
assai significativamente, nel 1932, un anno prima dell’ascesa di Hitler …
Il nome “distruzione”
si apparenta quindi a quello di “Distruttore”, cioè l’ “Apollyon” dell’ Apocalisse di Giovanni, “Apollyon” che
ha i tratti del volto nefasto di Apollo (al quale, tra l’altro, era sacro anche
l’asino, non solo il lupo …). Su
Apollo, cf.
[2]
Di pseudo “terse” guerre mondiali ce ne sono state così tante che ormai
l’aggettivo di “terza” fa ridere: cf.
[3] Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2015/02/apocalisse-cap-16-leufrate-liraq-e-le.html. Tra l’altro, la centralità
dell’Eufrate, “il fiume dei conquistatori”, è anche stata segnalata in un altro
link: cf.
Tra l’altro,
questo “passaggio storico” è stato segnalato anche in altri post: cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2015/11/e-forse-forse-qualcuno-stavolta-capira.html. Chiaro che quest’ultimo link non
può che far sorridere … ah ah … Che qualcuno capisca, via, che pretese assurde:
meglio rimanere nei propri desiderata. E’ giusto. All’uomo è stata data questa
possibilità di scelta, non ha molto altro in più, ma comunque ce l’ha: non sono
stato certo io a dargliela, ma rispetto la decisione. Quindi è giusto. L’assurdo
sta nel fare una scelta e stupirsi delle conseguenze, il che fa capir bene
quanta cecità ci sia nell’uomo: il “libero arbitrio”, grossa fregatura, ma comunque
ci sta, presenta i suoi vantaggi se e
solo se si accompagni alla discriminazione ed alla consapevolezza. Solo
allora presenta dei reali vantaggi. In caso contrario, è il “pericoloso dono
d’Iddio”, che può perderti, come il petrolio per l’Arabia e il mondo musulmano:
l’ aqua diaboli non si chiama così certo
per caso …
[4] Cf.
E soprattutto, ancor più importante, cf.
Cosa conta, dunque, davvero? “Attingere ai Princìpi” e “Spogliarsi dell’accessorio” …
RispondiEliminaSaturno attualmente è a 22 ° Capricorno , Capricorno domicilio notturno di Saturno , tra 8 mesi circa Saturno entra in Aquario ( domicilio diurno di Saturno), e ne uscirà a fine febbraio 2023; ergo il processo di "spoliazione" sarà completato anche se con molta probabilità vi saranno strascichi.
E per concludere ...2030 data che si evince dalla lettura dei testi di Guenon e/o dei suoi più validi studiosi ... tutto si tiene .
...ed inoltre il passaggio tra i due domicilii si può anche interpretare come passaggio dal nascosto al manifesto; con tutto quello che ne consegue .
RispondiEliminaCosa conta, dunque, davvero? “Attingere ai Princìpi” e “Spogliarsi dell’accessorio” …
RispondiEliminaSaturno attualmente è a 24° Capricorno ( domicilio notturno) ,a fine marzo entrerà in Aquario ( domicilio diurno) e vi permarrà per tre anni, a fine marzo 2023 entrerà in Pesci.
Se questo lungo transito di Saturno nei suoi due domicilii (Capricorno ed Aquario) non spoglia dell'accessorio m, nons o cosa altro possa farlo ...ed ultimo ma non ultimo il passaggio tra i due domicilii si può anche interpretare come passaggio dal nascosto al manifesto .
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDal punto di vista meramente "astrologico" ,credo di aver centrato il tema della spoliazione;gli effetti della pandemia porteranno a questo , e col senno di poi il "passaggio dal nascosto al manifesto" ( leggasi covid19 un nemico nascosto che si manifesta) anche se in tutta sincerità il passagio dal nascosto al manifesto lo intendevo ad un livello più "profondo" .
RispondiEliminaPS
Questo post sostituisceil precedente a causa dei vari errosi ortografici del precedente
Grazie dei commenti, condivido quelli sull’astrologia, passaggio dal nascosto al manifesto? Probabile … ad esso il “Covid-19” senza dubbio contribuisce, direi più alla “praecipitatio” che alla “genesis” (del passaggio” in questione stesso …) ….
EliminaMoltissime visualizzazioni di questo post.
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