E
forse, forse …, qualcuno stavolta capirà?
Davvero?
Vi
è
di
che
dubitarne
…
---
--
-
Davvero?
Vi
è
di
che
dubitarne
…
---
--
-
Tutto
quel ch’è successo ieri ha un nome, un nome molto chiaro, da qualcuno detto a gennaio
scorso, ma che subito ci si è affrettati a dimenticare, in quest’osceno Occidente
scemo, in piena débacle ideologica e
in semi-dissoluzione sociale spinta (*).
Il
Nome è: GUERRA, nome molto
chiaro; guerra sì asimmetrica, “Terza Guerra mondiale a pezzi” (Papa Francesco), e con
delle modalità di azione del tutto differenti rispetto alla Seconda Guerra
Mondiale: ed è per questa ragione che chi, oggi, si attendeva la replica della
Seconda è come chi costruì la Linea Maginot credendo che la Seconda sarebbe
stata la replica della Prima, e dovette risvegliarsi a suon di legnate.
E
tuttavia: GUERRA.
Se
qualcuno, caratterizzato dalla nota sensibilità agli stimoli che caratterizza
l’Occidente, avesse ancora dei dubbi, forse, ma proprio forse, potrebbe anche
darsi che abbia la vaga e flebile percezione che sì, magari c’è “qualcosina”,
ma del tutto secondaria, che non va esattamente benissimo, che va bene al
99,99%, ma manca quel nonnulla lì …
L’Europa
è debole (**), tu l’Unità non la fai “assommando”
le nazioni: o hai un Centro superiore alle nazioni o l’incollare le
varie nazionalità porta inevitabilmente alla lotta tra le nazioni senza che vi
sia un’autorità “di ultima istanza”. In realtà, l’Europa, dalla fine degli
ultimi scampoli dell’ Imperium - con
gli Accordi di Westfalia -, è stata il campo d’espressione delle varie
ambizioni nazionali. Oggi questo non avviene più con la lotta militare ma,
piuttosto, con il confronto economico: e tuttavia continua. L’Unità è irritrovabile nell’Europa odierna, che
non sa nemmeno lontanamente cosa sia un Imperium,
le mancano - propriamente - le minime coordinate di base.
Dove
trovare - OGGI - una difesa, un Limes, a questi phenomena in atto?
D’altra
parte, però, la ricetta delle varie risorgenti destre “nazionalistiche” è una
delle molte manifestazioni di ciò che chiamo “nostalgismo”, che vorrebbe far
tornare a ciò che inevitabilmente non sarebbe altro se non una fallimentare
parodia. “Oh com’era bello il mondo delle nazioni!”. Ma quel mondo non esiste più.
Sveglia!
Cucinare
vecchie ricette aiuterà davvero? Vi è più che da dubitarne. Vi è la semplice certezza dell’insufficienza.
La
realtà è una: di nuovo NON SANNO CHE PESCI PIGLIARE.
Nei
momenti di crisi c’è una necessità cogente, forte: quella di avere idee chiare, principi realistici e basati sulla conoscenza dell’effettiva realtà e delle forze in gioco così come degli scopi, della posta in gioco.
Quali
le intenzioni di chi attacca? E’ una caso che la visita del Presidente iraniano
sia stata rimandata? Non si vuol colpire la rinnovata Grande Coalizione che sta
dando qualche risultato, ora che la Russia e l’Iran sono, pur con tante
riserve, della Coalizione e la Turchia sta per entrarvi con delle modalità ben
più forti rispetto alla sua lunga ed ambigua condizione (***)?
Vi
è da fare una serissima critica delle basi sulle quali si è andati avanti, e a
destra e a sinistra, e che le destre europee piccole piccole - come i “borghesi
piccoli piccoli” - non s’inalberino (difficile non lo facciano …), ché tutta la
ristrutturazione sistemica degli ultimi vent’anni è avvenuta sotto il loro governo: son dunque colpevoli, altrettanto se non di più, delle sinistre. Le sinistre, nella sostanza, si son dissolte come progetto generale, ormai sopravvivono “a pezzi”, ma le destre son
ben vive. Tuttavia su questo tema si rimanda in nota (****), perché ci
porterebbe troppo lontano rispetto ai limitati scopi di tal post.
Ascoltavo
ieri, molto tardi su RaiNews Canale 48, un serio analista che, a proposito
delle cosiddette “primavere arabe” e delle illusioni - volute e stimolate - che
le hanno accompagnate (****, punto 2)),
parlava del fatto che “il genio è ormai uscito dalla bottiglia”. Non si sa
quanto volontariamente, ma l’immagine, in effetti, è giustissima. La domanda-chiave diventa ora, però: Chi è questo “genio”, questo jinn, che è “uscito” dalla proverbiale
bottiglia (*****)?
Per
poi completare il quadro: in tutto ciò - in tutto ciò - occorre inserire il problema
di una “Krisis sistemica” non ancora
davvero risolta e sulle e della quale, su questo blog, si è lungamente trattato
(si rimanda ai post precedenti, a tal proposito, chi volesse approfondire il
tema cospicuo).
NOTE
(*) Cfr. Le guerre attuali seguono la linea delle “sette torri del diavolo” (http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/02/le-guerre-attuali-seguono-la-linea.html).
(**) Cfr. “Apocalisse”, cap. 16, vs. 12 - L’Eufrate, l’Iraq (e le Sette torri) - (http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/02/apocalisse-cap-16-leufrate-liraq-e-le.html).
(***) Pochi già illo tempore - e ben prima
che succedesse - han parlato del fatto che, nonostante le apparenze, la Russia
sarebbe stata coinvolta nella Coalizione per ragioni geopolitiche fortissime
perché sistemiche, che vanno ben al
di là degli interessi geopolitici locali.
(****) Due punti: 1) Che la modernità si basa
sull’assenza di Centro, questo va cambiato - ed è per questo che non puoi
costruire una vera Unità semplicemente sommando le nazioni, l’Unità dev’esser
affermata all’inizio ed a priori - sennò nulla fuor ne verrà.
2) La diffusione
della democrazia come di una merce è una totale assurdità. Se ha delle basi nel
luogo dove si diffonde, solo lì potrà esser deciso e realizzato, non da imposizioni o da
esportazioni-merce. Oggi democrazia e pluralismo possono disgiungersi, e questa
è un’altra delle commistioni fra cose che in altra epoca erano invece ben
distinte o anche separate: si tratta di quel genere di mescolanze che depistano
tutti quelli, il cui numero è gigantesco, rimangono rinchiusi in categorie non
più capaci d’interpretare la realtà che c’è, che si dipana di fronte ai nostri occhi.
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