Una parola di saggezza da un noto stratega e cultore di arti
marziali orientali.
“Prendiamo
in considerazione la tipica scena di combattimento da film. L’eroe mette al
tappeto il cattivo di turno e poi indietreggia, permettendogli di rialzarsi in
piedi. Questo processo viene ripetuto finché il cattivo non riesce più a
combattere. E’ una cosa assolutamente ridicola! Non dovete concedere al nemico
la benché minima possibilità di farvi del male. […] Questo è il ‘kokoro’
[letteralm.: “cuore” in giapponese, per estensione di significato: “atteggiamento
mentale”]. […] Un ottimo esempio di ‘kokoro’ è la Guerra dei Sei Giorni
avvenuta in Medio Oriente; qualunque guerra che duri meno di una settimana è
ovviamente il risultato di un comando illuminato. L’uomo civile detesta affermazioni del genere [corsivi miei]. E’
più incline a dire. ‘Meglio una sconfitta onorevole che una vittoria
disonorevole’. E’ pura follia. Se non avete
in animo di vincere, non dovreste
proprio mettervi a combattere [corsivi e grassetti miei: l’Occidente si
trova nei pasticci per aver contravvenuto a tal fatto ed a tale verità; nota
mia]. Le guerre non vengono vinte dagli uomini migliori, ma dai più cattivi. La
battaglia è solamente un’avventura gloriosa per gli storici che fanno parte della squadra vincente [corsivi miei]. Per
coloro che vi sono direttamente
coinvolti, è un’esperienza cruenta e
dolorosa [grassetti e precedente
corsivi miei]. Tuttavia, a volte non è
possibile evitare la battaglia [corsivi miei]. L’unica soluzione razionale è di affrontarla nel modo più rapido e
risoluto possibile, e portarla a
termine con il minor numero di danni
possibile [corsivi e precedente grassetti miei]. Ma di che rapidità stiamo
parlando? […] Se un combattimento dura più di un minuto tra singoli individui,
o più di una settimana tra due nazioni, significa che è condotto in maniera
sbagliata” (F. Lovret, La via della
Strategia. I segreti dei guerrieri giapponesi, Edizioni Mediterranee, Roma
2009, pp. 84-85, ovviamente corsivi e grassetti miei, come detto a proposito
dei precisi passi riportati qui sopra).
A
questo punto, lascio la meditazione e le seguenti considerazioni a chi legge …
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