domenica 15 novembre 2015

A chi parla con troppa facilità di guerra … Anche se - talvolta - ci si è davvero costretti …




Una parola di saggezza da un noto stratega e cultore di arti marziali orientali.

“Prendiamo in considerazione la tipica scena di combattimento da film. L’eroe mette al tappeto il cattivo di turno e poi indietreggia, permettendogli di rialzarsi in piedi. Questo processo viene ripetuto finché il cattivo non riesce più a combattere. E’ una cosa assolutamente ridicola! Non dovete concedere al nemico la benché minima possibilità di farvi del male. […] Questo è il ‘kokoro’ [letteralm.: “cuore” in giapponese, per estensione di significato: “atteggiamento mentale”]. […] Un ottimo esempio di ‘kokoro’ è la Guerra dei Sei Giorni avvenuta in Medio Oriente; qualunque guerra che duri meno di una settimana è ovviamente il risultato di un comando illuminato. L’uomo civile detesta affermazioni del genere [corsivi miei]. E’ più incline a dire. ‘Meglio una sconfitta onorevole che una vittoria disonorevole’. E’ pura follia. Se non avete in animo di vincere, non dovreste proprio mettervi a combattere [corsivi e grassetti miei: l’Occidente si trova nei pasticci per aver contravvenuto a tal fatto ed a tale verità; nota mia]. Le guerre non vengono vinte dagli uomini migliori, ma dai più cattivi. La battaglia è solamente un’avventura gloriosa per gli storici che fanno parte della squadra vincente [corsivi miei]. Per coloro che vi sono direttamente coinvolti, è un’esperienza cruenta e dolorosa [grassetti e precedente corsivi miei]. Tuttavia, a volte non è possibile evitare la battaglia [corsivi miei]. L’unica soluzione razionale è di affrontarla nel modo più rapido e risoluto possibile, e portarla a termine con il minor numero di danni possibile [corsivi e precedente grassetti miei]. Ma di che rapidità stiamo parlando? […] Se un combattimento dura più di un minuto tra singoli individui, o più di una settimana tra due nazioni, significa che è condotto in maniera sbagliata” (F. Lovret, La via della Strategia. I segreti dei guerrieri giapponesi, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, pp. 84-85, ovviamente corsivi e grassetti miei, come detto a proposito dei precisi passi riportati qui sopra). 


A questo punto, lascio la meditazione e le seguenti considerazioni a chi legge … 


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