martedì 16 aprile 2024

Reminder 16bis

 

 

Reminder 16bis. CHE COS’ È (“tì estì”) il “KATÈCHŌN”, 2

 

 

 

Nelle leggende dell’Anticristo (e precisamente nella “leggenda dell’investitura”[[1]] (cosiddetta), si può leggere:

Una gigantesca mano uscì allora dalla Terra e lo trasse a sé. E il Figlio si trovò in una grande caverna tutta addobbata con velluti rossi.

Al centro era seduto un essere mostruoso, attorno al quale si snodava una processione salmodiante di grandi dignitari della chiesa di Roma.

Accòstati”, comandò il Maligno. E poi, senza proferir parola, posò le sue mani sul capo dell’uomo.

Infine disse: “Io, Sommo Imperatore della Grande Inganno, ti ho generato.

Io, Dominatore Assoluto del regno delle ombre ti comando di concludere sulla Terra la battaglia che da sempre ho ingaggiato con la luce.

L’unica tua arma sarà la sapienza e l’astuzia.

L’unica tua collaboratrice sarà la colomba bianca e gialla: puoi servirtene fino alla fine; poi gettala sul rogo degli ultimi tempi. Io sono con te, da ora a quando le forze della terra e del cielo si scateneranno nel rinnovato caos. Alla porta troverai la mia legge. Va’ e diffondila nel nome della sognata giustizia”’. Questa è la ‘leggenda dell’investitura’, o ‘del riconoscimento paterno’ che era comune alla maggior parte delle sette dell’Anticristo.

Una seconda leggenda, che veniva considerata ‘il proseguimento dell’investitura’, ci presentava l’incontro dell’Anticristo con il primo discepolo”.

R. BASCHERA, L’Anticristo e le profezie sugli anni 90, Armenia Editore, Milano

1 9 8 5 (!!), pp. 111-112.

 

 

 

Si è discusso in questo blog, e più volte – anche con l’ausilio di vari autori – del katèchôn. E, recentemente, cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2024/03/reminder-16-la-fine-del-katechon-no.html

 

Ma veniamo subito in medias res, come suol dirsi.

Che cos’è il “katéchôn”?

Il – o “lo” (“”, neutro) – “katéchôn” è una FORZA del MALE che “impedisce” al male “pieno” di poter manifestarsi – male che sempre c’è, ma “DIETRO LE QUINTE DELLA STORIA”, dove manipola, manovra, domina, ma NASCOSTAMENTE: punto d’importanza DECISIVA –, è una “forza del male”, si diceva, che però “impedisce” al male “pieno”, SI NOTI BENE, di poter manifestarsi APERTAMENTE sul “palcoscenico” – sull’ “APPARENZA” – della storia stessa.

In pratica, è ciò che impedisce al male “cosmico” di potersi pienamente manifestare apertamente (ma esso c’è già eh, c’è già!), apertamente per quanto possibile in ambito umano, chiaro.

Il problema è, dunque, la manifestazione di questo genere di male “quasi assoluto” – “del tutto” assoluto, infatti, NON POTREBBE proprio manifestarsi (dettaglio non irrilevante!) – e NON la sua natura (la “natura” di questo “male”) né la sua presenza nella storia umana: ad ambedue queste domande si è previamente già risposto di SÌ (sia ben chiaro questo): 1) il male già c’è, 2) il male, poi, è “quasi” assoluto. Solo che qualcosa – pur tuttavia sempre di male, ma “minore”! – impedisce, “ostacola”, la PIENA manifestazione di questo tal male “cosmico” – NON sono dunque mere “cattive azioni” (il male “morale”) –,  impedisce, “ostacola” questo male, impedendogli – letteralmente – di poter “venir fuori” apertamente. Questo È.

Di conseguenza, ecco il legame fra Cristianesimo ed Imperium Romanum [del quale Federico II era consapevolmente un esponente: cioè SAPEVA che scopo dell’ “Imperium” È – È – il “fermare il ‘male’” non dall’esistere, cosa impossibile!, ma dal potersi esprimersi pienamente, apertamente: ambedue gli avverbi son decisivi, NB]. E cioè, l’ “IMPERIUM” è quel “male MINORE” che occorre “acquistare” allo scopo di OSTACOLARE la PIENA manifestazione di ciò che già c’è. Che già c’è …! Chiaro “il” punto? “Il” punto è la “piena” manifestazione, non l’ “esserci” di un tal male: c’è SEMPRE STATO! 

Il “katéchôn” è un ostacolo alla PIENA MANIFESTAZIONE, dunque, non certo alla “presenza”, del male (cosmico). Anzi! È esso stesso – il “katéchôn” –  una forza “del male”, MA MINORE.

Di qui l’interpretazione dominante fra i Padri della Chiesa, e cioè che il/lo “katéchôn” fosse o l’ Imperator – maschile –, oppure l’ Imperium Romanum (come istituzione, genere: neutro).

Attenzione al nodo, sul quale non s’insisterà mai a sufficienza, e che costituisce tutto il “nodo” delle – ricorrenti – varie incomprensioni su tal tema: che il “katéchôn” NON È ciò che “ferma” il male come tale, NON È ciò che ostacola il male come tale: il “katéchôn” è ciò che IMPEDISCE alla PIENA manifestazione del male – “l’Anticristo” cioè – di poter APPARIRE sulla scena VISIBILE della storia. Ecco cos’è (il “quid” o l’ “hoc”, per dirla con Shakespeare). Non “gli” consente di “venir fuori”, ma già c’è! C’è “da sempre” … Il problema è “IL” manifestarsi, NON l’esserci.

Non può essere il papa dunque, perché, per quanto indegno possa essere l’individuo che svolge questa funzione, la “funzione” stessa NON può essere “male” né, di conseguenza, può essere “una forza del male che impedisce un PEGGIO” – cosa che, come s’è visto, È “IL”-lo “katéchôn”. Né la Chiesa può esserlo, poiché la Chiesa, per quanto possa essere combattuta sia dall’ “A.” che da suoi problemi interni, da sue strutturali debolezze, devianze, fallacie varie, difetti e via dicendo, sussiste anche nel “tempo dell’Anticristo”, dicono le varie profezie. Non “sparisce”, cioè.

Se ne deve dedurre che non sia essa il “katéchôn”, perché, nel qual caso, l’ “A.” non si potrebbe manifestare, come s’è appena detto, poiché – giova ricordarlo – il “katéchôn” è ciò che ferma la piena manifestazione del male (cosmico). Invece Chiesa ed Anticristo possono coesistere, come s’è già detto. E, se consideriamo che la forza dell’ “A.” era già presente sin dal tempo di Cristo, vi è dunque già stata necessariamente un’epoca in cui c’era la Chiesa cristiana tutta – prima delle sue divisioni all’interno – e la forza “dell’ ‘A.’” coesistevano … Il che conferma che la Chiesa NON È “‘ciò’ – o ‘colui’ – che ‘trattiene’” … Vi è come un’ “oggettività” in tali “forze storiche”, del tutto indipendentemente da ciò che i vari “attori” – “decisori” apparenti o non – dicono, pensano, fanno nel corso della storia stessa. Peraltro, e non è cosa di secondaria importanza, il concetto di “Anticristo” – e cioè di “profeta della menzogna”, “profeta menzognero” – precede quello di Cristo (“Il servo sofferente” del libro di’ Isaia è stato dai cristiani, poi – successivamente – identificato con il Cristo), tant’è che si ritrova nei Frammenti di Qumrân e accenni pure nei “Libri di Henoch” ma, in ogni caso, era familiare al complesso, variegato (e contraddittorio) Giudaismo dei secc. II-I a. C.-I d.C. (tra l’altro, l’epoca della letteratura “apocalittica” cosiddetta). E la Chiesa cristiana, perlomeno nei secc. a.C., NON esisteva: come poteva essa, dunque, “fungere” da “OSTACOLO”? Infatti quest’ultimo si pensava già esistere: AVREBBE dovuto essere il Tempio gerosolimitano, ma NON lo era, perché i sadducei ne avevano “sequestrato” il valore, il senso. La crisi del sacerdozio gerosolimitano era, infatti, alla radice della profonda crisi del Giudaismo di quel tempo, che portò al nucleo – partendo però da concetti e figure già esistenti – di ciò che, dopo, avremmo chiamato “Anticristo”. Ma quei tempi son lontani. Vediamo gli sviluppi (molto) successivi.

Ora cos’è successo: l’ “Imperiumnon c’è più, ormai da tempo.

La Chiesa, in parte legittimamente, in parte gravemente abusando, “prese” una parte delle funzioni “imperiali” (il “Papa re” che non c’è più dalla fine dello Stato della Chiesa e, anche simbolicamente, non c’è più da quando Paolo VI rinunciò al triregno papale, altresì detto: Tiara). Quindi c’è stato un tempo in cui la Chiesa, agendo per supplenza, prendeva la funzione di “ostacolo alla PIENA MANIFESTAZIONE del male” (cosmico, NON morale: COSMICO, non sarà mai sottolineato a sufficienza!). Ma ciò è finito non certo dal Vaticano II, che, al massimo, è stato la “presa d’atto del fatto”, ma dalla fine dello Stato della Chiesa dove, peraltro, la funzione si era, nel corso del XIX secolo, abbondantemente oscurata e persa, pur rimanendo, anche se solo formalmente, ormai, ancora “in atto.

Basta leggersi un po’ i sonetti di G. Belli, per avere un’idea dello stato pessimo in cui versava la Roma papalina nel XIX secolo. Sopravviveva a sé stessa, in pratica.

Ultimi scampoli di detta “funzione”, da parte “imperiale” o “ex” tale –, a dimostrazione che trattasi di FUNZIONE, NON di un fatto partigiano – sono stati gli Imperi austriaco e russo; in parte qualcosina è continuata nella Russia, sia sovietica (la funzione nella Seconda Guerra Mondiale, per esempio) che post, ma ormai era solo come l’orma del passato.

Tra l’altro, le azioni recenti della Russia non han certo avuto l’effetto di “ostacolare” la “presa di possesso” in atto del pianeta Terra da parte di “certe” forze! Anzi! (E ci fermiamo qui, che trattarne ci porterebbero troppo lontano: rimaniamo ai concetti di fondo, di base).

Il simbolo di questa relazione “imperiale” (di “supplenza”) son gli obelischi, cioè quando la Roma papale faceva pienamente riferimento all’Impero romano, perché di questo son segno. Peraltro, l’ultimo obelisco eretto a Roma da parte papale (non parliamo di obelischi meramente “decorativi” né d’ispirazione “massonizzante”, bensì di obelischi scelti per perpetuare la funzione “imperiale” del “Papa re”) – Roma è la città con più obelischi fuori d’Egitto (e NON È un caso!) – è quello a Villa Borghese, d’inizio dell’Ottocento[[2]]: NON È “un caso” neanche la data. Siamo agli sgoccioli, ormai, della funzione “suppletiva” della Chiesa cattolica, **iniziata nei secc. XV e XVI** (Sisto V, come degli altri papi del Rinascimento, ne fu l’esponente; tra l’altro Sisto V era legatissimo agli obelischi: da solo ne ha fatti erigere ben quattro, dopo averli, chiaramente, “cristianizzati”, ma questo fatto non era una sorta di “annullamento” del senso dell’obelisco, quanto, invece, il cosciente “prendere in mano” il “testimone” della “funzione” imperiale: in altre parole, aveva un senso molto chiaro).

Ora veniamo a quel che ne dice Quinzio. “Chi” – cosa! –, dunque, oggi, dopo che la Chiesa non ha più il “Papa re” e non c’è più Imperator  Imperium (“Romanum” perché l’ “Imperium” è – IN OCCIDENTEsempre “Romanum”!, e chi non capisce questo non capirà mai nulla), “CHI” (o “COSA”) è (**stato**) il “katéchôn”? 

Chi “ostacola” dunque, davvero? Meglio dire: “CHI” OSTACOLAVA?

Attenzione però: si tratta di una funzione che, nel corso dei secoli, è stata espressa o “sostenuta” da varie forze storiche, forze peraltro presenti anche *contemporaneamente*; probabilmente, da un certo punto in poi la “funzione” tutta “intera” NON è stato più possibile concentrarla in “uno solo” – che sia un individuo, che sia un’istituzione –, per cui è come una “serie” di ostacoli, che pian piano, ma inesorabilmente, nel corso della storia “saltano”, e passano, e poi, “alla fine”, “spariscono”.

PEZZO DOPO PEZZO.

Ma ne rimane(va) un “pezzo”, appunto: l’ ultimo. L’ostacolo finale, da superarsi per poter avere “le mani libere” per così dire.

Ecco il quadro “di riferimento” generale. Il modello, cioè, interpretativo. 

Questo ultimo “pezzo” della “funzione/ostacolo” deve/doveva “saltar via” (“IN FINE”) anch’esso. Secondo Quinzio, era il culto rabbinico.

E cioè il “sostituto” – per dirla con Guénon – dell’ effettivo “culto” nel Tempio di Gerusalemme. Non perdiamoci per strada, veniamo al nocciolo: seppur con tal processo che si è andato sviluppando per “fasi”, per “periodi”, per “intorni” – non “in un sol momento”, dunque – oggi tali “forze” hanno le “mani libere” sul pianeta Terra … Siamo testimoni – chi l’avrebbe mai detto!, considerato quanti, nella storia, l’avrebbero voluto, e mai l’han visto! – della preparazione “stretta” per quegli avvenimenti che potremmo chiamare, a buon titolo e diritto, “ultimi” … nella TOTALE inconsapevolezza! Ma è **proprio** la TOTALE inconsapevolezza che fa sì che “certe” cose possano “darsi” (per usare il “gergo filosofico” …) e possano darsi concretamente.

 

A questo punto, l’osservazione.

Se c’è il culto rabbinico, rimane – permane, cioè, quest’ultimo, residuale “ostacolo” – l’ impossibilità di “ricostruire il ‘Terzo tempio’”, cioè di riprendere il sacrificio.

Che cos’è, infatti, quel che Cristo abolì per tutta l’umanità, non solo per i cristiani? Abolì il sacrificio nel Tempio di Gerusalemme, sostituito dal sacrificio unico da parte sua (così come dal sacrificio interiore) da quel tempo in poi: questo è ciò che Cristo ha segnato per tutta l’umanità. Cristiani e non. Il “senso” del suo “agire” nella e per la storia umana “come tale”, quel che ha “segnato” nella storia Cristo, è stato proprio questo. Egli ha dunque “abolito” il sacrificio cruento, sussumendo su di sé OGNI sacrificio, che, da quel tempo, è UNO ed UNO SOLO: il suo (di Cristo). Ha, in conseguenza di ciò, abolito il sacrificio cruento di per sé stesso, sostituito dal sacrificio di specie vegetali. Semplificando, in sostanza questo è, piaccia o non.

Ma certe forze vogliono si “riprenda” questa relazione “sacrificale” (distorta, è ovvio!, inevitabilmente distorta dopo il “fatto”, l’ “evento” Cristo, e, difatti, riprender il sacrificio di specie animali = sostenere – ma nei fatti e non a parole – che Cristo non è mai “disceso” NELLA CARNE). Questa “ripresa”, quindi, è proprio ciò che le forze del male – cosmico!, va sottolineato ancor una volta e sempre: NON È solo male “morale”; certo, usa il male morale, ma NON è il male morale, non s’identifica con esso puramente e semplicemente, cioè –, questo è ciò che le forze del male COSMICO “vogliono”, cioè il loro fine o scopo SPIRITUALE. Spirituale! Non ci son “interessi economici” al centro! Li si usa, certo, NESSUN dubbio, ma questi stessi interessi economici son sottoposti ad una forza di “altra” natura: non capir questo è il punto DECISIVO che proprio NON VA in ogni forma di “complottismo” così come in OGNI forma di “opposizione” oggi. Cioè che si rimane sempre su di un livello che i “latori e sostenitori” del “piano malefico” superano e non tengono da conto se non come uno che ha un progetto e cerca finanziamenti ESTERNI: i finanziatori NON sono i membri del progetto stesso. Sbagliatissimo confondere i due gruppi e mescolarli: ma tutto il “complottismo” non fa che questo! Così, tutte le “opposizioni” sempre rimangono al livello delle cose politiche o economiche, perdendo di vista l’insieme, il “quadro” (generale) del tutto.

Tornando a Quinzio, oggi questo culto rabbinico è sempre più incapace di ostacolare – appunto! – una “deriva” le cui origini nascono, però, e vi si possono agevolmente “tracciare”, sin dal XX secolo. Ed anche prima, pur se solo in parte (lontanamente direi: Shabbethai Zevi).

In tal senso, tutti i tasselli combaciano: anche la fissazione di colpire gli ebrei, e via dicendo, nel XX secolo, così come l’edificazione d’Israele in Medio Oriente con la crisi senza fine inevitabilmente connessa con tale costruzione statale lì posta. E, su questo, si mettano l’anima in pace: nessuno, ma proprio nessuno, riuscirà mai a “mettere pace” in M. O., se non “uno solo” …

Tutto ciò NON SIGNIFICA che il Terzo tempio non possa coesistere con “quel che resta” del culto rabbinico, ma si tratterà d’un culto che, pian piano, ha “perso di vista” la sua propria essenza, si è indebolito nella sua sostanza, che poi è proprio ciò che Quinzio sosteneva. Pertanto, non può più opporsi alla deriva. Basta questo.

Parliamo insomma, qui, di “forze storiche”, non di mere “presenze esteriori”. Il Papato, perdendo lo Stato suo, ha cambiato di “funzione”, ma è rimasto tuttavia. Lo Stato Città del Vaticano ha un’altra funzione, non è meramente “identico” allo Stato della Chiesa. Lo stesso può dirsi degli altri “attori” di questa “liturgia storica” ed “apocalittica”, una “liturgia cosmica”, però, à rebours … Essi cambiano di “funzione”, rimangono anche, ma con funzione DIVERSA: tuttavia, era proprio la funzione “IL” punto, precisamente … “IL” punto NELLA “liturgia comica” chiaro, perché poi ogni singolo “attore” storico è ciò che è, la sua natura quella è, ma la sua FUNZIONE – mo’ ce vo’, di nuovo – può cambiare; difatti: è CAMBIATA.

Detto tutto questo, svolte tali considerazioni, dunque NON sfuggiamo al “tempo” ed alla sua, pur se assai negativa, “LEGGE” poiché ormai è un FATTO, un MERO “fatto” che niente più “ostacola” e che sono saltate le varie – *pseudo* – “linee rosse”, inventate solo e soltanto perché c’era “qualcosa” che, seppur molto debolmente, come attutito e sempre più fiacco, però ancora “ostacolava” e che – ORA – questo “qualcosa” cioè, NON vi È più …! Ed è un fatto. Un MERO FATTO.

In questo tempo, dunque, se qualcosa si “ferma” – in questa catena irreversibilmente posta “in moto” – NON È più per la presenza di un “qualcosa” che “ostacolava” – come uno che fa un cammino, ma ritrovi degli ostacoli sul cammino, che a volte lo bloccano ed altre proprio non lo fanno passare, ed ora, spariti gli ostacoli, può “passare” liberamente –, ma è SOLO e SOLTANTO perché ha deciso “lui” di non procedere, per SUOI propri INTERESSI, per sua decisione, che non ha più niente a che spartire con “ostacoli” di un qualsiasi genere o tipo, fatta, forma o misura. Se, invece, decide di premere sull’acceleratore – come nel presente momentoNON vi è nulla sulla Terra di oggi – ed eccola, dunque, la VERA situazione “APOCALITTICA” – che vi si possa realmente opporre. E neanche VUOLE, attenzione! Occorre sottolineare questo punto, ben più grave del “non potersi” opporre, perché questo può anche accadere se “certe” forze han preso in mano le “leve” e i “gangli” decisivi, come poi è successo effettivamente: questo è ancora “capibile”, in parte – solo IN PARTE  giustificabile, ma il non volerlo è, dal punto di vista “superiore”, l’imperdonabile: in pratica, è come l’ AUTO CONDANNA dell’umanità[[3]]. È una forma del “Peccato contro lo Spirito”, quello imperdonabile.

Il “succo” è che NON vi È più il “katèchôn” e questo fa una bella differenza, una GROSSA differenza, in molti campi ed ambiti, seppur DIVERSI tra loro.

Un amico mi diceva che si era stupito di quanto facilmente le cose fossero successe senz’alcuna significativa resistenza: ma, caro amico, il “katèchôn” non c’è più! E questo fa una BELLA (brutta!) differenza; in ogni caso: fa una GROSSA differenza.

In pratica, è come un muro che, pian piano eroso dal di dentro – DA DENTRO! –, mangiato da parassiti, corroso dagli acidi ed indebolito da migliaia d’ “interventi” tutti lesivi, ecco che (il – metaforico! – “muro”) “improvvisamente” (si fa per dire: infatti è un “improvvisamente” del tutto teorico, poiché quel muro DA TEMPO non esisteva più …!), ecco che – “improvvisamente” …! – cede. Cedere si era proprio ciò che volevano: che “cedesse” si era “il” fine. Tutto questo è molto importante da sottolinearsi, oggi, QUI-ed-ORA, hic et nunc

 

Un tempo – nient’affatto lontano – l’uso dell’atomica era considerato, almeno in parte, un’ “enormità”; oggi non più: è un MERO FATTO.

C’è chi ama l’inferno, e in tutti i sensi: questa è forse una brutta constatazione da farsi sugli esseri umani, ma … è così …!

La “nave dei folli”, come quella di H. Bosch, va ormai diretta verso il suo destino … Ed è così, è così che dice “sì” al destino … E, tra un isterismo e l’altro, il mondo – imperterrito – va verso la sua fine,  inconsapevole di tutto e d’ogni cosa. È la classica “vertigine” che si apre di fronte ad un vuoto, e che ha – in sé stessa – un effetto “fascinatorio”, così è l’umanità in questo momento. Ricordate questo momento, NON dimenticatelo, NON ponetelo accanto ad altri, tanti, “momenti”, tutti più o meno uguali, tutto più o meno destinati a sparire o a discender in un “indistinto” grigio. No! Questa è invece proprio l’aria dei grandi disastri.

Chi crede che i grandi disastri – quelli veramente “lesivi” sul piano “interiore” (non solo su quello “esteriore”) – avvengano nel rumore, negli strilli, non ha mai vissuto questi momenti: non sa di cosa stia parlando; sono esperienze che non ha vissuto, tutto viene solo dalla sua testa e lì rimane, e il valore di quel che dice si avvicina sostanzialmente a zero, e al vuoto spinto.

Quando si avvicinano i grandi disastri – “quei” grandi disastri – l’atmosfera si fa semi dissolta, persa, inconsistente, tutto scappa via come sabbia tra le mani, tutto si perde, si rende indistinto. “Laggente” scappa di qua e di là: tutto pur non NON VEDERE quel che sempre si vede più evidentemente. Anzi: tanto più si vede chiaro, e tanto più chiudono gli occhi. E, pian piano, non visto, il tarlo lavora: così si minano gli edifici più – apparentemente – grossi e “potenti”, così passano i tempi, così crollano le istituzioni, così crollano gli uomini. “Certe” cose lavorano “dentro” … Poi, “alla fine”, si scopre che non c’era niente, che la “Fortezza Bastiani” – METAFORICA – era stata lasciata incustodita da tanto tempo. Allora, un pungo di “tartari” la può prendere senza colpo ferire.

Passa quel che già è passato. Si vince su di un esercito già sconfitto.

Funziona così da SEMPRE, sempre così funzionerà dunque.

Chi ha seguito questo blog nel corso del tempo, sa che – pur senza MAI SOTTOVALUTARE!, attenzione – però non sono mai stato sorpreso, né dall’attacco di T. all’Iran così come mi aspettavo la guerra in Ucraina (uno che conosce Zhirinovsky da una vita se l’aspettava), né la crisi dei “subprime” fu per me una sorpresa né il 2011 in Europa e via dicendo. Ora invece “qualcosa” È cambiato; tutto ciò che si è detto qui su era, in realtà, prevedibile … ANCORA!

Ora siamo invece, definitivamente, irreversibilmente, entrati – e senza possibilità di “ritorno” – in Terra Incognita. Siamo cioè arrivati così “ai limiti” del “processo storico”. Nell’inconsapevolezza. Da ora in poi le previsioni diventano sempre più difficili. È come quando uno va in montagna, come una volta ci si andava, colla neve, senza né piste di sci né “alberghi” o altre costruzioni, da solo: neve tutto intorno, una collina dall’altra parte d’un lago ghiacciato, lago ghiacciato che devi attraversare (devi), ed intorno solo qualche grido d’uccello e la natura stessa pare che aspetti, sospesa; ma il ghiaccio, poiché fa sempre più caldo, è molto sottile: ad ogni passo si può cadere nell’acqua gelida, tutto ha una pericolo sostanziale, una sola mossa falsa e si va giù nell’acqua gelata, e tu non puoi esser sicuro di alcun passo che fai! Ogni passo può portare al crollo della sempre più esile, più fine, inconsistente lastra di ghiaccio (metaforico) su cui “si cammina”.

E così è il mondo, oggi …

Andrea A. Ianniello


 

 



[2] L’Obelisco del Pincio, eretto da Pio VII nel 1822. Pio VII fu il papa di Napoleone, oltre che della Restaurazione: il che risulta molto significativo, in quanto Napoleone abolì nel 1804 l’ultimo scampolo del “Sacro Romano Impero”, che, anch’esso, abbondantemente sopravviveva ormai a sé stesso, essendo fuori epoca. Ma, formalmente, per lo meno ne rimaneva un’orma, una traccia.

[3] È venuto il tempo di distruggere coloro che distruggono la terra.” Apocalisse, XI, 18”, nella Postfazione di M. Bontempelli in Apocalisse di Giovanni, SE Studio Editoriale, Milano 1987, p. 95, corsivi in originale, grassetti miei. Il circo è ormai completo,

 

 

 

 

5 commenti:

  1. Anche in caso di crisi nello “style” anni ‘70 “laggente” rimarrà rimbambita: si ha oggi “la macchina del consenso” (cf. “Impolitiche Considerazioni”) e della manipolazione che si basa su forze presenti **nell’uomo**, non esiste dunque la massa impotente e il potere pseudo onnipotente, ma due impotenze. E si va verso “l’implosione generale”, chiaro questo. Fin “dove” – cioè **fino a “che (= qual) punto”** – vogliono portarla, lo si vedrà. Di certo, ci sono due cose: 1) nessuno sulla Terra oggi è in grado di opporsi, salvo chiacchiere (ma “le chiacchiere stanno a zero” suol dirsi: io direi però, nel caso presente, che stanno a **sottozero**); 2) decide chi ha ormai in mano “le leve” del potere sul pianeta Terra, non decidono altri: non hanno più “voce in capitolo”, come suol dirsi. Ciò accade perché non vi è più alcun “katèchon” – la cosa è chiara ed evidente –, si è verificato come uno “smottamento”, come una “frana” di qualsiasi remora, dubbio, pseudo “linea rossa”, non e n’è più alcuna. Si spera qualcuno abbia qualche residuo buon senso di osservare “le cose che sono, come sono” (Federico II di Svevia, il quale, tra l’altro, si sta “rivoltando nella tomba” rispetto alla germania di oggi), senza più vivere nelle “proprie”, **cosiddette** “proprie”, proiezioni di “desiderata” ed dunque tragga le conseguenze della realtà – della deriva, non parlo delle forze che, apparentemente opponendocisi, la rafforzano: se un’onda “anomala” trova un basso litorale, **si alza**!! –, della realtà, cioè che, se non vi sono forze che realmente si si oppongono, e forze “spirituali”, ciò significa che dette “forze spirituali” in pratica è “come se” non ci fossero[1].
    Et torniamo al “peccato contro lo Spirito” – “il” punto decisivo –, e siamo sempre lì, sempre su quel punto … Sia inoltre ben chiara una cosa: che la “frana” – oppure: lo “smottamento” – ***NON*** si è (ancora) trasmessa (trasmesso), diffusa (diffuso) all’ INSIEME della società. Ma lo farà … lo farà …
    [1] Siamo al “riassorbimento cyclico”? Non ancora, “NOT STILL” … Siamo alla totale “recessione spirituale” che consente a “certe” forze – “idriche” – di poter venire fuori **pienamente** (si ripete che il punto non è MAI stato la presenza di tali “forze”, quanto della loro PIENA emersione … quindi è un altro problema, non quello della presenza o assenza di dette stesse “forze” …!) …

    RispondiElimina
  2. Cf.
    https://www.lulu.com/shop/andrea-a-ianniello/la-prima-guerra-mondiale-e-la-falsa-iside-con-unappendice-sul-petrolio/paperback/product-1v4q56vg.html







    RispondiElimina
  3. Da che non c’è più il “katèchon” gli eventi si srotolano piuttosto rapidamente: il “cavallo di rincorsa” è ormai entrato definitivamente nel Palio. La corsa durerà qualche anno, che davvero è pochissimo in termini di “tempo cosmico” … Preme qui capir bene: che il “katèchon” non vi sia più significa che le forze che hanno in mano il gioco non hanno più alcun ostacolo **oggettivo** che le freni; chiaramente, hanno degli ostacolo soggettivi, il loro piano, le loro intenzioni, ed anche i mezzi effettivi – corporei e “sottili” – di cui possono essere in possesso: non sono certo senza fine, sono mezzi ed intenzioni finite. Il che significa pure che si fermano dove si **vogliono** fermare, non c’è più qualcosa di “oggettivo” che le ostacola; questo significa.


    RispondiElimina
  4. La voce (i “rumour” sul web …) sulle “giovenche rosse” si è che siano già presenti nel nord d’Israele, ma che almeno alcune di esse, siano geneticamente modificate … data la difficoltà – **estrema** – di trovare una “giovenca rossa” (“red heifer”) totalmente tale, senza nemmeno un pelo che non sia rosso o rossastro … Della serie: “se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna” … Se le cose non possono essere, “facciamole” quindi essere …! diamo un “aiutino” alle “cose” perché si mettano come “noi vogliamo” si mettano.





    RispondiElimina
  5. Cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/03/reminder-16.pdf








    RispondiElimina