Della serie: eventi di – apparentemente – scarsa importanza, ma con “effetti” – nel corso del tempo – ben maggiori di quanto, al momento, sarebbero potuti sembrar possibili.
Antefatto: G. era reduce da una visita in America, dove aveva riscosso successo ed era riuscito a mettere assieme la somma che gli consentiva di poter pagare i debiti (grossi!) del “Prieuré” che aveva fondato a Fontainebleau. “Il 6 luglio 1924 tutti i progetti subirono un brusco cambiamento e molte speranze s’infransero, quando Gurdjieff, com’egli stesso si espresse, “andò a fracassarsi con un’automobile che andava a novanta allora contro un grosso albero lungo la strada nella foresta di Fontainebleau”. Chiunque altro sarebbe morto in seguito alle ferita da lui riportate. Lo portarono prima all’ospedale di Avon, poi al Prieuré mentre era ancora cosciente. Si raccontano molte a proposito di quanto accadde nei giorni seguenti. I resoconti hanno scarsa consistenza, cosa che non sorprende tenuto conto che tutti erano in uno stato visino all’isterismo per via dello shock e del dolore. […] Così terminò la seconda fase […] della vita di Gurdjieff”, J. G. BENNETT, Gurdjieff. Un nuovo mondo, Ubaldini Editore, Roma 1981, p. 174, grassetto mio.
(Tra l’altro, vi è qui quel passo – cui si è fatto riferimento in un altro, vecchio post (chissà se poi sopravvissuto) – dove si parla del (breve) suo soggiorno di Gurdjieff a Roma: “Quando andò Gurdjieff in Europa per la prima volta? Nel suo racconto su Mme Vivitskaja (cfr. Meetings, pp. 126-127), accenna che fu a Roma in giovanissima età”, ivi, p. 108, corsivo in originale, grassetti miei.)
Poi così prosegue, ritornando sul tema: “Non sappiamo cosa avvenne tra Gurdjieff e Ouspensky che portò alla loro separazione nel gennaio 1924 [si osservi: PRIMA dell’ “incidente” …], quando Gurdjieff stava partendo per l’America [per quel tour che s’è rievocato qui sopra, decisivo per la salvezza del “Prieuré”, come s’è detto], ma è assai probabile che avesse attinenza con il denaro, nei confronti del quale Ouspensky era molto suscettibile [si veda OUSPENSKY, Frammenti, dal qual testo si evince chiaramente: Ouspensky vi dedicò molte parti a discutere del denaro e di perché fosse necessario, attestando così la sua preoccupazione] e Gurdjieff non aveva il minimo scrupolo [verissimo!, e, di nuovo, ciò è attestato dall’Appendice di GURDJEFF, Incontri, tutta dedicata al “problema del denaro”, da cui si evince che mister G. NON AVEVA scrupoli al riguardo]. Comunque stiano le cose, Gurdjieff ci dice che, nell’autunno del 1924, poteva spostarsi già in giro per la casa [DOPO l’ “incidente” …] e, con l’aiuto di qualcuno che lo sorreggesse, andare a Parigi con la macchina. Per Gurdjieff questo fu un periodo di gran tormento […]. in diversi punti parla dello sforzo prodigioso che aveva fatto per guarire il male di sua moglie con una tecnica appresa nell’Asia centrale, che si serviva del potere astrale, ma che richiedeva sedute quotidiane che soltanto lui poteva dirigere. Alcune allusioni che fece più tardi confermano l’opinione che la decisione di chiudere l’attività dell’Istituto non fu dovuta unicamente al suo debole stato di salute. Parlava dell’incidente di macchina come fosse una manifestazione di un potere contrario al suo scopo, un potere con cui non poteva competere. Decise che doveva cambiare tutti i suoi piani. Disse testualmente: “Poiché quando ero nel pieno delle forze e della salute non ero riuscito all’atto pratico a introdurre nella vita della gente le verità che recano giovamento e che io avevo spiegato loro, devo allora, ad ogni costo, riuscire a farlo almeno sul piano teorico prima di morire”. Questo fu scritto nel 1934 [e cioè 90 anni fa, in: GURDJIEFF, La vita è reale], esattamente al termine del suo periodo di scrittore, sicché si presume che sia la sua ponderata opinione personale”, ivi, p. 179, grassetti e corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. La chiave sta in quelle frasi, dette da mister Gurdjieff: “Parlava dell’incidente di macchina come fosse una manifestazione di un potere contrario al suo scopo, un potere con cui non poteva competere”, cit., qui sopra. Si tratta – se si osservano bene le date – sempre di uno stesso “CONUNDRUM” legato agli anni 1923(1924)-1933(1934) – cioè gli anni che qui, da un po’, stiamo RIEVOCANDO, convinti della loro centralità e del loro essersi “ripresentati”, OVVIAMENTE il SALSE molto ma MOLTO DIVERSE (possono esserci solo “pupazzi” e non “personalità”, buone o cattive che siano), però “ripresentati” –, di cui cf. alcuni capitoli e passi di un libro di 11 anni fa, ormai: G. GALLI, Hitler e la cultura occulta, (BUR) RCS Libri, Milano 2013. In esso, Galli trattava dell’attesa, da parte di vari personaggi dei milieu “esoterici” e occulti (soprattutto), riguardo agli anni Trenta e, poi, di seguito, in relazione all’avvento di Hitler e alle sue (dell’ “avvento”, à rebours) conseguenze.
Andrea A. Ianniello
In effetti mi ero sempre chiesto perché Gurdjeff che non aveva in alta stima la lettura e lo studio mentale, avesse poi scritto così tanto, con stili diversi, e inventando qualunque cosa pur di tenere attiva la mente e l'interiorità di chi legge i suoi scritti.
RispondiEliminaDi certo non gli mancava il discernimento, se ha riconosciuto nell'incidente questa manifestazione di forze avverse. Né tantomeno - e qui non posso che ammirarlo e ispirarmi a lui, per quanto già ti dissi altrove - però decise di smettere, anzi continuò la sua opera e a "dare il suo contributo" con altri mezzi, magari meno efficaci e a un livello necessariamente più basso, ma senza scoraggiarsi e perdere lo slancio.
Sicuramente come dici scelse, in forma minore, ma continuò ad operare nella direzione che gli era stata data. Con i limiti della cosa, chiaro. Ma vi è un’altra cosa, importante, da sottolinearsi: quest’episodio rientra nella costruzione di un’atmosfera mentale appropriata per l’ascesa di Hitler. Galli ha i suoi limiti, però analizza bene due cose: l’atmosfera degli anni ‘30 del secolo scorso, alla soglia dell’ “avvento” – “à rebours” – di Hitler e “il caso Hess”.
EliminaE da quel momento, guarda caso, certi fenomeni - già presentim, senza dubbio - però si accrebbero.
EliminaPer tornare al discorso di Galli, legato a Gurdjieff, tieni conto che il 1924 fu il primo cambiamento significatuivo di Hitler, che, da un populista, cominciò a divenir altrio(chuaramente ne aveva le doti), e poi il 1934, quando fece fuori le SA per portare avanti il gruppo SS, cioè una idea “diabolica”, come scrisse qualcuno: il regime nazista comincia quindi a cambiare, rispetto ad un altro regime – parallelo e simile nella sostanza – cioè quello stalinista: siamo nei cosiddetti “totalitarismi degli anni ‘30” altresì detti “regimi militaristi” della metà del sec. XX. Questi cambiamenti son quelli che tanti non riescono neppure ad immaginare, epr cui ci sta la ridicolaggine della “reductio ad Hitlerum” sempre in voga (qualcuno, poi, si prende per Chruchill o De Gaulle: anche qui occorre dir loro: state seguendo allucinazioni, sull’alluce … non valgo) … Tieni conto, anche, della sequenza 1914>1924>1934, interessante. Ultima osservazione: la “ferita” che si aprì nel 1914 non si è ancora, davvero, richiusa.
EliminaUn lungo viaggio sonoro a ritroso... alle radici di Gurdjieff ( e tanto altro )
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Dq4bOmxKVQQ
https://www.youtube.com/watch?v=khqE5v04Fm0
https://www.youtube.com/watch?v=Z3O_sGFrOm4
https://www.youtube.com/watch?v=DM1zCKoR5Ok
https://www.youtube.com/watch?v=yiTBgXxPmB8
Merci
EliminaIl cyclo eclittico - cioè delle eclissi, fino al 2030 - è fiondamentalmene corretto come calcolo.
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