lunedì 24 giugno 2019

R. GUÉNON, “Tantrismo E ‘magia’”















“Si usa, in Occidente, attribuire al Tantrismo un carattere ‘magico’, o per lo meno credere che la magia vi giochi un ruolo preminente; vi è qui un errore d’interpretazione per ciò che concerne il Tantrismo, e […] anche per ciò che concerne la magia, a proposito della quale noi contemporanei abbiamo generalmente solo idee estremamente vaghe e confuse […], non torneremo qui su quest’ultimo punto; ma, prendendo la magia nel suo senso rigorosamente proprio, e supponendo che sia proprio così come la s’intende, ci chiederemo soltanto se c’è qualcosa, nel Tantrismo, che possa offrire il destro a questa famosa interpretazione, dato che è sempre più interessante spiegare un errore che limitarsi a constatarlo.
Innanzitutto, ricorderemo che la magia, per quanto sia in sé d’ordine inferiore, è tuttavia una scienza tradizionale autentica; come tale, essa può legittimamente ottenere un posto tra le applicazioni d’una dottrina ortodossa, a condizione che si tratti d’un post subordinato e secondarissimo come si conviene al suo carattere contingente. D’altra parte, dato che l’effettivo sviluppo delle scienze tradizionali particolari è di fatto determinato dalle condizioni proprie dell’una o dell’altra epoca, è naturale e in certo qual modo normale che le più contingenti tra esse si sviluppino soprattutto nel periodo in cui l’umanità è più lontana dall’intellettualità pura, cioè nel Kali Yuga, e che vi acquistino, pur restando nei limiti loro assegnati dalla loro stessa natura, un’importanza che non avrebbero mai potuto avere in epoche precedenti. Le scienze tradizionali, quali che siano, possono sempre servire da ‘supporto’ per innalzarsi ad una conoscenza d’ordine superiore, ed è ciò, più che quello che sono in se stesse, a conferire loro un valore propriamente dottrinale; ma, come dicevamo, tali ‘supporti’ divengono sempre più contingenti man mano che si compie la ‘discesa’ ciclica, al fine di adattarsi alle possibilità umane di ciascuna epoca. Lo sviluppo delle scienze tradizionali inferiori, insomma, non è che un caso particolare della necessaria ‘materializzazione’ dei ‘supporti’ di cui abbiam parlato; ma, nello stesso tempo, va da sé che i pericoli di deviazione divengono sempre più forti quanto più si va lontano in questo senso, ed è per questo che una scienza come la magia è palesemente tra quelle che danno più facilmente luogo ad ogni sorta di deformazione e di uso illegittimo; la deviazione, in ogni caso, non è del resto imputabile, in definitiva, che alle stesse condizioni di quel periodo di ‘oscurità’ che è il Kali Yuga.
E’ facile comprendere la relazione diretta che hanno queste considerazioni con il Tantrismo, forma dottrinale specialmente adatta al Kali Yuga; e, se si aggiunge che […] il Tantrismo insiste in modo affatto speciale sulla ‘potenza’ come mezzo e base possibile di ‘realizzazione’, non ci si dovrà meravigliare che esso debba per ciò stesso accordare un’importanza piuttosto considerevole, si potrebbe dire il massimo di importanza compatibile con la loro relatività, alle scienze che, in un modo o nell’altro, sono suscettibili di contribuire allo sviluppo di questa ‘potenza’ in un qualche campo. Dato che la magia è evidentemente uno di questi casi, non è minimamente da contestare ch’essa trovi posto in questo campo; ma ciò che bisogna chiaramente dire è che essa non potrebbe in alcun modo costituire l’elemento essenziale del Tantrismo: coltivare la magia per se stessa come pure porsi come scopo lo studio o la produzione di ‘fenomeni’ non importa di qual genere, significa chiudersi nell’illusione invece che tendere a liberarsene; ciò è solo deviazione e, in conseguenza, non si tratta più di Tantrismo, che è invece l’aspetto di una tradizione ortodossa e una ‘via’ destinata a condurre l’essere alla vera ‘realizzazione’”[1].
Questo tema c’interessa qui perché Michele Scoto (studioso al servizio di Federico II di Svevia) era un noto studioso di “magia”, per questo motivo – tra l’altro – da Dante stesso condannato nella sua Commedia. Ma, in ogni caso, quanto riportato qui sopra può esser d’interesse in generale.
Si ricordi – per tornare a M. Scoto – che la magia era considerata fra le “scienze tradizionali sperimentali” nel Medioevo …






Andrea A. Ianniello


















[1] Articolo “Tantrismo e magia” in R. Guénon, Studi sull’Induismo, Fratelli Melita Editori, La Spezia 1989 (trent’anni fa!!), pp. 77-79, corsivi in originale. Tra l’altro, Studi sull’Induismo è stato già citato una volta, in questo post, cf.









2 commenti:

  1. Naturalmente vuoto d’ogni senso quel che **oggi** mal intendono per “magia”, una sorta di procedimento fisso che inevitabilmente dà un certo risultato privo di causalità, cioè la produzione di fenomeni senza causa! Ma è ridicolo! Semplicemente risibile. La “magia” – intesa “tecnicamente” qui e **non** come **base** per un lavoro **iniziatico**, com’è invece intesa in senso “tantrico” (e questo Guénon lo dice chiaramente) – la “magia” **non è** schiacciare un interruttore, **non è** un fenomeno “fisico” che si produce inevitabilmente se si pongono certe cose assieme. Non funziona così. Da questo loro errore – ma proprio **totale** - i moderni derivano tutta una serie d’incomprensioni a catena, quand’anche ammettano la possibilità di “fenomeni”, come accade crescentemente oggi. per cui, quando si dice che “certe” si stanno facendo (e si faranno) più “comuni” non si può interpretare quest’affermazione sullo stesso piano del dire: son sempre più frequenti i fulmini, per esempio; oppure: ci son sempre più telefonini o auto ad idrogeno. Vi è una differenza “qualitativa”, ma capirla significherebbe iniziare ad uscir fuor dalla “bolla mentale” della tecnica moderna divenuta sistema autoreferenziale ed auto riproducentesi “ad libitum”, senza un termine. Il post moderno tende alla sparizione della “natura”, cioè a rifiutare di conferire una sua oggettività alla relazione di causalità indipendente dal sistema tecno scientifico capitalistico, per cui non si dà nulla fuori da questo quadro. “Ergo”, la “natura” non esiste, perché tutto può esser manipolato: la “manipolabilità” totale, il totalitarismo della “nostra” epoca è questo.

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