“All’entrata del
santuario di Mona [un antico santuario celtico] c’era un angelo intagliato
nella pietra. Era una figura mostruosa: aveva la testa di un caprone e al posto
delle mani aveva dei lunghi artigli. Dalla schiena
leggermente curva spuntavano tre grandi ali che, per la fantasia popolare, rappresentavano
gli spiriti del male. Prima dell’evangelizzazione del popolo celtico, l’angelo
caprone rappresentava un po’ la sintesi del Male, della perdizione. Se una
pestilenza contaminava le tribù celtiche, la causa era dell’angelo caprone; se
un fulmine inceneriva la quercia sacra, la causa era dell’angelo caprone; se
una tribù veniva sconfitta in battaglia, la causa era ancora dell’angelo
caprone.
E l’angelo del Male
segnava un po’ il limite, il confine, tra le ombre e la luce. Davanti
all’angelo caprone c’era il mondo, la lotta. Dietro, la pace del santuario, la
giustizia.
L’angelo caprone era
oggetto di un particolare culto. Davanti a questa
statua, ad ogni rinnovarsi di luna, veniva sacrificato un bambino, scelto dai
sacerdoti druidi tra i nati sei lune prima. Il sangue del bambino veniva
raccolto in un apposito recipiente di terracotta e, dopo un lungo rito
simbolico, veniva usato per ‘dipingere’ le ali dell’ angelo caprone. Ogni cinque
anni c’erano poi i ‘grandi sacrifici’. Solo allora l’angelo caprone avrebbe
potuto spegnere la sua sete di sangue. La statua del dio-mostro veniva per
quell’occasione trasportata nel mezzo di un prato e tutt’attorno venivano
innalzate delle croci.
La crocifissione era il sacrificio più comune, specie per i druidi indovini in quanto, dal sangue che rimaneva raggrumato sul legno della croce, si potevano trarre elementi divinatori.
La crocifissione era il sacrificio più comune, specie per i druidi indovini in quanto, dal sangue che rimaneva raggrumato sul legno della croce, si potevano trarre elementi divinatori.
La sacerdotessa
Boadicea, che si credeva avesse il potere di rendersi invisibile, profetizzò
attraverso il sangue ‘grandi cose’. Si dice che profetizzasse anche l’opera
missionaria di S. Colomba[1].
‘Arriverà una colomba e seminerà una nuova semente che darà abbondate frutto,
ma poi i covoni saranno divisi … ’ Bisogna dire che il simbolismo – colomba e
S. Colomba – lascia quanto mai sgomenti. S. Colomba gettò infatti la semente
della dottrina cristiana e questa germogliò, dando buoni frutti. Ma la profezia
non finisce qui. I ‘covoni che saranno divisi’ non è altro che la visione della
chiesa cristiana ai tempi di Enrico VIII, cioè quando il re, per sposare Anna
Bolena, firmò l’Act of Supremacy, con il quale viene fondata la chiesa
anglicana.
Il sacerdote druida
Maithgen profetizzò invece l’evento di Cristo e dell’Anticristo. Quest’ultimo,
scrisse Maithgen: ‘verrà dopo notte di fuoco per seminare una semente marcia; e
la mano del seminatore sarà baciata dalle genti’.
L’Anticristo verrà cioè
a seminare, a diffondere l’antidottrina. E le genti accoglieranno questa
semente e la scambieranno per la ‘buona semente’. L’Anticristo avrà gli stessi
onori del Cristo. ‘La sua mano sarà baciata dalle genti’ e molti saranno coloro
che si getteranno in ginocchio quando ‘passerà a cavallo’. Con l’evento [avvento??] del Cristianesimo, il simbolo dell’angelo caprone finì per
diventare simbolo dell’Anticristo, stimolando
la fantasia popolare che, attorno a questo simulacro, iniziò a tessere
strane leggende. Una di queste dice che l’angelo caprone, in una notte di
tempesta, assumerà le forme di un navigante, salperà il mare per approdare
sulle coste laziali. Giungerà a Roma e qui assumerà le forme di un cavaliere,
al comando di una legione di principi, con gli elmi di ferro e le spade
d’argento … Sarà questo il tempo nel
quale gli uomini viaggeranno sopra le
nubi e le immagini verranno
portate dal vento … ’ Potrebbe quindi trattarsi del nostro tempo.
Gli uomini viaggiano
difatti ad altezza più che elevata, mentre la televisione trasmette le immagini
da un punto all’altro della terra”[2].
Considerata l’epoca in
cui questo libro [1985], dal qual è stato estratto il passo testé citato, fu
scritto, beh, oggi si va ben oltre
la televisione … come ben si sa …
Qui un’interessante intuizione,
diversa dalle solite, vale a dire quelle tipiche, che sottolineano come
l’Anticristo e la sua legge siano “immorali”: “Uomini, sventurate creature
striscianti, il Principe [Nero = l’Anticristo] vi porta la sua legge:
godete fino all’ebbrezza e sarete felici; adorate Cesare e sarete esaltati;
rubate e sarete onorati”[3].
Ma ciò è già il nostro presente,
ormai da tempo. Il che ci riporta,
infatti, a quel che osservava qualcuno, in un Commento, su questo blog: che già il “nostro”
tempo è “anticristico”. Gli ho
risposto: solo implicitamente.
Voglio dire che è Solo in modo implicito, infatti, che il
“nostro” tempo è anticristico. In questo, vi è un punto davvero decisivo, in
quanto, proprio in seguito a questo genere d’osservazioni si è spesso errato,
si è detto il comunismo “anticristico” e magari non si è vista l’ “anticristicità”
di Hitler, che, però, non poteva in alcun
modo – e questo andrebbe sottolineato non so quante volte – essere l’Anticristo “biblico” in quanto
limitato alla sola Germania, e che razza d’Anticristo è mai quello che si
limiti ad una sola nazione, domanda retorica, ovvio …
Ma rimane che Hitler è
stato molto vicino in quanto ha saputo garantirsi un consenso nient’affatto
basato sul solo terrore, ed anche questo punto bisognerebbe ripeterlo non so quante volte … E infatti ci sono
stati sei anni di grandi successi, come ricordava Dolcetta in una intervista
citata in un precedente post[4].
Hitler, infatti, divenne il centro di un’epoca, per quanto poco lontano sia
stato questo fatto, ed oggi sia dimenticato, ricordiamocene, invece. Perché non solo “può succedere”, ma succederà, solo con delle modalità ben
diverse: per favore, non si cada nell’errore della “storia si ripete”,
la storia non si ripete, ma vi son dei paralleli, in certi aspetti, fra degli eventi, tuttavia, che sono, e
rimangono, qualitativamente diversi.
Bene.
Veniamo a questa seconda visione dell’Anticristo, che non si limita ai soliti aspetti di corruzione “morale”, non decisivi, in quanto di corruzione “morale” nella storia ve n’è quanta ne vogliamo, e tuttavia nessun Anticristo è venuto fuori; allo stesso modo, il comunismo non è stato l’Anticristo, ci spiace deludere i tanti anticomunisti che ancora ci sono. E non n’è stato nemmeno il precursore, come invece può dirsi solo e soltanto di Hitler e dell’ “hitlerismo”, e non di ogni forma di fascismo: nemmeno questo possiamo dirlo.
Veniamo a questa seconda visione dell’Anticristo, che non si limita ai soliti aspetti di corruzione “morale”, non decisivi, in quanto di corruzione “morale” nella storia ve n’è quanta ne vogliamo, e tuttavia nessun Anticristo è venuto fuori; allo stesso modo, il comunismo non è stato l’Anticristo, ci spiace deludere i tanti anticomunisti che ancora ci sono. E non n’è stato nemmeno il precursore, come invece può dirsi solo e soltanto di Hitler e dell’ “hitlerismo”, e non di ogni forma di fascismo: nemmeno questo possiamo dirlo.
Tutto ciò significa che
l’Anticristo ha una sua qualità specifica, e riconoscibile, della quale si è
dato qualche “hint”, per dirla
all’inglese; ciò significa che la corrente di “anticristicità”, nascosta nella
storia – e che dovrà venir fuori (ecco il passaggio dall’ implicito all’ esplicito,
da me ricordato in una risposta ad un Commento) – può provenire solo e soltanto da “certi” ambienti e da
“certe” correnti, ancor oggi nascoste (meno di altre epoche o periodi
storici, però ancora nascoste, al e nel momento, esatto e preciso, in cui si scrive).
Su queste cose non si
sarà mai sufficientemente chiari. Troppe volte nella
storia si è gridato “all’Anticristo” senza risultati né basi sufficienti.
Veniamo dunque a questo
passo.
“ ‘Verrà quando la luce del giorno avrà ingaggiato con
le ombre della notte un duello mortale; verrà quando la
pianta perderà le sue foglie … ’ Così, nei pochi frammenti
delle Profezie del Mandorlo Fiorito che sono giunte sino a noi, si annuncia il
tempo nel quale comparirà il ‘Figlio del tramonto’ [uno fra i molti titoli dell’Anticristo], quasi a simboleggiare l’ antagonismo con il ‘Figlio della luce’, cioè con Cristo.
‘Verrà all’imbrunire di
una lunga giornata’. E qui l’arco di tempo può essere inteso come ‘conclusione
di un tempo’ o come anno cosmico, cioè ‘conclusione di tutti i tempi’.I tre simbolismi son
significativi: l’ombra della notte, la mietitura e le foglie che cadono. Non ci
son quindi dubbi circa la stretta connessione tra l’avvento dell’Anticristo e
la fine dell’uomo. […] Secondo certuni, l’ignoto autore delle profezie del
Mandorlo Fiorito si è ispirato al Salmo 45; secondo altri è rimasto
suggestionato dalle descrizioni di S. Giovanni Damasceno, che risalgono circa
al 740 d.C. Il ‘Figlio del tramonto’, il ‘Figlio dell’ultimo raggio di sole’,
sarà ‘il più bello dei figli degli uomini; grazia sarà sparsa sulle sue
labbra’. S. Giovanni Damasceno traccia una descrizione del Cristo più
dettagliata: ‘I suoi occhi erano scintillanti, la sua carnagione olivastra
[tipicamente mediterranea, insomma, niente a che vedere con ricostruzioni
ridicole, secondo le quali Cristo aveva quasi la pelle nera, perché “medio
orientale”: ma i medio orientali non
sono di pelle nera], i capelli spartiti nel mezzo, la barba con due punte
appena accennate. Le sue spalle erano leggermente curve’. Dalla Profezie si può
apprendere che l’Anticristo ‘spargerà luce dagli occhi’.
Cristo aveva
indubbiamente un forte potere di polarizzare l’attenzione delle genti. E lo stesso
carisma lo avrà l’Anticristo. C’è però una differenza
sostanziale: il potere magnetico dello sguardo di Cristo si regge sull’ amore; il potere magnetico dello sguardo
dell’Anticristo si reggerà sull’ odio.
Ma le genti rimarranno ugualmente affascinate e suggestionate.
Lo sguardo irresistibile dell’Anticristo vincerà molti anche perché la sua predicazione ‘avverrà in un momento di grandi smarrimenti’. ‘E’ ritornata la luce’ grideranno le genti, ma ben pochi si renderanno conto che quella non è che luce riflessa [lunare, e, secondo alcuni, nel porre in relazione una religione con uno dei sette pianeti, mancava una religione: quella dell’Anticristo, falsa, ma ricollegabile alla luna; nota mia]. L’Anticristo descritto dalle Profezie del Mandorlo Fiorito era atteso, com’era atteso Cristo. E il suo successo non andrà ricercato solo nelle sue indubbie qualità personali, quanto nel momento storico in cui comparirà. ‘Sarà questo il tempo nel quale gli uomini si troveranno soli, sulla terra infetta’. E non è tutto: ‘Sarà questo il tempo in cui gli uomini dimenticheranno il color del cielo’.
Lo sguardo irresistibile dell’Anticristo vincerà molti anche perché la sua predicazione ‘avverrà in un momento di grandi smarrimenti’. ‘E’ ritornata la luce’ grideranno le genti, ma ben pochi si renderanno conto che quella non è che luce riflessa [lunare, e, secondo alcuni, nel porre in relazione una religione con uno dei sette pianeti, mancava una religione: quella dell’Anticristo, falsa, ma ricollegabile alla luna; nota mia]. L’Anticristo descritto dalle Profezie del Mandorlo Fiorito era atteso, com’era atteso Cristo. E il suo successo non andrà ricercato solo nelle sue indubbie qualità personali, quanto nel momento storico in cui comparirà. ‘Sarà questo il tempo nel quale gli uomini si troveranno soli, sulla terra infetta’. E non è tutto: ‘Sarà questo il tempo in cui gli uomini dimenticheranno il color del cielo’.
Soffermiamoci su questi
due punti. Che cosa si può intendere per ‘terra infetta’ se no la terra
inquinata? Il nostro tempo è caratterizzato dalla purulenta piaga degli inquinamenti [nel frattempo, cresciuto non poco dal lontano 1985, dal tempo in cui l’autore citato scriveva; nota
mia]. La terra dei padri donava agli
uomini un pane fragrante; la nostra
terra finirà col darci cibi inquinati; cibi che ‘infettano’ l’organismo umano
[e così è stato]. E nello stesso
tempo in cu la terra non darà che ‘prodotti infetti’, gli uomini dimenticheranno il colore del cielo [cioè oggi].
L’uomo difatti, quando
è avvinto dalla spirale degli interessi materiali, non ha il tempo né il
desiderio di alzare gli occhi al cielo, dove simbolicamente risiede Dio, dove trova il suo ‘naturale ambiente’
lo spirito. La società consumistica, con le sue spinte ai molteplici bisogni
materiali, distoglie l’uomo dalla vita spirituale.
Sono
i problemi pratici che contano; sono le cose tangibili che hanno valore. La voce dei cieli è
soffocata dal rombo dei motori. […] Oggi, più che in ogni tempo [e, dal 1985,
le cose sono ampiamente peggiorate,
tra strilli ed assolutamente infruttuosi, per non dire controproducenti, inutili
azioni e tentativi; nota mia], c’è difatti negli uomini un senso di smarrimento, di paura, di sfiducia [idem come su]. Si attende qualcuno,
si attende qualcosa [di nuovo, dal 1985, idem come sopra].
Il nostro tempo sta quindi maturando [molto lentamente], anche psicologicamente [nessun dubbio, ecco perché certe parole ritorneranno, ma in modo ben diverso, come ho spiegato in breve in un post precedente], per accogliere la predicazione dell’Anticristo. E’ curioso notare che l’ignoto profeta – pur essendo vissuto probabilmente intorno alla seconda metà del quindicesimo secolo [la fase dello scisma d’Occidente e del cosiddetto conciliarismo, l’Autunno del Medioevo e la crisi della Chiesa: il che spiega molte cose; nota mia] – sia stato l’ unico che abbia avuto una visione ‘nuova’ dell’Anticristo [ infatti sol le età di crisi si comprendono fra di loro: il resto sono chiacchiere]. Non ha infatti contrapposto ‘al più bello dei figli degli uomini’ – come parla di Cristo il Salmo 45 – un personaggio esteticamente ripugnante [che è quasi locus communis nei testi che si riferiscono all’Anticristo], ma un ‘uomo della stessa sembianza’. L’Anticristo incarnerà la figura della bellezza e dell’energia vitale. […] Ma la sostanza non cambierà molto. […] Anzi è più pericoloso, perché ha a disposizione un’arma che saprà certamente sfruttare con astuzia: il suo fascino personale”[5].
Il nostro tempo sta quindi maturando [molto lentamente], anche psicologicamente [nessun dubbio, ecco perché certe parole ritorneranno, ma in modo ben diverso, come ho spiegato in breve in un post precedente], per accogliere la predicazione dell’Anticristo. E’ curioso notare che l’ignoto profeta – pur essendo vissuto probabilmente intorno alla seconda metà del quindicesimo secolo [la fase dello scisma d’Occidente e del cosiddetto conciliarismo, l’Autunno del Medioevo e la crisi della Chiesa: il che spiega molte cose; nota mia] – sia stato l’ unico che abbia avuto una visione ‘nuova’ dell’Anticristo [ infatti sol le età di crisi si comprendono fra di loro: il resto sono chiacchiere]. Non ha infatti contrapposto ‘al più bello dei figli degli uomini’ – come parla di Cristo il Salmo 45 – un personaggio esteticamente ripugnante [che è quasi locus communis nei testi che si riferiscono all’Anticristo], ma un ‘uomo della stessa sembianza’. L’Anticristo incarnerà la figura della bellezza e dell’energia vitale. […] Ma la sostanza non cambierà molto. […] Anzi è più pericoloso, perché ha a disposizione un’arma che saprà certamente sfruttare con astuzia: il suo fascino personale”[5].
Non
direi, tuttavia, che quest’ignoto autore, cioè quello citato da Baschera, sia
“l’unico”, che dire dell’Anticristo della Cappella di S. Brizio, ad Orvieto? Non
ricorda, e volutamente, il Cristo? Qualche intuizione ci sta, per esempio, nel
film “La Nona porta”, che si conclude con una iniziazione, “contrappuntata” da
una vocalizzazione che ben sa rendere che cos’è il “demoniaco”; davvero, R. Polanski
qualcosa ne conosceva, ed anche lo scomparso compositore, W. Kilar, di Leopoli ….
Questo Renaissance Antichrist (J. R. Riess[6])
ha delle caratteristiche tutt’altro che sgradevoli, allo stesso modo del Terzo
Tempio, che ha gradevoli fattezze. Tra l’altro, l’astuzia è proprio la
caratteristica più evidente dell’Anticristo di Luca Signorelli, autore degli
affreschi a S. Brizio, e la cui scena della Resurrezione avrebbe non poco
ispirato il Michelangelo del Giudizio Universale della Cappella Sistina. Davvero, tout se tient, direbbero i francesi …
Il simbolismo,
interessante, della “pianta che perde le sue foglie” richiede qualche
considerazione in più, perché ha chiara origine nel Vangelo: il fico secco. Non
oggi, dove viene interpretato, di solito, in relazione alla fede che occorre
avere in Gesù, ma spesso, in passato, questo fatto, molto particolare, dei
Vangeli sinottici, era di solito interpretato in relazione alla “casa
d’Israele”, che Cristo dissecca, ma solo
perché non dà più alcun “buon frutto”.
Oggi, una tale
interpretazione non viene né può più essere sostenuta, in alcun modo. Ma è chiaro
che, la fonte citata su, era nutrita da un tal genere di interpretazioni, per
cui la “pianta che perde le sue foglie” significa che il Giudaismo attraversa
una fase di grande aridità spirituale. Questo vuol dire.
Andrea A.
Ianniello
[1] Cf. https://it.wikipedia.org/wiki/Columba_di_Iona.
[2]
R. Baschera, L’Anticristo e le profezie sugli anni 90, Armenia Editore, Milano
1985, pp. 55-56, corsivi miei.
[3]
Ivi, p. 49.
[4]
Cf.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2018/01/un-ricordo-ed-un-link.html,
il primo link, cioè quello della prima
intervista di M. Dolcetta, quella del quattro maggio del 2011, ormai sette anni fa.
La seconda parte
dell’intervista è, invece, quella del 2 giugno. Per l’Anticristo, si parla non
di dodici anni, ma di sette anni “in
tutto”, anch’essi, però, divisi in due metà (“circa”): “tre e mezzo” di grandi successi,
e “tre e mezzo” di “guerre”, cioè di contrasti, con il fallimento finale.
[5]
R. Baschera, L’Anticristo e le profezie sugli anni 90, cit., pp. 52-54, corsivi
miei.
[6] Cf.
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51UmBdCkQuL._SX218_BO1,204,203,200_QL40_.jpg,
“Il diavolo
sussurra nell’orecchio dell’Anticristo le parole
che daranno inizio all’ esplosione
del mondo”, particolare dagli affreschi della cappella di San Brizio, cf.