giovedì 1 giugno 2017

Copertine, di nuovo: Brancaccio, Momigliano








G. Brancaccio, Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno, Guida editori, Napoli 1991.
In particolare, molto interessante il cap. 2, intitolato:
“Il Mezzogiorno nella geografia fantastica e nella cartografia ‘teologica’ dell’Alto Medioevo”.





E. Momigliano, Gli Svevi, dall’Oglio editore, Varese 1968. 













4 commenti:

  1. Interessantissimo, cosa si diceva symbolicamente del Mezzogiorno nell'Alto Medioevo?

    RispondiElimina
  2. Nel “Cerchio del mondo”, con Gerusalemme al centro “nel senso di Guénon”, il Mezzogiorno andò incontro ad un processo di più o meno marcata “byzntinizzazione” cui si aggiunse, soprattutto – ma non solo – grazie all’importate opera dell’abate Desiderio di Montecassino (Dauferio di Benevento, al secolo) sia un processo di “longobardizzazione” sia una riscoperta dei testi classici, perenne dimostrazione che l’ “Umanesimo” non è stato affatto unico, vi son stati degl-i Umanesim-i, di natura diversa, ma ricorrenti nella storia dell’Occidente. Questi processi – complessi – diedero àdito a risultati particolari. Per esempio, nel mappamondo collegato all’ “Apocalisse” di Giovanni scritta dal Beato di Liébana, si scopre che … l’Italia non è una penisola .. ed unica penisola è quella dell’Acaia, in Grecia. Le Alpi e i Pirenei eran rappresentati come una sola catena … si divideva la Padania dal resto d’Italia, e quest’ultima era divisa in tre sezioni, separate da tre fiumi: l’Arno, il Tevere, il Sele … le uniche città menzionate in Italia erano: Pavia, Ravenna, Milano, Roma, Spoleto, Benevento, Capua. Altri autori, come Procopio e Cassiodoro, aggiunsero altre città, della Puglia, della Calabria e della stessa Campania. Il “Mezzogiorno” non era orientato sull’asse nord-sud ma, molto significativamente, su quello est-ovest.
    Importante che, però, il concetto di “Mezzogiorno” si emancipasse da quello di “Magna Grecia” per acquistare una sua fisionomia “ideologica”, per così dire: il “Mezzogiorno” nasce nell’Alto Medioevo, parrebbe potersi dedurre. Il “Mezzogiorno” non era, dunque, una “regione naturale”, bensì una regione simbolica, fra est ed ovest, fra Byzantium e Roma, orientata alla centralità di Gerusalemme e tuttavia in realtà staccata da quella dimensione, ma legata alle relazioni est ovest. Come concepite all’epoca, evidentemente; rimaneva, poi, regione di città, più o meno numerose, più o meno grandi, con una costa ancor abitata e un interno selvaggio e spopolato: la perenne dialettica bloccata fra costa e zone interne, così caratteristiche da esser giunta sino a noi, oggi, si manifestava nella sua grande ampiezza.




    RispondiElimina
  3. In un certo senso si può anche "vedere a occhio nudo" che sia stato così. Quando qualcuno mi dice nella solita vulgata che "noi del Sud non abbiamo identità perché abbiamo sempre avuto un sacco di dominazioni" rispondo sempre che fino al 1300 non ci si considerava come a Sud di Roma o dell'Europa, ma l'Ovest di Bisanzio. Mi fa piacere trovare confermata questa percezione.
    Pochi mesi è uscita la nuova edizione di un libro su Cassiodoro (F. Cardini, Casiodoro il Grande. Roma, i barbari e il monachesimo, Jaca Book, Milano, marzo 2017. Probabilmente solo una ristampa), in cui Cardini per buona parte del libro si dilunga in realtà sulla storia del Sud Italia nell'Alto Medioevo. Ho trovato questa parte anche più interessante della vita di Cassiodoro, che dalla Siria alla Calabria, con tappe a Costantinopoli, testimonia perfettamente lo spostamento su quest'asse Est-Ovest.

    RispondiElimina
    Risposte

    1. Esattamente così, sull’Asse Est-Ovest e **non** su quello Nord-Sud, che vede il Mezzogiorno **sempre** - SEMPRE, SOTTOLINEO - perdente, mentre, quando si parla dell’altro asse, ha un suo ruolo proprio. Faccio appena in tempo a far qualche esempio: un posto davvero “magico” (ma si deve poter visitare anche il monastero vecchio e la Crypta di Epiphanio, come la sue maestranze orientali e la Madonna che ha un’aura “style” santo buddhista …): S. Vincenzo al Volturno, una cittadella monastica che rivaleggiava con la stessa Roma del tempo, e si poneva guarda caso – sull’asse est-ovet, fra Roma e Byzantio. Ma non dimentichiamo l’influsso sui giardini, proveniente dalla Syria e stabilitosi in Sicilia, come il papyro egizio tra l’altro, e i cui ultimi sbiadito epigoni, sotto altri manti, si ritrova persino nel giardino della Reggia di Caserta, seppur ormai nelle vesti “razionalistiche”francesi ed italiani, dell’epoca(è la relazione con l’acqua il centro di questo fatto). Citerei anche l’influsso cabalistico, di un Hayyìm Vitàl Calabrese, per esempio. Considererei anche il “Codex Purpureus” di Rossano Calabro (cf.
      https://it.wikipedia.org/wiki/Codex_Rossanensis).
      Che dir, poi, degli influssi vari, dalla corte di Federico II ad altri, meno evidenti? Persino nel e sul cibo … ?

      Nella “geographìa symbòlika” il Süd ha un suo ruolo **se e solo se** l’asse Est-Ovest è in azione … ed oggi non lo è affatto, la dynamica determinante è quella Nord-Sud, “stranamente” il Mezzogiorno è pallida ombra …




      Elimina