sabato 6 aprile 2024

Il “Club D.”, ovvero: di un punto interessante … d’annotarsi …

 

 

 

“Club D.”, ovvero: di un punto interessante … d’annotarsi …







«Non cada in luoghi comuni» risposi spazientito. «Il feuilletton ha prodotto molte pagine effimere, ma Dumas era superiore … In letteratura, il tempo è un naufragio in cui Dio riconosce i suoi; la sfido a citare eroi romanzeschi che sopravvivano con la salute di D’Artagnan e dei suoi compagni, eccetto, forse, lo Sherlock Holmes di Conan Doyle …»”.

A. PÉREZ-REVERTE, Il Club Dumas, Editoriale Diario, Milano 2006 (edizione originale italiana: Marco tropea Editore 1997; edizione originale spagnola: 1993), p. 18.



Corso scoprì gli incisivi in una smorfia incredula. «Come sempre. Su tutti i libri meravigliosi c’è la stessa leggenda: da Thoth a Nicola Flamel … Una volta un cliente appassionato di chimica ermetica m’incaricò di ritrovare la bibliografia citata da Fulcanelli e dai suoi adepti. Non ci fu modo di convincerlo che metà di quei titoli non erano mai stati scritti»”.

Ivi, p. 65, corsivi in originale.[1]



«Penso che tutto questo va benissimo. […] Si può far dire qualsiasi cosa ad un testo, soprattutto se è antico e se è stato scritto in modo ambiguo.»

«O con certe precauzioni. Anche se Giordano Bruno dimenticò la regola d’oro della sopravvivenza: “Scire, tacere”. Sapere e tacere. A quanto pare seppe il dovuto, ma parlò troppo»”.i

Ivi, p. 66, corsivi in originale.



Il caso? Permettetemi di ridere, perbacco.

È una spiegazione che soddisfa solo gli idioti.

M. ZÉVACO, Les Pardellan”.

Ivi, p. 120, corsivi in originale.



Si dà il caso che il diavolo sia molto astuto.

Si dà il caso che non sempre sia brutto come dicono.

J. CAZOTTE, Il diavolo innamorato[2]”.

Ivi, p. 141, corsivi in originale.



«Amico mio» disse grave Athos. «Ricordatevi che i morti son gli unici che non vi tocca rincontrare sulla terra.»ii

A. DUMAS, I tre moschettieri”.

Ivi, p. 199, corsivi in originale.



In questo momento lei trema per la situazione e per la prospettiva della caccia. Dove sarebbe questo tremore se io fossi necessario quanto un orario delle ferrovie?

A. CONAN DOYLE, La valle della paura”.iii

Ivi, p. 295, corsivi in originale.



«[…] La linea che rappresenta il sotterraneo sulle carte termina da un lato in un piccolo cerchio accompagnato da queste due maiuscole: “T.G.”, ciò che significa senza dubbio […] Tour Guillaume»”.

M. LEBLANC, Arsène Lupin, ladro gentiluomo, Newton Compton editori, Roma 2022, prima edizione: 2013, p. 149.[3]







Dati i rapporti esistenti tra Il Sogno di Polifilo, la Rosa+Croce, Rennes-le-Château e la Società Angelica [di cui son stati membri sia Verne – che pure apparteneva alla Massoneria, ma ciò è cosa minore: non è di lì che viene il lato “strano” che presentano le sue opere – e lo stesso Nerval], sarebbe strano non si trovassero tracce di quest’ultima [la Società Angelica, detta pure “La Nebbia”] presso gli autori pubblicati da Netzel. Nerval, innanzi tutto, consacrò buona parte della sua opera all’espressione in forma codificata dei segreti di questa società […]; egli aveva progettato di comporre con Hyppolite Lucas un’opera musicale intitolata Francesco Colonna sulla musica del … Flauto magico di Mozart. […] Abbiamo una strana lettera che Gérard de Nerval indirizzò a Hetzel […]. Curiosa lettera, che potrebbe ben riferirsi alle attività della Società Angelica, soprattutto se esaminiamo la punta della lettera A della parola “Addio”, adorna di uno zig-zag cabalistico assai strano. Lasciamo Nerval per George Sand, che seminò “Angeli” un po’ ovunque. […] Lasciamo ora George Sand per Dumas. Questi, che incontrò spesso Eliphas Lévi e fu amico di Papus, ebbe un ruolo importante nella vita di Gérard de Nerval, proprio come in quella di Jules Verne. Quest’ultimo lo conobbe per il tramite del Cavalier D’Arpentigny, chiromante assai noto all’epoca, incontrato nel salotto di Madame Barrère. […] Per riprendere i termini della signora Allotte de la Füye, divenne ben presto uno dei suoi intimi. […] Fu Dumas a dare un’occasione a Jules Verne […]. E fu lui a presentarlo a Hetzel. Penso che il lettore non si sorprenderà nel sapere che Alexandre Dumas scrisse nel 1839 un romanzo di cui non si parla mai, intitolato Le Capitaine Pamphile. Pan, in quanto globalità, è l’equivalente di poli. Dunque, Pamphile-Panfilo è l’equivalente di Polifilo. Curioso romanzo, in verità, nel quale le tribolazioni degli animali favorioti di un gruppo di pittori parigini amici di Dumas si mescolano con le esotiche sofferenze del capitano Panfilo, avventuriero marsigliese. Non ci sorprenderemo pertanto di trovarvi due scimmie, di nome Jacques 1 e Jacques 2 (che ci riportano agli Stuart [e a tutta la questione della massoneria “scozzese” e dei “veri eredi” al trono d’Inghilterra, oscura storia]) e di scoprire che il luogo tenente del capitano Panfilo è un certo Policar (Policar = Polia + CR = Polia, Rosa+Croce). Un’opera assai interessante per chi sappia leggerla”, M. LAMY, Jules Verne e l’esoterismo, Edizioni Mediterranee, Roma 2005 (edizione originale francese 1984, 1994), pp. 180-181, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.

Insomma le vicissitudini della Rosa Croce nel XIX secolo, alla radice dei “rosa” contemporanei … .

In nota, tra l’altro, si legge, a proposito del romanzo di Dumas qui su ricordato: “In cui si ritrovano confusi e mescolati insieme una pastorella [ricordo “arcadico”?] che porta delle rose [nb], la bandiera d’una nave ornata di un Drago verde [idem], un pappagallo che (come il capitan Panfilo) non parla altro che la lingua d’oc dei trovatori, allusioni a Virgilio e all’Arcadia, l’attraversamento d’una foresta incontestabilmente ispirata al Sogno di Polifilo [nb], ecc.”, ivi, p. 181, nota n.30, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.



Andrea A. Ianniello





[1] Tra l’altro, in questo testo di Pérez-Reverte (cf. ivi, p. 375-376) vi si riporta il “quadrato magico” relativo a Saturno, la cui somma – dei numeri – dà sempre 15, che sia in orizzontale, in verticale o in diagonale. Ma – vi si osserva (nelle pagine cui si è appena fatto riferimento) – che: 1+5=6. Tre sono le colonne del quadrato “magico”, di conseguenza tre volte 6 = 6● 6● 6● … cioè: 666.

Il numero 666 è il numero “triangolare” su base 36, cioè: (n(n+1))/2 – vale a dire: (36x37)/2 = 666, appunto … E 36 è un numero quadrato, somma di due successivi triangolari [cioè: n² = (n(n-1))/2 + (n(n+1))/2].



[2] Cf. J. CAZOTTE, Il diavolo innamorato, Libreria Gruppo Anima, Milano 2021, stampato in provincia di Cosenza (poi contiene, in Appendice, lo scritto di La Harpe, “La profezia di Cazotte”, cf. ivi, pp. 191-201, dove Cazotte “vedeva” già – prima dello scatenarsi effettivo della Rivoluzione francese – la sorte avversa di alcuni personaggi davanti a lui, e glielo disse apertamente …).

Tra l’altro, il protagonista è un militare spagnolo di stanza a Napoli, e la scena fondamentale – quella dell’ “evocazione” – si svolge cammionando “verso le rovine di Portici”, ivi, p. 53.



[3] La “Tour Magdala” di Rennes-le-Château potrebbe darsi sia “in risonanza” con altre torri, altrove poste? Potrebbe anche darsi … nel qual caso, essa non sarebbe lì posta “per caso” né per accidens.





iNon sempre Schuon ha ragione, ma, su questo, dice una cosa interessante (peraltro verissima):

La maggioranza degli stessi credenti è troppo indifferente per sentir concretamente che Dio non è solo «sopra» di noi, «nel Cielo», ma pure «dinanzi» a noi, alla fine del modo o semplicemente alla fine della nostra vita; che siamo trascinati attraverso la vita da una forza ineluttabile e che, al termine del percorso, Dio ci attende; che il mondo un giorno sarà sommerso dall’intrusione del meraviglioso puro, inimmaginabile perché eccedente ogni esperienza e ogni misura umana. L’empirismo umano non può dunque esserne testimone, come un’efemera non può decidere sull’alternanza delle stagioni; per una creatura che sia nata a mezzanotte e la cui vita non duri che un giorno, il sorgere del sole non può rientrare in alcun modo nella serie delle causazioni abituali; la comparsa del disco solare, che nessun fenomeno analogo lasciava prevedere, sembrerebbe un prodigio inaudito ed apocalittico.

E appunto così Dio verrà. Non ci sarà più che questa sola venuta, questa sola presenza, e il mondo delle esperienza ne esploderà”.

F. SCHUON, Sguardi sui mondi antichi, Edizioni Mediterranee, Roma 1996, p. 49, corsivi e grassetti miei.

iiAh quant’è vero! …!

iii“Un’atmosfera favorevole […] Ci dev’essere in noi qualcosa che agisce immediatamente sull’atmosfera, che allora diventa eco, immagine riflessa. Questa constatazione vale per le cose buone come per le cattive, per i momenti in cui l’onda della vita si alza come per quelli in cui si abbassa”, E. JŪNGER, Avvicinamenti. Droghe ed ebbrezza, Multhipla Edizioni, Milano 1982, p. 243. “In ognuno dei pericoli in cui ci s’imbatte casualmente si cela il grande, l’unico pericolo. In questo senso, il serpente è un segno di confine - non certo l’unico”, ivi, p. 291. Le fauci del serpente – “verde” – sono aperte, come s’è detto … “Dobbiamo pagare un tributo al tempo. Del resto, tra noi ci sono ancora persone che soffrono in modo immediato […] per l’assassinio di Corradino”, ivi, p. 209. E non sono stati affatto perdonati, difatti! Per carità, la storia possiede una sua logica e sono un amante della Napoli angioina, col suo gotico, tra i più puri d’Italia. Ma Corradino non andava ucciso nella Piazza Mercato di Napoli, davanti al mare (la costa è stata fatta retrocedere da quel tempo, non lontano vi è San Giovanni “a Mare” dove si trova “’a capa ‘e Napule”). Lui non c’entrava, è la classica “vittima designata”, l’ “ostia” come Ostia si chiama il luogo dove Paolini fu assassinato, un’altra “vittima designata” … Basta “vittime designate” per favore … Il “tributo al tempo” è stato pagato: e sin troppo! E per troppo tempo …!


 

4 commenti:

  1. “cammionando” qui sopra - nota [2] - va cambiato in: camminando.
    Un classico errore di battitura.

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    1. Anche “favorioti” (qui su) va cambiato in: favoriti. Altro errore di battitura.





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  2. Infatti: TUTTO È IN PIENA LUCE, sotto gli occhi di chiunque, solo che il problema sta NEGLI OCCHI … non nella scena vista … L’ “enigma” è **in piena luce** …



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  3. Sul tema della “zampa d’oca” – **se sarà possibile** – vi si ritornerà su.



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