“ ‘L’organizzazione gerarchica e l’iniziazione mediante riti simbolici, cioè che non richiedono di far lavorare il cervello ma solo l’immaginazione, tramite la magia e la simbologia del culto: questo è l’elemento pericoloso,
e l’elemento di cui ho assunto il controllo.
ADOLF HITLER”.
P. LEVENDA, Satana e la svastica. Nazismo, società segrete e occultismo, Oscar Mondadori, Milano 2005, p. 153, Prefazione di N. Mailer, corsivi miei. Prima edizione del testo in inglese: 1995, seconda edizione – da cui è presa quella italiana – il 2002, data pure della Prefazione di Mailer. Nella Premessa dl 2002 dell’autore (Levenda) si parla dell’11 Settembre, oggi così dimenticato … ironia della storia … È quello di cui trattò Palermo nel suo libro, sempre del 2002 (C. PALERMO, Il quarto livello, 11 settembre 2011 ultimo atto?, Editori Riuniti, Roma 2002), cioè il passaggio di quel che potremmo chiamare la “strategia systemica” dalla “guerra fredda” alla “guerra al terrorismo” cosiddetta. E RITORNO … “Guerra fredda” > “guerra al terrorismo” > “guerra fredda” di nuovo, in forma un po’ più calda (“tiepida”) e sotto i vessilli dell’ “anti russianesimo” che, avendo lontane origini religiose, presenta delle “venature” da guerra religiosa del XVII secolo, cioè assenza di “mediazione”, sotto il manto della “dottrina Monroe” del 1823, lotta fra “democrazia” e “autocrazie”, cioè “guerra civile” mondiale; la “modernità”, così, “riscopre” le sue – ormai dimenticate – “radici” secentesche …
La frase di Hitler qui sopra è tratta dai famosi (“famigerati”) Colloqui con Hitler (“Gesprache mit Hitler”, a volte tradotto anche con “Hitler mi ha detto” e cose simili), di Rauschning (pubblicati per la prima volta nel lontano+ 1939).[1]
“Son convinto che sarà il più folle di tutti i sabbath delle streghe. Gli americani possiedono tutte le caratteristiche che fin qui hanno fatto di noi i grandi disturbatori del mondo. Però hanno un paese con risorse quasi inesauribili … Laggiù il radicalismo può estendersi letteralmente all’infinito. Finora l’America è rimasta una nazione del vecchio mondo, solo un po’ rimodernata.
Il vero mondo deve ancora nascere. E, credimi, nascerà.
GAULEITER KOCH”.
Ivi, p. 237.
In realtà, il libro di Levenda – dopo una (lunga) parte introduttiva – tratta soprattutto dei nazisti in Sud America, e negli anni Settanta del secolo scorso, quando visitò il Cile di Pinochet. L’autore citava la frase di qui sopra (quella del Gauleiter Koch), prima di parlare della “Walpurgisnacht, 1945”, ivi, p. 237, frase che alludeva al fatto che le Americhe sarebbero potute divenire la prossima sede del “culto” nazista. Che, poi, è quel che oggi paventano alcuni nell’America del Nord, e così giustificano la realizzazione di quanto temono sotto la forma di una politica estremamente aggressiva, ancorché formatasi da un arrocco, e, in realtà, nata da fughe varie, cioè da un ritirarsi, un ritirarsi però aggressivo.
Poi così Levenda commentava la frase di qui sopra, quella del Gauleiter Koch, intendo: “Hitler prese il potere in Germania in un giorno sacro per il calendario pagano, e si sarebbe dato la morte in un altro giorno sacro. Poiché le ricorrenze solenni del calendario pagano sono solo otto – chiamate «sabbath» nel linguaggio moderno [dunque parliamo di neo-paganesimo!] – è difficile considerarle coincidenze. Per gli appassionati delle «sincronicità» – come forse le avrebbe definite lo psicologo svizzero (e occasionale ammiratore del nazismo [si noti]) Carl Jung – aggiungo un nuovo elenco alle coincidenze di data già evidenziate.
- 30 aprile 1919: sette thulisti [appartenenti, cioè, alla “Thule Gesellschaft”] vengono assassinati dall’esercito rosso a Monaco.
- 30 aprile 1945: Adolf Hitler si suicida a Berlino mentre l’Armata Rossa entra in città. [Hitler si è suicidato sul serio, a sopravvivere sono stati – o è stato – i sosia, o, almeno, uno di essi]
- 30 aprile 1975: Saigon capitola dinanzi ai comunisti nord vietnamiti.
Dunque la data del 30 aprile evoca un oscuro scenario, perché coincide non solo con il sabbath delle streghe del folklore germanico [la “Notte di Valpurga”, per l’appunto], ma anche con l’esecuzione dei sette thulisti – gli archetipi del nazismo – da parte dei Rossi [il vecchio nome, a quel tempo giustificato, non più oggi, dove campeggia nei titoli della “destra italiana”, e la “sinistra” risponde con accuse di “fascismo” altrettanto fuori epoca: il simulacro del Novecento continua a gironzolare in “Itaglia”, ma è uno spettro, però uno spettro farsesco: siamo ancora – pienamente – nel “Carnevale perpetuo”, per dirla con Guénon]. Fu la scintilla che innescò la rivolta popolare [si noti] contro la Repubblica bavarese dei soviet, decretò l’allontanamento del barone Sebottendorf dalla Thule e, di conseguenza, privò il culto [il “culto ‘ariosofico’” cosiddetto, al quale il nazismo s’ispira, seppur sottacendolo] del suo leader più potente e carismatico [al tempo: il suo posto sarebbe tuttavia stato preso da Dietrich Eckart (1868-1923, ricorre quest’anno il centenario), e, poi, dallo stesso A. Hitler, ma in forma ben diversa, insomma: si “liberò il posto”, ecco il punto]”, ivi, pp. 237-238, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Aggiungeva: “Ma che dire del sabbath delle streghe di cui parla il Gauleiter Koch nella citazione che apre il capitolo? L’America – del Nord e del Sud [si noti] – è matura per la grande conflagrazione?”, ivi, p. 238, mie osservazioni fra parentesi quadre. Segni convergenti lascerebbero presentir che, davvero, “l’America” è “matura” … E qui sovviene “America is Waiting”, del Talking Heads … In ogni caso, come che sia, da questo punto in poi, Levenda si ricollegava con la parte iniziale del suo libro, per cui avrebbe seguito le tracce dei “nazisti in Sud America”, che poi è ciò che vi è di più noto nel suo testo.
Molto interessanti altre parti, come laddove – in parte solo – esaminava delle fonti dirette dell’ “Ahnenerbe” conservate ai National Archives di Washington, e, in nota, ne dà proprio gli estremi archivistici, per chi volesse – cosa non agevole, però – consultarli: merito del libro è anche questo “prendere visione diretta” delle “fonti”.
Di R. von (der Rose) Sebottendorf (in realtà, Rudolf Glauer, al secolo), Levenda ci fornisce le notizie più note, sottolineando che si “suicidò” lo stesso dì nel quale si suicidò Himmler: “A migliaia di chilometri di distanza, Rudolf von Sebottendorf – l’uomo che dalle sale dell’hotel Vier Jahreszeiten [“Le Quattro Stagioni”] aveva avviato l’intero processo con il suo circolo letterario-culturale della Thule-Gesellschaft, di fatto una società occulta – si tolse la vita. Si gettò nel Bosforo, incapace di sopportare la fine del Terzo Reich che lui aveva creato in quei tumultuosi giorni di Monaco, quando la svastica simboleggiava tutto ciò che era buono e giusto nel mondo contro gli orrori del comunismo e della cospirazione ebraico-massonico-bolscevica per la dominazione del mondo [ciò che loro credevano e, in parte, alcuni – più di quanto si pensi – ancor oggi credono; oggi, però, il “complotto” classico è stato sostituito da tanti e tanti “complotti vari”, si parla, per l’appunto, di “complottismI”, al plurale, ma l’origine sempre quella è, e ad essa origine sempre ritornano … ed ovviamente si hanno così delle pesanti distorsioni del “piano” effettivo]. Ma la fine della guerra non coincise con la morte di tutti i seguaci del culto nazista, anzi”, ivi, p. 241, miei osservazioni fra parentesi quadre. Di qui la sua – dell’autore citato – ricerca di “ex nazisti” nel Sud America dove, tra l’altro, si salvò del tutto fortunosamente da gravi conseguenze nel Cile di Pinochet … Ci si deve davvero leggere certe cose, per capir davvero che cos’è il vero “nazismo-culto” – ed oggi – altro che chi straparla di “fascismo”. Verso si è che tanti gruppi del “culto” – nel senso americano del termine – sono stati usati, e vengono ancora usati, vero. Ma da “CHI”? Per quali “SCOPI”, quelli veri, non quelli che “si possono dire” nei telegiornali o sui “social”? Ora, però, mi fermo qui, ché le cose potrebbero portarci a trattar di temi molto interessanti, che, tuttavia, ci porterebbero lontano: si dovrebbe scrivere molto di più, volendo esser precisi (e non generici), ed andremmo quindi oltre il “genere **semi** letterario” del “blog”.
Ora però, continuando il discorso precedente, va detto che M. Dolcetta non era d’accordo con il – presunto – suicidio di von Sebottendorf: “Sebottendorf, come hanno evidenziato ricerche da me svolte nell’Archivio di Stato di Istanbul, sarebbe morto in quella città nel 1955. Dal 1945, tornato in Turchia dalla Germania, aveva lavorato a stretto contatto con il console inglese ad Istanbul, cambiando nel frattempo sei volte il suo cognome”, M. DOLCETTA, Gli Spettri del Quarto Reich. Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, Oscar Mondadori, Milano 2007, p. 166, corsivi miei. Naturalmente, Dolcetta usava il condizionale, per cui rimaniamo che, pur se molto probabile che von Sebottendorf sia morto effettivamente nel 1945, vi sarebbe l’eventualità, non impossibile, che sia morto davvero soltanto nel 1955 (cioè ben dieci anni dopo la fine “ufficiale”), avendo cambiato più volte il suo cognome.
Altra cosa rimarchevole, si è che Levenda conferma il complotto – vero, non i “complotti” dei “complottardi”, dove tutto è complotto, dunque nulla lo è – per attrarre Hess in Inghilterra (in Scozia, per l’esattezza), cf. P. LEVENDA, Satana e la svastica, cit., p. 226-227 (fermo restando che NON va detto “la” svastica, ma LO svastica). Levenda si chiede perché non sia stato usato, contro Hitler, quest’ evidente depistaggio di Hess, cf. ivi, p. 228. Si risponde che, molto probabilmente, vi erano implicate delle “alte sfere” del governo dell’Inghilterra [2]. Ed è la tesi suggerita da G. Galli, e più volte, in più occasioni!
Sempre nelle stesse pagine, Levenda parla del coinvolgimento di Crowley nelle manovre per far venire Hess in Inghilterra, il che conferma quanto detto in A. RICHARDSON, Aleister Crowley e Dion Fortune, Venexia Editrice, Roma 2019, pp. 48-50.
Va ribadito, qui: è ciò che Galli ha detto esplicitamente, più d’una volta, ribadendolo. E l’ha scritto anche al riguardo di Crowley e del suo coinvolgimento nell’ “AFFAIRE HESS”. E fu quest’ “Affaire” che influenzò, in modo decisivo, le sorti “finali” del Secondo Conflitto Mondiale.
Detto tutto ciò, torniamo alla “Notte di Valpurga” (“cosmica”) che ci attende, pian piano che “il sinistro carnevale perpetuo” (Guénon) si va sempre più attenuando. Su di essa, “in tempi non sospetti”, proprio quasi all’inizio della “stagione del Covid” – l’ “EFFETTO COVID” –, una stagione che è stata solo un “prodromo”, e NON certo lo scopo finale (anche qui tanti hanno molto ma MOLTO mal inteso le cose), vi è un post, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/01/dal-sinistro-carnevale-perpetuo-r.html.
Doglie che continuano, però che devono, alla “fine”, “trovare” un Terminus, un termine, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/10/le-doglie-del-parto-in-una-notte.html.
Andrea A. Ianniello
[1] Si tratta di un centone di frasi e discorsi di Hitler (sia pubblici che privati), degli anni Trenta del secolo scorso, ben distinti dagli “Hitler’s Table Talk” (di solito, il titolo tradotto stavolta letteralmente), della prima parte degli anni Quaranta, a cura di H. Pinter e di M. Bormann, punto interessante quest’ultimo (intendo il coinvolgimento di Bormann).
[2] Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/11/il-verme-e-nella-mela-sir-winston.html.