mercoledì 10 luglio 2019

NESSUN “INCIDENTE DI PERCORSO”, ma – “forze” – “natura profonda”, SENZA FORZE ….

















Il populismo non è un “incidente di percorso” della democrazia, che mi pare quel che non è venuto fuori nella pur interessante discussione su di esso su La7 con il giornalista Luca Telese e David Parenzo (“In Onda”, dal 2 luglio c.a.), trasmissione del 6 luglio scorso, dove tra l’altro M. Tarchi dava dei consigli utili: si sa, secondo lui – e su questo ha ragione – in realtà il populismo, nelle sue varie espressioni, corrisponde ad una specifica mentalità, cf.
https://www.pandorarivista.it/articoli/populismo-come-mentalita-marco-tarchi/2/.
E non è “fascismo”, perché il fascismo usava, sì, la mentalità populista, che c’era ai suoi tempi così come c’è oggi – in particolare, non è un caso, in italietta – ma per dei fini non “populistici”, questo è un importante, decisivo discrimen.

Ma torniamo al nostro tema.
In una parola: il populismo non è un “incidente di percorso” della democrazia.

Al contrario, n’è la sua natura **profonda** che vien fuori.
E qual è?? E’ la **doxacrazia** la sua natura profonda. E far capire ad uno di “destra” che la Traditio non è – né mai sarà né mai potrà essere – la “doxacrazia” è impossibile, in pratica è votarsi alla proverbiale “fatica di Sisifo”. La destra, infatti, si definisce su e in base a questa totale incomprensione. Totale.

Ora, come dissi tempo fa, chi domina la “doxa (l’ opinione) domina il mondo.

E sempre come dissi: in una società ciò non può esser fatto da un gruppo “casuale” d’individui ....
Ora trattare di populismi senza esser consapevoli di questi fattori è zero. Perché si perde di vista l’essenza del phenomenon. Si perde di vista la sostanza di “ciò che appare” = tò phenomenon.
Questo è il punto che non mi ritrova d’accordo con quella trasmissione.








Andrea A. Ianniello













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