venerdì 27 luglio 2018

Utile osservazione ed “un consiglio”











“La scienza moderna non ha mai saputo che occorre tacere le cose destinate ai pochi. Gli Indiani e i Greci lo sapevano.
Tacendo, la scienza fa paura allo Stato e ne è rispettata.
Lo Stato ha più bisogno della scienza, che non viceversa. Questo non è stato compreso. […] Lo Stato può vivere, combattere e potenziarsi solo con i mezzi offertigli dalla cultura. Esso la sa perfettamente ”[1]. Lo stato poteva, possiamo senza dubbio correggere … Quando la potenza del capitale, divenuta auto referenziale, non ha più bisogno – o tende sempre più a non averne – dello stato, ecco che la cultura, della quale comunque lo stato ha bisogno, recede. Inoltre: lo stato sapeva. Ora, non sa più; per questo siamo guidati da totali nullità umane. Quando la potenza del capitale – la potenza tecnica – divenendo sempre più auto referenziale, ha cominciato a fare a meno dello stato, ecco che lo stato ha iniziato a poter fare a meno della cultura. Certo, nessun problema potrà mai esser risolto così, ma da quando in qua la politica ci sta per risolvere i problemi??  
Si noti l’opinione di Colli sulla scienza moderna, non ancora ridotta alla sola tecnica, come poi sarebbe stato, grazie all’abbraccio dissolutore del capitale: “Fallimento della ragione moderna, e debolezza morale dei grandi fondatori della scienza moderna. Descartes che nasconde per paura le sue idee fisico-astronomiche (con un intenzione dichiaratamente utilitaria: suoi contatti con i Rosacroce). Leibniz con i suoi compromessi morali-religiosi e i suoi successi politico-mondani, canonizza il fondamento della scienza moderna sull’equivoco e l’approssimazione (sua slealtà nelle polemiche scientifiche con Newton, sul calcolo infinitesimale)”[2].
E Colli aveva studiato a lungo la disputa fra Leibniz e Newton sul calcolo infinitesimali.

Saper tacere quel che importa tacere, rimane, comunque, un utile consiglio, valido.




Andrea A. Ianniello









[1]  G. Colli, La ragione errabonda, Adelphi Edizioni, Milano 1979, p. 93.
[2]  Ivi, p. 91, corsivi miei.








1 commento:


  1. Direi che la globalizzazione è la **Piccola Impostura**, la “Grande Impostura” la stiamo ancor aspettando … sempre ricordando: J. BAUDRILLARD, “Simulacri e impostura”, Cappelli, Bologna **1980** – mille nove cent’ottanta, vale a dire ben **ventotto anni** fa!! –, dunque davvero pochi come il sottoscritto son consapevoli della natura **illusoria e falsa** dell’attuale System, e tuttavia … e tuttavia … è la **Piccola** Impostura!!
    Il difetto principale dei “nostri” tempi è che si fa# la critica “morale”, **non** sostanziale del System. Ed è un punto **debolissimo** questo.
    La natura illusoria e falsa dell'attuale System l'ho teorizzata “publice”, figurarsi: sed **non sufficit** …


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