mercoledì 29 giugno 2016

Sa d’Inghilterra elisabettiana (Elisabetta I)






I Corvi son dei gran fetenti, come uccelli, e vi è una tribù nordamericana che si chiama “Crow”, il Corvo essendo, evidentemente, il loro animale symbolico.

In altre mitologie, dei popoli dei Totem, il Corvo ha un ruolo particolare, a volte con il trickster


Rook - XTC cover -

https://www.youtube.com/watch?v=N9SnFbU30UQ


Questa musica sa d’Inghilterra elisabettiana - Elisabetta I -, sa di quella riscoperta del “magico” sula quale vi sarebbe molto da dire, per esempio John Dee, auctor del libro Monas Hieroglyphica ma pure insigne matematico, cosa oggi dimenticata ma che, in quell’epoca (la sua, quella di Dee), contò molto. Come poi le cose siano giunte ad oggi, all’Inghileterrucola di oggi, è molto interessante: ci vorrebbero dei Trattati per spiegarlo. Ma questa è storia, comprendere, “misurare” i movimenti fondamentali, che spesso non sono quelli che si vedono sotto gli occhi, senza per questo rimanere sempre nascosti: perché, infatti, vi sono dei “punti d’emersione”, punti che agli ingenui fan sempre dire: “Ma com’è possibile? Com’è stato possibile”.



La risposta a questo genere di cose è, sempre
Ah ah ah ah.


P.S.
Difficile trovare qualcuno più “british” degli XTC, fermo restando che gli inglesi sono dei maestri nel confezionare delle “polpette musicali” eduli … Per esempio, gli italiani o francesi sono scontati, si tratta sempre delle stesse solfe oppure vi è lo sperimentalismo: annoiato della solita solfa, il nostro caro “compaesota” - ma i francesi non è che siano basilarmente differenti, nonostante le loro sin troppo prevedibili proteste - si dà allo sperimentalismo, si allontana troppo. Al contrario, l’inglese cui funziona il cervello fa la sua brava scontata polpetta musicale, poi vi mette qualcosina di speciale (tipo i Pink Floyd dopo aver lasciato la psychedelia), ma davvero poco, un sughetto, un po’ “spicy” e così si rimane nel campo della musica di massa, ma con quel “qualcosina” di particolare. Ecco perché gli inglesi eccellono nelle polpette musicali …








9 commenti:


  1. “MONAS HIEROGLYPHICA” (‘THE HIEROGLYPHIC MONAD’) by Dr. JOHN DEE, Antwerp, 1564.
    http://www.esotericarchives.com/dee/monad.htm

    https://en.wikipedia.org/wiki/Monas_Hieroglyphica

    https://scolarcardiff.wordpress.com/2016/04/11/john-dees-monas-hieroglyphica-1564/

    http://www.newporttowermuseum.com/resources/3-The-Meaning-of-the-Monas-Hieroglyphica-with-regards-to-Geometry.pdf

    http://ridotta.blogspot.it/2013/06/monas-hieroglyphica-john-dee.html

    http://www.ritmanlibrary.com/2013/02/infinite-fire-webinar-iii-monas-hieroglyphica/

    http://www.ritmanlibrary.com/books/pimander-e-books/g-quispel-en-r-van-den-broek/hermetische-geschriften-ebook/

    https://it.wikipedia.org/wiki/Sigillum_Emeth

    http://www.john-dee.org/SDA.gif

    http://www.bbk.ac.uk/english/tbs/ForshawAmbixDee2005.pdf

    http://www.johndee.org/charlotte/pdf/charlotte.pdf

    http://discovery.ucl.ac.uk/1398683/2/1398683.pdf

    https://issuu.com/accipio777/docs/john_dee_s_monas_hieroglyphica_-_tr

    http://hermetics.org/pdf/deemonad.pdf














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  2. Interessantissimi, soprattutto il video è fatto proprio bene.

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  3. Nel terzultimo link si parla della ricezione della Monas hieroglyphica in Italia, nel Sud Italia in particolare. Sono rimasto stupito dal vedere che in due posti sembrano essere stati stampati libri che fanno in qualche modo riferimento alla suddetta opera: Napoli e Cosenza.
    Tutto pensavo, tranne che nella mia città ci fosse stato un periodo di "ricettività", ora che è piuttosto l'inerzia più totale a governare "l'Atene della Calabria" – nome che ho sempre considerato ridicolo visti i miei concittadini –, anche se effettivamente nel Cinquecento ci fu una fioritura di filosofi e poeti, che pare abbiano dato anche un buon contributo alla lingua italiana "mediando" in qualche modo tra siciliani e fiorentini.

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  4. Beh sì, certo, vi è satto un momento in cui la Calabria ha contato - e non vorrei peccare di “cosa nota” rifacendomi sia a Giacchino da Fiore che a T. Campanella -, ma vorrei ricordare Hayyìm Vitale **Calabrese**, noto cabbalista, per fare un esempio.

    Vi è stata una fase in cui, evidentemente, il Südstàn ha svolto un ruolo di “mediazione”, su più livelli e non solo dal punto di vista linguistico.



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  5. Esiste un’effettiva “identità meridionale” specifica?

    Direi di sì.

    Che cosa possiamo intendere per “identità”?

    In primo luogo, la vera particolarità dell’Italia del Sud, rispetto al resto d’Italia, è quest’unità … e lo stato forte, tendenzialmente accentrato, seppur spesso non si poneva in essere, quindi ecco il termine dubitativo e sfumante di “tendenzialmente” …

    Vi sarebbe molto da dire a tal proposito …

    Occorrerebbe quindi valorizzare l’unità come punto distintivo del Sud, a fronte di un mondo post-moderno caratterizzato sostanzialmente da individualismo e disunità.

    Il Meridione è già, per sua natura, tendente a separarsi e dividersi, disunirsi e frammentarsi, dunque la tendenza sua propria dominante, è un’ “altra”: ma, proprio per questo, si è sviluppato, al suo interno, come una sorta di “bilanciamento”. Ed è tal bilanciamento la vera, l’unica via reale, quella dell’unità, ed è una via che sembra paradossale solo all’apparenza: come può mai essere che un posto caratterizzato da comportamenti tendenti alla separazione ed alla disunione porti avanti l’unità …

    La risposta è nella domanda: qualora, infatti, il clima generale di un’epoca, come quella nostra presente, porti alla disunione, quasi alla dissoluzione, il Sud affonda.
    Per sopravvivere - solo per sopravvivere - il Sud ha la necessità, vitale, di avere un contraltare che spinga al contrario ed all’opposto della disunione. La tendenza dell’epoca e quella del luogo si assommano l’una l’altra, ma allora è la fine.

    Ora però: chi fondò l’unità del Süd?
    I Normanni, che han portato lo style animalistico, pur non essendone affatto gl’inventori, infatti era già presente, di radice classica, ma loro da radici sia orientali che steppiche: il discorso, però, sarebbe lungo, come già detto altrove.



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  6. Cosenza eh, cfr. G. MINERVINI - C. PADIGLIONE - N. FARAGLIA - FANNY ZAMPINI-SALAZZARO, “MEMORIE DI NAPOLI, storiche, archeologiche, monumentali e dei costumi popolari”, Edizioni Brenner, **Cosenza** 1987 (reprint dell’edizione C. A. BRONNER $ C., Napoli 1882).

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  7. http://www.viaggio-vacanza.it/Sud_Africa_Namaqualand_Richtersveld/Big/234_DSC_1876.jpg

    http://www.viaggio-vacanza.it/Sud_Africa_Namaqualand_Richtersveld/Big/148_DSC_1580.jpg

    http://www.viaggio-vacanza.it/Sud_Africa_Namaqualand_Richtersveld/Big/208_DSC_1799.jpg

    https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7c/Namaqualand%2C_Goegap_1035.jpg/800px-Namaqualand%2C_Goegap_1035.jpg


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  8. “Certe” cose si son viste già negli Anni Ottanta o fra gli Ottanta e la fine dei Settanta, come dimostrato su questo blog, con una “coda” verso l’inizio dei Novanta.

    Poi vuoto spinto. Il sistema si è rafforzato in una maniera quasi totale, “totalitaria” per davvero.
    E questo ha occultato il punto nodale, la catena di *crediti* che si “succhia” tutto.
    Ed ora, dopo tutto questo gran “casino”, vite innumerevoli sprecate, sofferenze a iosa e ricchezze favolose per pochissimi, il “nodo” - quel nodo, visto già “illo tempore” - sta venendo al pettine, mentre le possibilità di “aggiustamento sistemico” diminuiscono a vista d’occhio e gli stessi “illustri strologatori” della “globalizzazione” cosiddetta parlano di “STAGNAZIONE SECOLARE” e si limitano a poco più di parole, le “Panche centrali” sono state lascito sole a far da ultimo baluardo … Cosa che non potranno fare per sempre …
    IT HAS BEEN TRULY A LONG LONG WAY, but the Wheel is turning, the ocean is churning … IT’S BEEN TRULY A LONG LONG WAY FROM THOSE TIMES, BUT YE WHEEL’S TURNING …

    Davvero è stata una lunghissima strada, ma la Ruota sta girando … girando PER **FERMARSI**, attenzione (Guénon docêbat …) … La “ROTA MUNDI” diventa QUADRATA, e **NON** come “Roma quadrata” …


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