martedì 15 febbraio 2022

“Rifondare” …

 

 

 

 

I partigiani dell’ortodossia liberista son sempre stati nemici furibondi  dell’intervento statale nella stabilizzazione dei prezzi. L’argomento che più brandiscono con più insistenza è che con il congelamento dei prezzi e dei salari si sortirebbe un effetto disastroso sulle esportazioni. L’ideale di questi cavalieri consiste nel cosiddetto «saldo attivo» della bilancia dei pagamenti, ossia che le esportazioni superino le importazioni”.

J. BOACHACA, La finanza e il potere, Edizioni di Ar, Vibo Valentia 1982, p. 40.

Due note su questo testo: 1) secondo chi lo scrive, come chi lo pubblica – e tanti oggi – il “nazionalismo” sarebbe l’ “alternativa” a tal dominio della finanza, quando, al contrario, è solo l’altro polo di una relazione dialettica che – COME INSIEME costituito dalle DUE PARTI – costituisce, meglio: HA COSTITUITO (perché oggi la bilancia s’è rotta) l’ossatura del “mondo moderno”, che oggi è finito; 2) l’ «establishment», per l’autore citato, sarebbe costituito “da circa trecento famiglie (d’antico e nobile lignaggio!) fra loro strettamente intrecciate da vincoli”, ivi, p. 48, che poi è statoIN PARTE! – vero ma lo è sempre meno, in quanto la crisi in atto da tempo è proprio l’effetto del crescente perdita di controllo da parte del cosiddetto «establishment» sull’ insieme della relazioni sistemiche.

 

 

Per misurare valori […] lo stesso denaro deve in ogni caso essere un valore, né mai potrebbe scadere a criterio di misura meramente fittizio, a semplice ‘moneta-segno’, svincolato dalla relazione con un bene reale”.

G. SIMMEL, La psicologia del denaro, Edizioni di Ar, Padova 2007, p. 19.

 

 

THE RESISTABLE RE-RISE OF AUTHORITARIANISM DEPENDS ON THE FAILURE OF DEMOCRACY AS A GLOBAL SYSTEM - …”

Frase di chi scrive

 

 

Occidente è infatti, nell’analisi di Schmitt, un concetto prima difensivo e poi offensivo, ma mai ordinativo, elaborato in chiave antistatuale ed antieuropea in primo luogo dagli Stati Uniti (dottrina di Monroe, 1823) e tale da trasformare ogni guerra in una guerra civile mondiale, in un’opposizione assoluta fra ‘nuovo’ (la libertà occidentale) e ‘vecchio’ (le potenze non liberali), cioè in un’ uniformità disordinata”.

Introduzione di C. Galli in E. JŪNGER – C. SCHMITT, Il nodo di Gordio. Dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo, Il Mulino, Bologna 1987 (sic!), p. 18, corsivi e grassetti miei. Proprio a causa di tale “guerra civile mondiale” non vi è ordine, né può esservene. Il vecchio riflesso continua, in realtà, e non può portare ordine ma solo “uniformità disordinata”Il punto è che oggi, da un lato, alcune “potenze non liberali” – definitivamente impadronitesi della tecnica grazie al “comunismo” come lezione politica (la “lezione d’Ottobre”: decidere, comunque) ma NON PIÙ come pratica economica – hanno raggiunto una forza tale da non poter più essere negate o relegate nel campo dei “cattivi non liberali”, e, dall’altro, la “guerra civile mondiale” produce troppo disordine.

 

 

 

 

 

 

 

1. Un recente articolo M. Cacciari su “La Stampa” del 4 febbraio 2022, vuol fare un po’ il punto sul – lungo e vecchioprocesso di “crisi dei sistemi democratici” - e, soprattutto, di crisi della **rappresentatività** - nella quale (crisi) da lungo tempo “viviamo e siamo”.

Le considerazioni d’inizio sono condivisibili. Le ultime vicende della elezioni del Quirinale, in tal senso, sono state solo una conferma, non una novità. Cacciari ha buon gioco a ricordare che, già nel 2013, si era ripresentata la stessa situazione, mutatis mutandis. Certo, il quadro era diverso da oggi, vero, ma la radice della malattia vi era già presente, proprio come oggi.

Tuttavia le cose sono ancor più evidenti oggi, pur essendo da tempo, in realtà, che si sviluppa una crisi che ha natura sostanziale. Ma è proprio questo “il” problema: può qualcosa che dura da così tanto tempo, una crisi così lunga (perché strutturale), portare ad una “rifondazione”, quella che Cacciari chiede al termine dell’articolo? Con “chi” la si fa, questa “rifondazione” del “patto democratico”, nel frattempo divenuto crisi sociale, perché non è che possiamo sognare di essere al termine del Secondo Conflitto Mondiale, con davanti un cammino vasto e sgombro! Anzi, noi siamo dentro ad uno “shock energetico” nello style degli anni Settanta! Senza, però, più avere le possibilità di aggiustamento che vi erano allora, e cioè la “globalizzazione” allora in nuce. Perché questa risposta alla crisi degli anni Settanta del secolo scorso È STATA (tempo: passato prossimo!) la “globalizzazione”, in crisi oggi dopo che il “New World Order”, che i gonzi agitano a ogni pie’ sospinto, è già, di per sé stesso, fallito (esso era, infatti, l’estensione al MONDO INTERO del dominio – virtuale, per niente “dittatoriale” – di un gruppo molto preciso: il patriziato che domina(va) gli Statti Uniti d’America prima di Trump).

Si rischia di voler rifondare quel che già non c’è più …

Questo detto AL NETTO della ragione che Cacciari, evidentemente, ha: cioè occorrerebbe davvero rifondare le autonomie, ricostruire un tessuto parlamentare con anche i necessari cambiamenti d’ “ingegneria costituzionale”, cioè quel che si dice da più di vent’anni, ormai, e che Cacciari da tanto tempo ripete: una Camera sola e un’altra delle autonomie, con lo scopo di rendere più veloci le decisioni senza però gravare sulle autonomie locali, oppure – in alternativa – se si vuol passare a qualche forma di semi-presidenzialismo, farlo tuttavia in piena coscienza, nell’ambito di regole condivise che mantengano la base della democrazia detta “liberale”, cioè l’ equilibrio dei poteri, oggi squilibrato. Cose condivisibili e di buon senso.

Ma “chi” dovrebbe farle?

Il “nodo” è sempre questo. E rimane questo.

E non è ben più suadente la “sirena sovranista”, o “neo-nazionalista”, magari resa più forte dal “putinismo” che sbanca in Occidente, perché sembra– sembra eh – di poter fare “la stessa cosa” che in Russia, ma senza esser così forti (dunque NON È “la stessa cosa” …)?

La Costituzione – di fatto – è superata. Dagli eventi. Dalla necessità di decidere nello “stato d’emergenza perenne”, che già Virilio vide. Negli anni Ottanta del secolo scorso! Tutti gli indici puntavan lì. Si trattava di “far due più due quattro”, ma, come ben si sa, le operazioni più semplici sono spesso le più difficili da fare …

 

 

2. Dal punto di vista generale, il “nodo” è il decidere, divenuto un “partorire decisioni” lentissimo nelle “democrazie”, sedicenti, “avanzate” – verso l’implosione?, sì! –, perché, in pratica, è stata la tecnica che ha reso i tempi sempre più ristretti: nel binomio fra velocità e politica, la tecnica sta con la velocità, per cui essa condiziona, prima, poi schiaccia la “politica”, cioè lo “*spazio* di tempo” necessario per “prendere” delle decisioni che non siano “forzate” dagli eventi. Ma cos’è che noi vediamo quest’oggi, e proprio in ogni cosa? Che si è forzati. E da cosa? Dall’ emergenza!

Un caso? No. Poiché oggi **solo con l’ “emergenza”** tu puoi prendere decisioni. E qui non m’interessa un tubo se – formalmente parlando – l’emergenza è stata ottenuta, in parte, “forzando gli ordinamenti esistenti”, oppure s’essa poi verrà “tolta”, poiché sarà tolta sempre – e soloformalmente! O sarà tolta in una forma, “cacciata dalla porta”, per poi “rientrare dalla finestra” in un’altra forma.

In altre parole, come s’è detto in tempi non sospetti qui, l’emergenza – come stato perenne – nasce da un’ esigenza sistemica: i sistemi democratici si spappolano sotto la costante pressione della riduzione della velocità innescata dalla tecnica digitale, dal processo – che si va compiendo, ma che è in atto da decenni ormai – della digitalizzazione massiva e diffusa.

In tal senso, la “dromocrazia” ha – definitivamente – vinto la democrazia QUALI CHE SIANO GLI ARTIFIZI LEGALI ED ORDINATIVI USATI PER “PARARE”, O CALMIERARE, QUESTO SEMPLICE FATTO.

A tal proposito, cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/la-dromocrazia-p-virilio-ha-vinto-la.html.

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

PS. Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2022/01/lo-stato-d-emergenza-non-deccezione.html

 

 

NB. Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/06/nietzsche-sulleuropa-e-sulla-malattia.html.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 commenti:

  1. Qui alcuni post su Cacciari salvati sul blog gemello, quello dei “materiali”, cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2019/10/t.92-appendice-cacciari-a-caserta-.pdf








    RispondiElimina
  2. Sulla questione della sovranità (e della **rappresentanza**), cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/08/conversazione-con-paolo-broccoli-su-due_4.html





    RispondiElimina