lunedì 21 febbraio 2022

Si continua, imperterriti …

 

 

 

 

 

 

Pura follia delle dirigenze occidentali: aver dato a Putin l’arma per esser ricattati. In un modo o nell’altro, non sarà questo, allora sarà quello

E continuano, imperterriti … E’ “Der Mythus des XX Jahrhunderts”, “Il Mito del Ventesimo Secolo”, non più del Diciannovesimo … Non sono adeguatamente consapevoli della posta in gioco: non stupisce, qua in Occidente c’è stata la lunga imposizione di un modello, peraltro fallimentare, il che **non vuol dire** che “Putin abbia ragione”, ma la sua critica alla natura **profondamente** obsoleta del “liberalismo”  (“Der Mythus des XX Jahrhunderts”) **non è affatto** senza basi: la follia occidentale sta nel non voler riconoscere la natura obsoleta del modello: e qui se n’è detto varie volte, commentando certe posizioni di Cacciari, quindi non stiamo qui a ripetere cose arcinote, ma va detto – a chiare lettere – che Cacciari è tra i POCHISSIMI pochissimi – che almeno prende sul serio la crisi dei sistemi politici occidentali (e non sto a riferirmi alle conversazioni con P. Broccoli sulla crisi della rappresentanza, peraltro tema legato – direttamente – alla crisi delle democrazie liberali: dico questo NON perché voglia tentar “d’influire” sui dirigenti – se son sordi, son sordi – ma solo per “togliersi qualche sassolino dalla scarpa”; i sordi, difatti, non ascoltano, ben si sa, dunque si può anche parlar chiaro ).

La loro follia sta nel voler solo “difendersi”, che aveva senso quando c’era la sirena-spaventapasseri del “comunismo”, cioè la cosa che ha stabilizzato “l’Occidente” per decenni, così esso poteva chiamare alla “guerra (**pseudo**) santa” contro il comunismo: “GAME OVER”, come si legge nei videogiochi: anzi, quelli (le destre cosiddette “estreme” o “populiste”) che usavano come strumenti nella “guerra (para) santa” gli si son ribellati, da ridere. Ma era la cosa più ovvia!

 

Putin non è un’alternativa”, si dirà. Sottoscrivo. Ma il fatto che **non** lo sia vi risolve il vostro problema di consenso e di funzionamento? Ecco il punto. Non ve lo risolve!

Allora prima si riconosca che il problema ci sta. Se non vien riconosciuto il problema sono solo chiacchiere. E non ci si faccia ingannare: quando dicono che “c’è un problema” in realtà non l’ammettono. Prova ne sia che quand’anche ne ammettano qualche elemento di crisi sempre si torna sempre al solito punto, si ripete sempre la stessa “jacuvella” con qualche operazione di “lifting”. Il lifting non basta. Il lifting non serve! Perché il messaggio è: “va tutto a posto, certo, serve qualche imbiancatura di sepolcro”. Non basta, la crisi è strutturale! La crisi è di modello! Ci vogliono cambiamenti *strutturali*, devi recuperare il consenso, devi ricostruire i corpi intermedi. E come li ricostruisci senza idee?

Dico idee, non strilli. Dico idee portanti, assi portanti, prospettive, non la solita tiritera dove si servono le solite minestre riscaldate che ormai sono solo polvere, che non possono nutrire, prive come sono di acqua di vita. Se si dice questo si vedrà dove sta la famosa “tolleranza” occidentale: non ascoltano proprio.

Il messaggio è, dunque: “noi abbiamo ragione, siamo disposti a qualche concessione, ma niente di sostanziale”. Temo proprio non funzioni … E la crisi cambierà forma ma non passerà. L’emergenza è già l’ unico modo di “governare”, già ORA.

A quando anche questo NON servirà più? Quando avverrà che non basterà nemmeno più “l’emergenza” perenne perché o ci sarà un’ “emergenza” tale da risultare impossibile ogni residuale possibilità decisionale oppure l’ appeal del vecchio modello sarà così scarso da rendere inefficace ogni residuale appello in suo favore?

Più democrazia”, si dirà. Ma balena nelle teste di qualcuno di tali ottusi che una democrazia senza corpi intermedi È GIÀ “populismo”? E, a questo punto, perché non ci prendiamo i populisti “doc” rispetto ai para-populisti, alle loro versioni da “establishment” - peraltro brutte copie? Così ragiona l’elettore della “classe media” IN TUTTO IL MONDO “occidentale” cosiddetto. Quindi non si tratta per niente solo “dell’italietta”, eh no! Ma questi – vivendo in un loro insieme chiuso – non hanno proprio alcuna contezza del mondo dell’individuo “medio”.

 

Quanto alla Russia, son anni che si segue questa storia, e non parlo di qualche vecchio post ormai di tre anni fa (2019), ma ci sta il vecchio articolo del lontano 2003 in cui, in poche parole, sostenevo che Putin avrebbe estratto, in modi decisamente più presentabili e più moderati, almeno l’aspetto basilare del programma di Zhirnovsky: il revanscismo russo, cioè tornare a fare della Russia una potenza mondiale militare. E così è stato, non era difficile.

La difficoltà non è in Russia: è in Occidente, che i dirigenti occidentali aveano – ed hanno – le orecchie foderate di bistecche: un sordo ascolta di più. Si tratta di una visuale ideologica, rimasta all’epoca del comunismo, del tutto impreparata ad ammettere che il problema è la Russia: lo era prima della Russia sovietica – che è una pagina della storia russa, NON È la storia russa tutta intera –, lo è ora, e lo sarà domani; col tempo la Russia cambia, ovvio, ma essa non può accettare l’ imposizione dall’esterno di un modello, al massimo può essere indotta (ma ci vorranno i SUOI TEMPI. non i tempi occidentali), a cambiare. Non ex abrupto, insomma.

Ma non hanno mai voluto ascoltarlo, americani in testa, gli stessi americani protagonisti di una serie stupefacente di débacle a partire dalla Seconda Guerra del Golfo. La  Prima Guerra del Golfo è stata l’ ultima volta dove gli americani “ne hanno imbroccata una”; ricordo che in quel tempo c’era una rivista cinese per stranieri che – scherzosamente – diceva che “c’era un cinese che combatteva con l’esercito americano”, intendeva Sun Tzu …

Purtroppo hanno buttato, letteralmente, un insieme di mezzi notevole (ed anche qualche buon comandante) appresso ad uno scopo folle: “diffondere la democrazia”! Che c’entra l’Afghanistan con la democrazia? Niente, nella sua storia nulla lo spinge ad essa. Diffondete un certo stato economico accettabile, riempite gli stomaci, date dei vantaggi, e vedrete che la “democrazia” si “diffonderà”. Peraltro, questo è com’è andata storicamente in Occidente; altrove, invece, i dirigenti occidentali pretendono che “la democrazia” si diffonda da sola (come un virus), e che sia riconosciuta “migliore” perché loro ne sono – del tutto ideologicamente – convinti. Non è così.

La democrazia si è diffusa perché ha presentato dei vantaggi per un certo numero d’individui e di gruppi sociali, sennò non si sarebbe diffusa. Il mondo “tradizionale” non aveva gli stessi vantaggi da opporgli. Punto. Fine della questione. Ed oggi il mondo “democratico” liberale non è in grado di opporre alcunché alla deriva in atto. Punto.

Sanno solo “semplificare” in “Occidente”, cioè ogni topolino diventa una montagna di complicazione! E ciò va, piaccia o non a chi “crede nella democrazia”, solo a vantaggio dei Putin o dei Trump della situazione, che si generano perché la situazione (che è “domina” della politica e che domina la politica, PER PRINCIPIO) li produce (altra cosa che chi “crede nella democrazia” non può capire).

 

La democrazia liberale non è il “fine dell’umanità” ma è solo un sistema storico, con pregi e difetti come ogni altro sistema storico. Ed essa sarà perseguita, come fine valido, se mostra dei vantaggi, non di per se stessa, non “in quanto tale”. Dunque, DEVE presentare dei vantaggi, per l’afghano o per il russo o per “chicche e sia”. E vantaggi concreti, pratici. Gli si dia dei vantaggi PRATICI all’afghano, vantaggi economici, concreti e niente “iperdigitale” da solo, che è un’altra delle follie cui ci si dà qua in Occidente.

La digitalizzazione – così come il problema ecologico, ed ogni altro problema “systemico”o presenta dei vantaggi economici per una numero sufficiente d’individui, o, se presenta grossi costi a fronte di scarsi benefici, NON È un fine che possa ricostruire il consenso. Punto. Anzi: allontana sempre di più: aver a che fare con i pubblici uffici è sempre più difficile (in nome della semplificazione), il contatto col “pubblico” è sempre più difficile, le “istituzioni” si blindano sempre di più. Tal è il messaggio che viene dato, quello di fatto, che contrasta con quello detto a parole, col risultato di renderli sempre meno “credibili” ed inevitabilmente rafforzando i “putiniani”, che sembrano sempre più “credibili” di questa gente non credibile (pur NON essendolo nella SOSTANZA: ma questo è UN ALTRO discorso).

Sta dunque a chi “crede nella democrazia” risolvere il problema, posto che sia disposto a riconoscerlo (ammesso e non concesso).

O si predisponga quindi a vedere populismi – di varissima forma e fattezze, non importa quale – prendere sempre più forza. Piaccia o non.

Senza interventi strutturali, la crisi è dunque destinata inevitabilmente a continuare. Ad accrescersi.

Ogni altro discorso è solo “fuffa”, solo chiacchiere.

Anzi: la tendenza – pessima – alla digitalizzazione ALLONTANA ancor più, e sempre di più, il “cittadino” dalle “istituzioni”. Insomma, è come se uno continuasse a SEGARE il ramo sul quale sta seduto … Molto intelligente, non è vero? …

 

Quanto alla Russia, il problema è la Russia “di per se stessa”, non il comunismo, che lo è stato ma per altri motivi, e la “fine del comunismo” NON ha “risolto” il problema Russia, col quale i dirigenti occidentali si ritrovano sempre a scontrarsi, imperterriti ANCHE in questo! Si tratta della famosa “intelligenza” occidentale, che fa il paio con un’altra “nostra” gigantesca virtù, ben nota: la “tolleranza” (se non mi dai fastidio, se accetti quel che impongo di fatto …).

Ci metteranno una pezza, ma i problemi di fondo continueranno, bellamente, a non esser non dico “risolti” – lasciamo stare –, ma, perlomeno!, affrontati seriamente. Anzi, proprio la fine del comunismo ha aperto la porta alle rinnovate ambizioni della Russia ed alla “proiezione” economica e politica – ma indiretta – della Cina: l’ esatto contrario di ciò che postulavano i teorici della “guerra fredda” e dell’anticomunismo in Occidente!

Ed era la cosa che, personalmente, mi attendevo, ed era la cosa più ovvia; certo, s’è verificata con qualche ritardo, ma s’è verificata (ed anche questo rientra nel mio “togliersi qualche sassolino dalla scarpa!”).

Ci metteranno una pezza, come si continua qui a fare in “Occidente” da trent’anni ormai a questa parte. E, di pezza in pezza, ci ritroveremo, alla fine, a pezzi …

 

 

 

Andrea A. Ianniello


 

 

 

 

 

 

 

 

4 commenti:

  1. Adesso – sempre in un gioco “dialettico” di avanzamenti e ritirate, di “go and stop” – “egli” dovrà (“egli” dovrà: e **non** parlo di un qualcosa che fanno dei personaggi della scena politica contemporanea) “abbattere” tre re (e, a proposito dei “tre re”, invece **parlo** di cambiamenti nella scena politica contemporanea, dunque **non** del fatto che qualcuno necessariamente sparisca dalla scenza contemporanea, ma di **cambiamenti** in tale scena, in un anno “topico” …) …

    Il loro “piano” procede, dunque …
    Trattasi di un “egli” metaforico, dunque …

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  2. Un Occidente, perso, caduto nella trappola di Putin. Ma non hanno mai voluto ascoltare. Quanto al revanscismo russo, lo dico dal 2003, e dà quel tempo niente. Nessuna consapevolezza, anzi, andar sempre più a stimolare il vecchio orso russo, che ha perso pezzi, ma sempre orso rimane.
    Ora vi saranno sanzioni forti, con inevitabili conseguenze sulle economie occidentali già colpite dalla pandemia duramente.
    E tutti i partiti populisti ne tenteranno di trarre, inevitabilmente, i dividendi elettorali.
    Che poi era il piano . . .

    La crisi cominciata dalla pandemia dà risultati irreversibili. Come scrissi nel 2020 ci sta una vita prima della pandemia e ci sta una vita dopo la pandemia.
    Le due vite non sono le stesse.




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