“Sebbene già per temperamento presumesse molto di sé, tale attesa gli venne accentuata dalla scoperta della spada di Marte, sempre ritenuta sacra dai re sciti. Ecco come Prisco racconta il fatto. «Un pastore, notando una giovenca del suo gregge che zoppicava e non riuscendogli di trovare la causa di così grave ferita, si diede a seguire attentamente quelle tracce di sangue.
Giunto infine sulla spada che la giovenca, pascolando, aveva calcato senza accorgersene, la raccattò per portarla subito ad Attila. E questi, per un dono che lo esaltava nella sua grandezza d’animo, ritenne d’esser destinato a divenire il signore dell’universo e che la spada di Marte ormai gli concedeva la sorte delle battaglie»”.
JORDANES, Storia dei Goti, TEA Editori Associati, Milano 1991, p. 85. (**)
Andrea A. Ianniello
(**) Si tratta del “Marte scitico”, cioè di quell’ Ares degli Scythae [Skythai], di cui Erodoto scrisse. Gli Sciti son popoli nomadi delle steppe asiatiche e fra l’Asia e l’Europa orientale, popoli di stirpe indoeuropea, ma poi questo stesso “modo di vita” passò a popoli di altra stirpe, a testimonianza – chiara e netta – che si tratta di un “modo di vita” e non di una “stirpe” o “razza”, che dir si voglia. Secondo Erodoto, gli Sciti – e tutti coloro i quali seguivano il loro modo di vita – non costruivan templi ad alcun dio, tranne ad Ares, cf. ERODOTO, Storie, IV, 59.
Dice quindi Erodoto, in ivi, IV: “in ciascun dei loro regni è eretto un tempio di Ares di questa specie: fasci di legna minuta vengono accumulati per un’estensione di circa 3 stadi in lunghezza e in larghezza, meno in altezza; sopra vi viene costruita una piattaforma quadrangolare, e tre dei lati son inaccessibili, mentre dal quarto si può salire. Ogni anno vengono aggiunti 150 carri di legna, giacché naturalmente si creano sempre avvallamenti per effetto delle intemperie. Su questo mucchio viene piantata da ciascun popolo un’antica scimitarra di ferro, e questo è il simulacro di Ares. A questa scimitarra offrono sacrifici annuali di armenti e di cavalli, anzi a questi simulacri sacrificano ancor più che agli altri dèi: fra quanti nemici catturan vivi, ogni cento uomini ne sacrificano uno non nello stesso modo in cui sacrificano gli animali, ma in modo diverso. Dopo aver versato del vino sulle loro teste, sgozzano gli uomini raccogliendo il sangue sulla scimitarra. Dunque portano il sangue in cima alla catasta sacra, invece in basso compiono quest’altro rito: tagliano la spalla e il braccio destro agli uomini sgozzati e li gettano in aria e poi, compiuto il sacrificio di tutte le altre vittime, si allontanano. La mano cade là dove va a cadere, e il corpo giace separatamente”, ERODOTO, Storie, BUR RCS Libri, Milano 1997, 2009, pp. 771-773.
Son i popoli delle “figure zoomorfe” che, poi, son passati – attraverso complesse mediazioni – al Medioevo cosiddetto “fantastico”, sulle cui figure cf. A. A. IANNIELLO, Pietre che cantano. Suoni e sculture nelle nostre chiese, Giuseppe Vozza editore, Caserta-Casolla s.d. Per la copertina di questo libro, cf.
https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2016/12/pietre-jpg.jpg.
Secondo la pagina di Wikipedia, dedicata a tal tema, cf.
https://it.wikipedia.org/wiki/Spada_di_Attila.
In realtà la spada – nelle fonti ungheresi – viene attribuita ad un “dio” NON SPECIFICATO, ed è Prisco, citato dallo stesso Jordanes, che – con interpretatio romana – l’attribuisce a Marte.
Dal MIO punto di vista invece CONDIVIDO l’attribuzione a Marte, però al Marte “scitico”, l’ Ares degli Scythae, insomma, che non coincide perfettamente con il Marte romano, tuttavia gli è simile. Si tratta, insomma, di una divinità guerresca che, sotto varie forme, sarebbe lungamente perdurata, sino a tempi recentissimi.
Per fare un esempio, cf. F. MARAINI, Gli ultimi pagani, Edizioni di red studio redazionale, Como 1997, p. 148, corsivi in originale. In nota, si dice di Mahandeo: “Etimologia incerta, forse da Maha-deva, il Grande-Dio”, ivi, p. 202, corsivi in originale. In tal testo si parla dei pagani veri e non delle contraffazioni a noi oggi contemporanee. E, sempre in tal senso, il vecchio libro di Maraini è un prezioso, indispensabile ausilio. Peraltro, vi sono delle foto davvero uniche.
Due articoli interessanti, sempre col beneficio del dubbio; tuttavia è innegabile l'etnia di Shoigu, tuvano , TUVA.
RispondiEliminahttps://www.iltempo.it/attualita/2022/03/02/news/guerra-ucraina-politologo-a-valanga-su-putin-le-figlie-nascoste-nel-bunker-la-malattia-e-i-riti-con-sacrifici-russia-30677099/
Interessante - il che rientrerebbe in un quadro che si va ricostruendo da tempo - . . .
Eliminahttps://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/31030027/vladimir-putin-messe-nere-rituale-vincere-guerra-svelato-segreto-russia-cremlino.html
RispondiEliminaAh non reputo affatto la cosa impossibile, solo che non è soltanto lì che ci son legami, diciamo così, “strani” … sì, “strani” …
EliminaCerto che non sono solo lì, da altre parti diciamo che sappiamo di più...molto di più, abbiamo nomi cognomi e genealogie :) mi riferisco sempre ad informazioni "mainstream" ; tuttavia se avrò tempo vedrò di approfondire questo apparente legame "Gog e Magog" ---> Sciamanesimo ----> Lamaismo ---> spedizioni naziste.
EliminaGrazie per le risposte.
Senza dubbio alcuno tal legame esiste, sempre ci sia tempo: grazie per gli apporfondimenti.
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