lunedì 7 febbraio 2022

Il “numero della bestia” (2) …? Ma davvero? …

 

 

 

 

 

 

 

 

«Gli dèi della peste» è il detto molussico «sono signori pacifici e non sono personalmente ammalati di peste» […] e il loro sorriso è benevolo, e persino senza falsità, ma non c’è nulla di più spaventoso del sorriso sinceramente benevolo delle divinità della perdizione”.

G. ANDERS, L’uomo è antiquato, Casa editrice Il Saggiatore, Milano 1963, p. 296, corsivi miei.  Tal vecchio libro – ripubblicato comunque – ha però il grave difetto di vedere la “cecità all’ Apocalisse” – fatto verissimosolo in relazione al nucleare: la cosa è ben più profonda, invece.

 

 

B. […] Pensa ad un amico che sta lentamente diventando un estraneo. Lo incontri ogni giorno, chiacchieri con lui o con lei, ma sono sempre meno le cose di cui potete discutere insieme, […] ti annoi o vedi segni di noia e d’impazienza dall’altra parte, il tuo comportamento cambia, e cambia anche quello che dici agli altri del tuo amico …

A. Convengo che cose simili succedono; ma quando capitano, bisogna cercare di scoprirne i motivi.

B. I motivi non hanno importanza — io sto parlando unicamente del processo. Può darsi che il tuo amico abbia avuto occasione di conoscere gente nuova, che abbia lievemente mutato il suo modo di vedere, la sua «conoscenza tacita»; può darsi che proprio tu sia cambiato […] — chi lo sa? Qualunque sia il motivo del cambiamento, ora agite diversamente l’uno nei confronti dell’altro e, ciò che più importa, pensate e parlate diversamente l’uno dell’altro.

A. Ora capisco dove vuoi arrivare! Quello che vuoi dire è che la tua relazione con il mondo e con i suoi aspetti materiali e sociali muta esattamente come muta la relazione tra due persone …

B. Precisamente. Nel 1970, quando scrissi la prima versione di Contro il metodo, il mondo era diverso da quello che è oggi, non solo intellettualmente, ma anche emotivamente …”.

P. K. FEYERABEND, Discorso sul metodo, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari 1993, pp. 110-111, corsivi in originale, grassetti miei.

Che cos’è cambiato? La “conoscenza tacita”. La pandemia non solo ha separato molte coppie sposate, ma pure ha separato tanti amici precedenti: in tanti hanno esperito questo fatto. Che cos’è cambiato fra i due? La“conoscenza tacita”, per l’appunto. Ed è questa stessa “conoscenza tacita” che DEVE cambiare perché la “possibilità cosmica” – cosmica, e NON SOLO “sociale” od “umana” – dell’ “Anticristo” possa darsi sul palcoscenico della storia.

 

 

 

 

IN RELAZIONE ad un precedente post (*), riflettiamo, di nuovo, sul famoso “numero della ‘bestia’” che, com’è costume, si usa ricollegare alle cose più presenti, ultime, transeunti, passeggere.

Nulla sfugge a tale attribuzione: ne hanno fatto le spese il “green pass” cosiddetto, come prima il codice a barre, così come tanti famosi governanti, di vari paesi, e di varie epoche, son stati – erroneamente – identificati con “l’Anticristo”. Quest’ultima ricorrente identificazione in realtà è un antico abuso che, nei paesi slavi, è divenuto, nel corso dei secoli, una vera e propria mania. Vi è così la “reductio ad Antichristum” come vi è la “reductio ad Hitlerum”, altro enorme, gigantesco errore – comunissimo, però – che si basa su di un non senso totale: non basta, infatti, essere un dittatore, un **feroce** dittatore, per essere Hitler. Non basta affatto! Chi mi conosce, sa che l’avrò detto decine di volte … Hitler, infatti, è stato un fenomeno di quelli che raramente si vedono nella storia, uno di quei fenomeni storici rari. L’ “Anticristo”, poi, sarà un fenomeno unico e solo (su questo Guénon è stato chiarissimo (**), ma tanti hanno il gran difetto di leggere in Guénon quel che gli piace leggervi!). E, visto che ci siamo giunti, vediamo di dirlo con estrema chiarezza: l’Anticristo NON HA NIENTE A CHE SPARTIRE col potere MODERNO “cattivo”. Niente!

Se avrà una “espressione”, lato sensu, “politica”, essa sarà la parodia dell’ Imperium tradizionale, come ho, peraltro, già detto altrove (***), detto con grande chiarezza. Chi si aspetta una “replica” delle dittature militari degli anni Trenta in Europa ed Asia vive in un altro mondo. Non vive nel XXI secolo. Che, poi, talune forze abbiano TUTTO l’ INTERESSE a “rinforzare” tali grosse incomprensioni, è chiaro, ed è anche scontato. Ciò NON TOGLIE che siano tali: cioè delle incomprensioni, e gravi pure.

Per tornare al punto, l’ “A.” è la figura del “falso Maestro”, NON del “conquistatore invincibile”, questo è “IL” punto dirimente dell’ intera questione. Il che non significa non siano possibili “applicazioni” politiche, lato sensu intese, chiaro, ma l’ origine del phenomènon è altrove, NON sul piano “politico” e NON nel mondo moderno (fatto che, poi – quest’ultimo, cioè il non esser parte del mondo moderno –, è il vero “boccone indigesto” che Guénon riserva nella parte finale del suo libro Il Regno della Quantità). Qui è il punto vero, per cui il mondo di oggi si arrabatta ma non riesce proprio a capire, compreso i religiosi eh: le religioni sono quelle sopravvissute sino ad oggi, quindi, volenti o nolenti, “colorate” degli “assunti taciti”, del “non detto” e del “sentire comune” di OGGI, NON di ieri. Ciò è del tutto inevitabile, ma, nello stesso tempo, del tutto forviante, inevitabilmente fuorviante. Piaccia o non. Per cui oggi necessita d’avere mente libera ed aperta, per poter accettare di pensare su sentieri diversi: questo è il pagamento, inevitabile, che i tempi non ci chiedono: essi ce l’ impongono, che ci piaccia o non.

Diceva giustamente Schmitt, in altro contesto, e tuttavia rimane perfettamente vero, che “visto dalla parte degli uomini, un nuovo appello della storia può esser soltanto un pre-comando e per lo più addirittura un pre-comando cieco”, E. JÙNGER – C. SCHMITT, Il nodo di Gordio. Dialogo su Oriente e Occidete nella storia del mondo, Il Mulino, Bologna 1987, p. 166, corsivi miei. Il “pre-Comando divino” non ci chiede il “consenso”, ma si manifesta nelle situazioni, nelle cose, nella natura e nella natura delle cose. Dio non “parla” come un uomo, tuttavia invia “messaggi” e pone di fronte a sfide. Risponder a detto “pre-Comando” NON È OBBLIGATORIO, l’uomo ha una scelta: può anche non rispondervi – cosa che, tra l’altro, è sempre successa e spiega le decadenza d’imperi e costruzioni e religioni –, ma non può non pagar dazio per la sua non rispondenza. Infatti, la storia è com’essa è, non come piace a noi (ed è qui la vera ragione del fallimento del marxismo, ma NON dei paesi dove la rivoluzione “comunista” è avvenuta per cause interne, non esportatavi, come dissi pubblicamente nel 2017 ricordando – fra i pochissimi – la rivoluzione d’Ottobre senza i soliti isterismi di “destra” che oggi han libero corso, perché, come diceva Schmitt proprio nel testo succitato, NON si trattava di “realizzare” le – SUPPOSTE – “leggi della storia”, quanto di porre VECCHI IMPERI PREMODERNI nella situazione di poter far fronte ad una guerra moderna, con eserciti moderni: per far questo, non potevi diventare “democratico” perché non avresti potuto prendere la “decisione”: la “lezione d’Ottobre”, infatti, essendo proprio quella del “chi” decide). E, per tornare al discorso, può capitare (anzi, spesso capita) che tu NON PUOI rispondere al “pre-Comando” che la situazione impone per quanto tu lo voglia!, ed è qui la radice di tante “tragedie” storiche, usando – non come fa taluno – il termine “tragedia” nel suo senso proprio. Ma, più spesso, succede che non si vuol proprio rispondere! Capita molto più spesso questo, e lo vediamo nell’Occidente suppurante, decomposto dei nostri tempi: la cecità e il narcisismo, due cose che spesso vanno assieme, portati all’ennesima potenza. Stanche ripetizioni di cose un tempo forti. E che oggi si perpetuano per inerzia.

Questo è il quadro generale nel quale siamo. Le discussioni che si portano avanti hanno questo come contorno: non si deve mai dimenticarlo.

Chiarito il quadro generale, dunque torniamo al “famoso ‘numero’ della ‘bestia’”.

Cosa dice l’ Apocalisse di Giovanni a tal proposito? Nel famoso cap. 13, vss. 14-17, - in particolare, i vss. 16-17 -, si legge CHE È LA “BESTIA” che “dà” il famoso “numero della bestia” e si legge che “a tutti, umili e ricchi, grandi e poveri, e i liberi e gli schiavi, s’imprimesse un segno sulla mano destra o sulla fronte, sì che nessuno potesse comprare o vendere [comprare o vendere, dunque niente a che spartire con cose sanitarie] se non ha quell’ impronta col nome [nome] della bestia, o con la cifra del nome suo”, Apocalisse di Giovanni, traduzione e Postfazione di M. Bontempelli, SE Studio Editoriale, Milano 1987, p. 57, corsivi miei, miei commenti fra parentesi quadre. Vi sarebbe molto da dire, ma, venendo al punto in breve (siccome i nostri frettolosi tempi c’impongono), “chi” pone il “signum” o “impronta”, che è SIA un nomen SIA una cifra (un numero cioè: punto interessantissimo) e che serve a COMPRARE e VENDERE (idem)? Questo è “IL” punto VERO.

LO PONE LA “BESTIA”, come si legge nei passi precedenti, nero su bianco. Quindi: salvo andare nelle “bestialità slave”, come le chiamo – le fissazioni vere e proprie che questa gente ha (e che nascono del fatto che in Russia si è manifestata la “prima fase del nichilismo” (Anders) –, per cui saremmo costretti a pensare che o il virus (o, anche peggio, il vaccino) sarebbe “la bestia” (viene solo da ridere, che dico: DA PIANGERE, ascoltando queste scemenze!), salvo andare appresso a siffatte castronerie, dobbiamo dedurnenecessariamente – che, se non c’è la bestia che s’è già manifestata, ergo non può esserci il suo “numero” già presente. Pertanto, non può trattarsi nemmeno di cosa digitale, che però non vale zero, ma rientra nel vasto, e complesso, capitolo dell’ “acclimatazione”, che, a sua volta, non implica che ogni volta che pubblicamente si usi un “archetipo” sia usato necessariamente da parte di una “certa” parte: non è così semplice nemmeno questo. Ma, in certi casi, è davvero possibile che ci sia un processo guidato da “certe” forze. Il tutto si riassume dicendo che siamo in un processo “orientato”, cioè che ha un suo fine. Un suo scopo: condurci alla “confluenza” … condurci a “quel” punto … Ma detto processo NON È il suo scopo, non coincide con esso, poiché, ad un certo punto, si dovrà verificare la “giunzione” con qualcosa che proviene da “fuori” del mondo moderno … e cioè dovrà verificarsi una discontinuità.

Inoltre, che l’ “A.” si manifesti pubblicamente, implica il definitivo passare della modernità. Questo è chiaro. Trattasi d’esigenza logica, prima che cronologica.

La digitalizzazione, senz’alcun dubbio, ha contribuito, e continua col farlo, in modo decisivo a tale, definitiva, “eclissi della modernità”, ma non è il fine, quando, al contrario, è solo la parte finale del processo in atto. Il che NON significa che non ci possa essere un USO del digitale, ma il punto è sempre: un uso da parte di “chi”? Da parte del SISTEMA di oggi, di quello ATTUALE? NON ha senso. Ed è questo “cambiamento di corrente” il punto vero: ad esso ci si avvicina sempre più ma, come nel noto paradosso, “Achille non raggiunge la tartaruga” col solo processo di lento e costante avvicinamento ad essa. Achille raggiungerà la tartaruga solo in un sol momento, con una discontinuità, in un istante. Questo continuo “aggiungersi” – caratteristico dei processi degli ultimi decenni –, un aggiungersi che non raggiunge mai il suo scopo, pur sempre più avvicinandosi, nasconde qualcosa d’importante. Nasconde la necessità della discontinuità.

Intanto la via continua sul lato della continuità in questo processo tendenzialmente senza fine, ma che, ovviamente, dovrà trovare una FINE, fine che deriverà dal manifestarsi **DEL** fine …

E ciò sarà finché verrà il momento in cui, in questo tempo d’ implosione, saranno pronunciate “le parole che daranno inizio all’ esplosione del mondo” …       

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/09/cosa-non-e-il-marchio-della-bestia.html.

 

 

(**) “Quest’essere [l’Anticristo], anche se apparirà sotto forma d’un personaggio determinato, sarà in realtà più un simbolo che un individuo, sarà cioè come la sintesi di tutto il simbolismo invertito in uso presso la «contro-iniziazione», simbolismo che troverà in lui la sua massima espressione proprio perché in questa funzione non avrà né predecessori né successori; per poter esprimere il falso ad un livello così estremo, egli dovrà essere, per così dire, completamente «falsato» da tutti i punti di vista, cioè come l’incarnazione stessa della falsità [ma l’uomo l’ama la falsità]. Proprio per ciò […] l’Anticristo può assumere i simboli stessi del Messia, beninteso in senso radicalmente opposto”, R. GUÉNON, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Adelphi Edizioni (Collana “Gli Adelphi”), Milano 2009 (ed. or. 1982), pp. 264-265, corsivi e grassetti miei, miei osservazioni fra parentesi quadre.

Peraltro poi, sul “numero della bestia”, Guénon aveva idee chiare: si era letto i passi, qui sopra ricordati, dal testo giovanneo, e ne aveva tratto le logiche deduzioni: che riguardano la moneta o le transazioni finanziarie, ma in senso NON MODERNO, dunque niente a che spartire con vaccini ed altre forme dell’ isterismo collettivo che ormai domina il nostro mondo e che ha tante manifestazioni fra le quali, ultima e particolarmente eclatante, quella sui vaccini, ma ce ne sono tantissime altre. Dunque, nella nota a pie’ pagina, che precede il passo appena ricordato, si legge: “La stessa moneta, o ciò che ne farà le veci, avrà di nuovo un carattere qualitativo […], in quanto è detto che «nessuno potrà comprare o vendere se non avrà il carattere o il nome della Bestia, o il numero del suo nome» (Apocalisse, XIII, 17); è perciò implicito un uso effettivo dei simboli invertiti della «contro-tradizione»”, p. 264, corsivi e grassetti miei. E’ molto chiaro, non è vero? Non credo proprio … viste le totali confusioni – peggio: depistaggi – che oggi han così libero corso.

 

 

(***) Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/12/un-altra-piu-che-necessaria-precisazione.html

 


 

 

 

 

 

 

21 commenti:

  1. Ti considero un grande esoterista (il correttore automatico mi corregge con "estetista", ahaha), non fosse altro perché per sviluppare la pazienza che hai necessariamente avrai dovuto attingere a risorse extraumane.

    Non ricordo quale analista di un gruppo finanziario ha detto che il metaverso trasformerà per tutti noi i concetti di "identità" e di "denaro", questo mi pare in qualche modo collegato a quanto affermi.
    Ovviamente il focus è sempre sul cambiamento qualitativo che deve occorrere, e che sembra sfuggire ai più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie del tuo complimento, che accetto (poiché ci si conosce da tempo), ed anche se userei piuttosto il termine “studioso di esoterismo”, e che il correttore automatico abbia corretto in estetista è bellissima!, davvero (ah ah!)
      Oggi l’ “esoterista” è un “estetista” (ah ah)! Da ridere davvero. O, forse, nel mondo di oggi l’esoterismo è un fatto “estetico”, e qui – del tutto involontariamente, per così dire “generato dal mondo digitale” (!) – si aprirebbe un capitolo interessante, interessante davvero …
      Certo che il “metaverso” implicherebbe dei cambiamenti notevoli ma è quando tutto questo – che già c’è “in nuce” – si esplicherà - **non necessariamente** nella forma del metaverso, eh, ma in una qualche forma che il gioco delle forze storiche e non storiche porterà alla luce, non le nostri “proiezioni” di desiderata” - nel e sul campo del denaro il punto …

      E sì, è sempre quello il “nodo”, l’assenza di percezione dell’aspetto qualitativo, dei cambiamenti di sostanza, di natura.
      Il “numero della bestia” si esplica **quando c’è la famosa “bestia”**, piccolo particolare … Ed ora c’è? Si vede? Non si vede. Forse c’è ma non si vede, ma è quando che “si vede” che il “suo numero o nome o cos’altro sia” – secondo Guénon è **un simbolo** – sarà evidente, e mica sarà una cosa che si aut dichiara come tale! Ovvio che no!
      Quei piccoli particolari sgradevoli, come il fatto che nell’ “Ap.” di Giovanni c’è scritto che saranno quelli della “bestia” che trameranno per “abbattere” la “Grande Prostituta” e sostituirsi su di essa, cioè “al posto di” essa (in realtà, è un “ciò”, è un sistema, non una persona singola).



      Elimina
    2. Chiaro che lo “studio” non basta, chiarissimo … e tuttavia, dovrebbe comunque farsi – ma seriamente, non il gioco delle proiezioni dei desiderata – perché una base è necessaria proprio per capire quel mondo “sottile” senza il quale capir qualcosa della vicenda dell’ “A.” (fuori dall’aspetto leggendario, chiaro), è semplicemente impossibile. Semplicemente impossibile.


      Elimina
  2. Eccelente come sempre.Anch'io ho esperito un allontanamento assolutamente immotivato da persone come se fosse presente una "forza" tipo calamite che si respingono,assurdo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ringrazio. Venendo al punto, senza perderci oltre, noi abbiamo esperito – “in fieri”, nel momento del suo apparire – precisamente un cambiamento di “conoscenza tacita”, e quindi anche l’allontanamento di chi, a vario titolo, non ha modificato la sua conoscenza tacita ovvero la nostra si è modificata diversamente da questi altri. E’ stato inevitabile.
      Questa modifica – storica – si è prodotta **davanti ai nostri occhi**, con i “decisori” e chi ha “subito” le decisioni ambedue presenti all’evento, ma con tutt’e due le parti che han cooperato all’evento. In altre parole: il risultato finale non può mai “darsi” (“philosophico sensu”) senza la “resistenza” in un gioco “dialettico” cosiddetto …
      Ora due considerazioni. 1) Ecco come avvengono il famoso “cambiamento storico”, **non li si vede** mentre li si *esperisce*, e solo dopo uno se ne accorge, ma se ne accorge *dagli effetti*. Ma allora come davvero avviene il famoso “cambiamento storico”??
      Domandina “facile, facile”, però, a questo punto, uno mette a confronto l’effettivo “darsi” del famoso “cambiamento storico” con le **interpretazioni** – al 90% “a posteriori” – degli storici … e mi sto zitto … (ah ah) Uno si siede, e, a distanza **profilattica** (se non “abyssale”) dagli eventi che vuol spiegare (distanza dalla loro **conoscenza tacita**), tenta di spiegarsi cose che non potrà **mai** esperire, usando categorie di un tempo futuro (rispetto a quello degli eventi), del tutto **estraneo** all’epoca in cui quegli eventi son avvenuti … (ovvero: arrampicarsi sugli specchi, cosa da **non** fare, ché, se cadono, son sette anni guai, dice l’adagio popolare …!)
      2) I cambiamenti di cui parliamo – il “darsi” dell’ “A.” così come poi, “a fortiori”, la cosiddetta “fine”, son cambiamenti **meta** storici … anzi: **oltre** storici …
      Questo è il **vero** punto.

      Elimina
  3. Il problema è costituito dalla "meccanizzazione" delle coscienze che distrugge le facoltà di intuito sottile e della passività indotta dal digitale...Cosa bisogna fare per resistere a questo?Creare degli spazi paralleli alla società digitale che si va formando per gente come noi seguendo l esempio di Gandhi o di Benedetto da Norcia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa è una possibilità concreta, epraltro suggerita qui in un vecchio post,ormai del 2017, su Benedetto da Norcia.

      Elimina
    2. Ioltre i due processi citati (passività e meccanizzazione, passività **innestatasi** sulla precedente meccanizzazione) si son uniti, ottundendo tutto, ed allora ciò che sembra è, ma ciò che è, invece, tante volte, non sembra affatto . . .
      Peraltro al simulazione prmai è un processo systemico, la sostituzione di ciò che è immagine a ciò che davvero esiste poiché ormai è in atto da troppo tempo perché non potesse concretamente alterar tutto.

      Elimina
    3. Sono solo forze formate da **proiezioni** umane, eventualmente usate da delle altre forze, che le assommano, ma **non** denotano affatto la “consistenza” di forze **“sottili” esse stesse**, forze “sottili” sussistenti **senza** l’ “aiuto” umano, per cui sono le solite proiezioni “lovecraftiane”, scemenze in poche parole, che i veri seguaci del “magismo” **giustamente** disprezzano.

      Per esempio, già Tolkien ha, delle forze “magistiche”, un’idea ben più chiara e precisa: ma perché ha studiato tutta la vita saghe nordiche, miti celtici e folklore, per questo non cade nella trappola. Il che non significa non “romanzi” la cosa, “romana” ed anche tanto, però ha un fondo di realtà, cosa di cui ognuno può sincerarsi leggendolo, mentre gli altri son semplicemente **non** credibili affatto.




      Elimina
  4. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/08/benedetto-da-norcia-o-della-decadenza-e.html

    RispondiElimina
  5. Piccola questione: ci sarà un modo di sfuggire al marchio oppure verrà appiopato di default a tutti?Nell' ultima possibilità è certo che deve intervenire qualcosa di diverso qualitativamente, roba molto grossa...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se seguiamo l’ “Ap.” di Giovanni, esso sarà dato e sarà necessario “per comprar e vendere” ed è chiaro, dunque, che trattasi di “cosa grossa”, ovvio: mi pare d’esser sempre stato chiaro assai su questo, ed è la ragione per la quale non ho mai seguito gli abituali **isterismi** sul “numero della bestia”, peraltro tal “numero” – o carattere o altro – in realtà dovrà avere un contenuto “symbolico”, parente degl’Imperi **premoderni** e **NON** degli stati moderni, per cui non è **MAI** – e dico mai e poi mai – stato questione di “repliche” di Stalin o Hitler.

      Elimina
  6. Nell Apocalisse come si deve intendere il passaggio dove si descrive la dannazione di chi riceve il marchio?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna vedere cosa si intende per accettare: il fatto obbligato, e cioè che si può vendere o comprare solo con tal
      “numero”, la conseguenza è “solo” quella di una ulteriore discesa - gravissima senza dubbio - nel processo cyclico.
      Se, però, una tale “accettazione” diventa pure **interiore°° - e non vi è dubbio che ciò sarà ilc aso per molti - la cosa è ben diversa.
      Il testo giovanneo ne parla come una sorta di “contaminazione”, e va precisato che tal testo è il più “ebraico” del Nuovo Testamento.
      Le conseguenze della “contaminazione” si estendono anche nelle estensioni oltre il mondo corporeo, e ciò è inevitabile.
      Pertanto il problema è questo, la non accettazione interiore. Questo perché tale accettazione implica una “adorazione” della “bestia” e della sua **immagine**, punto questo motlo importante. Ovunque si verifica tale adorazione, le conseguenze saranno inevitabili, secondo il discorso giovanneo.




      Elimina
    2. Il passo è: “Ap.”, 14, 9-11.
      “Guarda caso”, nove ed undici . . .



      Elimina
    3. Insomma vi è dell’ “altro”, che non è il mero “signum” esteriore, per cui tal “segno” – “numero” – evidentemente deve avere della “valenze” nient’affatto solo “materiali”, per cui questo chiude a a tutte quelle tante interpretazioni che oggi tanto si sentono in giro …


      Elimina
    4. In altre parole, **non si tratta** di un mero segno esteriore, ma di un “simbolo animato”, un qualcosa che avrà conseguenze anche non solo “sociali”, non solo nelle attuali società in fase implosiva. Ma di un qualcosa di “attivo”, che avrà conseguenze “sottili” anche. Pertanto tutti quelli che han parlato di tal numero (“segno”) come d’un mero segno “politico” o di tal genere, trascurato la **natura** – molto particolare – di una tale “cosa” …

      Elimina
  7. Per qualche suggerimento sul numero, cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2022/02/trentanni-dopo-ovvero-verso-dove-andiamo.html

    RispondiElimina