Il “green pass”, in realtà, è molto simile alla “green card” che si deve avere per poter entrare negli USA e lavoraci stabilmente; inoltre, per quanto tale assonanza dimostri una “certa” mentalità (peraltro più che “moderna”), non è questo il “marchio della ‘bestia’” (dell’ Ap. di Giovanni [*]) di cui alcuni favoleggiano, poiché – in buona sostanza – *questo* è ciò che “complottardi” & C., in poche parole, stan sostenendo. Vi sono, infatti, alcune differenze sostanziali: 1) che, mentre il “green pass” è diffuso in modi differenti nei vari paesi (e talvolta non vi è diffuso affatto!), il “marchio” famoso [**] è qualcosa che interessa tutto il globo, senza distinzioni; 2) che, leggendo il passo “apocalittico”, il “marchio” è un qualcosa di afferente, sembrerebbe, direttamente alla sfera finanziaria: esso consente di “comprar e vendere”, non necessariamente di lavorare. Insomma, esso “bypassa” gli stati “nazionali” e le loro differenze specifiche. Infatti, solo a tal prezzo è, oggi, concretamente, possibile far un qualcosa erga omnes.
Il mondo, difatti, va chiaramente sempre più verso l’implosione, cioè l’accartocciamento su di sé, quindi un’esplosione di pseudo “differenze” disperdenti e dispersive, che si oppongono frontalmente ad “unificazioni” (pur solo esteriori e senza vera base o sostanza), è inevitabile conseguenza di questa crescente frammentazione, processo potentissimo ed ingovernabile, nella sua stessa sostanza ingovernabile. Chi dice di volerlo “governare” al massimo ne dirige la punta verso questo o quello, al massimo ne rallenta il decorso, ma, nella sua vera natura, esso (processo implosivo) è ingovernabile.
Allora cosa – in concreto e non in astratto, nella realtà storica presente, non nei sogni di registi e fumettisti – che cosa, dunque, può davvero estendersi all’intero mondo, indipendentemente dalle diversità dei vari regimi, ed obbligarne (perché il passo “apocalittico” è chiaro: sarà una necessità) l’uso dovunque sulla Terra? Ecco: rispondere a queste domande può portare alla soluzione. Chiaro che un qualcosa di afferente al piano finanziario è il primo candidato a tale cosa. Un qualcosa dell’ambito finanziario che, però, abbia legato l’identificativo.
Sinora né il codice a barre – che andava di moda tempo fa – né l’attuale succedaneo, il “green pass”, possono rispondere a tali questioni, per quanto il “green pass” potrebbe sembrare un “avanzamento” in una tale direzione di marcia.
Di conseguenza, ergo, dev’essere qualcos’altro rispetto a tutto questo.
Certo che la “compressione” delle “libertà individuali” è sempre maggiore, ma “lor signori”, a quanto pare, si son svegliati assai tardi al mattino! E dov’erano quando da trent’anni a questa parte si assiste, imperterriti, a tale compressione? Stavano sul carro dei vincitori! Ah ecco, più chiaro di così … E qual è stata la giustificazione per la crescente – e volontaria! - compressione – ma senza mai attaccarle frontalmente (si badi bene!) né toglierle formalmente, solo contrarle – delle famose “libertà individuali”? La **libertà** …!! In nome della “libertà” contrarre, comprimere le “libertà” stesse: un piccolo capolavoro, non c’è che dire!
Ancor più vero, ma ogni giorno che si va innanzi, è il detto, che Guénon tanto amava citare (e che si attribuisce al cardinal Carlo Carafa), che recita: Vulgus vult decìpi …
La cosa, dunque, più probabile è che sarà un qualcosa di afferente all’ambito finanziario, con in più un identificativo, che potrebbe prendere varie forme: in tal senso, la digitalizzazione spinta – questa sì – è senza dubbio un passo decisivo in tale direzione. Di tutto ciò al massimo, ma proprio al massimo, il “green pass” è una fase intermedia, ma non è il “marchio” famoso, sul quale, tra l’altro, nel corso della storia si è favoleggiato parecchio.
Chi vi fosse interessato, faccia una piccola ricerca sulle fonti relative alle varie interpretazioni storiche di tal “marchio” sin troppo famoso.
Intanto il System continua nella sua – più che prevedibile (sulla quale s’è detto qua e là spesso) – crisi; ma ecco il punto: in tal processo dell’ “impantanarsi” della “nave” della modernità, come si passa dalla fase del “mercato” (sempre meno “libero”, chiaro, e che, senza Banche centrai, sarebbe crollato già più d’una volta) a quella del “marchio”? Problemino eh … neanche concepito dai soliti superficiali che stabiliscono facili equivalenze, che ieri erano “X”, oggi son “Y” e domani saranno magari “Z”, ma mai che siano “quello” che deve essere! Che senso ha, poi, parlare di “sette torri” se tu non hai ben chiaro che queste facili equivalenze superficiali non possono essere “vere”? Non ha proprio alcun senso. E non possono essere vere perché mancano loro alcune delle caratteristiche che, se vogliamo dar credito all’ Apocalisse di Giovanni, questo famoso, o “infame” per le conseguenze depistanti che ha comportato la sua ricerca, “marchio” della “bestia”. La storia è strapiena di vari errori d’interpretazione su tal “marchio” famoso. In sostanza, l’ “anticristo” è chi si detesta, e i succedanei contemporanei continuano su tal cammino: peccato che non aiuti proprio in nulla nell’individuare un qualcosa che rimane molto ma molto elusivo.
Se fosse stato facile individuarlo, lo si sarebbe già stato fatto: ogni sorta d’ipotesi è stata proposta.
E tuttavia, nessuna ipotesi ha funzionato: c’era, e c’è ancora, sempre qualche particolare che non collima con la descrizione “apocalittica” giovannea. Qualcosa “stona” sempre …
Ergo non è affatto facile individuarlo … [***]
Andrea A. Ianniello
[*] “E che a tutti, umili e grandi, ricchi e poveri, e liberi e schiavi [si è letto bene?, tutti, “ricchi E poveri”, “umili E grandi”, “E liberi E schiavi”, tutti, del tutto indistintamente!], s’imprimesse un segno sulla mano destra o sulla fronte [altro problemino di non facile soluzione …!], sì che nessuno potesse comprare o vendere [comprare o vendere = transazioni, cose di finanza] se non ha quell’impronta [tradotto “impronta” qui e, prima, più giustamente, segno: solo che in latino non è signum, ma è invece caratterem, un CARATTERE grafico, una LETTERA cioè, oppure un marchio, ed uno dei significati di “marchio” è appunto impronta; ora, però, il marchio è oggi anche il “logo” di un’azienda, un’incisione che attesta la proprietà di capi di bestiame, per esempio, e, un tempo, degli schiavi, del tempo in cui fu scritta l’opera di Giovanni Apostolo, che è come dire: la bestia renderà schiavi tutti gli uomini del tutto indipendentemente dalla loro condizione sia politica sia economica, come si evince chiaramente dal passo apocalittico; non solo, ma, sempre dal testo giovanneo, si deduce che renderà schiavo il mondo col suo (del mondo) consenso!, dato decisivo, cioè in nome della “libertà” …!, dunue ma quale “conquista”?, ma quale “novello Gengis Khan”?] col nome della bestia [e questo punto è molto importante], o la cifra del suo nome [e da questo passo derivava l’idea che il “marchio” fosse il codice a barre, cosa in gran voga, ma oggi pare stia passando “grazie” all’identificazione del “marchio” col “green pass”]”, Apocalisse di Giovanni, a cura di M. Bontempelli, SE Studio Editoriale, Milano 1987, p. 57, corsivi miei, miei commenti fra parentesi quadre. Prosegue il testo, poi, direttamente col passo super ben noto: “Qui sta la saggezza; chi se n’intende calcoli il numero delle bestie [qui considera le “due bestie, sulle quali pure c’è un fiume di letteratura, quella “della terra” e quella del mare” … ]: è il numero d’un uomo [su questo, però, il testo è davvero esplicito, dunque le interpretazioni dell’ “anticristo corporativo” (per esempio usate, tra l’altro, nell’ultimo secolo contro il comunismo, ma in pratica tra le più usate nella storia, contro questo e contro quello) non hanno vera base testuale], e il numero è seicentosessantasei”, ibid., corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. E qui mi taccio perché c’è una querelle praticamente senza fine su tal numero (ammesso che sia giusto, un antico papiro frammentario (dell’ Apocalisse di Giovanni, papiro scoperto nel 2005) porta, per esempio, il 616 in luogo del 666 …). Tornando a noi, tornando al vero punto: ergo le cose non sono affatto semplici. Se doveva esser chiaro, in duemila anni, circa, la cosa si sarebbe già chiarita. Il punto è che non è affatto chiara la cosa, che richiederà interpretazione l’ “indentificazione” della corrispondenza con tal numero. Pertanto, le facili, superficiali identificazioni vanno rigettate: niente può esser così semplice. Il che potrebbe portare alla seguente obiezione: ammettiamo sia così, ma il testo giovanneo ci dice che alla fine la cosa “dovrà” venir fuori e la “bestia” renderà il mondo suo schiavo col suo consenso, chiaro ed ovvio, e quindi la cosa dovrà chiarirsi. Rispondo: è vero che dovrà venir fuori, ma com’è che anche il testo giovanneo dice che ben pochi lo riconosceranno? Quindi la soluzione può essere solo questa: verrà fuori ed emergerà, però ciò non significa che il “segno” sarà chiaro. In altre parole: emergerà qualcosa la cui natura rimarrà elusiva, e non evidente …
[**] Sul “marchio” sugli schiavi, nell’epoca romana, quale, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/12/666-ovvero-lo-stigma-ma-non-ton.html.
[***] Su ciò ricordo quel che diceva un vecchio testo sull’Anticristo: “ALLA RICERCA DI UN VOLTO OSCURO”, M. CENTINI, Il ritorno dell’Anticristo, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1996, titolo del cap. IV, p. 39 e sgg., maiuscolo in originale. Vi si legge, poi: “Delumeau, ponendosi in contrasto con numerose tesi oggi affermate, ha sottolineato che l’Anticristo «no appartiene all’Apocalisse, quantunque, fissandosi nell’immaginazione collettiva, sia stato successivamente associata a Babilonia la grande, rifugio dei demoni e alla bestia scarlatta, evocata dal Libro delle Rivelazioni». In effetti è noto che il termine Anticristo non appare nell’ Apocalisse di Giovanni, ma […] è il risultato di un’interpretazione tendente ad individuare questa figura della bestia che sale dal mare [la quale (quella “che sale dal mare”) viene identificata con la “bestia”]”, ibid., corsivi in originale, miei commenti fra parentesi quadre.
Qui sopra “lavoraci” va cambiato in: lavorarci.
RispondiEliminaInoltre “caratterem” va cambiato in: “characterem”.
E poi, “dunue” va cambiato in: dunque.
Anche a “due bestie occorre aggiungere la virgoletta finale, cioè: “due bestie”.
Veramente **pessimo** questo sistema che consente solo a volte di poter rifare un post: per questo ci son quei post col numero: significa ch’esso è stato rifatto, ma non è sempre possibile.
Di conseguenza, nei Commenti pongo le rettifiche degli errori di battitura.
La cosa che ci va più vicino è l'identità digitale unita ad un sistema di credito sociale tramite blockchain,human capital finance,social impact investing e virtualizzazione tramite avatar di ogni persona reso possibile grazie a 5 6G ma ancora non ci siamo...manca quel quid che lo farebbe diventare tale...secondo me deve intervenire "Altro"...
RispondiEliminaCondivido ambedue le osservazioni.
RispondiEliminaLa domanda diviene allora: comesi può attuare la “giunzione” fra i due livelli ….
RispondiEliminaMah difficile a dirsi...di certo non con l implementazione di realtà aumentata e virtuale,forse ci vuole un collegamento neurologico un'interfaccia alla ghost in the shell con la rete ma la vedo dura che sia estendibile a tutti...Forse con un mutamento dovuto a qulache nanotecnologia?Nanorobot ma anche qui si allunga ma non lo raggiunge il punto.Secondo me prima devono apparire gli "alieni" altrimenti non funge...
RispondiEliminaDirei che dobbiamo allontanarci dall’iper “tecnologismo digitale”, poiché ci dev’essere qualcosa che leghi tutto ciò alla stragrande maggioranza della gente su questo pianeta. Del tutto indipendetemente dalla sua ricchezza, qualcosa che dev’essere “subibile” da tutti … che non può derivare dal luogo né dalla lingua.
EliminaQualcosa che riguardi tanto “il comprare” quanto “il vendere”, che non possa che essere usato.
Se studiamo la storia in relazione a tal argomento – ed è sempre interessante, oltre che utile, farlo –, scopriremmo che c’è tutta una letteratura, dove si parla dell’ “immagine” della “bestia”, oltre che del “numero”, e la si concepiva come una sorta di statua – sul modello di quella che fu posta nel tempio gerosolimitano (peraltro, quello era il modello storico cui si rifacevano) –, una stata che si sarebbe dovuto “adorare”. Sul numero – famoso –, per esempio, Guénon pensava che si riferisse alla moneta, ad un’effigie sulla moneta o qualcosa di simile: per l’esattezza, una valuta può aver un corso digitale, però “risacralizzato” – in maniera parodistica, chiaro, secondo Guénon –, da un qualcosa. Tal “qualcosa” è il punto vero.
EliminaAncora delle altre considerazioni su tema: secondo “Ap.” (di Giovanni), 13, 17, il numero e il nome della “bestia” son lo stesso – per la gematria” – ma, che sia l’un o l’altro, ambedue son detti equivalersi al “characterem” – maschile, accusativo singolare – che vuol dire, appunto, “marchio”, ma pure, più semplicemente, “lettera”, una lettera. Dunque, per far un esempio, un sistema di transazioni globale – cioè cui tutti, dovunque sulla Terra, possano accedere (sempre cf. “Ap.” (di Giovanni), 13, 17) – inoltre al quale si ricollega un identificativo (in uo dei vari modi possibili concretamente), e il “segno” che vi sia su è una **lettera** … Ecco un qualcosa che sarebbe difficilissimo da identificare come “male, poiché questa lettera è tale – “male” – solo e soltanto nell’ **interpretazione** di chi la usa!!
EliminaVero si è anche che, dice Guénon, tutto ciò fa riferimento al “symbolismo invertito” usato dalla “controiniziazione”, vero; ma ciò dà luogo a più possibilità – limitate quanto si vuole, ma più d’una – per cui noi oggi non possiamo sapere quale, delle possibilità oggettive, sarà scelta. Perché la scleta sarà fatta da un volontà aliena, a noi oggi non nota, volontà che ha sì limiti ed è illusoria, nondimeno – pur nei rigorosi suoi limiti è reale, cioè ha possibilità di scelta.
Sul tema, storicamente parlando, cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/12/666-ovvero-lo-stigma-ma-non-ton.html
Citazione all’inizio di un post del *giugno dell’anno *scorso**
RispondiElimina“Quanto alla libertà, essa cesserà ben presto del tutto, in tutte le sue forme. **Vivere dipenderà** da una **sottomissione rigorosa a disposizioni rigorose che non sarà più possibile trasgredire**. **Il passeggero di un aereo non è libero**. I passeggeri della vita futura lo saranno ancor meno: passeranno la loro durata attaccati al seggiolino”[1].
Questo stare “attaccati al seggiolino” è il populismo, è la sua molla profonda, ed è una molla ormai molla. Quindi, ora, cosa ci attende? Cosa davvero “manipola” tutto questo complesso gioco di “riprogrammazioni”?
[1] J. Baudrillard, La sinistra divina, Feltrinelli Editore, Milano *1986*, p. 96, corsivi miei (segnati con: [ ** ])
Dal post, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/06/effetto-covid.html
Tornando al tema, “characterem” è sia il marchio – che s’imprimeva sugli armenti o bovini, ma pure sugli schiavi, sulla mano e sulla fronte … – sia un carattere nel senso di carattere scritto, una lettera … Don Raimondo di Sangro parlava del carattere impresso sulla fronte di Caino, perché non fosse uscito. Secondo lui era un “TAU”, che, in origine, si scriveva in effetti come una croce (“typo” quella “greca”), simile insomma proprio alla “X” maiuscola di oggi, solo con la distanza tra le braccia – quella in verticale, non quella in orizzontale – più grande della “X” maiuscola di oggi.
RispondiEliminaSe fosse il tutto mascherato da una lettera, da un carattere in tal senso, sarebbe difficilissimo individuarlo . . .
EliminaPotrebbe anche darsia sia una “ε” (èpsilon), eventualmente coricata o inversa, oppure rovesciata, per fare un esempio eh . . .
EliminaAd esempio, una valuta – digitale –, consentente anche l’identificazione, con sopra un **simbolo** … **NON** il “green pass” (che è una sorta di “green card”), per molti motivi, anche quello della sua diffusione “a chiazza di leopardo” e non a tutta la società, fatto che **NEGA** esplicitamente quel che affermava l’ “Ap.” di Giovanni. Dev’esser un qualcosa diffuso **a tutto il mondo**, che consente la transazione – “comprar e vendere” –, che inoltre permetta l’identificazione, che, infine, rechi su qualcosa, un segno, un “symbolo” – della contro-iniziazione –, peraltro non facilmente riconoscibile come tale (“della ‘contro-iniziazione”), tutte cose non facilmente ritrovabili assieme.
RispondiEliminaPer tali motivi, l’identificazione del “green pass” con il “marchio della ‘bestia’” non è convincente.