[Cf. l’aforisma di:
Karl KRAUS
[La cui fonte: https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=2d41]]
“Henriette Joutel-Gay, nel suo libro Cet autre qui fut moi, fa delle sorprendenti rivelazioni su una di quelle ‘eminenze grigie’ che sotto la diretta guida di Cagliostro cercarono di organizzare la grande rivoluzione francese. Si tratta d’un nobile inglese, Lord John Hill, il quale, dopo quattro anni di ritiro in Sicilia, torna in Francia sotto il nome di Jean Colin. È lui a suggerire l’idea di quello che sarebbe diventato il Club dei Giacobini. Ma prima di assumere il suo compito, John Hill, tra il 1788 ed il 1789, aveva soggiornato in Alvernia, nell’antico feudo templare di Montsalvag. Lo attende una tragica fine: verrà ghigliottinato il 6 aprile del 1794”.
S. HUTIN, Governi occulti e società segrete, Edizioni Mediterranee, Roma 1996, pp. 39-40, corsivi in originale, grassetti miei.
“Lo stesso La Fayette dichiara, il 24 luglio 1789: ‘Una mano invisibile guida la plebaglia’. La vigilia del 14 luglio, un busto del duca d’Orléans era stato portato in trionfo per le vie di Parigi. E già il 2 luglio, era stata lanciata una petizione nei giardini del Palazzo Reale, residenza del duca, per ottenere la deposizione di Luigi XVI e la sua sostituzione con Filippo d’Orléans. Si possono fare le stesse osservazioni sulle due giornate del 5 e 6 ottobre 1789 […]. Si tratta della solita storia assurda che giustifica gli avvenimenti con la collera delle donne del mercato. Appare chiara la montatura: […] una montatura ben congegnata. Tutto è disposto per terrorizzare […] Luigi XVI”.
Ivi, p. 120, grassetti miei.
“Sarà proprio Filippo d’Orléans, con le sue esitazioni, a far fallire il piano preparato tanto abilmente dai suoi partigiani. Dopo la fuga di Luigi XVI ed il suo arresto a Varennes, il trono era una realtà a portata di mano: al Club dei Giacobini, Danton, sostenuto dalla fazione orleanista, dalla tribuna aveva dichiarato il trono vacante e proposto di farvi salire Filippo d’Orléans. Ma il duca, consigliato da madame de Genlis, rifiutò”.
Ivi, p. 121, grassetti miei.
“Il micidiale ‘torrente’ di cui parlava Talleyrand diviene ‘tormenta’ nella ‘confessione di fede’ di Metternich ad Alessandro I, datata Troppau, 15 dicembre 1820, testo di riferimento di ogni Reazione [e vediamo – da un bel po’ lo vediamo – i sedicenti “figli” di quella – ricorrente – “reazione” unirsi (ed esseri già da molto tempo uniti) alla “tormenta” o torrente” che dir si voglia]. Le due frasi finali erano così scandite: ‘Ogni grande Stato deciso a sopravvivere alla tormenta del momento conserva ancora grandi possibilità di salvezza. Un’unione forte fra gli Stati sui principi qui enunciati vincerà la tormenta stessa’ [par di sentire – mutatis mutandis – certe frasi che hanno libero corso nell’Europa di oggi, non è vero?]. Ai gorghi sonori delle acque si sostituiva un gelido accecamento. La realtà minacciava di assiderare il suo devoto osservatore”.
R. CALASSO, La rovina di Kasch, Adelphi Editore, Milano 1983, p. 49, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
“Il cavallo bianco di La Fayette caracollò ancora una volta per il Camp-de-Mars, domenica 17 luglio 1791. Faceva ridere ugualmente, ma questa volta la cerimonia avrebbe recuperato il simbolo mancante alla prima, quello che può rappresentarli tutti: l’effusione del sangue”.
Ivi, p. 117.
“Uno degli eventi di capitale importanza planetaria che si manifestarono negli anni di poco precedenti la Rivoluzione fu la sanzione definitiva dell’alleanza fra lo snobismo e la Sinistra. Non si parlava, allora, né di snobismo né di Sinistra, ma improvvisamente le dame più imitate, e spesso le più eleganti, cominciarono a discorrere di dogane e di tabacchi della Virginia”.
Ivi, p. 134, grassetto mio. Non siamo più “nel torrente” di cui parlava Talleyrand, ma certe cose NON CAMBIANO … Tra le quali, per l’appunto, quest’ultima …
Ma veniamo alla “FINIS EUROPÆ” nonché alla fine della globalizzazione: tutto era MOLTO chiaro GIÀ dal 2018 …, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/10/cacciari-caserta-europa-inizio-o-fine.html
Fine! Fine! Ed è finita, ma con una fine non certo fine … ma molto rozza, invece …
Peraltro anche la “globalizatzija” già era giunta, ormai, al termine, per chi “sapeva” vedere …
“Si” va, dunque – ma non aspettatevi cose molto appariscenti; lento cum pede sed constante, un passettino alla volta – verso lo “stato d’eccezione” siccome si diceva – nel 2023 – in cf.
https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/06/impolitiche-con.jpg …
“Tout se tient” dicheno lè fransè …
“La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” dice un vecchio detto popolare, “IN VER” – però – mai tanto “attuale” siccome oggi …! È molto “inattuale” dir che sia tanto attuale, tuttavia È tanto ATTUALE tal detto! L’attualità dell’inattualità è la vera, reale attualità, cioè quella realmente in atto.
@i
PS.
Cf:
http://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/in-attesa-di-peste-terremoti-eccetera.html
Anche qui: cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/04/su-duna-non-sud-duna-ri-cor-renza.html
Simili considerazioni …, ma qui (m’ Acqui …) non le faremo ché non le fa Remo … l’ “efa” solo Romolo, in somma essenza differenza … (giUochi di parUole)
NB.
“ARCANA IMPERII
In origine il potere era diffuso in un luogo, aura e miasma.
Poi si raccolse in Melchisedech, sacerdote e re.
Poi si divisa fra un sacerdote ed un re.
Poi si raccolse in un re.
Poi si divise fra un re ed una legge.
Poi si raccolse in una legge.
Poi si raccolse nella legge.
Poi la legge si divise in molte regole.
Poi le regole si diffusero in ogni luogo”,
R. CALASSO, La rovina di Kasch, cit., p. 82. Neanche queste cose cambiano …
“Et factum est parelium magnum in caelo: Mìchaël et angeli èius praeliabàntur cum dracone, et draco pugnàbat et angeli èius: et non valuèrunt neque locus inventus est eòrum àmplius in caelo. Et proièctus est draco ille magnus, sèrpens antìquus, qui vocatur diabolus, et Satanas, qui seducit universum orbem: et proièctus est in terram, et angeli èius cum illo missi sunt.
Et audìvi vocem magnam in caelo dicentem: Nunc facta est salus, et virtus, et regnum Dei nostri, et potèstas Christ èius: quia proièctus est accusàtor fratrum nostròrum, qui accusàbat illos ante conspectum Dei nostri die ac nocte. Et ipsi vicèrunt eum propter sànguinem Agni, et propter verbum testinònii sui, et non dilexèrunt animas suas usque ad mortem. Proptèrea laetàmini caeli, et qui habitatis in eis. Vae terre, et mari, quia descèndit diabolus ad vos hàbens iram magnam, scìens quod mòdicum tempus habet”.
Apocalisse di Giovanni, a cura di M. Bontempelli, SE, Milano 1987, p. 50, cap. 12, grassetti miei.
La traduzione del testo latino:
“E in cielo fu battaglia: Michele ed i suoi angeli combattevano il drago. E il drago combatteva, e gli angeli suoi, ma non vinsero, e non si trovò più luogo per essi nel cielo. E fu precipitato giù il gran drago, il serpente antico, quel che si chiama Diavolo o Satana, quello che fuorvia l’intero mondo; fu precipitato sulla terra e con lui furon precipitati i suoi angeli.
Udii una voce grande nel cielo, e diceva: ‘Ora è giunta la salvezza e la forza, e il potere del Dio nostro e la potestà del suo Cristo, da che fu precipitato l’avversario dei nostri fratelli, quello che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo han vinto col sangue dell’Agnello e con la parola della loro testimonianza, e di fronte alla morte non tennero alla propria vita. Per questo rallegratevi, cieli, e voi che in essi abitate. Guai alla terra e al mare. Perché scende il diavolo verso voi furibondo, avendo veduto che poco tempo gli resta’”, ivi, pp. 51-52, grassetti miei.
https://books.google.it/books?id=yh4mQwAACAAJ&redir_esc=y
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/il-problema.html [cancellato]